giovedì 12 gennaio 2012

PC 12 GENNAIO - OPERAI FINCANTIERI A PALERMO DI NUOVO IN PIAZZA

report di un compagno di proletari comunisti presente al corteo.

Dopo l'incontro deludente tra sindacati, azienda e ministro dello sviluppo Passera lo scorso Martedi a Roma, gli operai Fincantieri dello Stabilimento di Palermo tornano in piazza a centinaia dando vita ad un corteo dai cancelli del cantiere navale fino alla Prefettura.
Sostanzialmente il ministro a nome del governo, ha confermato il pieno appoggio al piano industriale Fincantieri che prevede oltre un migliaio di esuberi di cui 140 nel capoluogo siciliano, con ricadute su centinaia di operai dell'indotto.
Questa mobilitazione segue a 20 giorni di scioperi e cortei selvaggi che la scorsa settimana hanno paralizzato la città costringendo il prefetto a "supplicare" gli operai di smetterla di creare disagio e convocando le parti in prefettura nella giornata di ieri.
il corteo ha attraversato l'arteria principale della città, via Libertà scandendo slogan quali " Il cantiere non si tocca, lo difenderemo con la lotta" e "lavoro,lavoro,lavoro".
Al fianco degli operai in lotta anche una delegazione di studenti universitari molti dei quali appartenenti al Collettivo Universitario Autonomo.
Presenti anche le solite delegazioni di partiti della sinistra ex parlamentare elettoralista che dopo latitanze prolungate ai cancelli delle fabbriche fanno capolino a cortei tipicamente sindacali e "tradizionli" come questo, per non parlare anche della comparsa di un paio di militanti e dirigenti locali di Sel con l'evidente intento di diffondere false promesse in vista delle imminenti elezioni locali.
Giunti davanti il palazzo della prefettura un delegato sindacale ha denunciato a gran voce il piano industriale Fincantieri che in nome della produttività prevede la chiusura degli stabilimenti di Genova, Castellamare di Stabia e Palermo ma anche le politiche del nuovo governo dei padroni Monti che al di là della facciata si è dimostrato subito per quello che è: un governo prettamente politico che è andato subito all'attacco della classe operaia e lavoratrice in particolare con la messa in discussione dell'art 18 dello statuto dei lavoratori, aumento di tasse e accise, altro che governo tecnico!
Tutti gli operai hanno gridato in coro "l'articolo 18 non si tocca, lo difenderemo con la lotta!"
Non è mancata anche questa volta la denuncia e gli epiteti all' "amato" sindaco di Palermo Diego Cammarata, noto a tutti per la sua assenza permanente e da qualche mese anche a livello nazionale per gli scandali di corruzione e favoritismi.
l'incontro è durato circa 8 ore mentre sotto gli operai presidiavano l'ingresso respingendo con forza e determinazione provocazioni da parte di digos e sbirri che più volte hanno preteso che gli operai sciogliessero momentaneamente il presidio per il passaggio di auto blu.

il risultato del tavolo di ieri, che ha scongiurato momentaneamente il licenziamento di 140 lavoratori dello stabilimento, è dovuto in parte alle proteste spontanee e cortei selvaggi dei giorni scorsi da parte degli operai fincantieri che ancora una volta davanti alla possibilità del licenziamento scavalcano le dirigenze sindacali e impongono una linea di protesta più radicale, cosa che ad esempio fino all'ultimo giorno non è avvenuta a Termini Imerese con il risultato che tutti conosciamo.

In secondo luogo tale risultato è dovuto alla presa di posizione netta della Regione Sicilia che dopo aver investito oltre 56 milioni di euro nello stabilimento per la ristrutturazione dei bacini, non ha accettato che tale piano industriale si esegue con i tempi e modi previsti da Fincantieri.

Bono così come Marchionne, con un piano industriale del genere intende imporre un fascismo padronale in barba ai diritti fondamentali dei lavoratori, scavalcando le "regole" e attaccando il sindacato in quanto tale. Altra analogia fra i due padroni che si nota chiaramente in questo caso, è quella di incamerare fondi pubblici per poi chiudere gli stabilimenti appellandosi alla "scarsa produttività", quindi invece di investire i soldi come dovrebbe essere logico negli stabilimenti, la azienda li intasca sicuramente non destinandoli al miglioramento della "produttività" intesa come capitale fisso, dato che contrariamente a quanto spesso dicono i padroni che fanno questo tipo di operazioni, il "capitale umano", gli operai sono molto specializzati e professionali, lo dimostra il fatto che per decenni Fiat e Fincantieri hanno lavorato in questi stabilimenti facendo enormi profitti.

Raccogliendo i malumori di alcuni operai abbiamo ribadito che a tale livello dello scontro tra fascismo padronale e classe operaia non basta più la lotta sindacale basata sulla concertazione-sfilata- concertazione, ancor più in una fase in cui il moderno fascismo incarnato da Monti attacca anche il concetto di "concertazione tra le parti" ed in senso "tecnico" prosegue per la sua strada, bensì serve innanzitutto l'organizzazione operaia al di fuori dei sindacati confederali e "ufficiali" perchè le uniche vittorie che si possono ottenere su questo terreno, come dimostrano anche i recenti avvenimenti dell'ultimo anno nel gruppo fincantieri, si hanno solo grazie alla fuoriuscita dagli argini della lotta operaia che avviene "guarda caso" sempre in contrapposizione alle dirigenze sindacali.
In questo senso più volte è stato fatto l'invito a partecipare alla manifestazione del giorno 27 a Roma al primo sciopero generale contro il governo Monti con l'obiettivo di assediare i palazzi del potere contrariamente a quanto successo lo scorso 21 Ottobre dove a fronte degli attacchi padronali una Fiom talmente inadeguata ha confinato operai venuti da tutto il paese a piazza del popolo.

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