domenica 2 settembre 2012

pc 2 settembre - ALCOA, I PADRONI PARLANO CHIARO: CE NE ANDIAMO. VOI OPERAI CHIUDETE BENE LA PORTA

"Oggi primo settembre 2012 Alcoa inizierà le operazioni dirette ad effettuare la fermata controllata degli impianti dello stabilimento di Portovesme, così come previsto dagli accordi sottoscritti in data 27 marzo 2012 con le Organizzazioni sindacali, il governo Italiano e le altre autorità coinvolte". "A seguito del completamento delle operazioni di fermata, i dipendenti continueranno ad essere impiegati fino alla fine del 2012 per mettere in sicurezza l'impianto ed assicurare la possibilità di un suo futuro riavvio, da parte di un nuovo operatore, nel corso dei 12 mesi seguenti il completamento del processo di fermata".
"Per mantenere concreta la possibilità del riavvio, è di cruciale importanza che lo svolgimento delle operazioni di fermata avvenga in modo corretto e senza ritardi, in conformità al piano di fermata predisposto da Alcoa - continua la nota. A questo fine, siamo pertanto fiduciosi che le organizzazioni sindacali ed i dipendenti dello stabilimento coopereranno responsabilmente al processo di fermata, come concordato nel sopra richiamato accordo del 27 marzo 2012, nel miglior comune interesse". 
"Siamo sinceramente dispiaciuti che fattori al di fuori del nostro controllo, tra i quali la situazione economica e gli oneri imposti dal sistema regolatorio europeo abbiano contribuito in maniera cosi pesante alla decisione.
 "Cogliamo questa occasione per ringraziare tutto il personale e le rappresentanze sindacali per la serietà e la professionalità dimostrata finora e confidiamo che la collaborazione in questo difficile momento continui nell'interesse di tutti", conclude la nota.

Oggi un'altra fabbrica si chiude e un'altra storia degli operai finisce. Questo è un dato di fatto per il proletariato, come classe. La legge del profitto capitale e la difesa di essa da parte del sistema borghese ha vinto, gli operai hanno perso.

Su questo dobbiamo dare atto che quelli che più parlano chiaro sono i padroni. I servi, invece, i sindacati confederali, dopo aver firmato l'accordo del 27 marzo che accompagnava il funerale dell'Alcoa, oggi ipocritamente dicono: "Siamo fortemente preoccupati" - Bardi, segretario provinciale della Fiom Cgil; "La nostra è una corsa contro il tempo - Massimo Cara, della Rsu Cisl.
Ma i padroni parlano chiaro. E come avvoltoi che devono succhiare fino all'ultimo il sangue operaio, agli stessi lavoratori che cacciano in mezzo ad una strada chiedono di "cooperare responsabilmente al processo di fermata", di "continuare la collaborazione in questo difficile momento nell'interesse di tutti"; vale a dire: per piacere, prima di "uscire, chiudete piano e bene la porta, non la sbattete", e mai come ora "l'interesse di tutti" coincide solo e vuol dire solo "interesse di noi padroni e del nostro sistema".
Non c'è limite all'arroganza del capitale!
Così come i padroni parlano chiaro quando dicono che chiudono perchè non sono disposti a mettere soldi, ad intaccare i loro profitti, perchè le responsabilità sarebbero solo di "fattori al di fuori del nostro controllo". Certo, sono "sinceramente dispiaciuti", ma il loro dispiacere più forte è di non poter continuare a spremere profitti come prima dallo sfruttamento operaio. 

MC


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