sabato 8 settembre 2012

pc 7-8 settembre - proletari comunisti - La ripresa "percepita", ovvero come le spara Monti...

“La ripresa non si vede nei numeri... ma è dentro di noi!” La faccia da beccamorto ce l'ha Monti, ma adesso veste anche quella del comico! Una frase detta con una freddezza tragica, che ad ogni piega della faccia fa male però soprattutto alla classe operaia e in generale alle masse popolari, perché la “luce in fondo al tunnel” che ha visto Monti non è quella dell'uscita dalla crisi ma il barlume di speranza suo e di politici ed economisti che non sia esattamente come invece dicono i freddi numeri delle statistiche ufficiali mondiali, e cioè che anche le economie dei paesi che vengono di volta in volta chiamati “locomotive”, perché con i loro tassi di crescita si tirano dietro gli altri, come i “paesi emergenti” detti Brics (Brasile, India, Cina, Sudafrica), stanno rallentando e più di tutti la Cina di volta in volta chiamata il motore dell'economia mondiale, la fabbrica del mondo ecc. Nell'economia mondiale “globalizzata” la periodica crisi da sovrapproduzione si riflette, anche se in maniera diseguale, su tutti i paesi.
La ripresa quindi non c'è a detta degli stessi “economisti” borghesi e allora Mario Monti mente! Sapendo di mentire! Parlando della crisi il Sole24Ore di oggi parla di nuova fase, di “consolidamento della crisi”
Fino a quando da “economista” (ideologo della borghesia dice Marx) il professor Monti scriveva le sue ricette per il Sole 24 Ore poteva andare, ma appena ha provato a mettere in pratica le sue cavolate ha raccolto solo figuracce, ricette smentite da uno spread che non lo farà dormire la notte!
Tolta di mezzo “l'economia” è rimasta l'ideologia del capitale! Nella crisi infatti mentre “un capitalista ne ammazza molti altri”, per fare più profitti attacca ancora di più i lavoratori tagliando il salario o allungando la
giornata lavorativa!
La contentezza di Mario Monti, che non traspare da quella faccia a meno di un intervento chirurgico che gli disegni l'accenno di un sorriso, sta nel fatto che finalmente una mano in questo momento gliel'ha data Mario Draghi, attuale presidente della Banca Europea che è riuscito a far passare la decisione di un acquisto illimitato di titoli del tesoro degli stati in difficoltà per evitare che la speculazione finanziaria faccia alzare lo spread...
Monti ride (molto dentro di sé), e alle masse popolari non resta che piangere perché in cambio di questa decisione epocale di Draghi ogni paese è costretto a mettere in campo ulteriori misure di economia e politica interna che prevedono nella sostanza un ulteriore abbassamento dei livelli salariali, un allungamento della giornata di lavoro, un taglio ai diritti del mondo del lavoro.
Così riassume infatti La Repubblica di ieri: “... la Bce scenderà in campo solo 'a condizione' che un Paese chieda l'aiuto del fondo salva-Stati e che firmi un memorandum con 'condizioni severe ed effettive'. Non solo viene esplicitamente citato il programma Enhanced Conditions Credit Line che spegne i sogni di gloria dei governi. Per farla breve: taglia fuori il programma leggero, quello al quale i governi impegnati nel risanamento possono accedere senza impegni aggiuntivi, e indica che Francoforte si muoverà solo con un memorandum che comprende nuove 'misure correttive'. Dunque non a costo zero.
Oltretutto si chiede il coinvolgimento dell'Fmi, noto per i modi e richieste rudi, e concede alla Troika che vigilerà sul rispetto degli impegni la possibilità di guardare a casa del governo soccorso in modo molto intrusivo.
Con gli ispettori di Bce, Commissione Ue ed eventualmente Fmi che metteranno in campo una 'sorveglianza avanzata'.
“Primo, gli uomini in nero ogni tre mesi riferiranno all'Eurogruppo sul comportamento del governo monitorato. Secondo, in ogni momento potranno chiedere alle capitali di comunicare 'ogni informazione' sullo stato delle finanze e delle entrate fiscali, ordinare un audit sui conti, di far verificare da Eurostat la qualità delle statistiche nazionali e la comunicazione settimanale dei dati sul proprio sistema finanziario.” Così finiscono anche le chiacchiere sulla Nazione e la sovranità nazionale, e con ciò tutta la retorica sulla “patria Italia” che riempie i comizi elettorali.
Questa lunga crisi, partita dalla fine del 2007, che tanti oramai dicono sia la più grave da quella del 1929 che preparò in sostanza la seconda guerra mondiale, sta dando alla testa a tanti “economisti” alla Monti che di fatto non riescono a farsene una ragione, da un lato, dall'altro ne stanno approfittando per mettere “ordine” nei conti pubblici e nei diritti della classe operaia conquistati con le lotte.
Per il Capitale e i loro sempre più tetri rappresentanti, dunque, la questione Sembra posta chiaramente, dal lato del “Lavoro” è urgente e necessario preparare la risposta adeguata.

RS

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