giovedì 1 novembre 2012

pc 1 novembre - perchè è giusto lo sciopero in corso all'ilva taranto, perchè è giusto il convegno nazionale promosso dalla rete nazionale per la sicurezza sul lavoro del 7 dicembre

dal blog tarantocontro.blogspot.com

padroni assassini - Ilva dal '93, 45 morti tra Ilva e e indotto

 
 

 
Con quella di Claudio Marsella, schiacciato oggi da un locomotore, sono 45 le morti degli operai avvenute all’interno
dell’Ilva di Taranto dal 1993. L’ultima disgrazia si era verificata l’11 dicembre del 2008 quando un lavoratore polacco, dipendente di un’azienda appaltatrice, cadde da un ponteggio dell’altoforno 4.
Le morti bianche nel siderurgico tarantino sono state per le cause più disparate: molti operai sono deceduti in seguito

a cadute da ponteggi di impianti, ad esplosioni di macchinari o al crollo di gru o perchè colpiti, nel corso delle fasi delle
varie lavorazioni, da pesanti bramme o schegge di materiali; altri operai sono morti per aver inalato gas nel corso di
lavori di manutenzione.Difficili da quantificare gli incidenti che, nel corso degli anni, hanno causato centinaia di feriti e ustionati.

padroni assassini e sindacati che firmano certi accordi pure - Rizzo USB, comitato  denunciano

La denuncia: in quel reparto ridotto il personale in cambio di 450 euro

Il personale fu ridotto nel reparto in cui è avvenuto l’incidente mortale in cambio di un contributo “una tantum” di 450
euro. È quanto denuncia il Comitato di “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, che ieri ha presentato un esposto in
procura. «C’è un accordo sottoscritto a novembre del 2010 dalle parti con l’azienda - spiega Massimo Battista - che
disponeva la riduzione del personale in quel reparto e la riorganizzazione del lavoro in cambio di una somma di denaro,
450 euro, che è stata erogata nel gennaio del 2011. Il profitto viene prima della sicurezza e oggi abbiamo avuto una
riprova».

Secondo Aldo Ranieri, altro portavoce del Comitato, «ci sono responsabilità da parte dell’azienda perchè chi conduce i

 mezzi di locomozione non può fare sia il manovratore che il locomotorista. È proprio la pratica operativa che prevede due figure diverse per questa attività. Pare ci sia un accordo, col benestare di parte sindacati, che consente ai manovratori dei
treni di fare anche altre attività». Ranieri chiede di accertare la dinamica dei fatti e che «i responsabili paghino una volta
per tutte». I rappresentanti del Comitato ieri hanno improvvisato un sit-in sotto Palazzo del Governo e poi hanno incontrato
il capo di gabinetto della Prefettura, a cui hanno esposto le problematiche della sicurezza nel reparto Mof e in altre aree del Siderurgico «Chiederemo le dimissioni del sindacato, di tutte e 84 le unità - fa presenta Battista - che rappresentano le sigle sindacali. C’è stato un accordo scandalo che svenduto i lavoratori per 450 euro in barba alle misure di sicurezza e a favore
del profitto aziendale». Anche per l’Usb, l’Unione sindacale di base dell’Ilva, «alle postazioni del Mof i manovratori
operano da soli, e se un lavoratore ha problemi nessuno è in grado di rilevarli ed intervenire tempestivamente».Queste modalità operative, secondo il coordinatore Francesco Rizzo, «sono state sancite da un vergognoso accordo, siglato due
anni fa da Fim, Fiom e Uilm, in cambio di poche centinaia di euro. Dunque, sia nel caso in cui l’operaio morto abbia avuto
un malore, sia nel caso di un incidente, come sembra emergere dai primi accertamenti, si tratta sempre – conclude il rappresentante dell’Usb – di una giovane vita sacrificata in nome del profitto». L’Usb nei giorni scorsi aveva presentato una denuncia alla magistratura e chiesto l’intervento dei funzionari dello Spesal segnalando la fuoriuscita di fumi inquinanti nel reparto treno siviere all’acciaieria 1. Fumi che i lavoratori sarebbero costretti a respirare a causa del malfunzionamento del sistema di aspirazioni. [giacomo rizzo]
padroni assassini -- claudio masella forse si poteva salvare.. per questo los sciopero indetto dalla usb che lo slaicobas appoggia deve continuare anche doggi e domani

Operaio morto all'Ilva
La denuncia del 118
«Non ci hanno chiamato»

 I
TARANTO - Un’altra vittima sul lavoro, ma è polemica sui sistemi di soccorso. «Non siamo stati assolutamente interpellati e
questo in violazione di quanto prevede la legge italiana». A far giungere la
smentita di quanto le prime notizie diffondevano subito dopo l’incidente che è
costato la vita ad un dipendente dell’Ilva, cioè dei soccorsi praticati dal 118, è lo stesso direttore del Sistema 118 dell’Asl Ta, Mario Balzanelli. «Sono sconcertato - dice - sono sconcertato perché ogni qual volta si verifica una situazione di
emergenza in queste aree industriali, così come siamo in grado di documentare
con atti di ufficio, il Sistema 118 viene puntualmente ignorato». Il responsabile
del Sistema di emergenza urgenza territoriale tarantino, quindi, incalza: «La legislazione nazionale sancisce l’obbligo di chiamata del sistema 118 in caso di emergenza sanitaria da parte di chiunque vi si trovi al cospetto di un’emergenza appunto. Gli ambienti di lavoro non fanno eccezione, né tanto meno fanno eccezione gli ambienti di lavoro ad alto rischio. Addirittura, proprio per gli ambienti di lavoro, a più riprese il legislatore norma l’obbligo di chiamata del Sistema 118».

Ma se all’interno dell’azienda c’è personale in grado di prestare soccorsi? «Assolutamente no. In tal senso disporre all’interno di uno stabilimento industriale di personale medico infermieristico in grado di effettuare l’intervento del primo soccorso al paziente non esonera affatto il datore dall’obbligo istituzionale di chiamare il Sistema 118 che è per il cittadino

la garanzia di tutela migliore in assoluto ai fini prognostici ai sensi della sopravvivenza e delle disabilità. Chi deve fare l’emergenza per il legislatore italiano è il 118. Non sono previsti altri attori istituzionali dalla legislazione italiana».

Il caso è stato rappresentato al Prefetto? «Anche quest’ultimo caso è stato sottolineato all’attenzione del prefetto. Ma ovviamente la questione è stata sollevata a più riprese presso l’organo istituzionale per competenza che è la Prefettura. purtroppo, però, eventi di questo tipo di sono riproposti con assoluta puntualità».

Come si caratterizza un soccorso del 118? «Il soccorso di garanzia da parte del 118 si compendia nel recupero delle

funzioni vitali laddove perse e nella stabilizzazione ed il mantenimento delle stesse funzioni vitali. Eseguiamo metodologie
di soccorso avanzate secondo lo stato dell’arte del settore».

Come obiettano i datori di lavoro inadempienti in tal senso? «Non lo so, non obiettano alcunchè. Semplicemente

ignorano la legge. Quel che è grave è che, così facendo, famiglia e parenti della vittima vengono privati della possibilità
che il congiunto sia stato soccorso per quello che il legislatore impone. Ribadisco: il 118 è lo strumento che il legislatore ha posto a tutela della vita degli italiani. Privare arbitrariamente un cittadino italiano dei soccorsi del sistema territoriale dell’emergenza è un fatto di una gravità inaudita».

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