sabato 3 marzo 2012

pc 3 marzo - ora e sempre NO TAV -un intervento

Sicurezza nei cantieri Tav? Ci passiamo sopra
Ho avuto notizia che una
persona umana, Luca Abbà, di 37 anni, trovatosi all’interno di un
terreno trasformatosi – dopo che lui era entrato – in un cantiere, è
rimasto vittima di un grave incidente: arrampicatosi su un traliccio
dell’alta tensione che si trovava all’interno del cantiere, sorgente d’
altra parte su un terreno che era in parte anche di sua proprietà – è
rimasto folgorato, è caduto da un’altezza di circa 15 metri, e si trova
ora in coma farmacologico presso l’Ospedale CTO di Torino, in
condizioni gravi anche se pare non in pericolo immediato di vita.
Dato
che mi trovo ad aver insegnato per oltre un decennio la materia
“Sicurezza e Analisi di Rischio” presso la mia Università, vorrei
provare in questo pezzo a prendere la questione sotto un aspetto un po’
differente, dato che molto è già stato detto in questi giorni sotto gli
altri punti di vista, e credo che la mia opinione sull’Alta Velocità e
la mia solidarietà a Luca Abbà siano ben note.
Prendiamo allora per
buono quanto ci dicono i sostenitori dell’Alta Velocità: quello sorto
in queste ore intorno alla “Baita Clarea”, sopra Chiomonte, Valle di
Susa, è un cantiere, e non un fortino militare. Molto bene. Se è un
cantiere, deve sottostare alle norme di sicurezza sui cantieri. In
particolare, queste sono dettate da una normativa italiana ben precisa:
se la Valsusa è in Italia, e non in Afghanistan, si applica la legge,
come a gran voce invocano tutti coloro che vogliono che in Valsusa
“ritorni la legalità”.
Il Testo unico in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro (TUSL), è l’insieme di norme contenute nel Decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81 che ha riformato, riunito e
armonizzato, abrogandole, le disposizioni dettate da numerose
precedenti normative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro succedutesi nell’arco di quasi sessant’anni. Il nuovo Testo
unico ha previsto l’abrogazione (con differenti modalità temporali) di
molte normative, quali il D.lgs. 19 settembre 1994, n. 626, il D.lgs.
14 agosto 1996, n. 494 e il D.lgs. 19 agosto 2005, n. 187.
La legge
prima individua i soggetti responsabili e poi descrive le misure
gestionali e gli adeguamenti tecnici necessari per ridurre i rischi
lavorativi. Alla fine di ciascun titolo sono indicate le sanzioni in
caso di inadempienza. Vorrei in particolare concentrarmi sugli aspetti
che riguardano la sospensione dell’attività.
Secondo le disposizioni
del TUSL gli ispettori possono disporre, in caso di gravi violazioni
delle norme antinfortunistiche, la sospensione dell’attività (art. 14).
In particolare questo provvedimento scatterà nel seguente caso, fra gli
altri:
gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute
e della sicurezza, individuate con DM del Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale, sentita la conferenza Stato Regione.
In attesa di
decreto, le gravi violazioni che possono portare, in caso di
reiterazione, alla sospensione dell’attività, sono quelle indicate nell’
allegato I al TUSL.
Nell’Allegato I vengono elencate le “Gravi
violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’
attività imprenditoriale”. Troviamo in particolare:
Violazioni che
espongono al rischio di caduta dall’alto
• Mancato utilizzo della
cintura di sicurezza;
• Mancanza di protezioni verso il vuoto.
Violazioni che espongono al rischio di elettrocuzione:
• Lavori in
prossimità di linee elettriche;
• Presenza di conduttori nudi in
tensione;
• Mancanza protezione contro i contatti diretti ed
indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore
differenziale). Non mi voglio dilungare oltre, ma mi si permetta di
concludere questo:
• In un cantiere, se fosse un cantiere, in presenza
di macchine movimento terra, le condutture ad alta tensione si
staccano. Chi non l’ha fatto, ne è responsabile.
• In un cantiere, se
fosse un cantiere, se succede un incidente, i lavori si fermano, la
magistratura pone il cantiere sotto sequestro, si apre un’inchiesta, e
si accertano le responsabilità. Nulla di tutto ciò è successo. Luca
Abbà era a terra, le ruspe continuavano a lavorare.
• In un cantiere,
se fosse un cantiere, non si iniziano i lavori in presenza di estranei.

Vedo però che il mio ragionamento ha alcune pecche, che debbo infine io
stesso mettere in evidenza:
• Quello di cui parliamo non è un cantiere,
ma un fortino militare. Nessuna reale opera civile vi viene messa in
atto.
• Luca Abbà non era un estraneo. Vive in Valsusa. Ed è
proprietario di un pezzetto di quel terreno.
Non mi pare sia un buon
inizio, per il tanto sbandierato progresso, un cantiere nel quale
avviene tutto questo. Auguri Luca. Tieni duro e rimettiti presto.

Nessun commento:

Posta un commento