sabato 24 marzo 2012

pc 23-24 marzo: SENTENZA FIAT SATA: ORA I 3 OPERAI DEVONO RIENTRARE

Di Pietro: "Non si comprende cosa si stia aspettando per chiedere ai carabinieri di far eseguire le sentenze della magistratura, scortando in fabbrica i tre lavoratori e costringendo la Fiat a rispettare, come tutti, la legge italiana".


"I licenziamenti dei tre operai della Fiat di Melfi rappresentano “nulla più che misure adottate per liberarsi di sindacalisti che avevano assunto posizioni di forte antagonismo” con “conseguente immediato pregiudizio per l’azione e la libertà sindacale”. Lo scrivono, nelle motivazioni della sentenza, i giudici di Potenza a proposito della vicenda dei tre lavoratori dello stabilimento lucano. Il responsabile della linea produttiva – si legge – nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2010 ha tenuto un atteggiamento “provocatorio” rapportandosi agli operai in un modo “che non è stato così tranquillo e pacato come la società sostiene”: i giudici fanno riferimento al colloquio avvenuto quella notte davanti ai carrelli bloccati che avrebbero impedito, secondo la Fiat, il prosieguo della produzione, da cui è scaturito poi il licenziamento" - dalla Motivazione della sentenza che ordina il reintegro al lavoro dei 3 operai della Fiat Sata.

Per una volta siamo costretti ad essere d'accordo con Di Pietro.
Noi l'avevamo detto fin dalla prima sentenza: Giovanni, Antonio e Marco dovevano rientrare al loro posto di lavoro o con le buone o con le cattive.
Ora è una necessità imprescindibile, per i tre operai, ma soprattutto per cambiare il clima interno di paura tra gli operai.
la Fiom non può affidarsi alla magistratura (anche quando era la mobilitazione operaia che poteva e doveva avere la principale parola)e ora non andare fino in fondo perchè la sentenza venga applicata.

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