mercoledì 25 gennaio 2012

pc 25 gennaio - Protesta dei Forconi... secondo intervento da Palermo

Dovevamo partecipare alle manifestazioni dei forconi?

I compagni del circolo di proletari comunisti di Palermo sono stati subito coinvolti in questa discussione tirata in ballo dai compagni del centro sociale Anomalia durante la riunione dell’“assemblea permanente” di mercoledì 12 gennaio, seconda riunione fissata per organizzare la prima manifestazione in un quartiere popolare della città.

Secondo un compagno dell’Anomalia, infatti, sarebbe stato utile “riattraversare” la giornata di protesta del movimento dei forconi indetta per il 16, entrarci con le nostre parole d’ordine; questi, diceva, sembra che non abbiano riferimenti espliciti verso partiti e sindacati ufficiali che anzi criticano, anche se vi sono presenti aspetti di qualunquismo, ma la forma con cui vogliono manifestare con blocchi di strade ecc. è buona così come alcune rivendicazioni...
Premettendo che la riunione in corso non era sui forconi, il compagno del circolo dice che sono ben visibili gli aspetti reazionari, a cominciare dalle rivendicazioni di tipo “protezionistico” e che comunque si tratta di appartenenti ad un’altra classe (agricoltori, piccoli padroni...) e che il problema che abbiamo adesso è di occuparci di quello che stiamo facendo e della nostra classe...

Ripetiamo in tono più colorito e grezzo la stessa cosa ad un giovane proletario che a fine riunione, in uno scambio di opinioni individuale, vuole ritornare sulla questione, e diciamo su per giù queste parole: “Perché dovremmo avere a che fare con questi? questa non è la nostra classe, si tratta di padroni e padroncini che sono incazzati per via della crisi e perché hanno perso in parte il referente politico “sicuro” e cioè quel Cuffaro che come assessore all’agricoltura siciliana prima e presidente della regione poi si era tenuto tutta questa clientela ben salda utilizzando i fondi statali ed europei... sono gli stessi che quando noi manifestiamo per il lavoro o altro ti passano sopra con i Tir e se ne fregano delle tue ragioni...”

Obiezione: sì però questi fanno casino, se si muovono che facciamo?”

Risposta: “Noi organizziamo le nostre forze, facciamo il nostro lavoro a cominciare da quello nei quartieri... poi se davvero avranno il coraggio di assaltare il palazzo vedremo in che modo partecipare...”; la conversazione finisce con un “Va bene...” e l’impegno ad organizzare la manifestazione a Ballarò.

Nemmeno la possibilità dell’“influenza” da contrapporre ai fascisti né la visibilità di una controazione possono riuscire dato che la protesta, abbiamo detto, assorbirà tutta l’attenzione mediatica.

Quindi, organizzare le forze, fare il nostro lavoro, prendere posizione e spiegare e rispiegare... cosa che soprattutto oralmente abbiamo fatto nei giorni seguenti in ogni occasione, abbiamo detto anche che se avessimo avuto la “forza d’urto” necessaria saremmo intervenuti anche subito per spostare il peso della protesta verso i palazzi, comunque stavamo organizzando una manifestazione sabato pomeriggio ma quel giorno i manifestanti non sono andati in piazza...

Non si trattava, quindi, di sostenere le tesi e le posizioni di questa classe, ma di additare come responsabile di tutto il governo, attaccare il governo, locale e nazionale, dicendo che non è in grado di risolvere i problemi sociali, né dei lavoratori e delle masse popolari, né delle piccole imprese come queste...
Sulla natura di classe del movimento dei forconi, quindi, avevamo già chiarito e crediamo che adesso sia più chiaro anche a tutti.

Quello che ci interessa qui è vedere meglio la questione delle prese di posizione e delle manifestazioni aperte di sostegno, soprattutto a livello locale, addirittura con la partecipazione attiva e l’invito a partecipare, al movimento dei forconi...

I fascisti di forza nuova in cerca di visibilità e di una “base reale” (anche elettorale) sulla quale contare hanno provato immediatamente ad intestarsi la protesta ai massimi livelli, mentre a livello locale hanno partecipato ai presidi prima con loro bandiera, poi anche senza, e la cosa ha sollevato una certa indignazione per cui anche gli esponenti dei forconi hanno dovuto, almeno pubblicamente, prendere le distanze, dicendo che non vogliono nessun partito...
La pretesa apartiticità è una scusa strumentale adoperata oramai da tempo dai fascisti che cercano di mascherarsi per conquistarsi le simpatie della “gente” che non ne può più, ecc. ecc. 

Dall’altro lato i compagni dell’Anomalia hanno detto di voler partecipare ai loro presidi per contrastare esattamente questa influenza fascista, e per rafforzare il loro sostegno hanno organizzato una manifestazione studentesca… la loro partecipazione ha incuriosito prima, e preoccupato poi, la stampa borghese, in particolare quando durante il corteo è stata bruciata la bandiera italiana.
E la stampa ne ha riportato le posizioni e questo risalto che hanno avuto sui mezzi di informazione ha messo anche più in luce la loro posizione: parlando confusamente di antiglobalizzazione e portando la bandiera della Sicilia ecco cosa hanno riportato i giornali: “é un’occasione senza precedenti per questa terra, perché sono i ceti popolari ad affacciarsi per la prima volta alla scena politica in modo unito a apartitico, come risposta alla crisi. Ci unisce a loro il rifiuto dell’intera classe politica e la certezza della sua inadeguatezza in questo momento storico.”, “collettivo bisogno di riscatto e di ribellione, senza colore.”, “Siamo stati al fianco dei Forconi e abbiamo avuto la certezza che si tratta di un movimento popolare che porta avanti giuste rivendicazioni.”

Visto che nessun altra organizzazione di “sinistra” ha raccolto l’invito, i compagni dell’Anomalia si sono sentiti in dovere di criticare tutti quelli che “hanno paura”, non volevano “sporcarsi  le mani”, ecc., ma non è sufficiente la voglia di “movimento” a tutti i costi per giustificare o addirittura pretendere di sostenere i piccoli padroni nelle loro rivendicazioni di tipo sindacale, manca l’orientamento nella posizione di classe, non si può in omaggio alla teoria delle lotte dei territori scendere sul terreno della destra.

Le intenzioni dei compagni possono essere anche buone, dicono di applicare il materialismo per capire meglio, ma non bastano le buone intenzioni per mettere in atto anche una pratica buona; un conto è cercare con la propria azione di approfondire il marasma generale... un conto è invece dire che le ragioni di questi forconi, ecc., sono giuste e addirittura lisciarne il pelo nella speranza di diventare in qualche modo interlocutori con l’assurda pretesa di contrastare il peso dei fascisti, perché questo significa sottovalutare il peso di questa classe, ridurla a “movimento”, e non vedere quali sono i loro normali referenti SEMPRE, e che i fascisti invece in questo si trovano come il pesce nell’acqua perché questa è la loro classe di riferimento; ancora peggio è usare argomentazioni di tipo “sicilianista” o “autonomista”... non è così che si strappa al nemico la bandiera della ribellione, civettando con il “separatismo”...

La protesta dei forconi e soprattutto degli autotrasportatori come si vede in questi momenti aveva in sé un portato non solo siciliano ma nazionale per quanto riguarda il prezzo del carburante, delle tariffe autostradali ecc. e non è la prima volta...

Infine il richiamo a Marx e a Lenin a sostegno delle proprie tesi da un lato ci dice che oramai per ogni spiegazione anche chi non è marxista o leninista fa ricorso ai massimi rivoluzionari... ma sulla correttezza e sull’efficacia del loro uso torneremo in seguito...

Nessun commento:

Posta un commento