mercoledì 6 giugno 2012

pc 6 giugno - Ichino domani non è benvoluto a Pisa

NO AD ICHINO NO AD UNA PESSIMA RIFORMA DEL LAVORO

È da decenni che l’accumulazione e la speculazione finanziaria scaricano interamente il debito pubblico
prodotto dal sistema capitalistico sulle classi lavoratrici, le quali vedono il proprio potere d'acquisto calare ai
minimi termini, un continuo peggioramento delle condizioni di vita, salari da fame, tariffe in aumento e un costo
della vita ormai inaccessibile anche alle famiglie con due redditi, che fino a pochi anni fa potevano darsi un
accettabile tenore di vita e oggi sono piombate nell’indebitamento.
Con l'arrivo di Monti, rappresentante di rango degli interessi della Banca Centrale Europea, al governo (un
governo fortemente voluto da Napolitano e sostenuto da PdL, PD e UDC), l'attacco contro lavoratori, precari,
disoccupati, pensionati, studenti si è intensificato, fino a diventare un vero e proprio assalto.
Emblematico è il caso del "pacchetto" Fornero, la forcaiola ministra del lavoro che col suo disegno di legge sta
smantellando le ultime tutele del lavoro subordinato, cancellando l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per
permettere ai padroni di licenziare a man bassa, riducendo a valori di miseria gli ammortizzatori sociali
(indennità di cassa integrazione e di mobilità), condannando i precari, compresi gli apprendisti, a subire
condizioni sempre peggiori, anche di quelle già esistenti dal 2003 (grazie al decreto legislativo cosiddetto "BiagiMaroni"
).
È la stessa ministra, che in dicembre ha prolungato l'età per la pensione, portandola alla soglia dei 70 anni, e che
ultimamente ha inventato la barbarie relativa agli "esodati", come ha definito quei lavoratori (350 mila da qui al
2015) i quali, usciti dal lavoro sulla base di accordi che prevedevano 3 anni d’indennità di mobilità per entrare
immediatamente dopo in pensione, si troveranno, finita la mobilità, a essere senza lavoro e senza pensione,
perché la signora della miseria e della fame ha portato spietatamente in avanti, appunto, l’ingresso nell’età
pensionabile.
Come se tutto ciò non bastasse, il governo ha ottenuto che i partiti suoi alleati approvassero una legge per
inserire nella Costituzione la norma del “pareggio di bilancio”, che ci terrà sotto ricatto continuo e che
giustificherà tutte le misure di austerità (taglio dei servizi sociali e pubblici, aumento delle tasse, contenimento
delle retribuzioni e delle pensioni, ecc.) che intenderanno prendere questo governo e quelli che gli
succederanno.
E sta preparando un provvedimento di legge, con cui rendere impraticabile il diritto di sciopero.
Queste sono, insieme a tante altre, le ragioni per le quali promuovere una vera fase di scioperi generali: non le
solite scadenze che di generale hanno solo la diffusione del sentimento della rassegnazione e del senso di
impotenza, ma una reale mobilitazione che paralizzi il Paese e che unisca tutti i settori sociali colpiti dalla crisi,
per respingere le “ricette” del governo e dei padroni suoi mandanti.
In questo contesto, il 7 giugno Pisa sarà presente in ambiente accademico l’economista, nonché “esperto” di
diritto del lavoro, Pietro Ichino, membro della Commissione del lavoro del Senato nelle file del PD. Ichino è
stato uno dei principali ideatori delle varie riforme succedutesi nel mondo del lavoro, che hanno portato un
attacco sempre maggiore ai lavoratori, ai loro diritti, al loro salario, riducendoli ad una situazione da "lacrime e
sangue" dove la precarietà, e adesso anche il licenziamento sono realtà quotidiane.
Vogliamo quindi far giungere la nostra voce alla “lectio magistralis” che l’illustre “esperto” terrà in nome e per
conto dei padroni per cui ha sempre lavorato.
GIORNO 7 GIUGNO DALLE ORE 17:00 PRESIDIO DAVANTI ALLA SCUOLA SUPERIORE SANT'ANNA

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