domenica 11 novembre 2012

pc 11 novembre - intervento alla manifestazione operai Ilva a Taranto

Contenuti dell'intervento della compagna Margherita Calderazzi coordinatrice provinciale dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto alla manifestazione di sabato 10 ottobre.

Voi operai del Mof dovete essere orgogliosi della lotta che state facendo, siete di esempio a tutti gli altri operai e avete portato in Ilva un fatto nuovo e di rottura sia dopo anni di silenzio degli operai sia verso la subordinazione della lotta dei lavoratori alle logiche aziendaliste. Voi state affermando che è invece possibile alzare la testa con dignità e dire Basta, per Claudio, per la propria sicurezza di tutti gli operai, per i diritti. 

La morte di Claudio è piena responsabilità dell'azienda, dei capi. Riva è assassino! E nella stessa maniera dobbiamo chiamare i sindacati confederali firmatari contro la volontà degli operai Mof di un accordo che ha lasciato solo Claudio. Respingiamo ogni odioso tentativo di scaricare sugli operai gli assassini all'Ilva.
La morte in fabbrica dimostra che gli operai sono prime vittime di padron Riva e dei profitti del capitale; morte che uccide gli operai anche fuori dal lavoro, e invade la città con l'inquinamento.
Ma la lotta degli operai del Mof autorganizzata e ad oltranza dimostra che sono e possono essere i lavoratori in fabbrica la prima linea contro padron Riva e sindacalismo confederale complice; e il punto di riferimento della lotta di tutta la città per una fabbrica a norma e una città risanata... Occorre costruire l'unità tra operai e popolazione per la salute e il lavoro, e questa manifestazione vuole essere un'iniziale esempio.

Padron Riva non vuole mettere i soldi nè applicare realmente nè le prescrizioni della magistratura nè la stessa Aia, vuol continuare la produzione non per risanare la fabbrica ma per continuare a fare profitti e a produrre attacchi alla salute e sicurezza. Il Min. Clini oggi invece di perseguire Riva vuole far ricorso contro la Magistratura. Ora l'Ilva mette 2000 operai in cassintegrazione, per stroncare e isolare la lotta degli operai del Mof, impedire che negli altri reparti si segua il loro esempio e per rilanciare il ricatto occupazionale come arma per contrastare il risanamento della fabbrica. Chi firmerà questa cassintegrazione è d'accordo con padron Riva e il governo Monti-Clini.

La lotta degli operai del Mof, organizzata dal Usb, con lo sciopero ad oltranza e il presidio, e sostenuta dagli operai dello Slai cobas Ilva e da altri operai iscritti pure ai sindacati confederali, è una lotta per affermare il
diritto di sciopero come proprietà dei lavoratori e non dei sindacati confederali e la libertà di organizzarsi nei sindacati di base e di classe, all'Ilva come in tutti i posti di lavoro, in piena libertà contro pressioni, ricatti, terrorismo psicologico, persecuzioni.

La manifestazione di oggi è importante perchè aiuta a rendere nazionale la lotta degli operai del Mof e la battaglia in corso all'Ilva. Il coraggioso sciopero ad oltranza degli operai Mof deve servire ad esempio per estendere la vertenza per la sicurezza in tutti i reparti dell'Ilva, e a costruire le condizioni per un vero sciopero generale in tutta l'Ilva, autorganizzato da tutti con la partecipazione di tutti, per fermare la produzione nello stabilimento e imporre le richieste operaie su sicurezza, messa a norma.
Sosteniamo la raccolta firme per la caduta delle attuali Rsu e per nuove elezioni che ridiano nelle mani degli operai le Rsu, raccolta già avviata nei mesi scorsi dallo Slai cobas Ilva.
Respingiamo ogni provvedimento disciplinare contro gli operai in sciopero in tutti i reparti
Sosteniamo la cassa di resistenza a favore della lotta degli operai del Mof.

Sono arrivati da altre città vari messaggi di solidarietà, dagli ex operai della Thyssenkrupp di Torino agli operai dello slai cobas Dalmine di Bergamo, dall'USI e Comitato 5 aprile di Roma, da altre realtà dello slai cobas per il sindacato di classe, Palermo operai Fincantieri, Milano Ist. Tumori che a settembre ha fatto il presidio sotto la sede legale dell'Ilva, Marghera-Venezia, Ravenna. In questa occasione non sono potutit venire ma saranno a Taranto per il Convegno della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro che si terrà il 7 dicembre, e a cui invitiamo fin da ora gli operai del Mof e l'Usb; la Rete unisce la battaglia all'Ilva a quella della ThyssenKrupp, Eternit (amianto), alle stragi operaie dell'Eureco, di Molfetta, di Marghera, ecc.,
per costruire la mobilitazione per la condanna dei padroni assassini, il sostegno ai familiari degli operai morti, per più potere agli RLS, nuove misure legislative per tutelare la vita e la salute in fabbrica e sul territorio;
per il primato della vita sul profitto dei padroni.

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