martedì 20 marzo 2012

La Questura di Ravenna manda la polizia a schedare i partecipanti all'assemblea No Tav!



Proletari comunisti, che fa parte del movimento No Tav romagna, denuncia il clima da stato di polizia intorno alla vicenda Tav/CMC a Ravenna e chiede le dimissioni del Questore.
Dopo i reiterati divieti, prescrizioni e diffide, ieri sera anche la schedatura dei partecipanti alla riunione No Tav allo Spartaco di Ravenna, con polizia, carabinieri e digos davanti all'ingresso del centro sociale a chiedere documenti!
E' mai possibile che in questa città la Questura debba sospendere la democrazia e il diritto di manifestare con l'intimidazione se si contrastano Tav e CMC?
Nessun organo di stampa, nessuna forza politica, nessun sindacato, confederale o di base (eccetto lo Slai cobas per il sindacato di classe) ha detto o fatto qualcosa per contrastare questa azione repressiva intimidatoria della Questura nonostante le ripetute denunce del movimento No Tav.
Non accettiamo che la Questura debba decidere dove manifestare!
Nella riunione è stato deciso di rispondere a tutto questo con una mobilitazione cittadina per il 23 marzo, in occasione dello sciopero generale in Val Susa, e di portare avanti una campagna che denunci il ruolo della multinazionale del profitto e della devastazione ambientale che si chiama CMC e una mozione da fare circolare tra i lavoratori a sostegno del movimento No Tav.
Il 23 tutti in piazza contro Stato di polizia, complicità della politica di palazzo e dei media asserviti, per la libertà dei compagni No Tav arrestati e per il ritiro dai lavori di un'opera inutile, costosa, dannosa per la salute delle popolazioni valsusine, che sottrae risorse pubbliche ai lavoratori, studenti, pensionati, ai servizi sociali, all'ambiente per favorire il profitto di alcune aziende e della mafia che ha messo le mani sui subappalti.
La repressione non ferma ma alimenta la ribellione....À SARÀ DÜRA!

proletari comunisti Ravenna
ravros@libero.it

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