martedì 26 giugno 2012

pc 26 giugno - solidarietà a tutti i compagni arrestati e processati per la battaglia NOTAV del 3 luglio

top — 25 giugno 2012 23:56

Il teorema della Procura contro i notav non si ferma, neanche dopo un anno

Mentre siamo giunti quasi ad un anno dallo sgombero della Maddalena e dal 3 luglio, il teorema giudiziario della procura della Republica di Torino, guidata da Gian Carlo Caselli non si ferma, e scattano nuoe misure cautelari. Luca, 20 di Vaie, valsusino e Elena, 25 anni di Bologna sono stati colpiti da provvedimenti di arresto e privazione della libertà,  nello specifico Luca ha l’obbligo di dimora, mentre Elena è agli arresti domicialiari.
Dopo un anno, continuiamo a scoprire il “metodo” giudiziario contro i notav, colpevoli di non arrendersi, nemmeno oggi. Il 6 luglio si aprirà il processo ai notav arrestati il 26 gennaio scorso, dove a tempo di record, saranno in tribunale con udienze già calendarizzate, con una celerità ed un efficienza giudiziaria che fa pensare…perchè se si fosse andati oltre, sarebbero scaduti di per sè i termini della carcerazione preventiva.
Non ci lamentiamo sia ben chiaro, non siamo abituati e contro quello che riteniamo ingiusto, lottiamo con passione, ma non venoteci a fare discorsi sulla giustizia…
Libertà per tutt/i i notav!



  • valle_non_arrestaNuove misure cautelari per 2 giovani Notav, per gli scontri del 3 luglio in località della Maddalena. Ad un anno di distanza da quei fatti, con la chiusura delle indagini per gli altri 46 imputati per gli scontri del 27 giugno e del 3 luglio, la procura di Torino emette altre misure cautelari. Questa mattina la digos di Torino ha dato esecuzione alle misure cautelari, per ordine del gip Bompieri, per Luca e Elena, rispettivamente obbligo di dimora e arresti domiciliari.
    Luca, 20 anni, valsusino, non potrà allontanarsi dal suo luogo di residenza, Vaie, mentre per Elena, 25 anni, dovrà scontare gli arresti domiciliari nella città di residenza, Bologna.
    Caselli continua ancora ad accanirsi contro i Notav, cerca di tenere in piedi un ormai zoppo, instabile, inconsistente teorema, distrubuendo custodie cautelari ad un anno dai fatti, perseguitando un Movimento popolare, forte e determinato a lottare, colpevole solo di non volersi arrendere di fronte alla devastazione del proprio territorio, alla speculazione, ai grandi interessi della casta, agli ordini di cattura.
    A poco più di una settimana dall'inizio delle udienze preliminari che cominceranno il il 6 luglio presso il tribunale di Torino, il capo della Procura di Torino, cerca ancora di provar ad intimidire il Movimento Notav, che ha saputo dare prova del contrario, aprendo di fatto una nuova estate di lotta, con il campeggio studentesco Notav terminato il 20 giugno.
    La lotta continua, liberi tutt*
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    una lettera su Indymedia
    Il 25 giugno, a distanza di cinque mesi dalle perquisizioni e dalle varie misure cautelari che avevano coinvolto 54 persone in tutta Italia, una compagna di Bologna viene messa agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni (divieto di comunicazione verbale e scritta, con persone diverse da quelle con lei residenti). Il materiale che le era stato sequestrato durante la perquisizione del 26 gennaio è stato usato dalla procura di Torino per avanzare l'accusa di violenza e lesioni aggravate in concorso in merito alla giornata di resistenza No Tav del 3 luglio a Ramats.
    Il 3 luglio 2011 in tantissimi abbiamo scelto di essere nei boschi della Val Susa per attaccare il cantiere costruito su quella che fu la Libera Repubblica della Maddalena. Abbiamo scelto di arrivare fino alle reti e di assediare il cantiere.
    E' stata una giornata di lotta intensissima che ha portato quattro persone agli arresti e che, solo nell'area archeologica a cui si giunge da Ramats, ha visto centinaia di persone pronte a difendere dalla violenza sbirresca un territorio stupendo insieme a chi lo abita.
    Siamo scesi in quei boschi non come i “guerrieri della domenica” - come i giornalisti ci hanno definito nei giorni successivi – ma come individui che ogni giorno in Valle o in città sono schiacciati da una macchina impazzita di produzione e consumo e che ogni giorno lottano contro di essa.
    Siamo scesi in quei boschi per difendere un territorio e con esso tutti i territori che viviamo ogni giorno, strappati alla gente e dati in pasto a chi produce ricchezza per le proprie tasche.
    Siamo tornati tante volte in Valle e tante volte l'abbiamo portata nelle nostre città, per rendere le lotte che conduciamo altrove una forza per chi da anni non demorde in Valle.
    La tenacia degli uomini e delle donne che resistono su quelle montagne e con cui condividiamo sentieri, sogni e lotte è il fuoco che continua bruciare nei nostri cuori, che scalda le celle e le case che tengono lontani da noi compagni e amici.
    Fuoco a tutte le gabbie!
    Libertà per tutti/e gli/le arrestati/e No Tav!

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