venerdì 20 luglio 2012

pc 20 luglio - dall'Ilva Taranto -

comunicato 2

Sulla legge sulle emissioni inquinanti , approvata martedì 17 luglio alla Regione Puglia all'unanimità, con una concordanza da destra a sinistra difficilmente realizzata in altre occasioni, e fatta in fretta e furia allo scopo di scongiurare gli eventuali provvedimenti della magistratura, tra le varie dichiarazioni di appoggio, alcune accompagnate da espressioni di vero entusiasmo, di tutte le istituzioni locali, dei partiti e dei sindacati confederali, il segretario della Cgil ha espresso la sua soddisfazione per la capacità espressa di "gestire al meglio una situazione delicata...",quella più illuminante della situazione che si è venuta a creare è la dichiarazione del nuovo presidente dell'Ilva Bruno Ferrante: "Guardiamo con estremo favore alle iniziative intraprese in questi giorni da tutte le forze politiche e l'unanimità con cui la politica ha rinnovato l'impegno per risolvere la situazione di Taranto e dell'Ilva...". Una dichiarazione che da un lato rinnova la minaccia: guardate che la situazione dell'Ilva e di Taranto vanno insieme, se toccate l'Ilva toccate la città..., dall'altro conferma che l'Ilva non deve fare nulla ma è la "politica" che deve risolvere una situazione di cui nessuno ha responsabilità, e tantomeno l'Ilva stessa.
Questa dichiarazione va di pari passo con un fatto che sta accadendo in questi mesi. Nessuno, né rappresentanti istituzionali, né politici, né dirigenti sindacali, né i cosiddetti "Lavoratori Ilva" (capi e quadri soprattutto) cita padron Riva. Sembra una fabbrica di tutti. Una fabbrica che non ha un padrone che sullo sfruttamento degli operai e sul taglio dei costi, salariali e soprattutto quelli per la sicurezza, la salute e l'ambiente, fa profitti; una fabbrica in cui operai e azienda sarebbero uniti in uno stesso sforzo, in cui - come scrive sulla GdM un "operaio Ilva e scrittore" - "i lavoratori sono complementari alla fabbrica e silenziosi... (anche se in questi anni) qualcuno non è tornato a casa" (perché morto in questa fabbrica asettica, in cui non deve vigere la lotta di classe).
Anche il neo presidente Ferrante ne parla come se stesse parlando di un'altra fabbrica. In questo modo chi attacca l'Ilva è come se sta attaccando una "istituzione oggettiva", un bene indispensabile del paese tutto. Il cambio recente di presidenza dell'Ilva, dalla famiglia Riva a un "uomo delle istituzioni", è stato fatto anche per rendere più impersonali le responsabilità di padron Riva. Per far dimenticare che anche all'Ilva vi sono da un lato gli interessi di Riva di elevare la produzione, fare profitti, e salvaguardarli quando possono essere minimamente intaccati mettendo gli operai in cigs, di non rispettare e truffare anche sui diritti normali dei lavoratori (ultimo cambio tuta); e dall'altro gli interessi degli operai, che prendono un salario sempre più ridotto, che devono fare straordinari per prendere qualcosa in più, che si ammalano, si infortunano, che vengono trattati senza dignità, che lavorano in un clima di ricatto, paura di essere spostati, licenziati, che - loro - pur se sono i produttori di quell'acciaio che copre, come dicono in questi giorni, il 50% del fabbisogno del paese e anche buona parte della domanda in Europa, viene negato anche di avere un contratto da siderurgici...

L'Ilva in questa vicenda ne sta uscendo più debole o più forte? Per il momento ne può uscire più forte.  La Legge per ora non gli impone di fare nulla, dopo, vista la genericità con cui è fatta e le disposizioni applicabili comunque con modalità e tempi molto soft, rischia farà la fine dei provvedimenti sui parchi minerali che benchè fossero solo una panacea neanche sono stati applicati e imposti; l'Ilva ha incassato la benevolenza e il sostegno ai ricatti allarmistici di "chiusura della fabbrica" seminati ad arte dai suoi capi; l'Ilva continuerà a non pagare un centesimo per il risarcimento dei danni già provocati in tutti questi anni e gli interventi di risanamento ambientale: 300 milioni - che comunque sono una goccia nel mare di quanto sarebbe necessario - li metteranno governo e Regione, vale a dire la popolazione tutta, sia di Taranto che nazionale.
Ma soprattutto, al momento, gli operai sono più tutelati per la salvaguardia del loro posto di lavoro o no? Riva pochi mesi fa aveva riparlato di mettere migliaia di operai in cassintegrazione, comunque, per "problemi di mercato", indipendentemente da eventuali provvedimenti della magistratura. Questo rischio l'ha semplicemente rinviato in autunno acquisendo comunque la "responsabilità" dei sindacati confederali. E oggi con la "volontà unitaria e unanime" che si è realizzata - come ha detto soddisfatto il presidente della provincia - l'Ilva ne esce più coperta a perseguire i suoi piani. Mentre gli operai ne stanno finora uscendo "complementari, silenziosi" e ricattati.

LA LEGGE REGIONALE, definita "storica", è al massimo una legge di controllo, da essa non scaturisce alcuna disposizione immediata per eliminare emissioni inquinanti né tantomeno per imporre interventi da parte dell'Ilva sui danni ambientali in corso.
Essa unicamente introduce il cosiddetto Vds (valutazione di danno sanitario) che dovrà essere redatto da tre enti: Ares, Arpa e Asl una volta all'anno facendo riferimento al valore medio calcolato sui dati disponibili e riferiti agli ultimi 5 anni - che a Taranto mancano, perché la realizzazionedel registro tumori è ferma al 2006 e le mappe epidemiologiche non esistono.La sua applicazione è poi lunga e contorta: ancora sono da verificare
percorsi e modalità di applicazione e soprattutto risorse e strumenti,occorre attendere il regolamento attuativo di giunta regionale che fissi criteri e metodologie per  la redazione del rapporto Vds, dall'approvazione del regolamento devono passare comunque 90 gg. per redigere il primo rapporto.
Se il Vds porta alla luce criticità, l'azienda ha un mese di tempo per presentare le sue osservazioni, e solo dopo dovrà ridurre, entro i 12 mesi successivi, le proprie emissioni in proporzione al valore medio calcolato sui dati disponibili delle emissioni degli ultimi 5 anni, dati che ugualmente non sono mai stati forniti o accertati, per cui il controllo diventa di fatto impossibile. Lo stesso vale per i parchi minerali, per cui la legge parla unicamente di sistemi atti a prevenire ed evitare... non imponendo ancora una volta l'unico sistema per evitare il diffondersi di polveri di minerale: la loro copertura. Ma questo è troppo oneroso per Riva...

Slai cobas Ilva per il sindacato di classe
347-5301704
20-7-2012



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