domenica 8 luglio 2012

pc 8 luglio - intervista ad Arundhati Roy

Il terrorismo non è la malattia, la clamorosa ingiustizia lo è
PANINI ANAND intervista ARUNDHATI ROY


Nessun singolo critico ha assunto sullo Stato indiano una posizione come Arundhati Roy. In una lotta che ha avuto inizio con Pokhran, passando per Narmada, e negli anni si è estesa ad altre insurrezioni, guerre popolari e i maoisti clandestini, ha usato la sua abilità nello scrivere [pensmanship] per sfidare il governo indiano, la sua élite, i giganti delle multinazionali, e, più recentemente, l'intera struttura della finanza globale e il capitalismo. È stata imprigionata per un giorno nel 2002 per oltraggio alla corte, e colpita da accuse di sedizione nel novembre 2010 per un presunto discorso anti-Indiano da lei fatto, insieme ad altri, in un seminario a New Delhi sul Kashmir, dal titolo 'Azadi-l'unica via'. Estratti da un'intervista a Panini Anand:

Come vedi le leggi come quella sulla sedizione e sulla prevenzione delle attività illecite -Unlawful Activities (Prevention) Act-(UAPA), o quelle come l’AFSPA [Armed Forces (Special Powers) Act], in quella che viene propagandata come la più grande democrazia?

Sono contento che hai usato la parola propagandata. È una buona parola da utilizzare in relazione
con la democrazia indiana. È certamente una democrazia per la classe media. In posti come il Kashmir o Manipur o Chhattisgarh, la democrazia non è disponibile. Nemmeno al mercato nero. Le leggi come la UAPA, che è solo la versione del governo UPA [United Progressive Alliance] del POTA [Prevention of Terrorist Activities Act], e l’AFSPA sono ridicolmente autoritarie - esse consentono allo Stato di trattenere e anche uccidere le persone con completa impunità. Semplicemente non ci dovrebbe essere alcun posto per esse in una democrazia. Ma finché queste non toccano la classe media tradizionale, finché sono usate contro i popoli in Manipur, Nagaland e Kashmir, o contro i poveri o contro i “terroristi” islamici nel “continente”, nessuno sembra preoccuparsene molto.

Sono i popoli che conducono la guerra contro lo Stato o è lo Stato che fa la guerra contro il suo popolo? Come vedi il periodo dell’“emergenza” degli anni '70, o le minoranze che si sentono prese di mira, prima i sikh e adesso i musulmani?

Alcune popolazioni stanno facendo la guerra contro lo Stato. Lo Stato sta conducendo una guerra contro la maggioranza dei suoi cittadini. L'emergenza negli anni '70 è diventata un problema perché il governo di Indira Gandhi fu abbastanza stupido da prendere di mira la classe media, abbastanza stupida da ammucchiarla con le classi inferiori e con quelli privati dei diritti civili. Vaste aree del paese oggi si trovano in una situazione molto più grave di “emergenza”. Ma questa emergenza contemporanea è andata in officina per essere riparata. È venuta fuori più intelligente, più semplice. L’ho detto prima: guardiamo alle guerre che il governo indiano ha intrapreso da quando l’India è diventata una nazione sovrana; guardiamo ai casi in cui l'esercito è stato chiamato contro la 'propria' gente del Nagaland, Assam, Mizoram, Manipur, Kashmir, Telangana, Goa, Bengala, Punjab e (prossimo) Chhattisgarh - è uno Stato che è costantemente in guerra. E sempre nei confronti delle minoranze-popoli tribali, cristiani, musulmani, sikh, mai contro la classe media, la casta superiore indù.

Come si fa a frenare la spirale di violenza se lo Stato non inizia alcuna azione contro dei “gruppi terroristici” dell’ultra sinistra? Non metterà in pericolo la sicurezza interna?

Non credo che qualcuno stia sostenendo che nessuna azione dovrebbe essere intrapresa nei confronti di gruppi terroristici, nemmeno gli stessi 'terroristi'. Essi non chiedono che le leggi anti-terrorismo vengano eliminate. Stanno facendo quello che fanno, ben sapendo quali saranno le conseguenze, legalmente o no. Essi esprimono rabbia e la lotta per un cambiamento in un sistema che produce ingiustizia e disuguaglianza. Essi non vedono se stessi come 'terroristi'. Quando dici 'terroristi' fai riferimento al PCI (Maoista), anche se io non sottoscrivo l'ideologia maoista, io di certo non li vedo come terroristi.
Sì, sono militanti, sono fuorilegge. Ma poi chiunque resiste ai colossi statali multinazionali è ora etichettato come maoista - anche se non appartiene o addirittura non è d'accordo con l'ideologia maoista. Gente come Seema Azad è stata condannata all'ergastolo per il possesso di letteratura vietata. Dunque qual è la definizione di 'terrorista' ora, nel 2012? In realtà sono le politiche economiche che causano questa disuguaglianza di massa, questa fame, questo spostamento forzoso, che sta mettendo a repentaglio la sicurezza interna - non le persone che stanno protestando contro di esse. Vogliamo affrontare i sintomi o la malattia? La malattia non è il terrorismo. È l'ingiustizia madornale. Certo, anche se fossimo una società ragionevolmente giusta, i maoisti esisterebbero ancora. E così sarebbe per altri gruppi estremisti che credono nella resistenza armata o negli attacchi terroristici. Ma non avrebbero l'appoggio che hanno oggi. Come paese, dovremmo vergognarci di noi stessi per tollerare questo squallore, questa miseria e il bigottismo etnico e religioso palese e occulto che vediamo tutto intorno a noi. (Narendra Modi come Primo Ministro! Chi, sano di mente può mai immaginare ciò?) Ci siamo fermati anche nel far finta che abbiamo un senso di giustizia. Tutto quello che stiamo facendo è genufletterci davanti alle grandi multinazionali e a quel transatlantico che sta affondando noto come Stati Uniti d'America.

Lo Stato sta agendo come il Grande Fratello orwelliano, con la sue intercettazioni telefoniche, gli attacchi ai social network?

Il governo è diventato così sfacciato nell’ammettere che sta spiando tutti noi tutto il tempo. Se non vede alcuna protesta all'orizzonte, perché non dovrebbe? Controllare il popolo è nella natura di tutti i gruppi dominanti, non è vero? Mentre tutto il paese diventa sempre più religioso e oscurantista, e frequenta santuari e templi e visita masjids e chiese a milioni, pregando un dio o l'altro per essere sollevati dalle loro vite infelici, stiamo entrando nell'era dei robot, dove computer-macchine programmate decideranno tutto, ci controlleranno completamente - decideranno ciò che è etico e cosa non lo è, quali danni collaterali saranno accettabili e cosa non lo è. Dimenticate i testi religiosi. I computer decideranno cosa è giusto e sbagliato. Esistono dispositivi di sorveglianza delle dimensioni di un flebotomo in grado di registrare ogni nostra mossa. Non in India ancora, ma presto, ne sono sicuro. L'UID [Unique Identification Number] è un'altra forma elaborata di controllo e sorveglianza, ma le persone corrono per ottenerne uno. La sfida è come funzionare, come continuare a resistere, nonostante questo livello di giochi mentali e sorveglianza.

"Perché credi non ci sia alcuna reazione di massa nel sistema politico alla situazione di quelli in attesa di giudizio nelle carceri, le persone iscritte nel registro degli indagati per sedizione o verso le uccisioni nei falsi scontri? Si tratta di “non-problemi” prodotti da pochi gruppi che si battono per i diritti?

Naturalmente, non sono “non-problemi”. Questo è un problema enorme. Migliaia di persone sono in carcere, accusate di sedizione o sotto l'UAPA, e sono accusati ampiamente di essere maoisti o “terroristi” musulmani. Incredibilmente, non ci sono cifre ufficiali. Tutto ciò che possiamo avere è un senso che si può ricavare dalla visita dei luoghi, da singoli attivisti per i diritti che raccolgono informazioni nelle loro aree separate. La tortura è diventata completamente accettabile per il governo e la struttura di polizia. La NHRC [National Human Rights Commission] ha pubblicato un rapporto che menziona 3.000 morti in carcere solo l'anno scorso. Mi chiedi perché non c'è la reazione di massa? Beh, perché tutti coloro che reagiscono vengono messi in carcere! O minacciati o terrorizzati. Inoltre, tra la cooptazione e la divisione delle ONG e la realtà della repressione e sorveglianza di Stato, non so se i movimenti di massa hanno un futuro. Sì, continuiamo a guardare alla 'primavera' araba, ma guarda un po' meglio e si vede come anche lì le persone vengono manipolate e 'giocate'. Penso che la sovversione avrà la precedenza sulla resistenza di massa negli anni a venire. E purtroppo, il terrorismo è una forma estrema di sovversione.

Se lo Stato non invoca le leggi, una polizia attiva, servizi di intelligence, perfino le forze armate, non avremo l'anarchia?

Finiremo in uno stato di – non anarchia, ma guerra - se non affrontiamo le cause della crescente furia del popolo. Quando si fanno leggi che servono i ricchi, che li aiutano a mantenere la loro ricchezza, ad accumulare sempre di più, allora il dissenso e l'attività illecita diventano onorevoli, non è così? Alla fine io non sono affatto sicuro che sia possibile continuare ad impoverire milioni di persone, rubare la loro terra, i loro mezzi di sostentamento, spingerli verso le città, poi demolire le baraccopoli dove vivono e spingerli di nuovo fuori e aspettarsi che si può semplicemente spegnere la loro rabbia con l'aiuto dell'esercito e della polizia e del carcere. Ma forse mi sbaglio. Forse si può. Farli morire di fame, buttarli in galera, ucciderli. E chiamarla globalizzazione dal volto umano.
fonte: Outlook India


2012/7/6 maoist <ro.red@libero.it>

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