domenica 18 marzo 2012

18 marzo: viva La Comune!!


Estratti dal 3º capitolo dell’Indirizzo di Marx al consiglio generale della I Internazionale

"La Comune fu composta da consiglieri municipali, eletti a suffragio universale nei diversi circondari di Parigi. Essi erano responsabili e revocabili in qualunque momento. La maggioranza dei suoi membri erano naturalmente operai o rappresentanti riconosciuti della classe operaia. La Comune non doveva essere un organismo parlamentare, ma un organo di lavoro esecutivo e legislativo nello stesso tempo.

Invece di continuare ad essere lo strumento del governo centrale, la polizia fu immediatamente spogliata delle sue attribuzioni politiche e trasformata in strumento della Comune, responsabile dinanzi ad essa e revocabile in qualunque momento. Lo stesso venne fatto per i funzionari di tutte le branche della amministrazione. Dai membri della Comune fino ai gradi subalterni, le pubbliche funzioni venivano retribuite con salari da operai. I diritti acquisiti e le indennità di rappresentanza degli alti funzionari dello Stato scomparvero con i funzionari stessi. Le cariche pubbliche cessarono di essere proprietà private delle creature del governo centrale. Non solo l’amministrazione municipale, ma tutte le altre iniziative fino allora esercitate dallo Stato passarono nelle mani della Comune.

Una volta abolito l’esercito permanente e la polizia, strumenti di potere del vecchio governo, la Comune si preoccupò di spezzare la forza di repressione spirituale, il potere dei preti; decretò la separazione della Chiesa e dello Stato disciogliendo ed espropriando tutte le chiese in quanto ordini possidenti. I sacerdoti furono restituiti al tranquillo riposo della vita privata, per vivere delle elemosine dei fedeli, ad imitazione dei loro predecessori, gli apostoli. La totalità degli istituti di istruzione furono aperti gratuitamente al popolo e liberati in pari tempo da ogni ingerenza della Chiesa e dello Stato. Così non solo l’istruzione fu resa accessibile a tutti, ma la scienza stessa fu liberata dalle catene che le erano state imposte dai pregiudizi di classe e dal potere governativo.

I funzionari della giustizia vennero spogliati di quella finzione di indipendenza che non era servita ad altro che a mascherare la loro vile sottomissione a tutti i vari governi che si erano alternati al potere ai quali, di volta in volta, avevano prestato giuramento di fedeltà per violare in seguito tale giuramento. Come gli altri funzionari pubblici, i magistrati e i giudici dovevano essere elettivi, responsabili e revocabili.....

Invece di decidere una volta ogni tre o sei anni quale membro della classe dirigente dovesse " rappresentare " e calpestare il popolo al Parlamento, il suffragio universale doveva servire al popolo costituito in Comuni, così come il suffragio individuale serve ad ogni altro imprenditore in cerca di operai e personale direttivo per i suoi affari. Ed è ben noto che le società, come i singoli imprenditori, quando si tratta di veri affari, sanno generalmente mettere a ogni posto l’uomo adatto, o se una volta tanto commettono un errore, sanno rapidamente come rimediare. D’altra parte nulla poteva essere più estraneo allo spirito della Comune, che mettere al posto del suffragio universale una investitura gerarchica.....

La classe operaia non attendeva miracoli dalla Comune. Essa non ha utopie belle e pronte da introdurre par décret du peuple. Sa che per realizzare la propria emancipazione, e con essa quella forma di vita più elevata alla quale tende irresistibilmente la società odierna per la sua stessa struttura economica, essa dovrà passare attraverso lunghe lotte, per tutta una serie di processi storici che trasformeranno completamente le circostanze e gli uomini. La classe operaia non ha da realizzare ideali, ma soltanto liberare gli elementi della nuova società dei quali è gravida la vecchia società in via di disfacimento. Pienamente cosciente della sua missione storica e con l’eroica decisione di agire in tal senso, la classe operaia può permettersi di sorridere alle grossolane invettive dei signori della penna e dell’inchiostro, servi senza aggettivi, e della pedantesca protezione dei dottrinari borghesi di buoni propositi che diffondono la loro insipida ignoranza e le loro ostinate idee fisse col tono oracolare dell’infallibilità scientifica....

La Comune, d’altra parte, in uno dei suoi primi proclami dichiarava che le spese della guerra dovevano essere pagate da quelli che ne erano stati i veri artefici. La Comune avrebbe liberato il contadino dall’imposta del sangue; gli avrebbe dato un governo a buon mercato; avrebbe trasformato le sue attuali sanguisughe, il notaio, l’avvocato, l’usciere e gli altri vampiri giudiziari, in agenti comunali salariati, da lui eletti e davanti a lui responsabili. Essa lo avrebbe liberato dalla tirannia della guardia campestre, del gendarme e del prefetto; avrebbe sostituito l’istruzione del maestro di scuola al posto dell’istupidimento ad opera dei preti. E il contadino francese è, al di sopra di tutto, uomo di calcolo. Egli avrebbe trovato assolutamente ragionevole che la retribuzione dei sacerdoti, invece di essere estorta dagli agenti delle imposte, dipendesse solo dall’azione spontanea degli istinti religiosi dei parrocchiani. Questi erano i grandi benefici immediati che il governo della Comune - ed esso soltanto - offriva in prospettiva ai contadini francesi. È quindi del tutto superfluo dilungarsi qui sugli altri problemi concreti più complessi, ma di vitale importanza, che solo la Comune era in grado di risolvere e nello stesso tempo, era costretta a risolvere in favore del contadino, come per esempio quello del debito ipotecario, che pesava come un incubo sul suo piccolo appezzamento di terra; quello del proletariato rurale che cresceva di giorno in giorno per tale ragione, e della sua espropriazione che avviene ad un ritmo sempre più rapido in conseguenza dello stesso sviluppo dell’agricoltura moderna e della concorrenza dell’azienda agricola capitalista....

La grande misura sociale della Comune fu la sua stessa esistenza operante. Le sue misure particolari da essa varate potevano soltanto presagire la tendenza su cui si muoveva un governo del popolo per il popolo. Tali furono l’abolizione del lavoro notturno degli operai panettieri; la proibizione, pena sanzioni, della pratica degli imprenditori di ridurre i salari imponendo ai loro operai delle multe sotto i pretesti più svariati, procedimento nel quale l’imprenditore riunisce nella sua persona le funzioni di legislatore, giudice ed esecutore, e per di più si intasca il denaro. Un’altra misura di questo tipo fu la consegna alle associazioni operaie, sotto riserva d’indennizzo, di tutte le fabbriche e laboratori che erano stati chiusi; sia che i capitalisti in questione si fossero nascosti o che avessero preferito sospendere il lavoro".



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