giovedì 28 giugno 2012

pc 28 giugno - la piattaforma dei padroni per il contratto dei metalmeccanici presentata da FIM_UILM - combatterla è necessario

Il contratto dei metalmeccanici si apre all'insegna degli interessi dei padroni e dell'applicazione a livello contrattuale della riforma Fornero. Questo viene chiaramente espresso dalla piattaforma presentata da Fim-Uilm. Questa parte dalla premessa neo corporativa e padronale che discussione, trattativa e firme, avvengano dentro questo recinto, che esclude di fatto la Fiom.
Quindi, non solo questa  piattaforma si presenta come pessima ma vuole portarci al primo di una nuova era di contratti fondati sulla cancellazione degli interessi di classe e del sindacato di classe.
L'attuale uomo forte dei padroni nel sindacato metalmeccanici è il sindacalista venduto proveniente dall'Ilva di Taranto, Palombella ,segr. nazionale della Uilm, il quale chiarisce:
“E' un contratto di controtendenza con le idee di politica industriale egemone in questo periodo di crisi. Riconfermiamo la contrattazione di secondo livello e la discussione col mondo industriale in una logica non conflittuale”.
In questa piattaforma l'aumento salariale sostanzialmente non c'è, perchè non si può chiamare tale un aumento medio di 150 euro, come richiesta che alla conclusione andrà molto al di sotto, e che trattandosi di aumento medio significa la miseria di un caffè al giorno di aumento per la maggioranza operaia. Ma d'altra parte questa miseria di aumento è programmatica nelle intenzioni dei sindacati di regime, perchè si dice espressamente che non si vuole tanto puntare sul salario ma su altre cose chiamate ampollosamente “conciliazione tra tempi di vita e di lavoro”, “nuovi strumenti di welfare integrativo”, “partecipazione dei lavoratori alla vita aziendali”, “proposte per il riconoscimento e la valorizzazione della professionalità”. E qui  partono tutta una serie di proposte che si prestano ad una gestione individuale dei rapporti con l'azienda, volte a conciliare con le esigenze familiari: tre giorni di permesso retribuito durante la nascita del figlio, incentivi alla scelta del part time e, per gli extra comunitari, utilizzo di permessi particolari per ricongiungersi coi loro familiari; quindi in stile Ratzinger, Palombella conclude: “il contratto va interpretato in una chiave familiare e sociale”.
E' evidente quindi che si tratta di un contratto che mira a cancellare nella testa dei lavoratori qualsiasi idea di difesa di interessi di classe e collettivi rispetto ai padroni, qualsiasi idea di combattere lo sfruttamento, di aumentare i salari e ridurre il lavoro, qualsiasi idea di tutela di diritti collettivi; per ridurre gli operai a casi individuali che con il tramite del sindacalista vanno gestiti in A questo va aggiunta l'applicazione contrattuale della riforma Fornero. E qui tocca, in una divisione dei compiti, al sindacalista Farina dell'altro sindacato venduto, la Fim, spiegare la cosa: “creare un percorso di accompagnamento alla pensione attraverso il part time in cambio di assunzione di apprendisti, affiancando lavoratori giovani ad anziani in uscita”.
Praticamente lavoratori con diritti e salari acquisiti negli anni vengono messi a part time a dividersi lo stesso stipendio sostanzialmente con giovani apprendisti, precari e ricattati. In alcune fabbriche ci immaginiamo perfino che, data la chiave familistica di tutta l'operazione, si possa arrivare a un sistema di affiancamento-ostituzione figlio/padre.
Arriviamo al welfare integrativo, a partire dalla sanità. Integrativo un cazzo! Con la cancellazione della sanità pubblica significa indirizzare i lavoratori verso il fondo integrativo Meta salute, per cui i lavoratori perdono i diritti in cambio di fondi previdenziali a gestione sindacal-padronale che ovunque nel mondo dove sono stati attuati hanno provocato sfracelli.
Infine la riforma dell'inquadramento. Per la centesima volta contenuta nelle piattaforme contrattuali ma fondata sull'unico imprescindibile criterio del padrone: niente passaggi automatici, terzi o quarti livelli in eterno e passaggi individuali pilotati fondati sulla meritocrazia del padrone che negli ultimi anni si è arricchita di servilismoai limiti dello “schiavo contento”.

Una piattaforma nel complesso non da approvare o disapprovare ma da combattere.
Riprendersi il contratto nazionale è divenuto ormai un obiettivo storico della classe operaia che richiederà in questa occasione come nel futuro una guerra e una lotta di classe e una ricostruzione del sindacato di classe. Certo, a partire da ciò che c'è, l'opposizione della Fiom, la presenza qua e là di spezzoni del sindacalismo di classe, ma sapendo che non basta.
Rispetto alle rivendicazioni per il nuovo contratto nazionale è evidente che esse debbano andare in direzione realmente opposta alla piattaforma Fim-Uilm. Sia pure nella difficoltà di conquistare gli obiettivi va tenuto conto dell'importanza di schierare i fronti, di difendere e incentivare la coscienza di classe, gli interessi di classe che nella crisi sono l'unica arma che hanno gli operai per non ridursi a schiavi.
L'aumento salariale neve essere in linea con le lotte operaie dell'intero arco dei paesi europei, e quindi essere nell'ordine didi almeno il doppio della richiesta Fim_Uilm. L'importante è legarlo al livello di forza che i lavoratori riusciranno ad esprimere e anche al fatto che esso debba essere sbilanciato soprattutto verso la maggioranza della categoria collocata tra il terzo e i quarto livello.
All'aumento salariale bisogna aggiungere l'irrigidimento sulla difesa del lavoro, di condizioni di lavoro e di sicurezza, contrastando sul campo la riforma Fornero, combattendo quindi i contratti precari e l'uso, abuso dell'apprendistato.
Infine, strappare dalle mani dei padroni lo strumento dei livelli, dell'inquadramento e dei permessi, stabilendo nuovi automatismi e diritti collettivi.
Comunque non c'è scelta: contrapporsi agli interessi dei padroni e al sindacalismo del padrone e al neo corporativismo come sistema funzionale al fascismo padronale; far rinascere nel fuoco di questo scontro l'unità di classe e il sindacalismo di classe.
Si può perdere questa tornata contrattuale, ma se facciamo questo sarebbe l'inizio per cominciare a vincere.

proletari comunisti -PCm Italia
28 giugno 2012

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