domenica 23 settembre 2012

pc 23 settembre - Sull'incontro tra il governo Monti e la Fiat di Marchionne


L'incontro tra Marchionne, attuale amministratore delegato della Fiat-Chrysler, e i rappresentanti dell'attuale governo voluto da Monti, che doveva servire a fare chiarezza sulle ultime affermazioni di Marchionne a proposito del Piano Fabbrica Italia e i relativi 20 miliardi di euro da investire è durato la bellezza di cinque ore, deludendo sicuramente tutti quelli che si aspettavano una “lavata di capo” a Marchionne! o almeno un “richiamo” viste le sfacciate e arroganti dichiarazioni del manager in nero dei giorni scorsi che hanno fatto andare in bestia migliaia di operai e parte dell'opinione pubblica.

È successo, al contrario, che Marchionne, arrivato “bello carico”, come riporta la stampa, cambiando le carte in tavola, ha approfittato dell'incontro per ripetere cosa pensa dell'attuale situazione economica con particolare riferimento alla produzione delle auto e soprattutto che vuole soldi pubblici, sotto qualsiasi forma, se deve restare in Italia.

In cinque ore infatti ci si dicono tante cose e solo gli sciocchi possono pensare che il risultato è quello del comunicato congiunto. A proposito, la decisione di chiudere l'incontro con un comunicato congiunto somiglia molto a ciò che succede tra rappresentanti di Stati diversi...

Sui veri risultati dell'incontro, dunque, come sempre quelli che parlano chiaro sono i padroni attraverso il loro quotidiano, il sole 24 ore, sia nella valutazione complessiva che nelle implicazioni per il futuro, cogliendo tra l'altro l'occasione per ricordare al governo che non esiste solo la Fiat e che di soldi ha bisogno tutta l'industria italiana! Neanche a loro bastano quindi i circa 7 miliardi e mezzo di euro ricevuti solo dalla Fiat dal 1977 ad oggi (secondo i dati pubblicati ieri dal quotidiano La Repubblica).
Riporta dunque Il sole 24 ore di oggi:
Il lungo vertice di Palazzo Chigi si chiude con qualche impegno reciproco ma senza fuochi d'artificio... alla fine Fiat garantisce la salvaguardia della «presenza industriale del gruppo in Italia» ma rimanda gli investimenti a tempi migliori, dal canto suo il governo si impegna a sostenere il progetto export del gruppo torinese ma non si sbilancia sulla cassa integrazione in deroga.”

Ma la cosa più importante è la seguente affermazione:

Alla fine Monti apparirà ai suoi collaboratori soddisfatto e deciso a trasformare la vicenda Fiat in una sorta di grimaldello per far sviluppare il negoziato aperto fra imprese e sindacati sul tema della competitività e della produttività.”

Marchionne e Monti, quindi, in quanto espressione concentrata del fascismo padronale, si aiutano reciprocamente giocando insieme la partita per continuare ad abbattere i diritti dei lavoratori e spremere ancora più produttività tenendo bassi i salari.

Monti e i suoi tirapiedi presenti non potevano quindi certo bacchettare in nessun modo Marchionne dato che la pensano esattamente allo stesso modo; con questi “risultati” si è presentato Monti infatti in Europa... ed è quello che intende continuare a fare quando spinge le “parti sociali” a mettersi d'accordo, prima del 18 ottobre, sulla produttività che dovrà presentare come un altro “successo italiano” durante la tornata di incontri che avrà in Europa a ottobre per rendere “credibile” il paese!

Tutto questo con il beneplacito dei sindacati confederali che si differenziano soltanto per la maggiore o minore meschinità e imbecillità delle affermazioni: il premio tocca sicuramente a Bonanni, attuale segretario nazionale della Cisl: “E' un bene che la Fiat abbia detto quello che ha detto al Governo... vogliamo avere dei chiarimenti anche noi sindacati...”
Siamo sicuri che Marchionne li incontrerà, come si fa con la propria servitù, e li farà ancora più contenti!

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