martedì 15 maggio 2012

pc 16 maggio - Cie di Bologna ancora in rivolta




Cinque detenuti arrestati e denunciati: si tratta di quattro marocchini tra i 28 e i 31 anni ed un tunisino di 23 anni.

14 maggio 2012 - 21:25
Ancora una rivolta al Cie di Bologna. Le tensioni si sono riaccese questa mattina, intorno alle 9, durante un controllo delle forze dell’ordine nelle camere dei migranti detenuti. Alcuni di loro avrebbero reagito e ne sono nati degli incidenti conclusi con l’arresto di cinque stranieri: sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni finalizzate alla resistenza e danneggiamento. I cinque sono finiti nelle camere di sicurezza della Questura e domattina saranno giudicati in per direttissima: si tratta di quattro marocchini (tra i 28 e i 31 anni) ed un tunisino di 23 anni.

Una nota giunta a firma “Solidali con i reclusi nei Cie”  segnala  ”un secondo pestaggio” nel pomeriggio e “la permanenza di tre camionette della polizia all’interno”, e alcuni momenti di protesta avvenuti davanti alla Questura e  all’esterno del centro di via Mattei:

"Questa mattina alle 10 e 30 abbiamo ricevuto una chiamata da due reclusi del Cie che con voce concitata e spaventata ci informavano di un feroce pestaggio in corso. La polizia era entrata nelle celle della sezione maschile per fare delle perquisizioni sfociate in violenza, in particolare da parte de “l’ispettore”, una figura che ci era già stata segnalata in passato per essersi distinta nelle aggressioni fisiche sui detenuti. I ragazzi ci hanno parlato di volti e denti spaccati a calci e di un ferito per emorragia interna, trasportato in ospedale. Altri quattro erano stati appena portati in questura.
Alcuni solidali si sono recati quindi sotto la questura per portare il loro sostegno, mentre altri si sono recati al Sant’Orsola per accertarsi delle condizioni del ferito. Si è saputo così che il ragazzo era già stato dimesso e che era stato arrestato insieme agli altri quattro.
Nel pomeriggio i reclusi ci hanno informato di un secondo pestaggio e della permanenza di tre camionette della polizia all’interno. Inoltre già dal pasto di mezzogiorno avevano iniziato uno sciopero della fame perché preoccupati della sorte dei loro compagni, con la richiesta che venissero liberati.
Successivamente qualcuno è passato fuori dalle mura per fare un saluto e per dire loro che quanto stava accadendo dentro aveva già fatto il giro della città, attraverso le radio locali e gli interventi sotto la questura.
Nell’ultimo mese le rivolte e le evasioni non sono mai cessate tanto che in 18 sono riusciti a riprendere la libertà. Per far fronte a questa situazione molti dei reclusi sono stati trasferiti in altri Cie (per esempio a Trapani) o deportati. In questo momento nella sezione maschile sono rimasti in 16 quando di solito il numero non è inferiore ai 60.

Solidali con i reclusi nei Cie"

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