sabato 27 agosto 2011

pc 27 agosto cronaca e commento alla manifestazione antirazzista di Bari

400 immigrati e compagni hanno sfilato giovedì 25 per le vie di Bari per la manifestazione in solidarietà con la lotta gli immigrati indetta dal coordinamento regionale antirazzista.

Dietro lo striscione di testa “liberté, basta razzismo e sfruttamento”, retto da immigrati dal cara di bari, hanno sfilato delegazioni da tutta la Puglia. particolarmente folta e combattiva quella da Lecce, in cui erano presenti decine di braccianti del campo di Boncuri, protagonisti della lotta delle settimane scorse, e di richiedenti asilo di Castiglione. La delegazione di proletari comunisti, che ha distribuito un volantone con gli articoli sulla rivolta del cara a Bari e la lotta dei braccianti immigrati di Nardò apparsi sul nostro blog, ha esposto al concentramento tre cartelli con le parole d’ordine “libertà per tutti gli arrestati” “permesso di soggiorno per tutti” “contratto e diritti per tutti”.

Durante il percorso ha preso la parola Ivan, portavoce dei braccianti Nardo e capo riconosciuto di quella lotta, costretto ad allontanarsi qualche giorno fa e tornato in Puglia per la manifestazione.

Ivan ha chiarito lucidamente e affermato con forza il carattere generale delle lotta contro il moderno schiavismo dei caporali nelle campagne pugliesi, le ragioni di unità con la lotta dei lavoratori italiani e con quella per il diritto vivere liberamente e dignitosamente in Italia da rivendicare per tutti quelli che v i si rifugiano. Ha anche citato le rivolte nel nord Africa come un esempio che dà fiducia.

Altri hanno preso la parola riprendendo il volantino degli organizzatori e mettendo in luce ancora le il carattere di universalità e unità della lotta contro razzismo e sfruttamento e per il diritto di asilo e soggiorno per chi fugge da guerre e miserie prodotti e imposti dallo stesso sistema, stato e governo che oggi attacca anche condizioni di vita e diritti dei proletari italiani.

Al termine del corteo davanti alla prefettura, una delegazione composta da rappresentanti dei braccianti di Nardò, di richiedenti asilo di Castiglione e del cara di Bari, e delle associazioni antirazziste è salita in per avere un incontro col prefetto.

Mentre l’attesa del ritorno della delegazione dall’incontro si prolungava, l’atmosfera nel piazzale antistante si è improvvisamente animata quando un gruppo di immigrati rimasti esclusi dalla delegazione hanno chiesto e di partecipare alla discussione e cercato di entrare, ottenendo in risposta il minaccioso serrare le file delle forze di polizia e la precipitoso chiusura del portone del palazzo.

Mentre la maggioranza dei manifestanti sono rimasti passivi e quasi imbarazzati, preoccupati più di non sottrarre legittimità alla delegazione e di non far “degenerare la manifestazione” che di contrastare il nemico sul campo e praticare l’autorganizzazione degli immigrati, il fermo e combattivo atteggiamento di pochi attivisti, in particolare di una compagna di Lecce e della nostra compagna di proletari comunisti, che non si sono lasciate intimidire e anzi hanno a lungo battagliato e alla fine messo a tacere le obiezioni dei funzionari di polizia, ha ottenuto che anche questi immigrati potessero entrare e assistere all’incontro.

Quando la delegazione è scesa, il commento di Ivan è stato: “come al solito ci siamo trovati di fronte gente che non vuole assumersi nessuna responsabilità e anche da questo incontro non esce niente se non la conferma della necessità che questa lotta deve continuare e noi la continueremo”. Enzo Pilò, a nome delle associazioni antirazziste, ha invece commentato positivamente: “se è vero che non otteniamo oggi un improbabile risultato concreto eclatante, è anche vero che è un fatto positivo essere stati ricevuti e aver potuto rappresentare l’urgenza di dare soluzione alla questione dei richiedenti asilo, sollecitando un provvedimento ad hoc, proposta di cui si è preso atto, con l’impegno a riportarla in sedi superiori”.

Un’assemblea conclusiva in piazza ha poi deciso di riconvocarsi in assemblea regionale ai primi di settembre per decidere quale continuità dare alla lotta, magari con iniziative già in in occasione del prossimo sciopero generale.

In sede di considerazioni finali, va detto che se da una parte, tenendo conto del periodo, la manifestazione ha avuto un risultato di partecipazione abbastanza soddisfacente, sia in termini di numeri che di rappresentatività, dall’altra sono emersi chiaramente alcuni lati deboli di linea e prospettiva. Debole è stata la difesa della rivolta esplosa nella stessa Bari ai primi del mese, che si è quasi cercato di ridurre alla giusta ma eccessiva esplosione di rabbia di gente esasperata, qualcosa da scusare invece che una lotta esemplare da difendere e sostenere. Del tutto assente è stata la denuncia del ruolo di forze di polizia e magistratura che, battute sul campo a Bari, puntano decisamente a prendersi la loro rappresaglia, criminalizzando gli immigrati e cercando anzi di allargare il cerchio di presunte “responsabilità” e dell’intimidazione giudiziaria. Troppo vago, infine, è stato l’impegno a proseguire la mobilitazione e darsi forme di coordinamento più strutturate, il tutto demandato a una futura assemblea.

francesco - proletari comunisti Taranto

27.8.2011

pc 27 agosto - TANTI IMMIGRATI ALLA MANIFESTAZIONE DI BARI



Il 25 Agosto, come compagni di Proletari comunisti abbiamo partecipato a Bari alla manifestazione indetta dal coordinamento antirazzista Pugliese .
Gli immigrati che lavorano come braccianti agricoli per alcune settimane a Nardò sono stati in lotta per vedere riconosciuto il loro diritto a un salario dignitoso, a condizioni di lavoro dignitose.
Vengono trattati come schiavi sfruttati dai padroni e dai loro mediatori “i caporali”, sono costretti a lavorare anche 15 ore al giorno senza tregua per un misero salario “2 euro all'ora”, costretti a vivere in accampamenti senza un tetto, senza servizi igienici adeguati, trattati come bestie perchè per i padroni sono solo manodopera a bassissimo costo da sfruttare .
Alla riuscita manifestazione di Bari, a cui hanno partecipato più di 400 persone, venute anche da Taranto, Lecce, erano parecchi i lavoratori immigrati e incazzati. In testa al corteo con i loro eloquenti striscioni hanno urlato la loro rabbia contro i padroni, e le onnipresenti forze repressive dello stato fascista poliziesco. Vi era una grossa delegazione formata da braccianti di Nardò e anche immigrati del C.A.R.A di Bari e di Castiglione, dove sono tenuti come prigionieri, i quali chiedono che sia riconosciuto il loro status di rifugiati politici e il permesso di soggiorno.
C'era anche Ivan lo studente che è nella lotta di Nardò è diventato il loro capo riconosciuto e che nonostante le ripetute minacce di morte dei caporali è sceso nuovamente in piazza.

Il corteo ha attraversato il centro di Bari, da p.zza Repubblica fino a p.zza della Libertà dove una delazione di antirazzisti e immigrati ha tenuto un incontro in Prefettura.
Da questo incontro non è uscita nessuna proposta concreta, solo come al solito vaghe promesse; cosicché si è deciso di organizzare una assemblea regionale per il 2 o 3 Settembre.
La rivolta di questi giorni è servita a far prendere coscienza a tutti i braccianti, che questo schiavismo deve cessare, perciò serve una lotta generale prolungata e coordinata a livello regionale fino all'ottenimento di risultati concreti.
Alla manifestazione di Bari si è toccato con mano la rabbia e la determinazione dei braccianti a continuare la lotta fino in fondo. E noi di proletari comunisti la appoggeremo senza riserve perchè la lotta per difendere il diritto al lavoro, il giusto salario, contro lo super sfruttamento dei padroni, per il permesso di soggiorno per tutti contro il governo fascista e razzista, per la liberazione di tutti gli immigrati arrestati per la giusta rivolta del Cara di Bari, è anche la nostra lotta.

Fiorella di Proletari comunisti – Taranto
27.8.11

venerdì 26 agosto 2011

pc 26 agosto - CHILE PARALIZADO POR LA HUELGA GENERAL.

in spagnolo in via di traduzione

correovermello-noticias.
Santiago de Chile. 24.08.11
La capital y la mayoría de la ciudades y poblaciones de Chile, han secundado el llamado a dos jornadas de Huelga General, convocado por la Central Unitaria de Trabajadores y ochenta organizaciones estudiantiles o gremiales, en protesta a las medidas económicas del gobierno reaccionario y en defensa de una enseñanza, publica, gratuita y de calidad.
Por cálculos realizados en el consumo de energía del país, se aprecia un descenso significativo del consumo, lo cual indica que el seguimiento del paro es masivo.
En Santiago y otras ciudades se han producido duros enfrentamientos entre manifestantes y fuerzas represivas del cuerpo de Carabineros que han usado camiones con cañones de agua para dispersar las mismas.
Se reportan unos 400 detenidos y 8 carabineros heridos de diversa consideración.
La prensa burguesa, desquiciada, afirma que se han producido escenas de saqueo en algunos barrios de la capital y otras localidades del país, así como intentos de asalto a comisarias policiales.
La realidad de la gran lucha que llevan adelante las masas populares en Chile, es que esta haciendo temblar a una oligarquía, enriquecida durante la genocida dictadura militar y que ahora no encuentra una salida a la crisis generada hace ya tres meses por el movimiento estudiantil.

¡ Adelante la lucha obrera y estudiantil !

pc 26 agosto - comunicato stampa del Partito Comunista dell'India - maoista

in spagnolo in via di traduzione


Comunicado de Prensa
10 de junio de 2011


¡EL GOBIERNO FASCISTA DE RAMAN SINGH Y SU BRUTAL REPRESIÓN SON LOS RESPONSABLES DE LOS RECIENTES CONTRAATAQUES DEL EGLP!


¡DETENER LA OPERACIÓN GREEN HUNT DE INMEDIATO ! ¡HACER FRENTE AL DESPLIEGUE DEL EJÉRCITO EN BASTAR! ¡OPONERSE AL PROYECTO DE CONFISCACIÓN MASIVA DE TIERRAS PARA LAS ESCUELAS DE FORMACIÓN DEL EJÉRCITO!

Las continuas contraofensivas tácticas llevadas a cabo por el EGLP [Ejército Guerrillero de Liberación Popular], en especial desde el mes de mayo en Dandakaranya, han significado una serie de golpes a las clases dominantes y explotadoras. Los representantes de las grandes empresas de comunicación, a coro, han puesto el grito en el cielo diciendo que “los ataques de los maoístas han aumentado repentinamente” y expresando su “¡preocupación!”. Prakash Singh, Arnab Goswami, Shekhar Gupta, Chandan Mitra, PV Ramana y el resto de la insolvencia intelectual india se dedican a dar voces por los canales de televisión. Alguno afirma que el gobierno carece de una política eficaz para hacer frente a los maoístas, otro que al gobierno le falta voluntad. Pero, naturalmente, ninguno de ellos está dispuesto a aceptar que estas contraofensivas son el resultado lógico de las políticas represivas del gobierno.

Y del otro lado, ¿qué ocurre?... Pues que el pueblo de Dandakaranya celebra estas contraofensivas del EGLP. Muy especialmente aquellos a quienes les quemaron la casa, aquellos cuyos familiares fueron asesinados, aquellos a los que les robaron todo, aquellos cuyas madres y hermanas fueron vejadas, cuyos hijos fueron víctimas de la brutalidad policial, aquellos que tienen seres queridos pudriéndose en prisión, en especial tras estos dos años de Operación Green Hunt... Todos ellos han expresado su alegría por estos contraataques.

En la noche del 17 de mayo pasado, en el distrito de Dantewada, una de nuestras brigadas hizo estallar una mina terrestre al paso de un vehículo de las Fuerzas de Policía de la Reserva Central [CRPF, en sus siglas en inglés] cerca de Borgudem. Siete mercenarios fueron aniquilado y uno herido en la explosión.

El 19 de mayo, nuestro EGLP realizó una heroica emboscada cerca de la aldea de Nargonda en el distrito de Gadchiroli (Maharashtra). Chinna Venta, una asesino despiadado, jefe del comando C-60, fue aniquilado y otras dos personas resultaron heridas en ese incidente. En esta emboscada dos de nuestros valientes camaradas entregaron su vida. El mismo día, 3 mercenarios más fueron aniquilados por el EGLP cerca de la aldea de Tadigaon en el mismo distrito. Chinna Venta era sinónimo de terror: no quedaba en el distrito de Gadchiroli aldea o familia que no hubiera sido víctima de su tiranía. Actos atroces como palizas, agresiones sexuales contra mujeres, falsos enfrentamientos, robos y sobornos eran su rutina diaria. Una vez se difundió la noticia de la ejecución de Chinna, se instaló un ambiente festivo en todo el distrito.

El 23 de mayo, 44º aniversario del Gran Levantamiento de Naxalbari, en el distrito de Raipur (distrito policial de Gariaband), nuestro EGLP emboscó heroicamente a un destacamento de la policía en la frontera de Odisha, aniquilando a 9 policías, entre ellos el superintendente adjunto de policía Rajesh Pawar. El superintendente adjunto ejecutado tenía la costumbre de sobornar y chantajear a jóvenes de las zonas tribales para convertirlos en chivatos: ésa era su fuente de información; información con la que poder organizar ataques dañinos para el movimiento revolucionario. El pueblo no perdonará jamás a quienes atacan y conspiran contra el movimiento que defiende la justicia.

Ayer, 9 de junio, a las siete de la mañana, los combatientes rojos del EGLP tendieron una emboscada a una patrulla de la policía cerca del campamento que la CAF [Fuerza Armada de Chhattisgarh] tiene en la aldea de Jharaghati en el distrito de Narayanpur: cinco mercenarios fueron aniquilados. Se les incautaron dos armas de tecnología avanzada. Cabe señalar que este campamento se acababa de levantar con ocasión de la Fase 2 de la Operación Green Hunt. Anoche, en la zona de Katekalyan en el distrito de Dantewada, nuestros soldados rojos del EGLP volaron un MPV [Siglas inglesas de “vehículo blindado antiminas”]. Fueron aniquilados un total de 10 policías, de los que 7 eran miembros del SPO [“Fuerzas Especiales de Policía”, en sus siglas en inglés]. Otros tres resultaron heridos. También se confiscaron armas.

También en los últimos días en Chhindgarh, Tongpal, Bande, Gudse y en otros lugares el EGLP ha llevado a cabo acciones de pequeña y mediana escala en las que han sido aniquilados algunos miembros destacados del SPO y policías.

¿Por qué tienen lugar estas contraofensivas?

De hecho, la camarilla de Sonia-Manmohan Singh-Chidambaram y gobernantes al servicio de la explotación como Raman Singh o Shekhar Dutt, que están librando una guerra injusta – la Operación Green Hunt, cuya segunda fase se acaba de anunciar- contra el pueblo del país, son los auténticos responsables de estos ataques. Además de esto, por toda la región de Bastar, las atrocidades y la represión brutal de la policía, los paramilitares, la STF [“Fuerza de Operaciones Especiales”, en sus siglas en inglés], los comandos COBRA y Koya y el SPO han aumentado enormemente. La campaña de terror desatada en cuatro aldeas de la zona de Chintalnar –Morpalli, Timmapuram, Pulanpad y Tadimetla- por las fuerzas armadas gubernamentales es un ejemplo reciente de ello. En los actos de barbarie que llevaron a cabo entre el 11 y el 16 de marzo pasado cerca de 300 casas fueron quemadas; tres aldeanos fueron asesinados; seis mujeres fueron violadas; dos personas permanecen desaparecidas; miles de quintales de cereal fueron quemados por las llamadas fuerzas de seguridad. Es imposible determinar el auténtico alcance de estas destrucciones.

En el distrito de Narayanpur, el pasado 19 de abril, en la aldea Chinari, un chico de catorce años llamado Rajnu Salam fue secuestrado y muerto a tiros por las fuerzas de policía y de los paramilitares, que pretendieron hacer pasar los hechos por un enfrentamiento. Antes de esto, el 23 de marzo, en el mismo distrito, después de un enfrentamiento que tuvo lugar en la aldea de Kullenar, dos camaradas del EGLP, Ramesh y Prabhakar, fueron capturados vivos y aseinados tras sufrir brutales torturas. En las aldeas de Bellamnendra y Vimlaguda, en el sur de Bastar, las fuerzas del gobierno han provocado estragos por doquier. En esta vasta región de Dandakaranya, que se extiende desde los distritos de Rajnandgaon y Kanker en el norte hasta el distrito de Dantewada en el extremo sur, cientos de adivasis han sido arrestados y torturados. Se consumen en las cárceles imputados en casos falsos. Por decirlo en pocas palabras, en Dandakaranya, las fuerzas armadas gubernamentales han proseguido sin descanso su campaña represiva y de terror. Los últimos contraataques se deben analizar en este contexto.

De hecho, el único objetivo de la Operación Green Hunt que se desarrolla en muchas partes del país, en especial en las zonas tribales, es acabar con el movimiento maoísta y convertir estas zonas en cotos de los saqueadores: los capitalistas compradores y las grandes empresas multinacionales. Sobre todo en las zonas boscosas de Jharkhand, Bihar, Chhattisgarh, Odisha, Andhra Pradesh y Bengala Occidental, los gobiernos han firmado cientos de memorandos de entendimiento con grandes empresas. Recientemente, el gobierno ha anunciado la privatización de las minas de Raoghat e invitado a las empresas extranjeras a saquear las abundantes reservas de mineral de hierro. Como el movimiento maoísta es el mayor obstáculo en su camino, hacen esta guerra para acabar con él. Ahora se acaba de iniciar también el proceso de despliegue del ejército. Aunque el ejército se haya instalado so capa de unos “ejercicios”, hasta los colegiales saben que se trata de un proyecto urdido para aplastar los justos movimientos de masas.

Por un lado, el gobierno del BJP [Bharatiya Janata Party (Partido Popular Indio), en hindi] de Raman Singh en Chhattisgarh está completamente volcado en la represión a gran escala del pueblo en lucha; por otro, se dedica a reprimir a todos los que alzan su voz para protestar por ello. El activista por los derechos humanos, Dr. Binayak Sen, fue detenido bajo la acusación de traición y condenado a cadena perpetua sólo por hablar alto y claro contra las atrocidades de las fuerzas gubernamentales y el terror de los Salwa Judum. La “Vanavasi Chetana Ashram” [Asociación para el desarrollo con implantación en Dantewada] de Himanshu Kumar fue liquidada por los mismos motivos: el gobierno de Raman no sólo le ha expulsado de Bastar sino también de Chhattisgarh. A todos y cada uno de los grupos que han acudido a investigar las matanzas de adivasis cometidas en el curso de la Operación Green Hunt no se les ha permitido el acceso a Bastar. Un grupo de mujeres, incluso, fue hostigado y obligado a abandonar la región de Bastar. Recientemente, Swami Agnivesh también fue golpeado y obligado a dejar Bastar cuando trataba de llegar a la zona de Chintalnar para entrevistarse con las víctimas del terror de estado. El ministro del Interior de Chhattisgarh, Nankiram, anunció con total desvergüenza que su gobierno sólo impedirá el acceso a la PUCL [“People’s Union for Civil Liberties”, la mayor y más antigua organización por los derechos civiles de la India] y que incluso a Swami Agnivesh se le prohibirá la entrada en la región de Bastar. Para comprender la naturaleza del gobierno policiaco y fascistoide de Chhattisgarh, el ejemplo de Kalluri, el famoso ex-SSP [“Senior Superintendent of Police”, en sus siglas en inglés] de Dantewada será más que suficiente. En una conferencia de prensa, Kalluri reconoció abiertamente la concesión de una recompensa de 100.000 rupias en metálico a un jefe de los comandos Koya por haber matado a un aldeano so pretexto de que era maoísta. Y sorprendió a todos diciendo que seguiría ofreciendo recompensas en efectivo por cada maoísta muerto. También prometió ¡que no tomaría sal con las comidas hasta que hubieran muerto al menos 12 maoístas!

¡Lo que diga la policía es aquí la ley! ¡Lo que digan el ministro del Interior o el ministro principal es la Constitución de Chhattisgarh! La “democracia” ha quedado reducida aquí a una broma indecente. Leyes como la PESA [“Panchayat Extension to Scheduled Areas”, en inglés], la 5ª Lista [de la Constitución india], etc. se han convertido en una burla. En estas circunstancias, el pueblo no tiene otra opción que resistir en defensa propia.

Hacemos un llamamiento a la policía, a las fuerzas paramilitares y a los miembros del SPO para deciros que no sois nuestros enemigos. Esta batalla no se dirige contra vosotros. Las clases dominantes explotadoras os han lanzado a esta guerra injusta contra el pueblo. Por lo tanto, no participéis en operaciones contra el pueblo ni cometáis actos de terror contra él. Identificad a los verdaderos enemigos del país: los corruptos, los ladrones, gángsters y miembros de la gran burguesía compradora que gobiernan nuestro país en nombre de la democracia.

El Comité Especial de Zona de Dandakaranya del Partido Comunista de la India (Maoísta) hace un llamamiento a todos los trabajadores y demócratas del país para que exijan:

¡Detener de inmediato la Operación Green Hunt!
¡Oponerse al despliegue del ejército en la región de Bastar así como al proyecto de adquisición de 750 kilómetros cuadrados de tierras para entrenamientos del ejército!
¡Exigir la imposición de sanciones rigurosas contra todos los altos funcionarios de la policía, incluyendo al SSP Kalluri, al inspector general Langkumer y al director general de la policía Viswaranjan, así como contra los miembros de los comandos COBRA y Koya implicados en las atrocidades y actos de terror cometidos contra el pueblo de la zona de Chintalnar!
¡Exigir la liberación incondicional de todos los adivasis encarcelados!

Gudsa Usendi
Portavoz
Comité Especial de Zona de Dandakaranya
PCI (Maoísta)

tratto dal blog odiodeclase

martedì 23 agosto 2011

pc 23 agosto - Libia.. un regime neocoloniale asservito all'imperialismo in Libia

L'IMPERIALISMO USA-FRANCIA-GB-ITALIA con lo strumento della NATO ha definitivamente messo le mani sulla Libia.
Un governo neo-coloniale ad essi asservito sostituisce il regime di Gheddafi, che pure negli ultimi anni aveva comunque garantito gli interessi dell'imperialismo.
Le rivolte arabe, compreso le masse libiche sollevatesi contro Gheddafi, hanno oggi un nemico in più, che peraltro può fare dell'esempio libico una strada da seguire contro regimi ad essi scomodi - Siria in particolare - messi in crisi dalle rivolte popolari.
I punti per tutti, e in particolare nei paesi imperialisti occupanti, restano denuncia e lotta contro l'imperialismo, e il proprio in particolare; sostegno alle rivolte popolari del mondo arabo per l'istaurazione di repubbliche di nuova democrazia antimparialiste in marcia verso il socialismo.
I due aspetti vanno insieme.

proletari comunisti
23 agosto 2011

lunedì 22 agosto 2011

pc 22 agosto - proletari comunisti - blog quotidiano - ritorna a settembre

comunicato
Proletari comunisti - quotidiano comunista online - riprenderà le pubblicazioni complete e sistematiche nella prima decade di settembre.
A fine mese si tiene un seminario nazionale su tutti i temi della situazione politica internazionale e nazionale e i compiti attuali dei comunisti sul piano ideologico- politico e organizzativo.
In questa occasione saranno ripianificate le pubblicazioni:
- il giornale di intervento politico 'proletari comunisti'
- la rivista marxista-leninista-maoista 'la nuova bandiera'
- i fogli degli/per organismi di massa
- la diffusione e circolazione della rivista internazionale 'maoistroad'.
Nel seminario sarà affrontata la situazione interna-esterna dei comunisti
nella/per costruzione del partito comunista maoista all'insegna di due questioni:
-lotta contro l'opportunismo,l'economicismo,il localismo,lo spirito di piccolo gruppo presente in alcuni sedi e che va combattuto,debellato,superato per costruire i circoli e avanzare nella costruzione del P. su scala nazionale
-per sconfingere il nemico principale a livello nazionale e internazionale, che sono l'opportunismo e il revisionismo, è necessario una lotta ideologica e una formazione
risoluta per battere 'l'estremismo' forma del rivoluzionarismo piccoloborghese.

La ripresa del blog e dell'attività piena avverranno nella prima decade di settembre
ma naturalmente su tutti i piani siamo già impegnati: in particolare nella lotta
contro la manovra finanziaria del governo, contro il fascismo padronale, la lotta per il lavoro,la lotta degli immigrati, la lotta contro la guerra e l'imperialismo e a fianco delle rivolta di londra, le rivolte arabe, le guerre popolari.

proletari comunisti
22 agosto 2011