mercoledì 31 ottobre 2012

pc 31 ottobre - La Fiat incontra Cisl e Uil sul nuovo piano industriale... e convince solo loro!

In occasione della presentazione dei risultati trimestrali della Fiat, ieri Marchionne ha incontrato anche i suoi sindacati Cisl e Uil e Fismic per informarli sulla salute dell'azienda e sul nuovo piano industriale.
Un nuovo piano ritenuto molto ambizioso (Marchionne ha addirittura detto che “non è per i deboli di cuore”!), che riesce ad “incantare” oramai soltanto Bonanni e Angeletti, uomini di panza, che hanno raccolto sicuramente l'invito del loro padrone a non diffondere dati certi: da quando i sindacalisti sono tenuti al “segreto professionale” nei confronti degli operai?
“E' un piano che sembra confezionato per i sindacati più che per gli investitori”, “Fiat sta promettendo di fare i salti mortali”, questi i commenti di alcuni analisti, a conferma che la credibilità del nuovo piano è uguale a zero dato che tutti gli operai di Mirafiori sono in cassa integrazione e gli altri a singhiozzo, e come riporta un articolo del Sole 24 ore di oggi che commentiamo: “Marchionne ha sorpreso tutti rilanciando con un piano che, di fatto, è una grossa scommessa sull'Italia. [visto che il mercato che per adesso “tira” è quello americano e quello asiatico] L'idea è quella di puntare sul segmento “premium” a margini più alti, [e cioè auto che costano di più e producono più profitti] valorizzando marchi come Alfa Romeo, Maserati e Jeep, ridimensionando Fiat a due sole “famiglie” di vetture centrate sulla 500 e la Panda e salvando di Lancia la sola Ypsilon.
“In parallelo la strategia è quella di utilizzare gli impianti domestici, ben lungi oggi dal lavorare a pieno regime, per produrre vetture a marchio “globale” da destinare all'export in una percentuale fino al 15%, con il supporto, per ora non meglio precisato, del Governo italiano ai fini di accrescere la competitività. Il tutto corredato dall'indispensabile impegno [ancora un impegno ad investire!] a spingere sugli investimenti: a 7,5-8,5 miliardi l'anno prossimo e a 8,5-9,5 miliardi nel 2014, rispetto ai 6,2 miliardi per ciascuno dei due anni che erano stati indicati nel 2010.
“... disorientamento rispetto a una svolta a U nelle strategie di Marchionne che aveva abituato il mercato a tutt'altra musica [e cioè che è inutile sfornare nuovi modelli se il mercato non tira]. Le perplessità degli analisti non riguardano tanto il piano in sé, sebbene completamente uscito dai binari tracciati, quanto la sua sostenibilità finanziaria. Nel senso che, dovesse andare storto qualcosa – con l'Europa che brucia cassa [e cioè per adesso nei mercati europei si vende in perdita] e la spesa per investimenti, che nei programmi, aumenta – crescono i rischi finanziari per il gruppo.”
Se questi sono i rischi, cosa c'è dietro, si chiede il giornalista visto che Marchionne non è tipo che azzarda! Che senso ha infatti puntare sulle auto che costano di più se prima non si trova una “sistemazione adeguata anche al segmento delle utilitarie destinate al mercato di massa.”?
Sembra che ancora una volta per riuscire a competere Marchionne stia chiedendo a Opel e Peugeot di creare un nuovo gruppo, “competitor paneuropeo”, in grado di fronteggiare meglio la concorrenza del leader continentale Volkswagen. “Condizione di base - continua il giornalista - la stessa sulla quale si è costruito il “miracolo” Chrysler. E cioè che qualcuno sia disposto a mettere sul piatto 5-7- miliardi per ristrutturare il business.”

Insomma, Marchionne continua ad organizzare imbrogli per ottenere soldi dallo Stato, e questa volta addirittura dall'Europa, provando ad ingannare ancora una volta gli operai con l'aiuto di Cisl e Uil che ripetono senza vergogna che tutti gli operai saranno messi al lavoro entro il 2016! anno entro in quale “arriveranno 17 nuovi modelli”!! Fra quattro anni? Ci saranno già in giro modelli con le ali! Forse è questo che intende Marchionne quando dice che produrrà auto nel segmento “alto di gamma”?

Di fronte a questo ennesimo affronto del fascismo padronale che nella sostanza preannuncia altre chiusure, Landini, segretario Fiom, continua a parlare di democrazia e diritti negati e dichiara che “Il Governo con il suo silenzio – che rischia di diventare un assenso – e le altre organizzazioni sindacali – ormai incapaci di avere un pensiero autonomo – stanno assumendosi la responsabilità del disimpegno della Fiat in Italia e in Europa”.
Ancora attacchi al governo... e quelli seri al padrone quando?

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