martedì 31 luglio 2012

pc 30-31 luglio - ilva ..il lavoro di proletari comunisti e dello slai cobas per il sindacato di classe ilva taranto in questi giorni


Come avevamo sempre detto in tempi non sospetti, la lotta degli operai Ilva poteva esplodere, ed è esplosa, nella forma di una rivolta di massa. La cappa che ha tenuto per anni i lavoratori “compressi” è saltata.
Ma la rivolta è cominciata ambigua e continua ad essere aperta a varie posizioni e a varie soluzioni.
Noi siamo dentro dall'inizio, e dobbiamo continuare ad esserci. alcuni operai che le immagini ritraggono o che appaionio e parlono in televisione sono dello slai cobas per il sindacato di classe o vicini allo slai cobas Ilva. Non usiamo bandiere per esssere interni alla dinamica delle masse che è trasversale.
 In questa fase, in cui siamo minoranza, il nostro ruolo è quello di essere presenti in prima fila, di essere riconosciuti dagli operai, e in particolare dagli operai con una visione più di classe, di sentire gli operai e portare le nostre parole d'ordine; lavorare come in una rete con i tuttora pochi operai dello slai-cobas per il sindacato di classe che possono essere diretti; nello stesso tempo rappresentare gli operai complessivamente e le loro ragioni e interessi reali verso la città e a livello nazionale.
In questa fase lo scopo nostro è di stare dentro la lotta, non fare errori che possono isolarci e contrapporci a gruppi di operai più esasperati e combattivi anche se su posizioni non classiste ma fiolaziendali, utilizzare il buon nome che comunque lo slai cobas per il sindacato di classe ha in fabbrica per conquistare spazio tra gli operai e intervenire sempre più apertamente con le nostre posizioni. Questo richiede che siamo permanentemente presenti perchè chi è più presente avrà più voce in capitolo progressivamente, chi se ne va viene emarginato e deve ricominciare sempre da capo.
Il tipo di provvedimento eccessivamente tecnico della magistratura ha cambiato di fatto la situazione dei giorni scorsi. Oggi noi dobbiamo sostenere la continuazione della rivolta e l'unità di massa; è stando in questa continuità e unità che dobbiamo lavorare per schierare i fronti sia interni ai lavoratori (in maniera trasversale), sia esterni in città.
Le nostre parole d'ordine sono: difesa dei posti di lavoro e del salario; ogni intervento giudiziario e provvedimento/dispositivo sulla questione ambientale non deve mettere in discussione il posto di lavoro e il salario.
Siamo perchè Riva e i dirigenti Ilva paghino per la distruzione di salute e ambiente che hanno fatto in questi anni. Ma diciamo altrettanto chiaramente ai lavoratori che questa distruzione è il frutto della vera devastazione fatta da padron Riva in questi anni: produzione spinta ai massimi livelli, sfruttamento degli impianti al massimo, e soprattutto sfruttamento, intensificazione del lavoro per gli operai, per il massimo profitto.
Noi siamo perchè Taranto resti città della grande fabbrica siderurgica, prima in Europa, non vogliamo assolutamente che Taranto perda la sua più importante classe operaia. Questo come comunisti è strategicamente importante.
Tutti i compagni del circolo di proletari comunisti di Taranto sono e continuano ad essere impegnati prioritariamente in questa lotta dell'Ilva, per tutto il tempo necessario.
In questi primi giorni fondamentale è la lotta unitaria e di massa degli operai, e in particolare che questa lotta resti nelle loro mani come decisione e partecipazione. Non tocca a noi contestare sindacalisti o altri, lo fnno già spontaneamente gli operai ogni qualvolta ne hanno occasione.  L'unica cosa che conta è impedire la frammentazione e l'esasperazione, entrambi porterebbero ad una sconfitta e a un controllo della situazione da parte di padrone, stato, riformismo e sindacato confederale
Il problema più grave che si è creato ora lo ha creato la magistratura che non ha distinto le responsabilità di Riva e capi, che andavano colpite, la continuità produttiva della fabbrica, condizione necessaria anche per un intervento pianificato di bonifica in corso d'opera,la questione della difesa rigida del posto di lavoro e del salario operaio.
Senza la distinzione tra questi tre aspetti l'azione della Magistratura è illusoria, sbagliata e controproducente.
Illusoria perchè se uccidi la fabbrica non hai nulla da bonificare, sbagliata perchè se vuoi realmente incidere nella vicenda, non solo gli ambientalisti ma anche gli operai sono forza di sostegno per questo, controproducente perchè in questo quadro si crea un'alleanza tra azienda e operai e istituzioni al seguito che non permette di colpire i responsabili né di affrontare la situazione.
Di tutti i problemi che abbiamo, uno risulta importante, una parte rilevante degli operai difende l'operato di Riva e una parte di essi finisce per ritenere ingiusti anche i provvedimenti verso i Riva e i dirigenti dell'azienda. Invece per noi è fondamentale distinguere gli interessi operai da quelli dell'azienda, anche verso l'azienda bisogna fare una proposta e sostenerla tra i lavoratori. Se l'azienda si assume le sue responsabilità e dichiara che conserverà i posti di lavoro nel quadro della realizzazione degli interventi di bonifica necessari e di utilizzo dei fondi dello Stato a cui aggiungerà i suoi, questo pensiamo che inciderà anche nella decisione del riesame e può portare ad un risultato temporaneamente vincente per gli operai. Questo aiuterebbe l'indirizzo della lotta i senso anti padronale.
Ribadiamo che l'importante non far errori, distinguersi nettamente da ambientalisti medio borghesi e piccolo borghesi di cui sono parte anche gruppo dirigente fiom, sinistra riformista e con toni diversi anche comitato di quartiere centro sociale archtower ecc,  né estremisti delle forme di lott, perchè spesso sono operai ultraziendalisti ad esserlo, ma tenaci difensori e sostenitori delle propostehe rappresentano pienamente gli interessi degli operai, che, come abbiamo scritto prima, ragionino con la propria testa.
Circolo Proletari Comunisti taranto

il volantino odierno dello slai cobas per il sindacato di classe ilva taranto





questa sera alle 18 riunione sede slai cobas taranto via rintone 22 per
decidere il che fare giovedì e venerdi
tel 347-1102638








ORA BISOGNA ANDARE FINO IN FONDO, con lotta, chiarezza e serietà.

Come avevamo sempre detto, la lotta degli operai Ilva poteva esplodere, ed è
esplosa, nella forma di una rivolta di massa. La cappa che ha tenuto per
anni i lavoratori "compressi" è saltata. Ma la rivolta continua ad essere
aperta a varie posizioni e a varie soluzioni.
Noi non siamo d'accordo sulla sostanziale sospensione dei blocchi, per noi
bisognava continuare a farsi valere e sentire anche in questi giorni, nè
pensiamo che giovedì si debba tornare a fare la solita processione, per
ascoltare Camusso, Angeletti e Bonanni. Giovedì si deve bloccare tutto e
Venerdì pure.
- Il riesame deve rivedere la decisione di 'fermo degli impianti'. La
magistratura non ha distinto adeguatamente: le responsabilità di Riva e
dirigenti che vanno colpite, la continuità produttiva della fabbrica
condizione necessaria anche per un intervento pianificato di bonifica in
corso d'opera, la questione della difesa rigida del posto di lavoro e del
salario di tutti i lavoratori.
- Riva e gli altri devono restare agli arresti, Riva deve mettere la sua
parte di soldi per gli interventi necessari, garantendo il lavoro per tutti
e per tutto il tempo necessario alla bonifica.
Noi con gli operai diciamo "l'Ilva non deve chiudere, Riva, e i politici che
hanno gestito quando era Italsider pubblica, devono pagare. Noi abbiamo già
pagato anche con i nostri morti. Loro se ne possono andare, la fabbrica e il
nostro lavoro devono rimanere".
Noi con gli operai diciamo "se siamo arrivati a questo punto la colpa è di
Riva e anche dei sindacati confederali che per anni si sono coperti a
vicenda. Se ci fossero stati prima i Cobas, se fossimo tutti dei Cobas, le
cose non starebbero così".
La lotta quindi ora deve rimanere nelle mani degli operai.
Le proposte e l'azione fatta dallo Slai cobas in questi anni (basti pensare
alla richiesta di "Postazione ispettiva" in fabbrica su sicurezza e salute
degli operai, ecc.), avrebbero fermato prima la mano di Riva e la
magistratura non avrebbe avuto ragione di provvedimenti così gravi. Ma gli
operai per paura e anche per visione ristretta non hanno fatto il passo
necessario, ora bisogna farlo!
Nulla sarà comunque come prima all'Ilva e a Taranto. E' importante che gli
operai ora si organizzino come Slai cobas, ora non abbiamo che da perdere le
nostre catene e un mondo da conquistare. Lo Slai Cobas deve essere ammesso a
tutti i tavoli di trattativa per portare gli interessi operai reali e non
quelli dell'azienda e a garanzia che non ci saranno manovre sulla testa dei
lavoratori.
Facciamo appello a tutti a darci una mano perchè tutti insieme possiamo fare
il giusto per il lavoro, la sicurezza e la salute degli operai e della
città, contro Riva ma anche contro lo Stato che prima non fa niente e ora
mette a rischio i posti di lavoro.

Slai COBAS per il sindacato di classe Ilva Taranto
via Rintone, 22 Taranto - cobasta@libero.it - 347-5301704 - 347-1102638
31 luglio 2012"



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