domenica 14 ottobre 2012

pc 14 ottobre- riprende il movimento degli studenti ? - comunicato del Collettivo autorganizzato universitario Napoli


Siamo davvero sulla stessa barca? AMMUTINIAMOCI!

È notizia di questi giorni il varo della nuova “legge di stabilità”, una bastonata da 11,6 miliardi di euro che si abbatterà ancora una volta sugli strati più deboli della popolazione, costretti ad un continuo e progressivo impoverimento, andando a frugare nelle già vuote tasche dei lavoratori, tagliando gli ultimi servizi essenziali , lasciando gli studenti tra le macerie a cui è stata ridotta l'università.
Più nello specifico, sono previsti tagli da oltre un miliardo per la sanità pubblica, un aumento ulteriore dell'Iva, riduzione dei permessi a favore dei lavoratori diversamente abili, un feroce attacco ai lavoratori statali attraverso la conferma del blocco dei contratti fino al 2014. Ma, al contrario, non accennano a diminuire i finanziamenti per le spese militari (58 milioni di euro, in tre anni, per la partecipazione dell'Italia alla spesa per la ristrutturazione del quartier generale della Nato).
In questo contesto generale, l'università non risulta certo un'isola felice. Si inaspriscono i discorsi già portati avanti precedentemente dai diversi governi sulla produttività, la competitività e la meritocrazia. La cosiddetta "riforma Profumo", infatti, assume le sembianze di un vero e proprio manifesto ideologico del Governo Monti, tutto incentrato sulla definizione di un'università e di una scuola sempre più d'élite, dove quelli che dovrebbero essere i diritti minimi garantiti a tutti gli studenti come le borse di studio e le agevolazioni in base al reddito, diventano privilegi esclusivi acquisibili solo attraverso una corsa all'eccellenza sempre più individualista e feroce.
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Arriva poi anche la beffa: mentre questi diritti vengono di fatto cancellati e con essi viene smantellato l'ormai già residuale diritto allo studio, aumenta la tassa regionale che dovrebbe garantire proprio questo diritto e che è aumentata, in Campania, del 126% (da 62 euro a ben 140 euro.). Questo provvedimento tocca tutte le regioni d'Italia che, con percentuali d'aumento diverse livellerà sulla soglia dei 140 euro tutti gli studenti di ogni parte dello stivale a prescindere dal proprio ISEE.

Ma in questa feroce cascata di sacrifici mascherati da manovre (la quarta fatta dai “tecnici”) i lavoratori italiani non sono soli. In tutta Europa, infatti, arrivano pesanti attacchi ai diritti e ai salari: in Spagna, Portogallo, Grecia e Francia i governi continuano a emanare quasi all'unisono pacchetti “lacrime e sangue". Di tutta risposta centinaia di migliaia di persone sono scese nelle strade mostrando la loro determinazione e rabbia nel rivendicare quei diritti e la possibilità di una vita dignitosa negatagli giorno dopo giorno.

In Italia sono stati gli studenti delle scuole superiori a rompere il silenzio e l'hanno fatto con parole d'ordine precise e radicali: l'opposizione alla crisi, il rifiuto dei sacrifici e della selezione di classe. E questo ha fatto paura, evidentemente, ad un Governo che continua a dichiararsi “tecnico”, ma che in realtà è più politico che mai. Nelle piazze, infatti, gli studenti sono stati brutalmente caricati e fermati da orde di poliziotti schierate per l'occasione: solo a Torino si sono contati 30 contusi e 15 fermi. E, arrivando alle valutazioni fatte dalla controparte su quella giornata di mobilitazione pensiamo alle dichiarazioni di Cossiga nel 2008. Non consideriamo schizofrenico, infatti, l’atteggiamento di un ministro che il giorno stesso invoca il dialogo, condanna la violenza nel nome della pace sociale, e il giorno dopo dichiara la necessità di utilizzare “il bastone e la carota”. Così come non ci sembra in controtendenza l’atteggiamento della Fornero il cui più grande desiderio sembra quello di voler incontrare gli studenti mostrandogli sincerità, così come quando si commosse parlando dei tagli alle pensioni, presentando il proprio operato come l’unico modo possibile di agire. Sono fatti della stessa pasta, d’altronde, che è quella dei padroni!

Insomma i tempi non sono affatto dei migliori, se non per chi si arricchisce di giorno in giorno sulle spalle dei lavoratori, ma di certo si sta lavorando per tentare di resistere, per raccogliere le forze e riuscire a sbilanciare i rapporti di forza a nostro favore.
Il 27 ottobre con una manifestazione nazionale a Roma, proveremo a dare una risposta al governo Monti e a tutte le forze che lo sostengono, respingendo in maniera decisa i tentativi di scaricare i costi della crisi sui soliti noti.
Se davvero siamo sulla stessa barca, come ogni giorno ci raccontano padroni e banchieri per salvare i loro profitti e interessi, allora pensiamo che sia giunto il momento di ammutinarsi e dirigere la rotta contro il capitale!

Non ci lasceremo manovrare!
Che i sacrifici li facciano i padroni!


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