mercoledì 19 settembre 2012

pc 19 settembre - I MIGLIORI IPOCRITI SUL PIANO FIAT

Tra le dichiarazioni ipocrite sulla presunta "sorpresa" portata da Marchionne sulla cancellazione investimenti e piano "Fabbrica Italia" - prevedibilissima invece già dal 2010 - quelle più oscene vengono dal PD e dalla direzione della Cgil.  

 

A chi ha oggi scarsa memoria, ricordiamo alcune delle frasi dette tra il 2010 e il 2011, in pieno dispiegamento del fascismo padronale di Marchionne.

A leggerle oggi sembrano quasi comiche, per come fanno dello "spirito ad un funerale" già annunciato...


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Stefano Fassina, responsabile economico del PD: “L'investimento di Pomigliano è fondamentale per l'Italia e per il mezzogiorno. Auspichiamo che il senso di responsabilità prevalga affinchè il piano Fiat possa partire come programmato”. E, a proposito del referendum a Pomigliano, dice: ”mi auguro che vincano i Si, perché questo garantisce occupazione e prospettiva”.

Cgil campana, Michele Gravano: "rivendica il ruolo avuto dalla sua organizzazione per la vittoria del Si, sollecita l'azienda a lavorare per ampliare il consenso intorno al testo e chiede a Marchionne di procedere senza ripensamenti... Come Cgil abbiamo contribuito all'affermazione dell'intesa per Pomigliano D'Arco anche se non siamo tra le organizzazioni sindacali firmatarie. Ci siamo espressi per un Si con critica... abbiamo partecipato alle assemblee per difendere gli investimenti della Fiat perché il lavoro è la priorità... 

Camusso: in un'intervista del giugno 2010 al Corriere della Sera dichiara: “All'azienda vorrei dire che abbiamo molto apprezzato il piano industriale e la scelta di confermare l'investimento dopo il risultato favorevole del referendum e che da qui a quando andrà a regime la produzione della Panda c'è tutto il tempo di riflettere e trovare una soluzione.

Attualmente il partito più in sintonia con la Fiat è il PD. I suoi esponenti da Bersani a Fassino a Chiamparino sono attivi protagonisti di questa vicenda, condividono pienamente tutte le tappe dell'ultima fase: l'alleanza con la Chrysler e quindi il piano di Fabbrica Italia. E colgono ogni occasione per dimostrare la loro sintonia.

Fassino PD: “Forse una certa rudezza di toni usati negli ultimi tempi dall'ad della Fiat tradiscono il disagio proprio per il mancato riconoscimento di aver salvato l'azienda... Sia da parte del governo il quale ha assistito passivo alle scelte Fiat senza fare nulla per accompagnarle, sia da parte dei sindacati che non hanno colto fino in fondo la valenza strategica... Ricordo, per inciso, che per salvare la Chrysler Obama è sceso in campo in prima persona. Anche in Italia bisogna mettere in campo una adeguata politica industriale... nel fare il proprio mestiere il sindacato non può essere insensibile al futuro della Fiat, l'azienda deve continuare a vivere bene... A Pomigliano rivedo alcuni atteggiamenti sindacali simili a quelli che hanno caratterizzato la lotta di trent'anni fa... si dice Marchionne vuole mettere in riga il sindacato oppure vuole fare un favore a Sacconi. Non è questo un approccio utile. Se il problema di Pomigliano è l'efficienza e misure che ne alzino il livello della produttività, non si può liquidarlo buttandola in politica”.

Chiamparino PD (allora sindaco di Torino): “... Chi glielo fa fare a Marchionne di investire 20 miliardi in un paese in cui bene che vada è sopportato... i sindacati devono garantire l'affidabilità, devono assicurare il funzionamento della fabbrica. Questo in America è stato fatto... Se fossi al posto di Marchionne direi: io devo fare tante vetture, fate voi le proposte su come evitare di perderci tutti....”. “... Il sindacato deve garantire una maggiore affidabilità per accompagnare un grande progetto come quello di Fabbrica Italia... ha ragione Marchionne che si aspettava accoglienze molto diverse su un progetto che rappresenta l'unica vera ipotesi di rivoluzione industriale italiana. Invece è stato accolto con indifferenza generale, scetticismo, problemi di rappresentatività sindacale... Marchionne non può arrendersi di fronte alle prime difficoltà, si gioca con chi ci sta, ci si organizza con chi accetta il progetto e la sfida...”

Ed, ultimo, la ciliegina di Renzi, il sindaco di Firenze, (che però come i vede non era affatto da solo...): in un’intervista andata in onda a gennaio 2011 sul Tg della 7, ha espresso la sua posizione sulla questione: "Io sto dalla parte di Marchionne, dalla parte di chi sta investendo sul futuro delle aziende, quando tutte le aziende chiudono, è un momento in cui bisogna cercare di tenere aperte le fabbriche”.
Diciamo anche la verità: è la prima volta nella sua storia che la Fiat, anziché chiedere i soldi degli italiani con la cassa integrazione, prova a mettere dei quattrini per agganciare alla locomotiva americana Mirafiori e anche la struttura italiana. Quindi, senza se e senza ma stiamo dalla parte di chi crea lavoro e ricchezza. Poi, naturalmente, rispettiamo i diritti dei lavoratori, ma che siano lavoratori, e non cassintegrati”.

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