venerdì 24 giugno 2011

pc 24 giugno - NAPOLI: OCCORREREBBE UN CONTROPOTERE DELLE MASSE!

La drammatica situazione della popolazione di Napoli è la dimostrazione che questo sistema sociale capitalista porta solo disastri, malattie, una condizione di vita da moderno medioevo, proprio nelle metropoli imperialiste.
Il capitalismo, porta il "terzo mondo" nel "primo mondo".
Ora si vuole ricorrere ai ripari. Ma ogni intervento che fa questo sistema politico, economico, non solo non risolve la situazione, ma la peggiora, boicottando anche le "soluzioni" riformiste borghese, e l'unica cosa in cui "ci sa fare" è nella repressione delle popolazioni.
La "monnezza" per le strade è la "monnezza" di questo sistema, "legale" e illegale malavitoso, basato solo sul profitto, sull'affarismo, sul fare "oro" per pochi dall'abruttimento di vita per la maggioranza.

Occorrerebbe un contropotere agente delle masse.

pc 24 giugno - A LUGLIO UDIENZA FINALE DEL PROCESSO DEI 3 OPERAI LICENZIATI DELLA FIAT DI MELFI

Il 14 luglio vi sarà l'ultima udienza del processo in corso al tribunale di Melfi sui licenziamenti dei 3 operai della Fiat Sata: Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, pure delegati, e Marco Pignatelli.
E' chiaramente la più importante udienza; dopo vi sarà la sentenza del giudice che deve confermare la prima sentenza che dava ragione ai 3 operai e imponeva alla Fiat il loro rientro in fabbrica e respingere il ricorso fatto dall'azienda.
E' un processo, esemplare, da un lato della linea da fascismo padronale della Fiat di Marchionne, dall'altro della opposizione e resistenza operaia a questa linea.
Per questo, interessa non solo la Fiat di Melfi, ma tutte le fabbriche Fiat, e anche tutti gli operai e i lavoratori. Se, malauguratamente la Fiat vincesse, la sentenza verrebbe utilizzata da Marchionne per rafforzare la sua arroganza e l'attacco ai diritti dei lavoratori.
Per questo fin da ora chiamiamo ad una partecipazione dalle altre fabbriche, dalle altre città all'udienza del 14 luglio.

L'attenuazione in questi mesi dell'opposizione agli effetti del piano Fiat, sta pericolosamente facendo tornare anche realtà come la Sata, in cui le lotte degli anni passati avevano fatto fare un passo indietro ad azienda e capi, alla situazione precedente i "21 giorni", quando si era arrivati a migliaia di provvedimenti disciplinari.
"Oggi - ci dice Marco Pignatelli - l'azienda e i capi sono tornati a fare tantissimi provvedimenti disciplinari, sembra di essere tornati a prima dei "21 giorni; vi sono anche vari trasferimenti di operai iscritti alla Fiom, alla Cub, mandati alla ex Itca, che sta diventando una specie di reparto confino.
Contro questi trasferimenti vi sono state delle fermate, degli scioperi (di cui abbiamo parlato in altri articoli del blog), ma non c'è stata continuità...".

Ci vuole un nuovo "21 giorni"? Certo, più di prima!

pc 24 giugno - "MELANIA VOLEVA DENUNCIARE GLI SCANDALI IN CASERMA"

Quindi, un omicidio, quello di Melania, che ha come teatro e causa l'esercito, il "normale" humus maschilista e fascista che vive al suo interno. Non basta che sia indagato - alla buon ora, dopo mesi! - Salvatore Parolisi, deve essere scoperchiato e attaccato tutto il marciume interno alla caserma.
Anche perchè quanto sta venendo fuori non è un'eccezione (tanti altri episodi lo dimostrano) ma il frutto delle concezioni e della pratica con cui è di fatto costruito l'esercito, le forze armate in generale, che fanno il pieno dei peggiori "valori": arroganza, disprezzo per la gente e in particolare per le donne, "l'onore", la "difesa del corpo", ecc.

Ripubblichiamo quanto scrivevamo il 9 giugno:

"Benchè continui il clima omertoso sull'assassinio di Melania, ormai i dubbi iniziali su un delitto che vede l'Esercito in prima fila si vanno confermando.
Ora si "scopre" quello che tanta gente del posto sa da tempo: l'esistenza in alcuni alberghi, bed&breakfast della zona, di festini in cui i militari dell'esercito portano giovani reclute; si scopre di una "normalità" in questo ambiente militare di abusi sessuali.
Ora viene fuori che il marito di Stefania era andato più volte in questi alberghi, accompagnato da varie ragazze che facevano l'addestramento militare.
Ora sia pur timidamente alcune soldatesse cominciano a parlare.

E' possibile quindi che Melania abbia scoperto non solo i tradimenti del marito, ma questo andazzo generale, e che poteva parlare e denunciarlo. E che quindi la sua vita diventava un pericolo per "l'onorabilità del militare e dell'esercito", e allora andava messa a tacere.
Questo piega forse anche la maniera da "guanti gialli" con cui si sta indagando, il fatto che finora l'esercito in quanto tale non sia stato investito.
In questo sistema la morte di una donna val bene la difesa del corpo militare pregno per suo sistema della concezione sessista, fascista, machista..."

pc 24 giugno - Un criminale sindaco del consiglio comunale di Racalmuto

Dal “profondo nord” al “profondo sud” diversi comuni in maniera comunque costante nel tempo vengono sciolti per “infiltrazione mafiosa”, un riconoscimento ufficiale del fatto che, come si vede, le istituzioni sono in mano a questo tipo di persone che rappresentano un sistema totalmente marcio… (il sindaco è un ex idv indagato 13 volte che aveva proposto il premio Sciascia a Berlusconi per una giustizia giusta!)...

dal gds

23/06/2011 -

Indagato per mafia, si dimette il sindaco di Racalmuto

Salvatore Petrotto

CRONACHE - SICILIA

Avrebbe favorito Cosa Nostra: indagato il sindaco di Racalmuto

Salvatore Petrotto lascia dopo un dibattito in aula coi capigruppo consiliari: "Sono certo di chiarire ogni aspetto della vita politico-amministrativa, ma non voglio compromettere le istituzioni che rappresento"

RACALMUTO. Il sindaco di Racalmuto , Salvatore Petrotto, indagato nei giorni scorsi per concorso esterno in associazione mafiosa, si è dimesso. Dopo un dibattito in aula con i capi gruppi consiliari, ha rassegnato le proprie, irrevocabili, dimissioni, nelle mani del segretario generale del Comune.

Pettrotto è stato accusato dal collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati di aver favorito, con l'aggiudicazione diretta di due lavori, Cosa Nostra. Sempre secondo Di Gati, Petrotto avrebbe inscenato gli attentati intimidatori di cui è stato vittima a partire dal 1993. "Dopo un'attenta riflessione, avendo potuto constatare che alle violenze, intimidazioni ed attentati subiti negli anni Novanta, si aggiungono, adesso, le ombre che sono calate sulla mia vita, prima che di pubblico amministratore, di uomo, lascio l'incarico di sindaco e il Comune", ha detto Petrotto.

... Adesso, il Comune di Racalmuto verrà retto dal vice sindaco Giovanni Mattina in attesa che la Regione siciliana nomini un commissario.

pc 24 giugno - Un criminale al consiglio comunale di Alessandria

Nei giorni scorsi in Piemonte ci sono stati più di centocinquanta arresti, all'interno dell'operazione Maglio condotta dalle 'forze dell'ordine' contro la presenza nella regione della 'ndrangheta calabrese.

Tra i nomi eccellenti finiti nell'elenco degli arrestati figurano, ça va sans dire, alcuni politicanti: uno di questi è Giuseppe Caridi, arrestato dai carabinieri insieme con altre diciassette persone, con l'accusa di appartenenza ad una base, dell'organizzazione criminale suddetta, che controllava il Basso Piemonte.

Neanche a dirlo, il Caridi - che del gruppo di malavitosi è l'unico a non essersi avvalso della facoltà di non rispondere alle domande formulate dal gip - è un forzitaliota facente parte della maggioranza che sostiene il sindaco Piercarlo Fabbio.

Segnalo, infine, che questa sera - venerdì 24 giugno - presso il Laboratorio sociale di via Piave 65 (la ex caserma dei Vigili del Fuoco da alcuni anni occupata da diverse associazioni vicine al movimento dei Disobbedienti) si terrà, proprio alla luce di questa vicenda, un'assemblea pubblica sul tema della legalità in città.

Alessandria, 24 giugno 2011

pc 24 giugno - TELEPERFORMANCE VUOLE COPIARE IL MODELLO FIAT?

Oggi si stanno tenendo le assemblee sindacali dei lavoratori di Teleperformance per valutare e decidere su quanto è emerso nei due incontri ministeriali a Roma e che dovrebbe avere la sua conclusione il 30 giugno presso il Ministero del lavoro.

Un lavoratore, Rsu della cgil presente a Roma riferendosi ai resoconti della stampa su questi incontri, dice che i giornali non raccontano tutto.
"La realtà è che Teleperformance vuole fare fuori 1464 lavoratori tra Roma e Taranto, e su questo non c'è stato nessun passo indietro; semplicemente ribalta la palla ad istituzioni e sindacati confederali, della serie: se voi siete capaci di evitare questo... fatecelo sapere..."
Quindi la cassintegrazione posta dai sindacati come alternativa alla mobilità e ai licenziamenti è tuttora al buio, visto che l'azienda non dà effettive garanzie sul futuro.
Le Regioni del Lazio e della Puglia per il 30 chiedono a TP la presentazione di un piano industriale come condizione per dare altri finanziamenti, così come dicono che monitoreranno periodicamente questo piano, affinchè, soprattutto, non vi siano altre delocalizzazioni. Ma tuttora il coltello dalla parte del manico c'è l'ha Teleperformance.

Ma c'è anche dell'altro, continua il lavoratore: "siamo venuti a sapere di contatti tra azienda e un dirigente nazionale della Cisl in cui TP ha chiesto al sindacalista di avallare un peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro anche per chi resta: una riduzione (su base volontaria - sic!) dei contratti da 33 a 20 ore settimanali (per altro senza garanzia che chi li accettasse verrebbe escluso dalla casintegrazione).
Ma soprattutto si parla di un possibile accordo per una rinuncia ai diritti stabiliti dal contratto nazionale, su modello Marchionne: tra cui, non pagamento dei primi tre giorni di malattia, intervento sulle pause in violazione del TU sulla sicurezza...".

C'è da dire che sarebbe troppo facile per Teleperformance fare proprio il modello Marchionne, visto che sta già sulla buona strada, visto che i dirigenti di TP, come il loro compare, non rispettano neanche i loro stessi impegni (l'anno scorso di questi tempi imposero i contratti di solidarietà dicendo che così potevano garantire l'occupazione...) e dei diritti dei lavoratori ne fanno già carta straccia (buona parte dei lavoratori, e soprattutto le lavoratrici, hanno conseguenze fisiche per il lavoro che svolgono e l'azienda non fa fare neanche le visite mediche previste, ecc., ecc.).

OCCORRE ORA CHE NELLE ASSEMBLEE PARLINO E DECIDANO LE LAVORATRICI E I LAVORATORI.
OCCORRE SALVAGUARDARE IL POSTO DI LAVORO PER TUTTI E CHE NON CI SIA UNA ULTERIORE RIDUZIONE DEL SALARIO.

pc 24 giugno - CORTEO A ROMA CONTRO GLI ARRESTI E I PESTAGGI DURANTE UNO SFRATTO ALLA GARBATELLA

Da Liberazione:
"Tre ragazzi arrestati che saranno processati per direttissima domani, ultrasettantenni feriti, una ragazza prelevata con la forza da due agenti in borghese e malmenata in una stanza del commissariato. Sembra assurdo ma è il bilancio pesantissimo e inquietante dell’esecuzione di uno sfratto martedì nel quartiere popolare della Garbatella a Roma del quale i giornali hanno riportato la cronaca in qualche trafiletto. Tentiamo allora di ricostruire i fatti culminati in quest’operazione repressiva.
La signora Flavia vive con la sua famiglia in un appartamento dell’Ater, l’ex Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Roma... certo ingenuamente e spinta dall'esigenza, ha pagato circa ottanta milioni di lire alla fine degli anni ’90 all’assegnatario della casa popolare. Il quale, naturalmente, non poteva vendere qualcosa di cui non è padrone. Si tratta di una pratica speculativa di chi evidentemente non ha bisogno di una casa e ha ricevuto non si sa bene come un alloggio popolare che poi “cede” in cambio di una “buonuscita”. In questo caso il signor S.C. decide però di tentare una doppia speculazione. Di riottenere cioé anche la casa. Il tribunale dà ragione a S.C. che chiede di sfrattare la signora Flavia... Una storia che mobilita intorno a Flavia, oltre che associazioni e attivisti, molti cittadini del quartiere Garbatella che la conoscono da anni. In tanti organizzano un picchetto antisfratto per martedì, giorno per il quale S.C. ha ottenuto l’intervento della forza pubblica... Allo sfratto questa volta si presentano però, oltre che le forze dell’ordine in divisa, una quindicina di agenti in borghese che improvvisano un blitz che tutti i testimoni raccontano come estremamente violento e a tratti anche grottesco. Gli agenti sbagliano prima la porta e fanno irruzione nell’appartamento dell’anziana vicina della signora Flavia che si spaventa e li minaccia. «Guardate che chiamo la polizia», urla da dietro l’uscio. «La polizia siamo noi» rispondono dall’altra parte. La signora non scoppia a ridere, ma ha comprensibilmente un malore. A nulla servono le proteste di Simona Panzino dell’Agenzia Diritti dell’XI municipio che viene messa da parte, mentre gli agenti sfondano la porta “giusta” e trascinano via per il collo il fratello del compagno di Flavia. Interviene un ragazzo di Action per dire di mollarlo e viene caricato sulle spalle da un altro agente. Entrambi vengono portati al vicino commissariato di Garbatella. Il compagno di Flavia corre al commissariato per chiedere informazioni e viene arrestato. I tre saranno processati per direttissima domani con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Accusa pesante visto che alcuni agenti si fanno refertare al vicino Cto. Se non bastasse, la storia non finisce qui. Una quindicina di persone si reca al commissariato per seguire gli sviluppi della vicenda. Tra questi c’è Giovanna Cavallo, un’attivista di Action. Un agente, sempre in borghese, la avvicina e le chiede i documenti. Al rifiuto la preleva e torcendole un braccio la trascina in una stanza del commissariato mentre lei urla per il dolore. Gli altri agenti nel commissariato escono dalle stanze attirati dalle urla. Chiusa in una stanza, le viene chiesto il cellulare, ma Cavallo chiede prima di sapere sei si trova in stato di fermo o di arresto. Nel primo caso semplicemente spegnerà il cellulare nel secondo vuole chiamare un avvocato. La risposta è uno schiaffo che la colpisce al volto al quale segue un pugno che la farà piegare in due dal dolore. Quando rialza gli occhi trova un altro agente che è intervenuto a fermare il picchiatore che la fa accomodare dietro la scrivania, la identifica e la rilascia...

... Un'operazione così violenta e insensata non è mai avvenuta a Garbatella. Si tratta della perdita di controllo di alcuni agenti o di un salto di qualità nella risposta che si vuole dare al crescente disagio sociale in cui versa la città di Roma?...".

DICEVA CORRADO GUZZANTI: "...LA SECONDA CHE HAI DETTO..."
Un salto di qualità che però si va rapidamento normalizzando, come dimostrano altri episodi di gratuita e assurda repressione anche dei giorni scorsi: pensiamo, sempre a Roma, alla violenta aggressione e cariche ai precari della scuola...

pc 24 giugno - Confindustria Palermo rinvia firma per Termini Imerese... Lombardo dice di no...

Fiat: slitta firma accordo per infrastrutturazione Termini Imerese

ultimo aggiornamento: 22 giugno, ore 21:07

Palermo, 22 giu. - (Adnkronos) - Rinviata la firma dell'accordo di programma per l'infrastrutturazione dell'area industriale di Termini Imerese (Palermo) in vista dell'addio della Fiat. L'intesa, come spiega Confindustria Palermo, doveva essere siglata venerdi' alle 16 presso il municipio della cittadina palermitana. A sottoscriverla la Regione siciliana, il Comune di Termini Imerese, la Provincia di Palermo, il Consorzio Asi di Palermo, l'Anas, l'Autorita' portuale di Palermo, Rete ferroviaria italiana, Societa' degli interporti siciliani, Consorzio Imera Sviluppo 2010, Sosvima spa.

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Il fatto quotidiano

Fiat, rinviato l’accordo per Termini Imerese Romani: “Rispetteremo tabella di marcia”

Nessun accordo regionale per Termini Imerese. La firma per il programma di rilancio dello stabilimento Fiat palermitano, prevista per venerdì prossimo alle 16, è stata rinviata a data da destinarsi, secondo quanto riferisce la Confindustria Palermo. Circostanza smentita dal presidente della regione Raffaele Lombardo, che oggi ha incontrato a Roma il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. L’appuntamento è previsto tra due giorni tra la Regione siciliana, il Comune di Termini, la Provincia, il Consorzio Asi e l’Autorità portuale di Palermo, l’Anas, la Rete ferroviaria italiana, la Società degli interporti siciliani, il Consorzio Imera Sviluppo 2010 e Sosvima spa. Per decidere del destino dei più di 2mila lavoratori dello stabilimento dall’1 gennaio 2012, quando la Fiat lascerà la Sicilia.


Nessun rinvio delle decisioni sul futuro di Termini Imerese, per il dopo Fiat, secondo il governatore siciliano. Nell’incontro con il ministro Romano, secondo quanto riferito da Lombardo, si è discusso del contratto di sviluppo e dei piani industriali delle aziende interessate ad investire sul sito. Si è anche parlato, sempre nei racconti del presidente, della proposta della ‘Dr auto’, il gruppo molisano guidato da
Massimo Di Risio che ha inviato una manifestazione di interesse al ministero dello Sviluppo economico tramite Invitalia dopo la composizione della Short list. Romani ha assicurato al presidente Lombardo che il necessario approfondimento verrà effettuato tempestivamente e che la tabella di marcia già stabilita verrà rispettata. Il ministero, continua il governatore, ha già fissato per l’8 luglio il termine per la presentazione da parte delle aziende del piano industriale nel dettaglio previsto dal contratto di sviluppo.

pc 24 giugno - Operai Fincantieri Palermo in sciopero contro lo spostamento a fine turno della pausa mensa

L'amministratore delegato della Fincantieri Bono, tra i maggiori responsabili del disastro della cantieristica pubblica italiana, vuole forse imitare il maestro del fascismo padronale Marchionne non solo chiudendo stabilimenti dichiarati "improduttivi" ma anche "sperimentando" cambiamenti negli orari degli operai che vengono accusati in maniera aperta o nascosta di assenteismo… mentre in questo periodo gli operai sono quasi tutti in cassa integrazione!

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Gds

23/06/2011 -

Slitta la pausa mensa? Sciopero alla Fincantieri di Palermo

FINCANTIERI PALERMO SCIOPERO

Ieri i lavoratori hanno incrociato le braccia per due ore. La Fiom: "Invece di parlare di investimenti si chiedono solo sacrifici"

di SALVO RICCO

PALERMO. Fincantieri vuole emulare il modello produttivo della Fiat, e scatta subito lo sciopero delle tute blu. Ieri, dalle 14 alle 16, i lavoratori hanno scioperato. La Fiom, subito sugli scudi, ha proclamato uno sciopero lampo e domani tutte le sigle sindacali si riuniranno in assemblea con i lavoratori. Al Cantiere Navale la scintilla è scattata non appena i sindacati, riuniti con l'azienda per discutere sul turno unico mattutino, dalle 6 alle14, per i saldo-carpentieri, sono stati informati delle intenzioni di Fincantieri di far slittare da mezzogiorno a fine turno, e cioè alle 13,30, la mezz'ora di pausa mensa per tutti i lavoratori. Una sperimentazione che partirebbe proprio da Palermo e che farebbe da apripista a quella flessibilità del lavoro che l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha lanciato sul tavolo ministeriale.«Invece di parlare di investimenti e carichi di lavoro, Fincantieri chiede soltanto sacrifici - dicono i rappresentanti della Fiom, Francesco Piastra e Francesco Foti -. La nostra posizione è di contrasto a cambi di turno di lavoro che comportano solo rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori». La Uilm è più attendista. «Non c'è nessun accordo firmato sui turni e nessun parallelismo con il caso Fiat - precisa il segretario regionale della Uilm, Silvio Vicari -. C'è invece l'esigenza di rappresentare ai lavoratori quanto sta accadendo. Saranno loro a decidere». Non si esclude l'ipotesi referendum tra i lavoratori. «Come sempre Abbiamo informato i sindacati della possibilità di un turno estivo per tutti i lavoratori e considerato una pausa alle 13,30 - commentano da Fincantieri -. Adesso aspettiamo la loro decisione».

giovedì 23 giugno 2011

pc 23 giugno - la spezia .casa pound banda armata fascista

Scoperto arsenale da guerra nella sede spezzina di Casa Pound
22 giugno 2011

La Spezia - Catene, fionde, bastoni, spray e fumogeni. È un vero e proprio
arsenale da guerra quello sequestrato nella sede spezzina di CasaPound
Italia durante un blitz congiunto realizzato dalla Digos e dal nucleo
investigativo dei Carabinieri della Spezia.

L'operazione arriva a tre giorni dagli scontri che hanno caratterizzato l'inaugurazione
della sede del movimento di estrema destra culminati con la denuncia di nove
giovani spezzini appartenenti all'area antagonista. Per il presidente e il
coordinatore dell'associazione, due genovesi di 26 e 19 anni, è scattata la
denuncia.

All'interno della sede le forze dell'ordine hanno anche trovato uno
sfollagente telescopico in metallo, tre fionde con relativi dadi,
quattordici manici di piccone di legno, sei catene di metallo di varia
lunghezza, tubi metallici e bastoni di legno, ma anche tirapugni in metallo,
moschettoni metallici, spray antiaggressione e fumogeni.

Fonte:
http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2011/06/22/AOhJJZe-scoperto_arsena...
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pc 23 giugno _ Genova .denunciati operai fincantieri in lotta.. verso genova 2011 ?

Durante il corteo del 24 maggio a genova
Fincantieri, scontri davanti alla Prefettura: otto denunciati
22 giugno 2011

Genova - Otto persone, appartenenti all’area antagonista e dei centri sociali, sono state denunciate dagli agenti della Digos di Genova per gli scontri davanti alla Prefettura durante la manifestazione organizzata dalla Fincantieri lo scorso 24 maggio.

Durante il corteo, organizzato per manifestare contro il piano industriale dell’azienda, un gruppo di antagonisti si era infiltrato tra gli operai e aveva iniziato a lanciare bottiglie e biglie di ferro contro la sede istituzionale. Gli agenti avevano cercato di isolarli ma a quel punto era scoppiato lo scontro che aveva portato al ferimento di dieci poliziotti.

Il più grave aveva riportato un trauma a una mano. Tra le persone denunciate, sei sarebbero già noti alle forze dell’ordine in quanto già denunciati e indagati per i precedenti scontri durante le altre manifestazioni a Genova.

Fonte:
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011/06/22/AO0UAZe-fincantieri_prefet...

pc 23 giugno - Napoli ..Ancora una volta si criminalizzano iprecari-disoccupati BROS

Sui quotidiani si legge ancora una volta che i precari BROS sono oggetto di criminalizzazione da parte della magistratura con un dossier della questura su alcuni fatti successi in città e da cui prendiamo le distanze non solo perchè estranei da queste azioni ma anche perchè lontane dalle nostre idee sulla questione rifiuti.
Da molti mesi i precari BROS sono impegnati nel sensibilizzare i cittadini a fare la raccolta differenziata e quindi lungi da noi bruciare cassonetti di spazzatura e quant’altro anzi noi gridiamo a gran voce che nulla va bruciato per non arrecare danno alla salute con la diossina.
Come movimenti di precari BROS organizzati abbiamo fatto molte iniziative ,in tutto il centro cittadino e provincia, di raccolta differenziata,bonifiche del territorio,spazzamento delle strade dimostrando a tutti che abbiamo tutte le competenze per poter lavorare in questo settore e che è possibile attuare la raccolta porta a porta.
Ribadiamo a gran voce che non c’è nessuna regia occulta dietro le nostre manifestazioni tutte alla luce del giorno ma anzi invitiamo la politica a non dare risposte repressive ma di mantenere gli impegni presi con i precari per un tavolo interistituzionale in prefettura alla presenza di Comune Provincia e Regione.
Riteniamo i politici napoletani irresponsabili poichè il disagio sociale come la precarietà e la disoccupazione vanno affrontati senza inasprire il conflitto ma con il dialogo tra le parti con risposte concrete attraverso la convocazione da parte del sottosegretario Musumeci di un tavolo di confronto con gli enti locali poichè ci sono i fondi a disposizione dal piano lavoro e manodopera specializzata da utilizzare!
• Convocazione del tavolo interistituzionale subito
• Spettanze arretrate,480.00 euro,subito ai precari BROS
COORDINAMENTO DI LOTTA PER IL LAVORO

pc 23 giugno - la grecia in rivolta ..48 ore nelle strade


“48 ore nelle strade” – L’assemblea Aperta di Syntagma chiama a due giorni di azioni per il voto al Parlamento nel nuovo patto dell’FMI/BCE/UE


L’intero paese in piazza Syntagma, per non far passare l’Accordo di Medio Termine!

Per un mese, abbiamo innondato le piazze di tutto il paese reclamando di riprenderci la vita. Alla fine di giugno, la nostra lotta raggiunge un punto di svolta. Il governo con nessuna legittimazione sociale, sta tentando di far passare l’Accordo di Medio Termine. I loro piani non dovrebbero essere passati. Non possiamo permettere il saccheggio della ricchezza sociale, non tollereremo la miseria di molti per garantire i profitti di pochi. Le manovre dei media, le false ricostruzioni e il ricatto del governo, Fondo Monetario Internazionale ed Unione Europea non ci inganna. Ora sappiamo che il dilemma non è tra il fallimento e l’Accordo, perchè l’Accordo porta matematicamente al fallimento sociale. I sindacati hanno chiesto 48 ore di sciopero generale nel corso dei due giorni di dibattito e voto dell’Accordo di Medio Termine al Parlamento. Durante questi due giorni nessuno dovrebbe lavorare, consumare o sostenera la rottura dello sciopero. La mattina del primo giorno di sciopero ci riuniamo in piazza Syntagma con le assemblee di tutto il paese e di tutti i quartieri di Atene.

Il giorno dell’approvazione dell’Accordo di Medio Termine, circonderemo il Parlamento e invieremo il messaggio che il popolo lo rifiuta!

Per un mese abbiamo manifestato che non ci sono sensi unici, che abbiamo il potere di tracciare un nuovo corso per la società. Ora è il momento di fare il prossimo grande passo. Ora è il nostro tempo, ora parliamo!

O noi, o loro – Democrazia Diretta Subito!

Le persone dell’Assemblea di Piazza Syntagma 22 Giugno 2011

pc 23 giugno - per l'avanzamento dell'unità del movimento comunista internazionale mlm, un importante documento del CC del PCP

¡Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Al Movimiento Popular Perú:
¡Applicare il maoismo e schiacciare il revisionismo!
¡Che il maoismo passi al comando della nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale!

“…La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, in una prospettiva storica, è lo sviluppo più importante del marxismo-leninismo da parte del presidente Mao; è del grande problema irrisolto della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato 'rappresenta una nuova tappa, ancor più ampia e profonda, della rivoluzione socialista nel nostro paese’...”
“... Il Partito Comunista del Perù, attraverso la frazione guidata dal presidente Gonzalo che diede impulso alla sua ricostituzione, assunse il marxismo-leninismo-maoismo nel 1966; nel 79 la parola d’ordine; sostenere, difendere e applicare il marxismo-leninismo-Mao Tse-tung pensiero!; nell’81:Verso il maoismo! e, nell’82 il maoismo parte integrante e sviluppo superiore dell'ideologia del proletariato internazionale: il marxismo-leninismo-maoismo ...”
Documentos Fundamentales PCP

Il PCP saluta il lavoro che sviluppa il Movimento Popolare Perù, MPP, per svolgere la campagna: Applicare il maoismo e schiacciare il revisionismo, concepito come parte del compito di contribuire a imporre il maoismo come comando e guida della rivoluzione proletaria mondiale! Che il maoismo passi alla guida della nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale! È il compito definito dal Presidente Gonzalo e che il PCP va sviluppando dall’82, applicando e mostrando al mondo la validità universale della ideologia scientifica del proletariato, il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo.
Il Partito richiede al MPP di applicare le direttive per contribuire all'unità del movimento comunista internazionale, e speriamo che la campagna contribuirà ad appianare le divergenze, rafforzarne l'unità e creare le condizioni per la convocazione di una conferenza dei rappresentanti dei partiti comunisti e organizzazioni rivoluzionarie. Attualmente esistono molte differenze di principi ma, per complesse che siano, dobbiamo unire le forze e lavorare per rafforzare i partiti comunisti nella lotta contro l'imperialismo yankee.
Dobbiamo difendere l'unità nel MCI, lottare contro le scissioni all'interno del MRI, combattere coloro che vogliono liquidarlo, che dal di fuori, senza aver partecipato alle riunioni, senza avere argomentato come necessario con documenti, parlano contro l'unità e chiamano a formare nuove organizzazioni. È chiaro che costoro applicano la politica revisionista "se non si fa quello che dico io me ne vado e formo un'altra organizzazione" sono quelli capitolano, quelli che senza fare lotta tra le due linee sono, vogliono usare gli altri partiti perché parlino e agiscano per loro. Poi, nelle successive riunioni faranno il salto.
Compagni, ribadiamo quanto segnalato dal Presidente Mao:
"L'esperienza più importante del movimento comunista internazionale consiste nel fatto che lo sviluppo e vittoria di una rivoluzione dipendono dall'esistenza di un partito rivoluzionario del proletariato. Occorre un partito rivoluzionario.
Occorre un partito rivoluzionario costruito sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista.
Occorre un partito rivoluzionario che sappia integrare la verità universale del marxismo-leninismo con la pratica concreta della rivoluzione nel proprio paese.
Occorre un partito rivoluzionario che sappia legare strettamente la direzione alle grandi masse popolari.
Occorre un partito rivoluzionario in grado di difendere la verità e correggere gli errori e che sappia fare la critica e l’autocritica ".
Combattiamo le posizioni revisioniste che affermano:
"C’è grande disordine nel movimento comunista internazionale e tentativi che si fanno per una dichiarazione congiunta creano ancora più disaccordo ... La lotta per l’unità dei comunisti a livello mondiale si trova in una situazione molto complicata che è senza dubbio un'occasione d'oro per i liquidazionisti per fare danni. Ciò che è importante per quanti vogliono lottare per l'unità dei comunisti e, dunque, porre al primo posto i principi del marxismo e niente altro."
Questa campagna ha un obiettivo: contribuire a che maoismo passi al comando della nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale! Serva ad unire i comunisti, per sviluppare una corretta lotta tra le due linee, a schiacciare i revisionisti, schiacciare l’accordo di pace, qui e all'estero, serva ad iniziare la guerra popolare. Proprio così! I revisionisti sono in preda al panico e vedono tutto nero come la loro tomba, vogliono l'amnistia, pensano che è sufficiente proclamare principi e nient'altro, ripetono "... basta linea", portano tutto a scissione, sono quelli che cercano di formare gruppi e lavorano senza direzione proletaria, sono quelli che elencano i problemi per mettere in discussione le organizzazioni rivoluzionarie, vecchie posizioni che qui abbiamo combattute.
Dobbiamo insistere con i partiti e le organizzazioni rivoluzionarie nel fondamentale del maoismo, il potere, il potere sotto la direzione del proletariato, la rivoluzione democratica, la rivoluzione socialista e le rivoluzioni culturali. Il Potere basato su una forza armata diretta dal Partito comunista, conquistato e difeso con la guerra popolare. Per noi questo ha la massima importanza, non comprendere o ignorare il fondamentale del maoismo ha fatto sì che alcuni membri della MRI vedano la rivoluzione separata dal problema del potere, pretendendo di distruggere il vecchio stato senza costruire un nuovo potere, che è il problema principale, così diventa una guerra che non costruisce e non esercita il nuovo potere, la nuova politica, la nuova economia, la nuova cultura, e la rivoluzione non può avanzare, vedere la situazione in Nepal. Questo è un problema principale, da trattare ampiamente nel MRI. L'esperienza dei partiti comunisti che sviluppano guerra popolare deve servire a incarnare ed applicare maoismo. Per questo è decisivo lavorare affinché il MRI convochi una Conferenza Allargata con la partecipazione di tutti i membri, per affrontare i seguenti punti:
1.-Bilancio dell'applicazione del maoismo. Il fondamentale del maoismo e la Rivoluzione Culturale.
2.-esperienza del proletariato internazionale, principalmente di quanti sviluppano guerra popolare.
3.-La lotta contro il revisionismo oggi.
4 .- Altri punti importanti che siano sollevati da altri membri.
Compagni, diamo impulso il dibattito sull'applicazione del maoismo per schiacciare il revisionismo e combattere il cretinismo parlamentare, dibattito necessario nel movimento comunista internazionale, e nel MRI. Ciò dovrebbe servire a realizzare il compito definito dal presidente Gonzalo: che il maoismo passi al comando la nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale! Raccogliendo l'esperienza del PCC, in particolare della Rivoluzione Culturale.
Facciamo conoscere nel dettaglio questi 31 anni di gloriosa guerra popolare, vediamo alcuni aspetti principali: come il PCO va applicando saldamente la nostra ideologia, il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo, e, in particolare per noi, il pensiero Gonzalo; la costruzione concentrica dei tre strumenti della rivoluzione, la militarizzazione del Partito, il principio della direzione e dei capi della rivoluzione, che la rivoluzione non si dirige dalla prigione. Affermando e basandoci sui principi comunisti siamo in grado di mantenere la rotta della rivoluzione tracciata dal Partito e dal Congresso, ciò ci ha permesso di affrontare l'arresto della Grande Direzione e dei dirigenti del Comitato Centrale, di affrontare la flessione del EPL, del nuovo potere, di affrontare campagne di accerchiamento ed annientamento, di tenere alta la bandiera della rivoluzione mondiale. Sono tutti aspetti che devono essere sviluppati, ognuno di essi. Il PCP, tenendo presente l’esperienza del proletariato internazionale dopo la perdita del presidente Mao, e del compagno Stalin, considerò che avrebbe potuto strutturarsi un dato LOD che avrebbe alzato la testa per attaccare il partito in nome del presidente Gonzalo, sventolare bandiere rosse per combattere la rivoluzione, sostenere e incoraggiare capitolazione. Tutto ciò fu sintetizzato affermando: "…il PCP ha subito una svolta strategica dopo l'arresto del Pte. Gonzalo e della sua Direzione Centrale storica, per cui si sono dovute sviluppare nuove strategie, nuova LPG, nuova tattica, nuovo lavoro di costruzione, lavoro di massa, ecc, una nuova linea che dovette imporsi nella lotta, sconfiggendo la linea precedente .... ". Così sostennero il ripiegamento della rivoluzione mondiale, e ora questi miserabili, dalle carceri, dicono che " non si sarebbe dovuto iniziare la guerra popolare nell’80, che siamo in ripiegamento, ... l'imperialismo è forte", negando così l'offensiva strategica della rivoluzione mondiale che pochi mesi aveva riempito le loro bocche, con l'equilibrio strategico scuoteva il paese. Di fronte all'arresto del Presidente Gonzalo, tutto il partito ha serrato le file intorno al Comitato Centrale, tutto il partito si strinse per mantenere la rotta della rivoluzione e applicare il discorso del Presidente Gonzalo, per scongiurare e schiacciare qualsiasi attacco dentro e fuori il partito. Per difendere la vita del Presidente Gonzalo.
Il partito scese in prima linea, scongiurò la presa dei comitati regionali da parte della LOD, miserabili agenti del SIN, li colpì in modo contundente come i traditori che sono. La LOD ha montato e continuerà ordire panzane, lettere di pace (piano dell'imperialismo ovunque ci siano rivoluzioni, vedere il ruolo dell’ONU), ci sono prove che abbiamo fornito. Dalle carceri influenti dirigenti dicevano, "Ho incontrato il presidente e ha mi ha detto che dobbiamo lottare per l'accordo di pace", il fatto è che il Presidente non ha dichiarato nulla pubblicamente! Nessuno può dire che il Presidente si sia mai espresso pubblicamente dopo il discorso, tutto il resto sono: lettere, video, voci su che mi ha detto o che ha scritto un libro, ecc. un castello di carta.
Compagni prima dell’ILA, ci siamo forgiati nel principio che la guerra non si ferma un minuto, semplicemente e concretamente, nel non abbassare mai la bandiera della rivoluzione in nessun caso, la questione continuare ad applicare i principi, per noi principalmente Pensiero Gonzalo.
Vorremmo condividere le nostre esperienze con altri partiti comunisti. Al MRI ricordiamo la sua grande responsabilità, il proletariato internazionale domanda più guerra popolare e noi dobbiamo incondizionatamente lavorare per unire i comunisti del mondo. Ci sono state tappe dopo la vittoria della rivoluzione cinese che il proletariato deve assimilare per poterle applicare. Ci sono problemi nella linea ideologica e politica che il MRI non è riuscito a indicare correttamente né ha saputo prendere posizione tempestivamente nella lotta contro il revisionismo di oggi. Manca la comprensione, e in alcuni casi c’è perfino opposizione, del fondamentale del maoismo.
Sul Medio Oriente, l'imperialismo yankee, il sionismo e l'Arabia Saudita stanno cercando di frenare e disorientare la lotta del popolo arabo e colludono per sostituire un tiranno con un altro, per posizionarsi meglio nella regione ed espandere la loro egemonia territoriale, perciò svilupperanno maggiore genocidio. Urge legarsi ai comunisti arabi. È una questione che va ulteriormente sviluppata.
Compagni, vi auguriamo il successo nei compiti di quest'anno, di assumere saldamente la responsabilità del partito di responsabilità, applicare le direttive e le linee guida prima descritte. Combattere il revisionismo e i gruppuscoli che collaborano con la reazione, che all'estero pullulano.


Comité Central
Partido Comunista del Perú
giugno 2011

pc 23 giugno - Tunisia .. dal movimento comunista maoista di tunisia


Sulla situazione rivoluzionaria in Tunisia: Movimento comunista maoista

Nota del redattore: Questa dichiarazione è un contributo al dibattito e alla riflessione internazionale sulla situazione in Tunisia. Essa contiene ... interessanti riflessioni sugli strumenti necessari per il prolungato processo rivoluzionario che si è aperto da gennaio: comitati popolari, costruire l'antagonismo nelle campagne, e così via.

Il Movimento comunista maoista in Tunisia è abbastanza vicino al PCmF, il PCmI - Proletari Comunisti, al PC dell’India, i maoisti PCR in Canada, con i quali ha firmato una dichiarazione il 1 ° maggio.

Indirizzo inviato dal Movimento comunista maoista in Tunisia:

All'attenzione della conferenza sul Medio Oriente e il Nord Africa

Caro / cari compagni

Ci scusiamo di non poter partecipare alla vostra conferenza, salutiamo la vostra iniziativa e considerare questa nostra dichiarazione come una partecipazione.
Caro / cari compagni, gridiamo tutti insieme, lavoratori di tutto il mondo e popoli oppressi unitevi!

1 – Teniamo ad informare i lavoratori e i popoli oppressi di tutti i paesi che le masse in Tunisia hanno innescato la scintilla delle insurrezioni che si è propagata in Egitto, allo Yemen, Libia, Marocco e Siria, senza dimenticare le proteste in Algeria e gli Emirati del Golfo. Sottolineiamo che si tratta sicuramente di insurrezioni spontanee, violente che hanno coinvolto tutte le classi popolari: operai, contadini, disoccupati, artigiani, studenti, funzionari pubblici e anche professionisti come avvocati, medici ecc .
Queste insurrezioni sono senza direzione proletaria, vittime di imbrogli reazionari, delle promesse di tipo medievale dei partiti fondamentalisti, e dei partiti riformisti e opportunisti, come la reazione, sostengono, a torto, che si tratta di una rivoluzione.

2-Le rivolte hanno dimostrato che la contraddizione fra gli imperialisti da un lato e i lavoratori e i popoli oppressi dall’altro non si è per niente attenuata, ma invece si è accentuata come conseguenza della politica decretata dal FMI e della Banca Mondiale responsabili della povertà dei popoli, della disoccupazione, e di tutti i mali che affliggono le società semicoloniali, semifeudali. Queste insurrezioni hanno dimostrato ancora una volta che le semicolonie sono i focolai della rivoluzione, dove si concentrano le tre contraddizioni che governano il mondo. Queste insurrezioni hanno inoltre dimostrato inequivocabilmente che il popolo può essere padrone di se stesso, può prendere il destino nelle proprie mani e dettare le proprie leggi, è esso che scrive la storia, al contrario di ciò che dicono gli imperialisti e i reazionari che esaltano il ruolo dell’individuo. Ma questo popolo senza una avanguardia rivoluzionaria non può cambiare nulla, peggio ancora, si sente ferito quando vede la sua ribellione rapita, il suo potere usurpato dalla reazione e gli opportunisti di ogni colore.

3 - Di fronte a questa marea che si è riversata su questi paesi arabi, il sistema imperialista si è mobilitato e ha dato una mano ai suoi servi locali per soffocare questa onda insurrezionale, ha inviato consiglieri, sbloccato soldi per aiutare la classe burocatico-compradora, i burocrati e i feudali ad affrontare la rivolta popolare che continua nonostante la repressione e le false promesse, dato che le persone che hanno pagato con la vita questa sollevazione e che ha sacrificato i propri giovani, e non ha avuto niente come contropartita. Esso rimane povero, senza risorse, privato della libertà e della dignità.

4 - l'insurrezione è in pericolo, lo slancio rivoluzionario spontaneo rischia di indebolirsi e finirà per essere soffocato, se le forze rivoluzionarie non si assumono le loro responsabilità per mettersi all’avanguardia delle lotte in corso che esplodono a tutto campo, talvolta senza prospettive. Le masse popolari vogliono proteggere la loro rivolta - "rivoluzione" - come dicono, ma la reazione, i Fratelli Musulmani e l'opportunismo di sinistra sono in allerta, questi tre nemici sono in agguato, vogliono recuperare gli slogan dell’insurrezione, ma il popolo ancora resiste e il movimento maoista, anche se minoritario, avanza a passi da gigante grazie alla sua tattica che rifiuta la collaborazione di classe e la coesistenza pacifica nelle stesse strutture con le forze reazionarie del vecchio potere, i Fratelli Musulmani e la burocrazia sindacale. Il movimento maoista lavora per una direzione rivoluzionaria del movimento popolare, in seno alle strutture indipendenti della reazione e degli opportunisti dichiarati. Questa direzione dei comitati popolari potrebbe, con lo sviluppo della coscienza di classe delle masse popolari, aprire la via allo scoppio della lotta armata nelle campagne in fermento, unica alternativa rivoluzionaria per la liberazione delle masse dato che senza esercito popolare il popolo non ha nulla.

5-il movimento comunista maoista ha smascherato fin dall’inizio i cosiddetti comitati di protezione della rivoluzione, dato che questi comitati venivano designati, calati dall’alto, senza alcun avallo popolare; diversi comitati sono composti, in aggiunta, dai Fratelli Musulmani, approvati dal Partito comunista operaio tunisino, che era in alleanza con il movimento fondamentalista nel contesto del movimento 18 ottobre, "rcdistes" (relativo all’RCD, il partito al governo) e la burocrazia sindacale che ha architettato tutto con il governo ad interim attuale. Il movimento maoista ha difeso i comitati popolari nati dal popolo, indipendenti dal governo, dai Fratelli Musulmani e dalla sinistra opportunista rappresentata dal Partito Comunista dei Lavoratori tunisino, dal cosiddetto Partito del lavoro patriottico democratico e dal Movimento patriottico Democratico. Questi partiti, detti di sinistra non hanno che un solo nemico, il movimento maoista, che considerano un movimento dogmatico, settario, incivile, populista o perfino terrorista.

6 - care, cari compagni
Noi comunisti maoisti in Tunisia, abbiamo combattuto per più di 40 anni contro il regime reazionario, servo dell'imperialismo, e contro l'opportunismo di sinistra che ha minato il movimento popolare e cerca ancora e ancora di impegnarlo verso la via della collaborazione di classe, dichiariamo che la lotta continua contro il governo in carica, i Fratelli Musulmani e l’alternativa riformista per la rivoluzione di "Nuova Democrazia", poi socialista e comunista. Certamente le vie sono tortuose, ma il futuro rimane luminoso; i sacrifici saranno enormi, ma la vittoria gioiosa e sontuosa.

7 - Esprimiamo il nostro sostegno alla lotta delle forze rivoluzionarie di tutto il mondo e chiamiamo i comunisti ad imparare dalle lotte nelle cittadelle dell'imperialismo e dalle guerre popolari che si svolgono in India, Perù, Filippine... I nostri sforzi devono convergere per sviluppare la nostra lotta per la rivoluzione proletaria mondiale, brandendo la bandiera dell'internazionalismo proletario, e rafforzando l'unità dei comunisti maoisti e concretizzarla attraverso strutture rivoluzionarie e internazionali efficaci.

Viva le lotte proletarie e popolari per un mondo senza sfruttamento e oppressione.

Abbasso l'imperialismo ei suoi lacchè.
Viva il marxismo-leninismo - maoismo.
Per un più coerente internazionalismo proletario.

Il Movimento comunista maoista in Tunisia
Tunisi il 18 Maggio 2011

pc 23 giugno - Francia - grande manifestazione contro le espulsioni dei tunisini 29 giugno



La Cause du Peuple :

Grand rassemblement contre les expulsions le 29 juin !
Mercredi 29 juin 2011
- dès 15 heures -
Rassemblement devant la Préfecture de Bobigny
Expulsés de la barre Balzac - Occupants de la Fraternité



Ce mercredi 29 juin 2011 est organisé un grand rassemblement à 15 heures devant la préfecture de Bobigny. Ce sera l'occasion d'afficher notre soutien aux expulsés de la barre Balzac - Occupants de la Fraternité, mais aussi de se réunir pour s'opposer de manière générale aux expulsions, qu'elles aient lieu à la Courneuve, Montreuil ou ailleurs.


Élargissons la résistance !
Partout, discutons, créons des comité de lutte
et organisons-nous contre les expulsions !


Soyons nombreux pour cet après midi de solidarité et de résistance !

pc 23 giugno - spagna ..la rebellion se justifica !

da Correovermello/noticias.

Este pasado domingo 19 de junio, en un gran numero de ciudades del Estado español se han celebrado manifestaciónes multitudinarias convocadas por diversas asambleas de barrios o por la plataforma del 15 M.
Formada mayoritariamente por jovenes parados o trabajadores en precario, a pesar de sus titulaciones universitarias, el 15 M ha sabido recoger el descontento de un amplio sector popular harto de las medidas de la UE y del FMI.
Es cierto que muchas de sus consignas no rebasan el marco de la democracia burguesa o simplemente resultan ingenuas, mas su rechazo, en la practica, a los corruptos mecanismos del poder burgues les han llevado a boicotear en Catalunya la formación del Parlament. El reaccionario Artur Mas y otros representantes del poder burgues tuvieron que acceder, cobardemente, en helicoptero.
La rabia con que condenaron los mass media del regimen este boicot demuestra el grado de inquietud que generan las movilizaciones populares contra su "democracia".


¡ LA REBELIÓN SE JUSTIFICA !

pc 23 giugno - processo Marlane di Praia a mare parte domani

Comunicato stampa

DISCO VERDE AL PROCESSO MARLANE

Archiviata la falsa partenza d’aprile, prende il via il 24 giugno presso il
tribunale di Paola l’atteso processo penale a carico della Marzotto di
Valdagno. Dei quindici dirigenti e tecnici indagati due sono nel frattempo
deceduti, ma i restanti tredici, rinviati a giudizio per omicidio colposo
plurimo e disastro ambientale, dovranno rispondere ai giudici di ciò che la
Marlane di Praia a Mare ha prodotto in termini di decessi e di ammalati
attribuibili alle sostanze in uso nelle lavorazioni. Essi dovranno anche dar
conto della mancata tutela dei lavoratori, dell’esiziale inquinamento dell’area
circostante e dello specchio di mare a ridosso del sito produttivo. E dovranno
farlo al cospetto delle centinaia di parti civili e in tale veste si registra
la presenza dello SLAI Cobas, il sindacato che ha avviato e poi gestito in
solitaria per oltre un decennio la lotta approdata al processo in itinere.
Anche gli enti locali di Tortora e Praia a Mare, la provincia di Cosenza e la
regione Calabria, pur se tardivamente hanno deciso di aderire dimentichi alcuni
di aver concesso all’azienda ogni genere di privilegio e autorizzazione e, se
risponde al vero, anche lo sversamento a mare dei liquami e l’interramento dei
fanghi nel terreno di pertinenza. Eppure negli anni lo SLAI Cobas alla
Provincia e alla Regione c’era stato a più riprese, aveva dialogato con vari
presidenti ed assessori, li aveva edotti vanamente di ciò che di strano
accadeva nella fabbrica Marlane. Nella lista degli aderenti anche la presenza
dell’associazione Medicina Democratica, reduce dai risultati positivi del
petrolchimico di Porto Marghera, dell’ amianto e della Tyssen Krupp. Tra le
altre costituzioni si registra quella della CGIL, pur presente in fabbrica col
suo rappresentante nella gestione diretta dell’indotto, e mentre lo SLAI Cobas
si spendeva senza risparmio questa si girava dall’altra parte ergendosi spesso
a difesa dell’azienda. La storia della Marlane è tutta da scrivere, al di là
delle conferenze stampa contornate da incredibili autoincensamenti e millantati
meriti e ciò non giova al buon andamento del processo, come non giovano gli
sterili tentativi dell’ultimo minuto di far cambiare l’impalcato accusatorio.
Il processo Marlane sarà anche questo.

Praia a Mare, 22.06.2011
Alberto Cunto
SLAI Cobas - Coordinamento CS

pc 23 giugno - un altro sbirro pluristupratore...prima o poi pagherete caro, pagherete tutto !

Massimo Gatto, maresciallo dei carabinieri: sarebbe, costui, un vero
esempio di "correttezza civica e morale", secondo gli scopi dell’Unione
nazionale cavalieri d’Italia, di cui è vicepresidente nazionale e
presidente provinciale?

Riportiamo, così com’è, la notizia Ansa sull’ennesimo stupratore
(seriale) in divisa.

Abusi su arrestata, militare in manette

Comandante carabinieri violenta 11 donne

22 giugno, 23:29

Abusi per 48 ore su donna, militare in manette

di Igor Greganti

MILANO – Era arrivata in Italia da pochi giorni dalla Polonia, senza
conoscere una parola di italiano. L’avevano subito arrestata per un
banale furto in un centro commerciale e poi portata nella cella di
sicurezza di una stazione dei carabinieri, in attesa del processo.

E’ stato proprio là, in quella caserma in un piccolo comune alle porte
di Milano, che la ragazza, appena 19 anni, è andata incontro stando alle
indagini della Procura milanese a una terribile umiliazione: abusata per
due giorni dal militare più alto in grado. Così il comandante della
stazione dei carabinieri di Parabiago, Massimo Gatto, 47 anni, è finito
oggi in carcere per aver costretto la ragazza a subire 48 ore di
violenze. Ma non solo.

Emerge dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto, Pietro
Forno, e dal pm Cristiana Roveda oltre dall’ordinanza firmata dal gip
Enrico Manzi, che il maresciallo sarebbe anche un violentatore seriale.
Nei capi di imputazione, infatti, gli vengono contestati altri sei
episodi nei confronti di altrettante donne di cui l’uomo avrebbe abusato
o che avrebbe cercato di molestare.

Prostitute o donne che per una denuncia o per un consiglio si erano
presentate in caserma. Inoltre, gli investigatori del nucleo operativo
del Comando provinciale di Monza hanno individuato altre quattro donne
che hanno subito abusi dal militare, alla fine degli anni ’90. In questo
caso, pero’, i fatti di reato risultano prescritti.

Il sospetto degli inquirenti inoltre è che ci siano anche altre vittime
e per questo Forno, che guida il pool ‘reati sessuali’, ha lanciato un
invito a tutte “le persone che hanno avuto esperienze similari” di
rivolgersi ai carabinieri o alla stessa Procura di Milano. La ragazza
polacca era stata arrestata il 15 gennaio scorso per aver rubato dei
giochi elettronici in un centro commerciale. E’ stata rinchiusa nella
camera di sicurezza della stazione, in attesa del processo per
direttissima. Il comandante Gatto, stando all’ordinanza, le si è subito
avvicinato, invitandola a uscire dalla cella per fumarsi una sigaretta
con lui in bagno, dove poi sarebbero avvenuti gli abusi. Ripetuti anche
nelle ore successive e il giorno seguente, non in cella ma sempre dentro
la caserma. La ragazza dopo aver patteggiato la pena il 17 gennaio in
Tribunale, si è precipitata negli uffici della Polfer di Milano per
presentare la denuncia per le violenze subite. Denuncia che è stata
trasmessa al pm di turno che ha subito ascoltato il racconto della
giovane.

Gli inquirenti hanno poi raccolto le testimonianze dei colleghi del
comandante, dalle quali è emerso che l’uomo poteva aver avuto gli stessi
atteggiamenti con altre donne, le quali invitate a denunciare in
passato, non l’avevano fatto. Sentite dai pm nell’inchiesta, però, sei
donne, tra cui due sorelle, hanno raccontato di aver subito violenze o
tentativi di violenza, tra il 2004 e il 2010. Tra queste, emerge dall’
ordinanza, ci sono una prostituta romena, una ex prostituta che si era
presentata in caserma per una denuncia, un’altra donna che era andata
nella stazione per un problema con la patente, altre due che si erano
presentate per una denuncia.

Infine, anche una donna che era andata nella stazione a esporre la sua
difficile situazione coniugale. In più, i pm sono riusciti a ricostruire
anche gli abusi sessuali subiti da altre quattro donne negli anni
Novanta, ma quei fatti sono oramai prescritti. Gatto è accusato di
violenza sessuale aggravata per aver agito nei confronti di una persona
in stato di privazione della libertà, di concussione sessuale e
perquisizione arbitraria, perché avrebbe perquisito la ragazza
straniera, quando già era stata controllata da un militare donna.
L’interrogatorio di garanzia è fissato per venerdì [nel carcere di San
Vittore] davanti al gip Manzi.

pc 23 giugno - gli scontri davanti al parlamento di ieri

Comunicato-stampa Cobas


IL GOVERNO ALLO SBANDO NON SOPPORTA IL DISSENSO

CARICATA A FREDDO LA PROTESTA A MONTECITORIO



Un governo allo sbando, delegittimato dal grandioso voto referendario del popolo italiano, si è preso una meschina rivincita questa mattina facendo caricare a freddo, senza alcuna giustificazione, la manifestazione di protesta che l'alleanza sociale e sindacale "Roma Bene Comune", che raggruppa numerose strutture e organizzazioni romane tra le quali i COBAS, aveva indetto contro le politiche governative nella città e nel Paese e per la difesa del diritto al lavoro e alla casa, dei beni comuni e degli spazi pubblici.
La manifestazione era assolutamente pacifica ed esprimeva la rabbia popolare con slogan, striscioni, canti ironici e sbeffeggiamento della squallida congrega che, nel contempo, rappattumava i cocci governativi e fingeva di essere in ottima salute grazie al millesimo voto di fiducia strappato da Berlusconi ad una genia di parlamentari succubi e servili.

Dunque, l'aggressione non può avere alcuna giustificazione, e rivela la vendicativa e isterica crisi di nervi che ha attraversato l'aula parlamentare e il governo Berlusconi. Oltre alle "forze del disordine" in divisa, hanno agito anche alcune persone, non meglio identificate, in borghese che si sono scagliate a più riprese contro alcuni manifestanti. La risposta è stata comunque lucida e forte: dalla piazza è partito un corteo che ha portato la protesta per le strade del centro di Roma, aumentando via via il numero dei partecipanti, che poi sono successivamente tornati, una volta calmatesi le intemperanze poliziesche, a Montecitorio.

E' questo l'ennesimo segnale del fatto che il governo Berlusconi è oramai in netta minoranza nel Paese ed è allo sbando: ma nostro compito ora, sulla spinta del successo referendario e dell'ondata popolare in difesa dei beni di tutti/e e per tutti/e, è quello di porre fine alla folle idea, dominante anche nel centrosinistra, che si possa uscire dalla crisi con le privatizzazioni, il massacro della scuola e della sanità pubblica, dei beni comuni, del diritto all'abitazione e al reddito, alle pensioni, ad un salario decente. Dopo trenta anni di craxi-berlusconismo, facciamo vincere il "noi" sull'"io", la solidarietà e la giustizia sociale sull'arrivismo, sulla competizione individuale sfrenata, sulla corruzione e la politica politicante.

Paghi la crisi chi non l'ha mai pagata

e chi ne ha tratto ulteriore ricchezza per sé e per la propria banda!


Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS



22 giugno 2011








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mercoledì 22 giugno 2011

pc 22 giugno - Fiat Termini Imerese tra Stati generali e assenza di futuro si riparte dalla lotta

La verità sul destino degli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese si fa strada anche tra i dirigenti della Regione che stanno per firmare il piano di 150 milioni per nuove infrastrutture utili ad agevolare l’inserimento nell’area delle imprese che hanno chiesto i contributi pubblici.

Venturi, assessore regionale alle attività produttive, sta pensando di chiedere alla Fiat di posticipare la data di chiusura dello stabilimento di Termini prevista per il 31 dicembre. Se da un lato Venturi dice che la Regione conferma la volontà di “mantenere la vocazione del territorio che è e deve restare un polo automobilistico”, dall’altro conferma che si aspettava altro e che il risultato al momento è deludente. “In lizza ci sono 5 aziende, due si sono ritirate e una la Dr il cui progetto di produzioni di automobili sembrerebbe interessante, non è ancora entrata ufficialmente nella lita ufficiale di Invitalia.” “Probabilmente – aggiunge – occorre cambiare strategia, cercare altre aziende in Italia e nel mondo spiegando meglio che conviene investire in Sicilia, anche perché sono disponibili circa 350 milioni (250 della Regione e 100 dello Stato) per sostenere investimenti a Termini Imerese”.

Ancora niente di fatto dunque. E mentre i nodi vengono al pettine ieri all’incontro sugli Stati generali sulla Fiat organizzati dall’Università i sindacalisti peggio di campane totalmente stonate ripetono le vecchie giaculatorie…

Entro l’8 luglio tutte le aziende dovranno presentare i piani industriali definitivi al Ministero dello Sviluppo Economico. È chiaro che se non dovessero esserci reali cambiamenti sarà necessario ripartire dalla dichiarazione degli operai dell’indotto: “… tra sei mesi Fiat se ne andrà e non abbiamo in mano niente…. Da settembre inizierà la guerra, siamo stati in silenzio per troppo tempo”.

pc 22 giugno - Scontri a Montecitorio tra precari e polizia

CHIEDIAMO LAVORO CI DANNO POLIZIA
E' QUESTA LA LORO DEMOCRAZIA!

Cacciare il governo Berlusconi e ogni governo dei padroni
_____________

Tensione all'esterno di Montecitorio, i precari della scuola e dell'università si sono scontrati con la polizia che ha messo in atto un cordone difensivo intorno alla zona. All'interno del palazzo il premier Silvio Berlusconi sta tenendo il suo discorso alla Camera. I precari volevano protestare contro il governo. Gli scontri sono cominciati dopo che i precari sono stati aggrediti da alcune persone. Ad assistere alla manifestazione c'erano molti giornalisti.

http://www.nanopress.it/politica/2011/

pc 22 giugno - come in cina si affrontò il problema dei RIFIUTI DURANTE LA RIVOLUZIONE CULTURALE

come in cina si affrontò il problema dei RIFIUTI DURANTE LA RIVOLUZIONE CULTURALE

UN ALTRO MODO DI AFFRONTARE IL PROBLEMA

Attualmente con l'esplodere del problema dei rifiuti a Napoli (ma potrebbe benissimo esplodere anche in altre città italiane) si escogitano risposte di tutti i tipi. Quella prevalente è quella che si potrebbe benissimo definire repressivo/affaristico è quella che allontana ogni vera soluzione al problema. Non aiuta neanche quelli che si limitano a dire che dicono che ci vuole la raccolta differenziata. Tutti evitano il nocciolo del problema: che il modo di produzione capitalistico esige una produzione continua di merci a prescindere dalla loro utilità e dalla durata.
Quello che si descrive nasce dalle esperienze vissute da un intellettuale italiana in Cina, Maria Antonietta Maciocchi, a prescindere dai lidi successivi che si è collocata, vale sempre la pena di vedere come in un paese socialista che stava lottando per cercare di costruire un modo diverso e alternativo a quello capitalista affrontava questo problema.

Trasformare e utilizzare tutti i rifiuti.

L'industrializzazione, che poggia sulle capacità di ogni singolo di produrre energia, si applica anche a reimpiegare all'infinito quella rigenerazione mediante i propri sforzi, per cui il rinnovamento tecnologico è Cina anche il prolungamento ad oltranza della vita delle macchine già esistenti, di ogni ordine e tipo. Un altro dei principi politici della produzione industriale è la cosiddetta utilizzazione integrale per cui, osservando i processi produttivi grandi e piccoli, in Cina viene fatto di pensare che il principio di Lavoiser - “Nulla si crea, nulla si distrugge” - sia stato dalla chimica trasferito all'industria, in grandi e piccole fabbriche, dove si opera una laboriosissima rivalutazione dei rifiuti industriali. “Nella fabbricazione di un prodotto, le risorse sono parzialmente trasformate in questo prodotto, e il resto diventa 'rifiuto'”, il 6 febbraio 1971. “La questione è di sapere come considerare questi rifiuti. Dal punto di vista metafisico, il rifiuto non può essere utilizzato e deve essere gettato. Dal punto di vista materialista dialettico, quel che è rifiuto e quel che non lo è sono termini relativi. Nessuna cosa al mondo è un rifiuto in assoluto ...Dopo essere stato trasformato e utilizzato, il materiale di rifiuto può diventare un prodotto, del materiale utile.”
In una Comune di Canton, dai vapori di una fornace di calcio, abbiamo visto estrarre carbonato di calcio, che serve alla farmacopea e alla fabbricazione di dentifrici.
L'esempio più clamoroso è quello che abbiamo colto nella cartiera di Canton, dove lavorano tremila operai. La riutilizzazione dei residui industriali è tipica. Mao la visitò nel '56, lesse il diario della fabbrica, e ascoltò le proposte degli operai sul modo di reimpiegare i rifiuti. Nella cartiera ho visto affissa una foto di Mao, in maniche di camicia, collo sbottonato, larghi pantaloni stretti da una cinturina, che sta chiacchierando con un operaio a fianco di una macchina. Nella cartiera viene adottato il principio di fare la rivoluzione seguendo le regole della parsimonia e di sviluppare l'utilizzazione dei residui industriali attraverso l'impiego di tecniche sintetiche. Altra foto di Mao, davanti a un carretto colmo di rifiuti che egli indica col dito, mentre sta parlando, evidentemente di questo, agli operai. In conclusione, nella cartiera hanno cominciato ad utilizzare i residui di carta per fabbricare nuova carta: ci dicono di aver risparmiato 400 metri cubi di legno eguali a 200 tonnellate di carta l'anno. Utilizzando, poi, i residui delle fibre di legno e l'acqua occorsa alla lavorazione della carta ne hanno tratto: resina di pino, acido solforico che serve a fibre artificiali, e ora stanno sperimentando in un nuovo reparto l'estrazione di alcol dai rifiuti liquidi. Le fibre di legno residue vengono ora trasportate da un canale sotterraneo verso la nuova lavorazione. Dalla tagliatrice, i ritagli di carta sono spediti subito verso una caldaia in ebollizione, e se ne trarrà in seguito carta da imballaggio. Facendo bollire l'acqua utilizzata nella cartiera, e mettendovi sostanze chimiche, la depurano e ne traggono poi polvere di vaniglia. Ci spiegano che gli operai hanno appreso a fondo non solo la strada per eliminare i rifiuti contro l'inquinamento, ma la loro riutilizzazione benefica. La linea cinese del rifiuto dello schema dell'accumulazione capitalista, perseguito nel mondo industrializzato, e del carattere oppressivo della tecnica, che ne discende, può sembrare in contraddizione con quelle terribili immagini che sono davanti ai nostri occhi, gli uomini-traino, che a torso nudo trasportano enormi tronchi come a Nanchino, tirando con le corregge massicci veicoli. Può sembrare in contraddizione con la penuria di trattori, e con gli aratri a chiodo, tirati dal bufalo. Con l'irrigazione di immense estensioni ancora fatta a mano, con i secchi e il bilanciere. Al contrario. Essa rientra nella scelta di un paese giovane, che ha compiuto due rivoluzioni socialiste nella sua storia, che ha fatto, si può dire, la più lunga rivoluzione socialista del mondo, per toccare nuovi traguardi di edificazione economica assai impegnativi. Essa ha affrontato, a priori, il problema dell'organizzazione del lavoro non come un paese sottosviluppato, ma con un colossale sforzo collettivo, in cui ognuno ha la sua parte, per sottrarsi alle debolezze e alle contraddizioni dell'arretratezza, una delle quali sta nella subordinazione al mondo tecnico sviluppato. Dal punto di vista economico, un paese del Terzo mondo come la Cina non aveva scelta più giusta da compiere che fondarsi su una fondamentale risorsa, il capitale umano. La collaborazione, o la cooperazione economica tradizionali, seguendo l'altra linea, antagonista a quella di Mao, sarebbero diventate subordinazione. Un test negativo è stato perfino un determinato tipo di rapporti con gli stessi paesi socialisti: il ritiro dei tecnici sovietici e la rottura unilaterale dei contratti da parte dell'URSS ha fatto rischiare la Cina la catastrofe. Scegliere una strada sbagliata diversa da quella affrontata da Mao, probabilmente avrebbe significato la sconfitta politica, e messo in discussione lo stesso avvenire rivoluzionario della Cina. Sarebbe sorta una classe di tecnocrati, ricreando l'antica divisione tra ricchi e poveri. Si sarebbe smembrata e dilaniata, contrapponendo città e campagna, anche quella unità del paese, pupilla degli occhi della Cina, immensa conquista della liberazione.

Maria Antonietta Maciocchi – Dalla Cina Dopo la rivoluzione culturale – Feltrinelli
segnalato da 'guardare avanti'

pc 22 giugno - L'MFPR DI TARANTO CONTINUA LO STUDIO DI ENGELS

CONTINUA LO STUDIO DELLE LAVORATRICI, DISOCCUPATE DELL’MFPR TARANTO SU
“L'ORIGINE DELLA FAMIGLIA, DELLA PROPRIETA' PRIVATA E DELLO STATO” DI ENGELS.

Riprendendo dopo alcuni mesi lo studio – per l'intensa attività di lotte, di iniziative, di intervento verso altre realtà di lavoratrici in lotta – ci si è concentrati sul capitolo su “La famiglia”.
In esso la questione centrale è la dimostrazione storico materialistico di come l'evoluzione della famiglia e della condizione della donna, siano andate di pari passo con la nascita e lo sviluppo della proprietà privata, e di conseguenza di come l’oppressione della donna e il suo ruolo subordinato nella famiglia rispetto all'uomo siano andate altrettanto di pari passo con una divisione del lavoro connessa alla proprietà privata, in cui l'uomo è il proprietario e la donna è ad egli asservita.
Questo da un lato dimostra come l'oppressione della donna, la famiglia come luogo centrale di questa oppressione non nascono “dal cielo”, non sono una “maledizione” inevitabile, non ha la sua origine nella contraddizione, biologica, di genere; dall'altro indica le condizioni materialistico dialettiche del loro superamento e fine, in un percorso rivoluzionario, in cui le donne per spezzare le doppie catene devono portare avanti una doppia rivoluzione.


Poiché lo studio che stiamo facendo non è uno studio “per noi”, ma per tutte le donne, vogliamo socializzarlo, riportando i pezzi più significativi del capitolo che abbiamo letto e discusso.


IL DOMINIO DELLA DONNA
“... E' una delle idee più assurde di derivazione illuministica del secolo XVIII, che la donna all'inizio della società sia stata schiava dell'uomo. La donna invece... aveva una posizione non solo libera, ma anche di alta considerazione” (e qui Engels riporta quanto scriveva un missionario americano A. Wright).
“... al tempo (delle) antiche case lunghe (amministrazioni comunistiche di più famiglie)... prevaleva quivi sempre un clan (una gens), cosicchè le donne prendevano i loro uomini dagli altri clan (gentes)... Abitualmente la parte femminile dominava la casa... le provviste erano comuni ma guai a disgraziato marito o amante troppo pigro o maldestro nel portare la sua parte alla provvista comune. Qualunque fosse il numero di figli o delle cose da lui personalmente possedute nella casa, in un qualsiasi momento poteva aspettarsi l'ordine di far fagotto e andarsene. Ed egli non poteva tentare di resistere, la vita gli veniva resa impossibile... le donne erano nei clan, e del resto dovunque, la grande potenza. All'occasione esse non esitavano a deporre un capo e degradarlo a guerriero comune.”
Continua Engels “...la mole eccessiva di lavoro svolto dalle donne tra i selvaggi e i barbari, non sono affatto in contraddizione con quanto è stato detto. La divisione del lavoro tra i due sessi è condizionata da cause diverse dalla posizione della donna nella società... (la donna) lavorava duramente, ma era considerata presso il suo popolo come una vera signora, ed era tale anche per il suo carattere...”.

IL PASSAGGIO
“...l'addomesticamento degli animali e l'allevamento degli armenti avevano sviluppato una fonte di ricchezza fino ad allora sconosciuta ed avevano creato condizioni del tutto nuove... a chi apparteneva questa ricchezza? Senza dubbio originariamente alla gens. Ma già presto deve essersi sviluppata la proprietà privata degli armenti... Tali ricchezze, una volta passate nel possesso privato delle famiglie e qui rapidamente moltiplicate, dettero alla società fondata sul matrimonio di coppia e sulla gens matriarcale un colpo potente... Secondo la divisione del lavoro nella famiglia allora in vigore, toccava all'uomo procacciare gli alimenti, come anche i mezzi di lavoro a ciò necessari, e quindi anche la proprietà di questi ultimi. L'uomo poi in caso di separazione se li portava con sè, come la donna conservava le sue suppellettili domestiche. Secondo l'uso d'allora, dunque, l'uomo era anche proprietario delle nuovi fonti di alimentazione, del bestiame e, più tardi, dei nuovi strumenti di lavoro: gli schiavi. Secondo l'uso di quella stessa società, però, i suoi figli non potevano ereditare da lui.... secondo il diritto matriarcale... la discendenza fu calcolata soltanto in linea femminile...”
(Ma) “...le ricchezze, nella misura in cui si accrescevano, da una parte davano all'uomo una posizione nella famiglia più importante di quella della donna, dall'altra lo stimolavano ad utilizzare la sua rafforzata posizione per abrogare, a vantaggio dei figli, la successione tradizionale. Ma ciò non poteva essere finchè era in vigore la discendenza matriarcale. Era necessaria dunque l'abrogazione di essa, ed essa infatti fu abrogata”

L’ASSERVIMENTO DELLA DONNA
Il rovesciamento del matriarcato segnò la sconfitta sul piano storico universale del sesso femminile. L’uomo prese nelle mani anche il timone della casa, la donna fu avvilita, asservita, resa schiava delle sue voglie e semplice strumento per produrre figli… il primo effetto del dominio esclusivo degli uomini, fondato allora, si mostra nella forma intermedia della famiglia patriarcale, che affiora in questo momento. Ciò che lo caratterizza principalmente (è)… l’organizzazione di un numero di persone libere e non libere in una famiglia sotto la patria potestà del capofamiglia… La parola familia non esprime originariamente l’ideale del filisteo d’oggigiorno… famulus significa schiavo domestico e familia è la totalità degli schiavi appartenenti ad un uomo… un nuovo organismo sociale, il cui capo aveva sotto di sé moglie, figli, e un certo numero di schiavi…”.

Marx aggiunge: La moderna famiglia contiene in germe, non solo la schiavitù, ma anche la servitù della gleba, poiché questa, fin dall’inizio, è in rapporto con i servizi agricoli. Essa contiene in sé, in miniatura, tutti gli antagonismi che si svilupperanno più tardi largamente nella società e nel suo Stato...
…Per assicurare la fedeltà della donna, e perciò la paternità dei figli, la donna viene sottoposta incondizionatamente al potere dell’uomo; uccidendola egli non fa che esercitare il suo diritto”.

“… (la monogamia) fu la prima forma di famiglia che non fosse fondata su condizioni naturali, ma economiche, precisamente sulla vittoria della proprietà privata sulla originaria e spontanea proprietà comune… essa appare come soggiogamento di un sesso da parte dell’altro, come proclamazione di un conflitto tra i sessi sin qui sconosciuto in tutta la preistoria… “la prima divisione del lavoro è quella tra uomo e donna per la procreazione dei figli” (Marx)… Il primo contrasto di classe che compare nella storia coincide con lo sviluppo dell’antagonismo tra uomo e donna nel matrimonio monogamico, e la prima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile da parte del sesso maschile. La monogamia fu un grande progresso storico, ma contemporaneamente essa, accanto alla schiavitù e alla proprietà privata, schiuse quell’epoca che ancora oggi dura, nella quale ogni progresso è, ad un tempo, un relativo regresso, e in cui il bene e lo sviluppo degli uni si compie mediante il danno e la repressione degli altri. Essa fu la forma cellulare della società civile, e in essa possiamo già studiare la natura degli antagonismi e delle contraddizioni che nella civiltà si dispiegano con pienezza”.

pc 22 giugno - GLI USA SPINGONO LE FILIPPINE ALLA GUERRA CONTRO LA CINA

Comunicato stampa

15 Giugno, 2011

Per espandere la presenza militare nel paese

Gli USA spingono le Filippine verso la guerra - KMU

"Nel suo tentativo disperato di espandere la propria presenza militare nel paese e nella regione, gli Stati Uniti stanno spingendo le Filippine alla guerra, rifiutandosi nemmeno a parole di usare mezzi diplomatici per risolvere la controversia con la Cina sulle isole Spratly."

Questa è stata la dichiarazione del centro sindacale Kilusang Mayo Uno in risposta alla dichiarazione di Harry Thomas, ambasciatore per le Filippine degli Stati Uniti, fatta ieri a sostegno del paese nel pieno delle tensioni con la Cina per le Spratlys e ribadendo che gli Stati Uniti e le Filippine sono parti del trattato.

"Perché il governo filippino emette dichiarazioni guerrafondaie e perché gli Stati Uniti stanno mostrando troppo entusiasmo nel sostegno al paese nel caso in cui dovesse scoppiare una guerra quando in realtà i mezzi diplomatici per risolvere la questione non si sono esauriti? Gli Stati Uniti stanno approfittando delle dichiarazioni piene di parole forti rilasciate dal governo filippino contro la Cina per condizionare le menti delle persone a favore della creazione di basi americane nel paese", ha detto Roger Soluta, segretario generale del KMU.

"Il governo filippino e quello degli Stati Uniti stanno orchestrando una campagna di inganno per far sì che l'opinione pubblica abbracci le truppe militari statunitensi come eroi in una possibile guerra con la Cina", ha detto.

Il KMU ha detto che ci sono considerazioni strategiche geopolitiche dietro alla pressione degli Stati Uniti affinché le Filippine entrino in guerra contro la Cina.

"Gli Stati Uniti vogliono espandere la propria presenza militare nella regione del sud-est asiatico per contrastare la crescente forza militare della Cina - che considera una grande minaccia. L'espansione della presenza militare americana nelle Filippine è la chiave per raggiungere questi obiettivi geopolitici ", ha detto Soluta.

"La storia ha dimostrato che gli Stati Uniti non si tirano indietro quando si tratta di fomentare la guerra in modo che possa promuovere i suoi interessi geopolitici. Secondo piano di gioco degli Stati Uniti, le provocazioni per una guerra più il trattato di mutua difesa USA-Repubblica delle Filippine del 1951, che richiedono sostegno reciproco in caso di attacchi contro ognuno dei due paesi, aprirà la strada per il ritorno e l'ampliamento delle basi americane nel paese", ha aggiunto.

martedì 21 giugno 2011

pc 21 giugno - TELEPERFORMANCE: BENE CHE VADA, CASSINTEGRAZIONE? - Intervista ad un delegato Rsu Cgil di Taranto durante l'incontro a Roma di oggi

Oggi è vi è stato a Roma un incontro al Ministero dello Sviluppo economico tra Teleperformance e OO.SS. (di cui tuttora non sappiamo gli esiti). Abbiamo chiesto a un delegato Rsu Cgil di Taranto come stava andando:

"Non ci sono buone notizie! L'azienda è ferma sulla questione della riduzione dei lavoratori. Al massimo prende in considerazione la cassintegrazione in deroga, che comunque sarebbe fino a dicembre. Su questo il Ministero dello sviluppi da un lato chiede a Teleperformance garanzie di mantenimento degli organici, ma l'azienda non presenta ancora un piano industriale; dall'altro chiede alle OO.SS garanzie di unità.
La realtà è che TP sta cercando di uscire da questa vertenza senza rischi e vincitrice. Di fatto si vuole liberare di lavoratori e lavoratrici a Tempo Indeterminato e tenere solo contratti a progetto: già ora a Taranto a 1000 lavoratori a progetto che paga 2,50 euro all'ora!
I sindacati, cisl, uil sono disposti a firmare qualsiasi cosa. La cgil ha proposto di proprogare di un altro anno la 'solidarietà'; se passasse la cig porremmo la questione delle garanzie: a partire da una riduzione decisa dei lavoratori che dovrebbero essere interessati alla Cig, poi la garanzia del rientro e dei tempi, corsi di formazione nel periodo di cig, poi cig a rotazione, ecc.
Ma è difficile un accordo separato perchè cisl, uil sono in netta minoranza tra i lavoratori.
Il 30 si ritorna al Ministero del lavoro.
Certo, la soluzione per evitare i licenziamenti sarebbe il rientro delle, localizzazioni, ma per Teleperformance queste non sono proprio in discussione.

Al rientro a Taranto, entro questa settimana terremo assemblee con le lavoratrici e i lavoratori. Certo è difficile andare a parlare di cassintegrazione. I lavoratori finora hanno espresso un rifiuto totale della cig. Pensa che noi e anche gruppi di lavoratori spontaneamente hanno raccolto 1300 firme - su circa 1600 lavoratori - quasi la totalità, per dire NO alla cig. Anche stamattina gruppi di lavoratrici e lavoratori hanno fatto un presidio davanti allo stabilimento di taranto e hanno raccolto altre firme. Certo i lavoratori hanno fiducia in noi e accettano di ascoltarci; ma sarà difficile andare a dire a questi lavoratori: è passata la cassintegrazione..."


Paolo Sarzana, responsabile delle pubbliche relazioni di Teleperformance ha dichiarato la scorsa settimana in un intervista ad un giornale locale di Taranto che in alternativa alla mobilità vi può essere solo la cassintegrazione. Sappiamo come questa, insieme a una riduzione del salario, può significare, senza garanzia (e Teleperformance non le dà), anticamera di licenziamenti e quindi solo allungamento dell’agonia.
Dalle stesse parole di Sarzana emerge da un lato che la TP è “una multinazionale , leader nel settore che fattura due milioni di euro all’anno ed è presente in 50 paesi… siamo ben lontani da essere un’azienda in liquidazione...” e che, quindi, con i tagli, con i ricatti/pressione punta a salvaguardare il suo profitto scaricando le “difficoltà” sui lavoratori; dall’altro che vuole gestire i lavoratori in maniera “iperflessibile”e, quindi, la conseguenza è un utilizzo dei lavoratori come “usa e getta” secondo le necessità aziendali.

Tutto questo è inaccettabile e noi pensiamo che occorre rispondere con l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori e con una nuova fase della lotta, che colpisca e faccia "male" all'azienda.

pc 21 giugno - ancora sulle aggressioni fasciste a bari

La teoria degli opposti estremismi e il volontariato di facciata non ci appartengono.



Comunicato in merito all’aggressione neo fascista in piazza mercantile di sabato notte 18.06 durante la “Notte Bianca” a Bari





Se ancora non fosse chiaro a tutte e tutti l'aggressione fascista (da parte di alcuni militanti di Casapound) di sabato 18.06 in via Re Manfredi durante la notte bianca, nei confronti di una coppia di ragazzi, è stata resa possibile grazie al patrocinio dato dalle istituzioni (come sta avvenendo da tempo nei confronti di iniziative dall'associazione neo fascista Casapound Italia). In quest’ultimo caso è stato Mario Ferorelli - Presidente della IX Circoscrizione di Bari "San Nicola- Murat", a dare loro il permesso per poter tenere uno stand quella sera in piazza del Ferrarese.

Se questi individui non avessero avuto la possibilità di gestire uno stand durante la Notte Bianca di Bari, in occasione del cui evento si sono assembrati in più di 15 persone intorno allo stand in piazza del Ferrarese, la loro presenza sarebbe stata meno massiccia, e di conseguenza avrebbero avuto meno possibilità di muovere violenza contro altre persone.

Durante l’aggressione la coppia è stata circondata a mò di branco da una decina di individui, visti intorno a quello stand presente in piazza del Ferrarese; uno di loro sbucato dalle retrovie ha colpito in volto il ragazzo (probabilmente impugnando un arnese metallico), provocandogli una profonda ferita sulla guancia destra, invece gli altri cercavano di bloccarlo, mentre la ragazza urlava nel tentativo di attirare l’attenzione dei passanti.

La colpa diretta di questa aggressione neofascista (come di tante altre avvenute negli ultimi mesi in giro per la nostra penisola) è quindi tutta dei rappresentanti istituzionali che danno campo libero a Casapaound a Bari come in altre città (forse si aspettano di ritorno il loro sostegno elettorale), patrocinando la presentazione dei loro libri, dando loro visibilità e spazi grazie ai quali possono radunarsi in piazza in numeri abbastanza consistenti.

Chiedere le dimissioni dei rappresentanti istituzionali è il minimo che i collettivi antifascisti di Bari possono fare, e soprattutto è fondamentale che tutti capiscano che in una lotta per la libertà di espressione politica serve chiarezza istituzionale ed è necessario finirla con questi appoggi molto poco chiari, al limite della collusione rispetto alle iniziative organizzate da Casapound.

Addirittura oggi qui a Bari e in Puglia, amministrate dal centro-sinistra, pare come se l'argine antifascista abbia ceduto, come d’altronde stanno cedendo pilastri fondamentali della democrazia. Concedere piena legittimità istituzionale, mediante autorizzazioni, patrocini, ecc., a gruppi che fanno della xenofobia, del razzismo, dell'odio, della violenza i loro assi portanti è da irresponsabili, da complici.

Se ancora ci fossero dubbi, sul senso di queste frasi lo esplicitiamo senza mezzi termini: sarebbe il caso che singoli, organizzazioni, e rappresentanti istituzionali smettano di fare questo gioco al massacro. Che dichiarino apertamente la loro posizione, e di smetterla di fingere di non sapere che cosa rappresenta nei fatti Casapound Italia.

Fare demagogia in questi casi è deleterio e non fa altro che aprire spazi a questi soggetti che si beneficiano della poco chiarezza che spesso contraddistingue le istituzioni. Ed ecco che poi siamo costretti a dover osservare i risultati di questa politica ambigua che si scagliano contro di noi, come le ferite riportate sabato notte da un ragazzo in piazza mercantile a Bari. ù

sinistra critica bari

pc 21 giugno - massimo sostegno popolare agli artisti in lotta a roma

APPELLO

Occupiamo ... per occuparci di ciò che è nostro.
È nostro come cittadini e come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte.

Come cittadini vogliamo difendere il patrimonio artistico del Paese. Le politiche governative stanno dismettendo una funzione essenziale che la Costituzione Italiana assegna allo Stato: la promozione e la tutela dei Beni Culturali.
Come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte vogliamo essere riconosciuti come interlocutori indispensabili nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore, il nostro lavoro, la nostra vita.

Luoghi che dovrebbero essere destinati alla creatività e all'innovazione, dal ... a CineCittà, hanno perso negli anni la loro identità fino ad essere completamente smantellati o privatizzati. Sempre più la gestione delle risorse comuni è inghiottita da meccanismi lobbystici e corporativi, in una logica da supermercato culturale.
Uomini e donne, impegnati nel mondo della cultura e dell’arte, assistono ogni giorno al ridursi degli spazi e delle risorse necessari per continuare a svolgere con dignità il proprio lavoro.

Mobilitiamoci:

* Perché il ... venga realmente destinato all'innovazione artistica con un respiro nazionale e internazionale secondo la sua naturale vocazione, attraverso un progetto di assegnazione pubblico, trasparente e partecipato.

* Per chiedere con forza un'assunzione di responsabilità da parte del soggetto pubblico e una ridistribuzione delle risorse più equa e trasparente.

* Per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura attraverso un sistema sociale adeguato che garantisca la continuità dei diritti nella discontinuità d’impiego, come nel resto d'Europa.

* Per proporre una nuova progettualità nella gestione dei Beni Culturali, che sostenga l’accesso alla cultura e ai saperi, la produzione libera e indipendente, la sperimentazione, la formazione permanente, la qualità, i giovani talenti.

Lanciamo un appello a tutti i singoli lavoratori dello spettacolo, del cinema, del teatro, della danza, tecnici, maestranze, artisti, operatori, stabili/precari/intermittenti, alle compagnie, agli spazi di produzione indipendenti. È tempo di rivendicare con forza che il nostro è un settore vivo, che produce eccellenze e risorse economiche.

Chiediamo a tutti i cittadini, a tutti coloro che amano la cultura, che hanno attraversato il ... come spettatori e che sentono che i cinema, i teatri, i musei sono parte irrinunciabile della loro vita e della loro storia di unirsi a noi in questa battaglia.
È per far crescere un'altra concezione della vita e dell'arte, quella che mettiamo in scena quotidianamente, che vi chiediamo di scendere a ...


lavoratrici e lavoratori dello spettacolo


FIRMATARI

Giovanna Marini - Musicista
Rafael Spregelburd – Drammaturgo, regista
Pippo Del Bono – Regista
Motus – Compagnia teatrale
Roberto Latini/Fortebraccio Teatro – Attore, regista
Elio Germano - Attore
Maddalena Crippa - Attrice
Fabrizio Gifuni - Attore
Sonia Bergamasco - Attrice
Paolo Zuccari – Attore, regista
Danilo Nigrelli – Attore, regista
Serena Sinigaglia - Regista
Ascanio Celestini – Attore, regista
Spiro Scimone – Regista, autore, attore
Francesco Sframeli – Attore
Fausto Paravidino – Regista, drammaturgo, attore
Emma Dante - Regista
Alba Rohrwacher – Attrice
Filippo Timi – Attore, autore
Silvia Bottiroli/Festival Santarcangelo
Barbara Valmorin - Attrice
Andrea Rivera - Attore
Claudio Santamaria - Attore
Valerio Mastandrea - Attore
Andrea Gropplero di Troppenburg – Produttore cinematografico
Francesco Calogero - Regista
Michele Riondino - Attore
Andrea Cosentino - Attore
Federica Santoro - Attrice
Antonio Tagliarini – Attore, danzatori
Pietro Sermonti – Attore
Alberto Sironi – Regista televisivo
Lisa Ferlazzo Natoli - Regista
Furio Andreotti - Regista
Roberto Levi – Produttore cinematografico
Matteo Levi – Produttore cinematografico
Italo Fulvio Moretti – Giornalista, scrittore
Laura Nardi - attrice
Claudio Giovannesi – Regista cinematografico
Luca De Bei - Regista
Tiziano Panici
Ferdinando Vaselli – Regista