domenica 21 ottobre 2012

pc 21 ottobre - L'imperialismo italiano celebra EL ALAMEIN e si dispone a inviare soldati italiani anche in Siria - corteo a Pisa il 27 ottobrei



Sabato 27 ottobre a Pisa la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, nella quale venne sconfitta assieme alle forze naziste. Si tratta di una parata nostalgica, di uno sfoggio di armi e strumenti di morte che radunerà fascisti, estremisti di destra e guerrafondai da tutta Italia. Una vergogna per la città, che vedrà l'occupazione e la militarizzazione dello stadio, di Piazza dei Miracoli, dove si svolgeranno le celebrazioni e delle zone circostanti.
Nella guerra non c'è niente di valoroso, niente da festeggiare, tanto meno in una guerra fascista.
Ma queste non sono soltanto celebrazioni nostalgiche: da sempre celebrare le guerre del passato serve a giustificare quelle del presente, a preparare le guerre di domani.
La Folgore è stata infatti in prima fila in numerose missioni “umanitarie”, tra cui le guerre di occupazione in Afghanistan e Iraq, ed è stata spesso protagonista di violenze e brutalità contro la popolazione civile. Intanto il governo ha deciso negli scorsi mesi di bombardare l'Afghanistan e dopo l'attacco alla Libia, in Siria si aprono nuovi scenari di guerra. Monti lo ha detto chiaramente più volte: “Siamo in guerra”.
È la guerra condotta dal governo contro lavoratori e lavoratrici per aumentare i profitti delle banche e degli industriali, per proteggere i privilegi della Chiesa e della casta militare. È la guerra del governo contro qualsiasi dissenso interno, che militarizza i territori e reprime chi solleva la testa.
Quella che si terrà a Pisa il 27 ottobre sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti e delle fasce più deboli della popolazione. Il governo Monti e l'UE impongono sempre maggiori sacrifici, ci dicono che le casse sono vuote, ma i soldi ci sono!
Infatti mentre crollano salari e diritti, mentre aumentano licenziamenti, tasse e tagli al sociale ed all'istruzione, la casta militare non rinuncia alle proprie autocelebrazioni ed ai propri privilegi. Le spese militari complessive per il 2012 in Italia sono di 30 miliardi, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per l'acquisto di cacciabombardieri F35, per le missioni all'estero sono spesi 1,4 miliardi di euro, e intanto l'industria bellica fa affari d'oro.
A Pisa in questi anni i militari, le istituzioni locali e la stampa hanno imbastito una campagna per mostrare il lato “sportivo” e “umanitario” dell'esercito, coinvolgendo nella propaganda militarista anche i bambini delle scuole elementari. Una propaganda che serve a far passare una nuova idea di città, la città militare. La città dell'Hub, il nuovo aeroporto militare in costruzione, secondo in Europa, che arriverà a movimentare fino a trentamila militari al mese. A Pisa è dunque fondamentale opporsi alla commemorazione di El Alamein.
È arrivato il momento di dire basta! Basta alla guerra, al militarismo, al nazionalismo! Basta al governo Monti, ai sacrifici, alle politiche di austerità! Basta alle spese militari, ai tagli, ai licenziamenti! Basta alla militarizzazione e alla repressione del dissenso! Basta deliri nostalgici e relitti del fascismo! Basta El Alamein!
La giornata del 27 ottobre vedrà manifestazioni in diverse città europee contro le politiche operate dai diversi governi subalterni alle imposizioni della Banca Centrale Europea, a Roma si svolgerà una manifestazione nazionale per il NOMonti day. Tutte queste mobilitazioni possono divenire l'inizio di un nuovo grande movimento contro la guerra e le politiche antipopolari dei governi europei.
Scendiamo in piazza sabato 27 ottobre con un corteo contro la guerra, la crisi, il militarismo, contro ogni fascismo. Prepariamo questa giornata con iniziative e assemblee. El Alamein: non c'è niente da commemorare!
CORTEO ORE 15 P.zza XX Settembre - Logge di Banchi

Pisa contro la guerra
 
soldati italiani in Siria ?


L'Italia potrebbe comandare una missione militare dei caschi blu dell’Onu in Siria. Più di mille militari italiani sono ancora in Libano. Il governo: le missioni e le spese militari non si tagliano.

La notizia era stata anticipata qualche giorno fa dal quotidiano britannico Daily Telegraph. Adesso viene ripresa – e non smentita – dal Sole 24 Ore e dal quotidiano Libero'. Una comando della missione militare in Siria che l'Italia vorrebbe rivendicare in virtù "della stima conquistata dai nostri militari nel Libano meridionale (dove attualmente ci sono1.100 soldati italiani) e dove il generale Paolo Serra è alla guida di Unifil ( Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano)".

Per ora, prosegue Libero, le possibilità che si determinino le condizioni di una tregua appaiano molto scarse. Ma secondo quanto riportato domenica dal britannico 'Telegraph', Lakhdar Brahimi - che ha ereditato da Kofi Annan l'incarico di inviato speciale dell'Onu e della Lega araba in Siria - sta sondando la disponibilità di alcuni Paesi a inviare propri contingenti di caschi blu. Le indiscrezioni parlano di almeno 3mila uomini. Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia - così come molti Paesi arabi e stati confinanti con la Siria - sono stati scartati perchè troppo coinvolti nella guerra civile o considerati non imparziali per il recente impegno bellico in Iraq. Brahimi si sarebbe rivolto a Paesi europei già presenti con propri contingenti nella missione Onu in Libano: Italia, Francia, Spagna e Irlanda. E la Farnesina, osserva Libero, sembra puntare molto al piano di Brahimi.

Il governo italiano ha ribadito anche in un recente convegno alla Camera dei Deputati, che le missioni militari italiane non si discutono, anzi sono decisive per le ambizioni internazionali del paese. Non solo. Nel convegno, tutte le autorità, incluso il Quirinale, hanno affermato che le spese per le le missioni militari sono indifferibili e intoccabili, anche in in epoca di spending review e di lacrime e sangue per sanità, scuola pensioni, servizi sociali.

Nessun commento:

Posta un commento