Le politiche regionali come si sa sono a favore solo ed esclusivamente dei politici di ogni colore che riempiono poltrone e palazzi e si riempiono le tasche, mentre i problemi delle masse popolari, dal lavoro alla casa ai servizi sociali vengono praticamente ignorati.
In questo senso i miliardi dei fondi europei non spesi diventano un vero e proprio crimine contro i bisogni di lavoratori, donne, giovani e anziani, e la risposta che questi ricevono ogni volta che si ribellano: “non ci sono soldi”, diventa un ulteriore sfregio all'intelligenza...
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Allarme conti in Sicilia: nel 2013 rischio default
Il ragioniere generale della regione prevede il dissesto finanziario entro l'anno prossimo. Ed è pronto a metterlo nero su bianco.
Per i maya la fine del mondo è previsa nel 2012. Il ragioniere generale della Regione Siciliana, Biagio Bossone, si avventura invece in un'altra profezia apocalittica: nel 2013 la regione andrà in default. Ne è così convinto che sta preparando un documento da presentare ai vertici di giunta e assemblea. Nero su bianco, in modo che quando succederà lui potrà dire che li aveva avvertiti. Amministrazione commissariata, creditori a bocca asciutta, blocco di tutte le spese non indispensabili, fallimenti e disoccupazione: uno scenario che in Italia ancora non si è mai prospettato per nessun ente regionale. La Sicilia, secondo l'ultimo bollettino sul fabbisogno finanziario, viaggia con un indebitamento superiore ai 5 miliardi, sempre più costoso: alla fine del 2011 è stato acceso un mutuo da 650 milioni con la Cassa depositi e prestiti al tasso del 6,530 per cento, 2 punti e mezzo in più di un anno prima. Tuttavia, lo sesso Bossone scrive che “il servizio del debito costituisce un onere di poco superiore al 4 per cento delle spese correnti, rimanendo, pertanto, a livelli di rimborso sostenibili”.
Nel frattempo oltre ai tassi è salito il livello dello scontro fra la regione e il commissario dello Stato, che a più riprese ha bocciato leggi mirate a coprire spese correnti con l'indebitamento, operazione vietata dalla Costituzione. Il commissario Carmelo Aronica alla fine di aprile ha rinviato alla Corte costituzionale due leggi che prevedevano nuovi mutui per finanziare, tra le altre cose, interventi sul patrimonio boschivo e il cofinanziamento dei fondi dell'Unione Europea per la formazione. Il governatore Raffaele Lombardo ha scelto la linea dura, promulgando ugualmente il provvedimento. “E' l'ulteriore occasione” ha commentato “per rilevare l'ingerenza del commissario dello Stato, che si ritiene lesiva dell'autonomia statutaria”. Chissà se i creditori sono d'accordo.
Panorama 20 giugno 2012
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