lunedì 24 settembre 2012

pc 24 settembre - Gli operai della Foxconn di Taiyan si ribellano ai padroni della fabbrica-lager




Una sommossa operaia nellla "fabbrica dei suicidi". Gli operai si stanno rivoltando contro la schiavitù imposta dai padroni della Foxconn di Taiyan, dove si producono parti per il nuovo iPhone5 di proprietà della taiwanese Hon Hai Precision Industry Co., che impiega oltre 1,3 milioni di persone con diversi impianti di produzione in Cina e in altri paesi, lavorando per primarie società mondiali come Apple, Sony, Nokia e altri.
La protesta esplosa in questi giorni è contro le condizioni di supersfruttamento in questa fabbrica-caserma, dove gli operai erano costretti a fare 80/100 ore di straordinario al mese in aggiunta alle 147 normali, quindi oltre le 250 ore mensili, 3 volte lo stesso limite "legale" in Cina, per 200 dollari al mese di salario base e con l'eliminazione delle pause con i dipendenti costretti a saltare i pasti e che non possono parlarsi nemmeno durante l'orario di lavoro.
Non è la prima volta che i dipendenti della Foxconn protestano a Taiyan, nella provincia centro-orientale dello Shanxi. La rivolta scoppiata ieri riguarda 2mila operai, dopo che un poliziotto ha colpito un dipendente per motivi non chiari ma probabilmente legati all'obbligo di straordinario. I vertici dell'azienda hanno deciso di chiudere la fabbrica per un giorno.
Gli operai dicono basta con il regime da caserma: "l'addestramento -come riporta una inchiesta di una ong- consiste semplicemente nello stare in piedi. Un supervisore chiede a dozzine di lavoratori di mettersi in riga e formare un quadrato. Ai lavoratori viene richiesto di rimanere in piedi, come soldati, per ore". Gli errori vengono puniti duramente e ad alcuni operai viene perfino richiesto di leggere, di fronte ai colleghi, una lettera in cui confessano i loro sbagli.

Poi l'azienda ha ridotto l'orario ma non i carichi e ritmi di lavoro che sono invece aumentati, il che significa che l'operaio deve lavorare di più ogni ora. Di conseguenza è più stanco, aumentano incidenti e malattie professionali, oltre che a guadagnare meno soldi.
Finito l'inferno del supersfruttamento lo aspetta la stanza-prigione da condividere con gli altri colleghi nel dormitorio per cui paga l'affitto al padrone (110 yuan, $ 17, 15 euro). Da queste finestre molti operai si sono buttati giù per la disperazione e, a ridosso delle quali, per impedire altri suicidi, l'azienda avrebbe fatto istallare delle reti metalliche.

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