sabato 18 giugno 2011

pc 18-19 giugno - a torino processo all'accordo fiat - sindacati gialli ..nessuna conciliazione per ora

Fiat. Landini (Fiom): “Sventato il tentativo dell'Azienda di spostare la sede processuale e i termini del procedimento”



Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.


“L'udienza in tribunale a Torino sulle newco è andata come pensavamo. La Fiat ha cercato di spostare la sede della vertenza ad altro Tribunale e di rinviare il più possibile i termini della discussione. Alla fine della giornata, il Giudice ha fissato la discussione definitiva per il 16 luglio.”

“Rimaniamo convinti di avere delle buone ragioni giuridiche che sostengono la scelta del ricorso nei confronti della Fiat.”



In tribunale la Newco di Pomigliano
niente conciliazione tra Fiat e Fiom
Il segretario generale dei sindacato Maurizio Landini ha indicato le condizioni per un accordo con la Fiat, ma il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che "non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom
Al via il processo, nella maxi aula 1 del tribunale di Torino, per il ricorso della Fiom contro la newco di Pomigliano. Il giudice Vincenzo Ciocchetti subito tentato una concialiazione tra le parti per una causa che ha definito difficile.
In aula per la Fiom si sono presentati il segretario generale Maurizio Landini e il responsabile del settore auto Giorgio Airaudo. Sono presenti anche gli esponenti delle altre organizzazioni sindacali con i loro avvocati: Bruno Vitali della Fim, Eros Panicali della Uil, Roberto di Maulo segretario generale della Fismic e Antonio D'Anolfo della Ugl Metalmeccanici. Ad eccezione della Fismic, che si è costituita in giudizio, gli altri sindacati intendono spiegare le ragioni dell'accordo di Pomigliano, "sottoscritto al fine di mantenere i posti di lavoro".
I legali della Fiat presenteranno delle eccezioni preliminari, la principale sulle competenze territoriali, con la richiesta che ad occuparsi della causa sia il tribunale di Nola.
"Riteniamo di avere ottimi ragioni - spiega l'avvocato Raffaele De Luca Tamajo, che guida il pool dei legali del Lingotto - perchè è un'iniziativa imprenditoriale inedita, con l'adozione di un modello produttivo in linea con i modelli più affermati a livello mondiale e l'unico in grado di restituire competitività allo stabilimento di Pomigliano".
Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha indicato le condizioni per una conciliazione con la Fiat, ma il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che "non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom".
"La Fiom - ha detto Landini - è disponibile alla conciliazione della causa alle seguenti condizioni: le parti si impegnino a dare applicazione al vigente contratto di lavoro e agli accordi confederali, a garantire il passaggio alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano di tutti i lavoratori attualmente occupati nello stabilimento di Pomigliano. La Fiom è pronta alla rinegoziazione degli accordi per il sito di Pomigliano e si dichiara disponibile a discutere dell'istituzione del lavoro a turni, fino a 18 turni, dell'istituzione di un sistema di scorrimento delle pause e dell'introduzione di una procedura di raffreddamento dei conflitti in alternativa alla cosiddetta clausola di responsabilità".
"Ricorrere ad un tribunale per far invalidare un accordo firmato dalla maggioranza delle sigle e avallato dalla maggioranza dei lavoratori, vuol dire sancire la fine del sindacato. Non è nelle aule giudiziarie che si difende il lavoro, ma ai tavoli di trattativa in cui viene garantita occupazione e produzione". Lo dichiara Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl.
"La segreteria nazionale dell'Ugl Metalmeccanici è oggi a Torino - osserva - per difendere gli accordi sottoscritti con Fiat. Auspichiamo che il tribunale sostenga le ragioni della maggioranza dei sindacati perchè l'automotive in Italia deve rinascere e tornare a dare occupazione. I dipendenti del settore non hanno bisogno di polemiche 'tribunalizie', ma di un fronte sindacale unitario che permetta loro di avere garantito futuro e occupazione".

venerdì 17 giugno 2011

pc 17 giugno - manifestazione all'aquila contro la repressione 18 giugno



Sabato 18 giugno 2011 ore 10.00 piazza Fontana Luminosa (L’Aquila)

Mobilitazione a L’Aquila e presidio davanti al carcere di Costarelle di Preturo (L’Aquila) in solidarietà ai compagni sotto processo!

Contro il carcere, l’articolo 41 bis e la differenziazione!

In sostegno ai prigionieri rivoluzionari e alle lotte di tutti i detenuti!

In solidarietà a chi porta avanti pratiche di resistenza nel territorio!
La crisi economica pesa ogni giorni di più sulle tasche della gente e gli scenari di guerra si allargano, anche sul fronte interno. Di fronte all’aumentare della repressione negli ultimi mesi, in cui numerosi compagni sono stati perquisiti, indagati e arrestati, rilanciamo con maggiore forza la partecipazione alla mobilitazione del 18 giugno, perché contro la repressione non si tace e si deve lottare fianco a fianco!

Non facciamo passare in silenzio le 22 condanne emesse dal tribunale di L’Aquila
Trasformiamo il processo alle lotte in un processo di lotta:
Torniamo con più forza a L’Aquila!
Mobilitiamoci tutti, uniamo le lotte!

pc 17 giugno - a palermo oggi DA GENOVA 2001 A GENOVA 2011



PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO "FARE UN GOLPE E FARLA FRANCA"
di Enrico Deaglio, Beppe Cremagnani e Mario Portanova.

A SEGUIRE DIBATTITO E PRESENTAZIONE DELL'APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA 3 GIORNI AUTORGANIZZATA E DI MOVIMENTO A GENOVA QUESTO LUGLIO PER IL DECENNALE DEL G8 2001.

presso la sede Slai Cobas s.c. Via G. del duca, 4 Palermo
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Red Block


pc 17 giugno - DECINE DI DISOCCUPATI DI TARANTO CONVOCATI IN QUESTURA

Nella giornata di oggi decine di disoccupati facenti parte dei Disoccupati Organizzati Slai cobas per il sindacato di classe sono stati convocati dalla Questura di Taranto.
Il motivo è l’acquisizione delle generalità per notificare loro denunce per la giornata di lotta dei 15 giugno scorso, in cui i Disoccupati Organizzati hanno manifestato al Comune e all’Amiu per il lavoro, la raccolta differenziata, il salario garantito.
Le modalità di notifica, con la chiamata in questura, hanno un chiaro scopo di intimidazione individuale dei disoccupati.

LA QUESTURA, CON QUESTE DENUNCE, TUTELA ISTITUZIONI CHE VIOLANO LA LEGGE E PERSEGUITA CHI LOTTA PER IL DIRITTO AL LAVORO!

INVECE di denunciare il Presidente Pucci e l’intero Consiglio di Aministrazione dell’Amiu, che stanno mandando alla bancarotta la stessa amiu; che mantengono nello sporco interi quartieri della città mentre pretendono più tasse dai cittadini; che truffano la popolazione dicendo di fare la raccolta differenziata mentre non è vero e i rifiuti vengono accatastati in capannoni fuori norma recentemente messi sotto sequestro

INVECE di denunciare il Sindaco Stefano che viola una legge dello Stato che obbliga a fare la raccolta differenziata per tutta la città; che non fa alcun provvedimento/ordinanza in suo potere per l’ambiente contro l’inquinamento; che invece di affrontare l’emergenza lavoro con piani di lavoro collettivi e trasparenti, manda liste private alle ditte per assunzioni di “ suoi raccomandati”; che, unico Comune in tutt’Italia, tiene illegalmente sbarrato il portone del Comune a tutti i cittadini

LA DIGOS DENUNCIA chi sta lottando per diritti costituzionali del lavoro, per far applicare una legge dello stato sulla raccolta differenziata, chi si sta battendo non solo per sé ma per tutti coloro che in questa città non lavorano o stanno perdendo il lavoro, chi si batte non a parole ma con fatti per l’ambiente!

IL PRES. DELL'AMIU pretende addirittura dai disoccupati un "risarcimento" per il danno che le iniziative di lotta avrebbero provocato, bloccando per alcune ore il servizio. Ma quando e quanto lui dovrebbe risarcire la città per il buco di 30 milioni di euro e lo stato delle strade e della raccolta rifiuti?

I DISOCCUPATI ORGANIZZATI A QUESTA REPRESSIONE RISPONDONO CON PIU' LOTTA!
LAVORO NON REPRESSIONE!

MARTEDI’ 21 GIUGNO PRIMO PRESIDIO AL COMUNE ORE 9

Disoccupati Organizzati Slai cobas per il sindacato di classe
Taranto - 3283769008

pc 17 giugno- OGGI GUIDO CON LE DONNE DI RIYADH!


Comunicato del MFPR:

OGGI ESPRIMIAMO SOLIDARIETA' CON LE DONNE DELL'ARABIA SAUDITA, METTENDO OGNUNA DI NOI SULLA MACCHINA UN CARTELLO:

"OGGI GUIDO CON LE DONNE DI RIYADH!
IN "VIAGGIO" CONTRO I REGIMI E L'IMPERIALISMO"

Mfpr

«Guiderò a partire dal 17 giugno». È la parola d'ordine lanciata sui social network da un gruppo di saudite che esorta le connazionali a mettersi al volante, infrangendo il simbolo delle discriminazioni gravissime che le donne subiscono in un regno che, grazie alle ingenti riserve petrolifere e all'alleanza con l'Occidente (e in particolare con gli Usa) può permettersi di violare convenzioni internazionali e di negare diritti fondamentali ai suoi cittadini, senza pagarne le conseguenze...

Nel regno della stretta alleanza tra la famiglia Saud e il clero wahabita, la patente - così come il voto (nonostante le promesse, le donne non parteciperanno alle amministrative di settembre) e la possibilità di un lavoro indipendente - è ancora preclusa alla popolazione femminile. Una donna non può spostarsi nel paese o viaggiare all'estero senza un mahram (tutore), quasi sempre un familiare stretto. La separazione dei sessi è ferrea e così le donne non possono svolgere diversi lavori che le porterebbero a contatto con la popolazione maschile. Leggi e norme che hanno ben poco a che fare con l'islam e molto con tradizioni tribali della penisola arabica che vanno indietro nei secoli. Contro tutto ciò non sono mancate le mobilitazioni di migliaia di sauditi nelle scorse settimane, ma il massiccio spiegamento delle forze di sicurezza ha impedito che i raduni potessero svilupparsi e diventare ampie manifestazioni contro il regime, come in altri paesi arabi. La monarchia Saud ha poi assunto il ruolo di forza «controrivoluzionaria» nel Golfo, al punto da inviare a marzo - evidentemente con l'assenso degli alleati americani - una spedizione armata a sostegno del sovrano del Bahrain messo sotto pressione dal locale
movimento per la democrazia. Sono insistenti inoltre le voci di interferenze saudite in Egitto e in Siria.

Il tam tam della manifestazione del 17 giugno si diffonde in rete. «Il fatto di organizzarsi e agire come un movimento è qualcosa che le donne saudite hanno imparato dalle rivolte in corso nel mondo arabo e cominciano a non avere più paura», spiega Wajeeha al-Howeider, un'attivista per i diritti umani. E le donne non sono spaventate dalle minacce di «severe punizioni» da parte di gruppi non meglio precisati di uomini, con ogni probabilità agenti dei servizi di sicurezza. Stando a quanto si legge in internet e sui giornali locali, «migliaia» di sauditi si starebbero attrezzando per andare a «frustare» le donne che oseranno infrangere il
divieto di guidare...

Ma "...il 17 giugno potrebbero cominciare a illuminare le strade del paese".

pc 17 giugno - ondata repressiva contro il movimento NOTAV

la repressione non ferma ma alimenta la ribellione

Sessantacinque avvisi di garanzia. Si riassume in questo numero l'offensiva delle forze dell'ordine nei confronti del movimento "No tav" che ostacola l'apertura del cantiere in Val di Susa. Li ha emessi la procura di Torino, ipotizzando reati diversi (istigazione a commettere reati, resistenza aggravata, interruzione di pubblico servizio e violenza privata), per episodi che spaziano dal gennaio 2010 (autoporto di Susa) al 23 maggio scorso quando gli operai che tentavano di recintare l'area di Chiomonte destinata alla galleria ferroviaria vennero colpiti con sassi.

La notte di Chiomonte

La Digos ha compiuto stamani anche una serie di perquisizioni: dal centro sociale di Torino "Askatasuna" alla casa di Alberto Perino, il portavoce del movimento "No Tav" a Condove. Oltre a Perino, 65 anni, sono state perquisite le case di Giorgio Rossetto, 49 anni, Brando Ratti, 20 anni, Lorenzo Carieri, 25 anni e Damiano Piccione, 30 anni. "Ce l'aspettavamo - ha detto l'avvocato Danilo Ghia, legale di Perino - dopo avere ricevuto due informazioni di garanzia per le vicende del blocco dei carotaggi all'autoporto di Susa e della violazione dei sigilli alla Maddalena".

"E' stato un altro autogol perchè hanno fatto arrabbiare la gente, che da oggi sarà ancora più determinata. Ci hanno fatto un favore". Così Perino ha commentato la perquisizione. "Mi hanno portato via soltanto un' agenda su cui tenevo appuntati le spese del supermercato, gli appuntamenti dal medico e le volte che sono stato al presidio della Maddalena. Quando sono arrivati i poliziotti mi hanno detto che dovevano sequestrare tutto il materiale relativo ai No Tav e così ho mostrato loro un'intera stanza, visto che sono oltre 20 anni che mi occupo di questa battaglia. Ma alla fine si sono accontentati della sola agenda". Perino ha poi concluso con una battuta: "Se mi mettono agli arresti domiciliari vorrà dire che ridarò il bianco in casa".

Le forze dell'ordine si sono presentate al Centro sociale Askatasuna di Torino, che sostiene la battaglia del Movimento "No Tav". C'è chi vede nella mossa il preludio all'operazione che dovrà consentire agli operai delle ditte incaricate di avviare i lavori di recinzione dell'area di Chiomonte dove dovrà essere scavato il tunnel geognostico, propedeutico alla galleria internazionale di quasi 60 chilometri.

pc 17 giugno - quando un popolo..è str. come Maroni.. come i leghisti e i nuovi provvedimenti iperrazzisti.. serve solo una rivolta che li spazzi via



Immigrati, le nuove decisioni del governo
Si accentua l'aspetto punitivo e carcerario

ROMA - In contrasto con ogni direttiva europea in materia di immigrazione, il governo ha ripristinato, tra l'altro, la procedura di espulsione coattiva immediata per tutti gli extracomunitari clandestini, prolungando inoltre il periodo di permanenza nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione) fino a 18 mesi, accentuando ancor di più l'aspetto punitivo e carcerario del provvedimento.

"Un provvedimento liberticida". Così l'ha definito Marco Paciotti, coordinatore nazionale del Forum Immigrazione del Partito Democratico. Che ha aggiunto: "Maroni ha scelto questa strada per lanciare un messaggio alla base leghista, alla vigilia dell'appuntamento di Pontida. Ormai si muovono così, alla rinfusa, elargendo proclami ad uso interno, in vista dei possibili fischi che domenica probabilmente arriveranno ai vertici del Carroccio dal popolo della Lega. La cosa che inqueta - ha concluso Paciotti - è che il provvedimento prevede inoltre di coinvolgere i giudici di pace, neanche fossero questioni di condominio, nel trattamento delle controversie legate all'immigrazione, sottraendole ai giudici togati".

Il Il direttore del Cir ha poi fatto alcune considerazioni sulla decisione di prolungare la permanenza nei Cie fino a 18 mesi. "Con il pacchetto sicurezza - ha detto - l'Italia aveva già aumentato questo periodo da due a sei mesi. E dalle statistiche dello stesso Viminale sappiamo che in pochissimi casi chi non può essere espulso in due mesi lo potrà in sei. Ora portarlo a 18 mesi è solo una punizione che non ha nulla a che vedere con una vera politica di rimpatri - ha affermato Hein - non cambia l'effettività dell'allontanamento della persona dal territorio. E' quindi solo un atto punitivo, viste le condizioni in cui versano questi centri".

pc 17 giugno - No tav.. è cominciata la caccia alle streghe

Perquisizioni all’alba contro i No Tav

Questa mattina intorno alle 6 agenti della digos torinese hanno perquisito le abitazioni di alcuni notav tra cui Alberto Perino, e il centro sociale Askatasuna di Torino sfondando con un ariete la porta d’ingresso. Con in mano un avviso di garanzia da recapitare agli indagati e l’ordine di perquisizione, gli agenti hanno compiuto un blitz degno di una missione militare. I fatti contestati sono relativi alla notte del 23 maggio a Chiomonte, quando il movimento respinse il primo tentativo di presa del cantiere della Maddalena.
La questura su ordine della procura torinese ha eseguito un’operazione in tempi fulminei come non avviene per nessun’altra inchiesta, il tutto teso a mettere pressione e paura nel movimento notav.

Alle luci dell’alba mentre avvenivano le perquiszioni le notizie sono iniziate a circolare e siccome sembrava, vista la contemporaneità delle perquiszioni e il dispiegamento di forze, il preludio a degli arresti è scattata la mobilitazione. Un presidio si è formato a Condove sotto casa di Alberto Perino per impedire che questo avvenisse e poi, compresa la situazione, si continua per denunciare il fatto e portare solidarietà.
A Perino viene contestato un reato d’opinione (istigazione a delinquere) relativo al comizio finale della manifestazione Rivalta-Rivoli del maggio scorso e un video su Youtube; agli altri : due studenti universitari del Collettivo Universitario Autonomo, uno dei comitati no nuclere di Saluggia e uno del CSOA Askatasuna, vari capi d ‘imputazione relativi alla prima notte di resistenza alla Maddalena. Una logica perversa da parte degli inquirenti che vorrebbero Perino ispiratore e gli altri esecutori.
Un’ennesimo atto, a cui siamo sicuri ne seguiranno altri, che vede la firma del Procuratore Giancarlo Caselli, che dopo i suoi nemici storici, terrorismo e mafia, ora individuato nel movimento notav l’ennesimo avversario da sconfiggere.
Per la mattinata è prevista una conferenza stampa
Seguiranno aggiornamenti.

pc 17 giugno - il 18 giugno presidiamo il tribunale di Torino


Il 18 giugno si aprirà a Torino il processo contro il nuovo contratto Fiat accordo Pomigliano-Mirafiori. Il fascismo padronale di marchionne vuole naturalmente imporre anche per via giudiziaria la sua dittatura. I sindacati al suo servizio approfittano dell'occasione per fare un ulteriore salto di qualità che arriva fino a diventare testimoni a difesa dell'azienda contro i ricorrenti Fiom. Anche in questa occasione i sindacati gialli di Binanni (Cisl), Angeletti (Uil) e altri non perdono occasione per dimostrare il loro totale asservimento contro gli operai e le loro famiglie.
Come in occasione del referendum di Mirafiori sul nuovo contratto, è necessario contrastare e combattere con ogni mezzo a nostra disposizione il tentativo del fascismo padronale di imporsi anche per via giudiziaria, oltre che con i ricatti infami che hanno caratterizzato i referendum.
Dobbiamo farla finita con l'arroganza padronale e l'ignobile asservimento di questi falsi amici dei lavoratori quali Bonanni e Angeletti!
Anche in occasione di queste udienze va ripresa e sviluppata l'esperienza del processo Thyssenkrupp, dove la presenza costante al processo al fianco di operai e familiari della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro di proletari comunisti e del CCP,
le manifestazioni d'avanguardia e di massa hanno portato a risultati positivi.

Impediamo che i padroni e i loro servi blindino la causa nelle aule in tribunale!
Marchionne e sindacati vanno denunciati e devono essere sconfitti!
L'opposizione operaia del sindacalismo di classe deve vincere!

Collettivo Comunista Piemontese
proletari comunisti

pc 17 giugno - manifestazione nazionale per la Palestina a Milano sabato 18

l'adesione di proletari comunisti

No all'occupazione israeliana della Palestina!
No all'occupazione israeliana di Milano!

Nel cuore di Milano, in piazza Duomo, si terrà dal 12 al 23 giugno la kermesse "Israele che non ti aspetti". Una kermesse, apparentemente, sul turismo e la tecnologia israeliane promossa direttamente da Tel Aviv in accordo con gli enti locali lombardi per "promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano", ma, in realtà, una campagna di propaganda sionista.

Una campagna tesa a rafforzare ed estendere i legami economici e a legittimare sempre più l'esistenza delo stato sionista israeliano e, contemporaneamente, negare definitivamente il diritto all'esistenza stessa ai palestinesi a cui, dalla violenta cacciata dalla Palestina nel 48-49, si negano quotidianamente i diritti fondamentali al lavoro, a una casa, alla salute, alla cultura fino alla prigione a cielo aperta quale è Gaza, dal 2006 sotto embargo totale e un assedio fatto di vessazioni fino all'operazione di Israele "Piombo fuso" del 2009 con l'uso di armi illegali come il fosforo bianco che hanno portato a morti atroci, compresi 322 bambini.
Le manifestazioni in solidarietà e contro la feroce aggressione di Gaza da parte di Israele che si conclusero proprio nella stessa piazza Duomo, criminalizzate perchè le migliaia di musulmani osarono pregare in quella piazza, oggi, invece, viene concessa per la kermesse israeliana, dimenticando la pulizia etnica che quotidianamente il popolo palestinese subisce.

Lo stesso spirito di solidarietà che ha animato le manifestazioni al fianco del popolo palestinese, di forte denuncia dell'operato di Israele nell'operazione piombo fuso, occorre oggi.

E' con questo spirito parteciperemo alla manifestazione nazionale che si terrà a Milano sabato 18 giugno con concentramento alle 15 in Largo Cairoli


NO GLI ACCORDI ECONOMICI E DI COOPERAZIONE CON ISRAELE!
CONTRO L'IMPERIALISMO ISRAELIANO!
VITA TERRA E LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE!
NO ALL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA...E DI MILANO!

Proletari comunisti Milano

giovedì 16 giugno 2011

pc 16 giugno - costruire una tre giorni alternativa a genova 2011 - un intervento da genova

Genova 2001/2011: I morti siete voi
“Nessuno potrà mettere in atto iniziative spontanee, di qualunque tipo, anche perché gli appuntamenti per discutere e organizzare la disobbedienza civile sono stati pubblici. (…) Seguire le indicazioni delle tute bianche. (…) Qualunque iniziativa va concordata con le tute bianche. Non ci deve essere né lancio di alcunché né altro che non sia concordato con gli organizzatori. (…) Durante il corteo nessuna iniziativa personale o di gruppo deve essere messa in atto. Si prega di segnalare alle tute bianche qualunque cosa succeda.”
Disobbedienza civile, istruzioni per l’uso; volantino distribuito in occasione del corteo contro Tebio a Genova, 25/05/2000

Al mondo esistono due tipi di persone: c’è chi può contare solo sulle proprie braccia per sopravvivere e chi invece vive grazie al sudore altrui; c’è chi ha un ruolo che lo eleva e non parla mai nel proprio nome, e chi è un numero di un ingranaggio superiore e un nome non lo ha più; c’è chi lotta quotidianamente per campare e chi, nel gioco delle parti, è nato direttore. C’è sfruttamento e privilegio, manovalanza e prevaricazione. Vita pratica da una parte, spettacolo dall’altra. Non basta dichiarare guerra all’ordine sociale per sottrarsi ad una dinamica connaturata nella civiltà. Per uscire dalla pantomima servono ben altro che parole, è un tumore che si insinua fin dentro le nostre cerchie.

Dieci anni fa una ristretta élite di privilegiati è scesa a Genova con l’intento di decidere delle sorti altrui. Otto scimmioni di corte chiusi nei palazzi, avvoltoi “di movimento” nelle strade. Entrambi con proclami e comparse televisive, entrambi separati dai loro sottoposti per mezzo di guardie e servizi d’ordine. Uno sull’altro cercarono di calare la propria egemonia sull’individualità delle persone.

Le contraddizioni insite nel sistema capitalista in cui viviamo, le condizioni precarie di vita dettate dalla globalizzazione, dal profitto e dall’autoritarismo, già messe in discussione nel luglio 2001 a Genova e incarnate dagli otto scimmioni di corte, in questi anni non hanno fatto altro che peggiorare l’esistenza di una massa di persone più o meno coscienti della propria condizione di schiavitù. L’aziendalizzazione dell’università pubblica, i contratti a progetto e a tempo determinato, i licenziamenti, le concertazioni e i patti sociali per ridefinire a favore dei padroni le condizioni del ricatto lavorativo, le grandi opere e le privatizzazioni: tasselli di un disegno più alto per arricchire i dirigenti a scapito della popolazione; lo spauracchio delle crisi finanziarie e territoriali per creare uno stato d’emergenza permanente, uno stabile assetto di guerra interna che travalichi i confini della finzione democratica, e l’alienazione mediatico-strutturale dei rapporti sociali non sono però ancora riusciti a sopire definitivamente gli animi incontrando invece nuove sacche di resistenza. In questi ultimi anni, da Rosarno a Roma, dall’Insse a Fincantieri, passando per i movimenti studenteschi e azioni dirette contro i colossi dell’economia mondiale, un pericoloso vento di rivalsa, ispirato anche dalle perturbazioni sulle sponde del mediterraneo, ha riscaldato nuovamente la penisola.

Contemporaneamente sembra consumatasi l’ascesa ed il declino dei grandi cartelli di recupero politico delle lotte. Dopo aver beneficiato a lungo, a suon di poltrone nelle giunte comunali e poi nel parlamento, dopo aver goduto di uno status di privilegio nel microcosmo della contestazione, in termini di spazi e controllo sociale, gli avvoltoi sembrano in difficoltà, forse non più in grado di domare una nuova generazione di disadattati astensionisti, una base di manovali che scalpitano dentro le loro celle. Non sarà forse che le scelte dei politicanti di centellinata radicalizzazione non siano dettate, come sempre, dall’opportunità di cavalcare ancora più che da un reale urgenza di vita? Tutto quello che possiamo auspicare è che oggi questa nuova generazione di puledri ribelli, diventati stalloni, ascoltino solo il cuore e la propria testa, muovendosi col vento, ostili ad ogni calcolo, mediazione e imposizione di chi si pone su un piano superiore.

Di scimmioni ed avvoltoi i fatti del luglio genovese dimostrarono principalmente la falsità. Da una parte la farsa annunciata di un summit tanto costoso quanto inconcludente, dall’altra la farsa di un battaglia combattuta solo con scudi plastificati e percorsi concordati. E in mezzo? Il sangue. Un fiume di sangue con su una sponda chi ha represso, dall’altra chi ha mandato al macello. Ma dieci anni fa valicò le alpi per scendere a Genova, brulicò dalle case e dai fondi dei carruggi, anche un’orda di barbari determinati concretamente a porre fine all’impero dei re di denari. Dieci anni fa, oltre qualsiasi calcolo politico, valicò le porte di Genova una deriva di esclusi disposti a tutto per scardinare alle basi il privilegio, riconquistare uno spazio e un tempo degni del nostro essere presenti al mondo.

Dal 2001 gli scimmioni hanno trovato redenzione sacrificando le mele marce indicategli dagli avvoltoi; questi ultimi, a cui il vento fece perdere il controllo della piazza, non ottennero nient’altro che un mero ruolo da vittime. Ma per i cani sciolti il fuoco, le lacrime e quella che può essere considerata, sull’onda di Seattle, come un’effettiva rivolta occidentale dell’epoca postindustriale, il luglio genovese rappresentò la vittoria della vita. Una vittoria che come la vita può essere tanto intensa quanto fugace, ma proprio per questo degna d’essere vissuta. Degna come ogni tensione che si lascia sfogare, degna come le passioni a cui ci si lascia andare, degna come una morte degna, su un campo di battaglia.

Il sangue coagulato di Carlo sull’asfalto, davanti alla chiesa di piazza Alimonda, le falsità e le infamie di una classe intermedia di avvoltoi che, anziché puntare ad una reale sovversione dell’esistente mirano piuttosto ad una avvicendamento sulle poltrone del potere, è la dimostrazione del bis pensiero che hanno imparato e li accomuna ai padroni di questo mondo. Quello non era sangue di un innocente. Un attimo prima ribolliva d’odio e di rivalsa contro i prossimi suoi carnefici, un attimo dopo era già divenuto il simbolo del vittimismo dei soliti opportunisti. Aveva ventitré anni, squarciò il confine fra parodia e realtà con un estintore in mano, era in guerra veramente. Carlo non era lì per caso, Carlo era uno di quelli che gli avvoltoi chiamavano già infiltrati provocatori, Carlo era uno dei “soliti facinorosi”.

Dopo dieci anni di necrologi, gli avvoltoi hanno deciso di rialzare la testa per mettere un punto sulla riscrittura della storia. Ma dieci anni di falsità non bastano per dimenticare: se anche solo una persona porta ancora nello spirito la rabbia di chi ha combattuto, se molti giovani che neanche erano sulle strade di Genova nel luglio 2001 vogliono verità, vogliono vivere per un attimo, nell’oceano delle possibilità umane, quello di cui hanno solo sentito parlare e hanno vissuto solo nella propria immaginazione, beh, allora che venga distrutta per prima cosa ogni spettacolarizzazione (auto)celebrativa; che venga dato fuoco agli animi, in nome di una vita degna.

Morte sono le vittime che non saranno vendicate; morte sono le guardie assassine e i loro mandanti perché di morte riempiono le loro vite; morti sono gli innocenti e tutti gli indifferenti perché non hanno preso parte all’umana lotta per la libertà.
Carlo vive.

“Lo conoscevamo poco, qualche volta lo incontravamo al bar Asinelli. Era un punkabbestia, uno di quelli che non hanno lavoro ma portano tanti orecchini, uno che vuole entrare senza pagare, uno che la gente perbene chiama parassita. Gli faceva schifo il mondo e non aveva niente a che fare con noi dei centri sociali, diceva che eravamo troppo disciplinati.”
Matteo Jade, leader delle tute bianche genovesi, diretta radiofonica, 20/07/2001

Sbirri si nasce, ribelli si diventa

“Ho colpito io Cristiano con il casco. Volevo semplicemente che il corteo non subisse rallentamenti, per portare così la protesta, la protesta di un precario, di un giovane che non ha un contratto stabile, direttamente davanti al Senato”
Manuel De Santis, studente di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma e del servizio d’ordine della rete Uniriot-Esc, 20/12/2010

Il 14 dicembre 2010 a Roma una breccia si è aperta negli spiriti ribelli di una nuova generazione di disadattati. Gli spiragli di libertà ricuciti da repressione e diffamazione nel tempo del g8 genovese, le possibilità che potenzialmente covavano in un nuovo immaginario di resistenza metropolitana, sono state sfondate da una nuova ondata di rabbia che ha finito col travolgere ancora una volta la recita parrocchiale dei politicanti di strada e la dialettica asfittica di scribacchini e diplomatici da palazzo. Una nuova deriva collettiva, un ulteriore esplosione di vitalità da parte di una gioventù senza futuro, maturata con la crescita dei movimenti studenteschi presto coesi con un malessere diffuso e crescente nella società.

Alla faccia di chi impiegava il tempo a disquisire sulla limitatezza dei conflitti in atto, come dieci anni prima sull’inutilità di rincorrere gli appuntamenti prefissati dal potere, alla faccia di chi ancora una volta pensava di poter controllare dentro gli stretti ranghi della pagliacciata mediatico-contestativa l’insostenibilità d’un presente umiliante, ancora una volta l’immaginazione e l’esuberanza delle nuove leve ha stupito i più. Certo la scommessa, come la posta in gioco, era grossa. Riuscire a generalizzare un’annunciata opposizione specifica al governo, e porre inequivocabilmente il punto della situazione, dimostrare che o si cambia tutto o nulla cambia, non era immediato. Ma per chi c’era a Roma, evidentemente, è stato un gioco da ragazzi.

Un gioco da ragazzi come spaccare cose a caso, uno scherzo piromane, il lancio d’oggetti ed il dileggio dell’autorità, ritrovando in ciò che è innato – in ciò che ingenuamente esalta le vite annoiate, fin da bambini, nel grigio della metropoli – una pratica di emancipazione, anche solo temporanea, una pratica d’attacco alla polizia e all’urbanistica, come simboli imminenti di tutti i veti e le costrizioni preordinate. L’assalto del presente, la sovversione della normalità, come a Londra il 6 novembre dello stesso anno gli studenti contro la sede del partito conservatore e la riforma dell’istruzione superiore. La breccia di Roma dell’anno 2010, la spinta in tutt’Italia a non chiedere più permessi e a non porger l’altra guancia quando di fronte si ha un manganello, rappresentano la vittoria della vita indomita contro i calcoli, le imposizioni e gli opportunismi della politica di piazza e di palazzo.

Sull’altra faccia della medaglia invece, ancora una volta un ragazzo rimasto sull’asfalto col volto insanguinato. Questa volta un quindicenne liceale, anche questa volta frenato di fronte ad una camionetta della polizia, nella spontaneità d’un animo liberato in un moto d’euforia collettiva. Ma questa volta, a spaccare la testa al manifestante non sono state le forze dell’ordine in divisa, è stato il servizio d’ordine dell’ennesimo tentativo di riciclo, questa volta in chiave universitaria, degli avvoltoi di movimento. Sono stati i gran promotori del “conflitto mimato” che evidentemente hanno percepito come minaccia, fin dalle assemblee alla Sapienza i giorni precedenti, quello che per la maggior parte dei presenti in strada sarebbe diventato il successo della manifestazione: una massa di giovanissimi arrabbiati che senza concordati trasformano in retroguardia le leadership delle vecchie egemonie; le mummie rimaste sole coi propri scudi a stabilire per tutti, senza più un gregge, obbiettivi e modalità della giornata.

Ma come insegna una buona norma dell’opportunismo politico, quando non riesci a sconfiggere l’avversario allora ti ci devi alleare. Così per tutti i benpensanti, giovani e vecchie cariatidi di movimento, giornalisti e opinionisti sinistronzi, ora finalmente protagonista non è più la mancanza di responsabilità di un gruppo ristretto di teppisti ma la legittima espressione della frustrazione di giovani privati del proprio futuro. Improvvisamente la colpa dei disordini è della militarizzazione e della zona rossa, per una volta le colpe sono tutte di governo e celerini. Forse questa volta neanche pacifisti delatori, come a Genova nel 2001, invocherebbero le cariche sui violenti anziché contro di loro.

Insomma, sbirri si nasce, ribelli si diventa; soprattutto nel momento in cui la sovversione delle dinamiche sociali diventa comprensibile, nel momento in cui un crepa si apre nella quotidianità, ed il passaggio, da cui sbucare incontrollati, inizia ad allargarsi. Da questo varco, il 14 dicembre a Roma, ragazze e ragazzi hanno fatto irruzione nelle strade senza sentirsi più soli, assaltando il presente per non aver più nulla da mendicare domani. Il passaggio è aperto; non si riuscirà a richiudere facilmente. Dopo dieci anni da quella che fu la sommossa e la mattanza del luglio genovese, la paura sta cambiando nuovamente di campo, e i poliziotti non dormono forse più sonni tanto tranquilli. Denunce, associazioni a delinquere, perquisizioni e arresti ne sono la riprova. Riempiamo allora gli zaini di audacia e rabbia, scegliamo bene i nostri complici e andiamo. Non un passo indietro, questo è solo l’inizio verso la riconquista di noi stessi.

Noi la nostra barricata l’abbiamo già scelta da tempo.
Noi non stiamo con gli sbirri.

pc 16 giugnio - una bella iniziativa a roma nell'anniversario degli 'arditi del popolo'



Sabato 25 giugno 2011, un giorno intero di celebrazioni in via dei Volsci in occasione del 90° anno dalla fondazione, nella capitale, degli Arditi del Popolo.

I muri ricordano: la manifestazione avrà inizio, dalla mattinata, con la realizzazione di stencil e murales commemorativi della Resistenza, della lotta di Liberazione e della storia di San Lorenzo.
La storia attraverso le immagini: appena farà sera, l’iniziativa continuerà con la proiezione, in anteprima nazionale, del film documentario “Il Ribelle” di Giancarlo Bocchi, la storia dell’Ardito del Popolo Guido Picelli, l’eroe dimenticato delle barricate di Parma caduto in Spagna nella guerra contro il franchismo.

Al termine della proiezione seguirà dibattitto con il regista e lo storico Eros Francescangeli.
Nel corso della giornata, verranno esposte mostre fotografiche sugli Arditi del Popolo, saranno, inoltre, operativi stand politico-culturali.

COMITATO “ROMA ANTIFASCISTA”

Per gli antifascisti militanti, la Resistenza al regime mussoliniano è cominciata ben prima del 8 settembre 1943, nello specifico, oltre vent’anni addietro. Di questa prima Resistenza, sul versante della memoria istituzionalizzata, poco si è detto e ancora meno si è scritto, i precedenti scomodi esercitano sempre un certo grado di timore sui custodi delle verità ufficiali e formali.
90 anni fa nascevano a Roma gli “Arditi del Popolo”, un inedito tentativo di contrapporre alla dilagante violenza dello squadrismo fascista un’efficace risposta in campo operaio. Sotto il vessillo dell’arditismo popolare si radunarono migliaia di lavoratori ed ex soldati già protagonisti, nel cosiddetto “biennio rosso”, di aspre battaglie per il diritto alla casa, contro il carovita e la disoccupazione. A Roma, si costituì, in ogni rione popolare, un battaglione di Arditi e, in particolar modo nei quartieri di san Lorenzo e del Trionfale, gli Arditi del Popolo furono protagonisti di un’efficace resistenza alla violenza invasiva delle milizie fasciste. Memorabili, in tal senso, le difese vittoriose della cintura periferica capitolina in occasione del congresso di fondazione, novembre 1921, del PNF (partito nazionale fascista), con le squadracce mussoliniane di tutta Italia costrette alla ritirata dopo aver cercato invano di espugnare, armi in pugno, i rioni sovversivi. Dinamica ripropostasi durante il congresso fascista laziale dell’aprile 1922 e, ancora, nel maggio seguente, in occasione della cerimonia funebre per Enrico Toti, quando, alla testa del popolo di San Lorenzo, gli Arditi respinsero l’assalto al quartiere di diverse migliaia di camicie nere.

Perfino nei giorni della marcia su Roma, col fascismo ormai trionfante grazie al placet regio, i rioni di San Lorenzo, Trionfale, Testaccio e Trastevere resistetter
o come una trincea insuperabile agli assalti congiunti di squadristi, guardie regie e forze di polizia.

IL FILM:
Il film “Il Ribelle” racconta l’avventura di un uomo nobile, libertario, che visse da protagonista la storia d’Italia e d’Europa del ‘900. Guido Picelli, si battè senza sosta per l’affermazione della giustizia sociale in tutta l’Europa. Convinto pacifista decise di impugnare le armi per difendere gli oppressi e si oppose a ogni forma di totalitarismo.

Teorico della guerriglia, antesignano di Che Guevara, sconfisse con i suoi 400 Arditi del Popolo diecimila fascisti durante i cinque giorni della Battaglia di Parma.
Primo sostenitore in Europa dell’idea del “Fronte popolare”, autore di gesti eroici e clamorosi, sfidò il regime fascista inalberando la bandiera rossa sul palazzo del Parlamento italiano.
Sfuggì agli agguati mortali fascisti tentando di far insorgere l’Italia contro Mussolini e giunto in URSS fu emarginato e perseguitato dagli stalinisti.

Durante la Guerra di Spagna, alla testa del Battaglione Garibaldi, ottenne importanti vittorie sul fronte di Madrid. Mentre preparava un attacco contro il nemico franchista, il 5 gennaio 1937, una pallottola lo fulminò, colpendolo alle spalle, all’altezza del cuore.Attraverso documenti segreti e filmati inediti, questo film racconta, per la prima volta, la storia di un eroe scomodo, dimenticato, di un “ribelle” la cui morte è rimasta fino ad ora avvolta nel mistero

pc 16 giugno - Atene.. occupazione per la libertà dei compagni arrestati in occasione dello sciopero generale

Grecia] Occupazioni e solidarietá con gli arresti degli ultimi giorni
Inserito il 16 giugno 2011 alle ore 19:15 da ((A))
Archiviato in Carcere e repressione, Economie e lavoro, Globale, Notizie.
Parole chiave: arresti ad atene, Grecia, occupazione. | Segnala come fuori policy
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Traduzione di http://en.contrainfo.espiv.net/2011/06/16/occupations-of-the-prefectures-premises-in-chania-crete-and-of-the-town-hall-in-serres-northern-greece-continue/

Continuano le occupazioni della sede della prefettura in Chania (Creta) e del municipio di Serres (nord della Grecia)

Ieri, 15 giugno, l’assemblea popolare di piazza Agora in Chania ha deciso di continuare l’occupazione dela sede della prefettura. Nel loro comunicato la persone chiedono l’immediato rilascio di tutti gli arrestati nella manifestazione di ieri in Atene e dei manifestanti arrestati e imprigionati dopo lo sciopero generale dell’11 maggio. Hanno anche chiamato uno sciopero per il 16 giungo, alle ore 10:00 in piazza Agora.

Allo stesso modo, l’assemblea popolare di piazza Eleftherias in Serres ha cediso di continuare l’occupazione del Municipio, denunciando le politiche governative e la repressione della polizia e dimostrando solidarietá con tutti coloro che hanno deciso di scendere nelle strade. Una nuova assemblea popolare si terrá oggi alle 20:00 nel Municipio occupato.

pc 16 giugno - India 24 ore di sciopero con blocco nel Bihar, indetto dai maoisti

in spagnolo, tratto dal blog odio.de.clase


Guerrilleros maoístas prendieron hoy fuego a una estación de tren, atacaron una comisaría de policía e hicieron estallar seis torres de telefonía móvil de las empresas de telecomunicaciones privadas en diferentes lugares para hacer cumplir la bandh de 24 horas convocada para protestar por la detención de líder Jagdish Master, alias Jagdish Yadav, en distrito de Bihar Gaya.

"Los maoístas atacaron la estación de policia de Kothi y destruyeron seis torres de telefonía móvil en diferentes lugares para hacer cumplir la bandh", dijo el Superintendente de la Policía de la Ciudad de Ratnamani Sanjeev.

Muchos cuadros maoístas armados atacaron la estación de policía la madrugada de hoy, pero no se informó de víctimas en el intercambio de fuego entre los policias y los maoístas.

Según un informe de Jehanabad, más de 25 maoístas irrumpieron en la estación de tren de Nadaul en la sección de Patna, Gaya de East Central de Ferrocarril, retuvieron a los trabajadores de la estación y posteriormente procedieron a incendiar el mostrador de reservas, los archivos y el panel de control.

Los servicios de trenes en la ruta fueron interrumpidos durante más de cuatro horas, y se reanudaron esta mañana después de la reparación, dijeron las fuentes.

Los maoístas atacaron dos torres de telefonía móvil en Imamganj en el distrito de Gaya, dijo la policía.

Los maoístas también volaron dos torres de telefonía movil en Diburiya Dobhi.

Una operación de peinado se ha puesto en marcha en la zona para detener a los maoístas.

Los maoístas han pedido la paralización de 24 horas en Bihar, Jharkhand, Chhattisgarh para protestar contra la detención de su líder Jagdish Maestro.

pc 16 giugno - dai no TAV

A nome di tutto il movimento notav un GRAZIE a chi ha raccolto il nostro appello "per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa" e a chi si è attivato per diffonderlo alla ricerca di altre adesioni: 2500 risposte in pochi giorni ci hanno confermato che la nostra
resistenza gode di consenso in ogni parte del paese e viene vista per quello che realmente è: una battaglia di civiltà per la difesa dei beni comuni e della democrazia.

Questi sono giorni difficili per noi ma siamo convinti che anche stavolta sapremo superare le difficoltà: di fronte abbiamo pochi ma potenti avversari, che non sentono ragioni e non vogliono rinunciare a un grande business; migliaia di persone sono determinate a impedire pacificamente l'apertura di un cantiere e sanno di non essere sole anche quando i media si scatenano nel dipingerle isolate e arroccate nel proprio piccolo cortile.

Il nostro primo obiettivo è riportare il confronto su un piano civile e rispettoso delle più elementari regole della democrazia. Chi ha aderito all'appello è dalla nostra parte e noi sappiamo che molti sono pronti a mobilitarsi nel proprio territorio nel momento in cui la lobby del TAV e il governo dovessero tentare una prova di forza.

Scusandoci per il ritardo (in questi giorni manca anche il tempo per respirare...) segnaliamo che abbiamo aggiunto la vostra adesione all'elenco pubblicato sul sito www.notavtorino.org.
Grazie
Ezio Bertok (Comitato NOTAV Torino)

pc 16 giugno - DAL CAMPO DI MANDURIA: LA VERA RESPONSABILITA' DELLA VIOLENZA SESSUALE CONTRO UNA DONNA

Denunciamo con forza la violenza sessuale subita da una donna tunisina nel campo di Manduria da parte di un altro immigrato del Ciad.
Ma diciamo anche che la responsabilità di quanto è avvenuto è principalmente del governo, delle istituzioni che costringono 1500 immigrati a stare rinchiusi per settimane nel campo, in condizioni che violano diritti umani di normale vivibilità, e che sono di abbrutimento fisico e morale, che facilmente creano il terreno concreto e l'humus favorevole alle violenze verso le poche donne che stanno.
Noi abbiamo detto fin dall'inizio dei nuovi arrivi nel campo di Manduria che a maggior ragione data la presenza questa volta di donne e bambini, il campo non doveva essere chiuso come un carcere, ma doveva tornare ad essere un campo aperto, come si era riusciti a conquistare con la rivolta dei tunisini di aprile, per permettere sia ad associazioni, popolazione della zona di poter entrare a verificare le condizioni e a stabilire rapporti di solidarietà con gli immigrati, sia agli immigrati, alcune appunto famiglie, di uscire liberamente; a maggior ragione per la presenza delle donne le condizioni di vita nel campo dovevano essere totalmente differenti, no alle tende che non consentono un minimo di intimità, no ai servizi pochi e distanti dalle tende, ecc. Abbiamo chiesto che se veramente, come continuano a dire, il campo di Manduria è solo di identificazione di profughi, a maggior ragione gli immigrati devono avere subito il permesso di soggiorno e non restare nel campo per settimane (per poi andare in altri campi).

Questo non è stato fatto, non viene fatto – anzi i tempi di permanenza si allungano – le condizioni di vita all'interno del campo si fanno sempre più difficili e ancora una volta sono le donne che ne subiscono le peggiori conseguenze.

Occorre una nuova rivolta come quella del 2 aprile che unì la protesta e mobilitazione nostra e di altre compagni e compagni con la protesta degli immigrati tunisini.
Occorre l'unità e l'autorganizzazione delle donne all'interno del campo per lottare insieme contro violenze, atteggiamenti, concezioni maschiliste, e per pretendere condizioni dignitose di vivibilità.

Stiamo organizzando nei prossimi giorni una nuova forte iniziativa al campo, a cui chiamiamo tutte le realtà, compagne,compagni che si sono mobilitati ad aprile:

IL CAMPO DEVE ESSERE APERTO
BASTA CON CONDIZIONI INUMANE DI PERMANENZA
PERMESSI DI SOGGIORNO SUBITO

pc 16 giugno - Brunetta insulta i precari.

Questi ministri, questo governo devono essere rimossi con la forza.

Il ridicolo secondo nano di questo governo ha insultato platealmente i precari della scuola intervenuti a un convegno ed è poi scappato protetto dalle sue forze dell'ordine.
E' l'ennesima performance di questo ministro che impazza negli ultimi giorni in televisione a fare la caricatura di sé stesso, perfino meglio di quanto la fa Crozza.
Ma noi pensiamo che non ci sia più niente da ridere.
Brunetta esprime in maniera lucida e istintiva nello stesso momento l'humus e la sostanza moderno fascista di questo governo, che reagisce al crescente discredito, isolamento con un surplus di arroganza e violenza, perchè tale è quando si può insultare i lavoratori precari sapendo che la polizia li proteggerà dalla reazione, arrabbiata e civile dei lavoratori.
Noi pensiamo che i lavoratori precari si rendono sempre più conto che questo governo, la sua politica, i suoi Ministri chiave, Brunetta, la Gelmini, rispondono alle loro rivendicazioni e perfino alle sentenze della magistratura che danno loro ragione, senza fare un passo indietro ma anzi aumentando la loro decisione di imporre comunque il programma di licenziamenti di massa, precarietà permanente, tagli, distruzione della scuola pubblica.
Il voto dei giorni scorsi non ha cambiato questa situazione. Non è via internet che cancelleremo questo governo, ma con le donne e gli uomini in carne ed ossa che lottano ed esercitano la forza.

pc 16 giugno - De Magistris è partito.. ma dove va ?

Si insedia la Giunta De Magistris.
Solo i Carc potevano pensare che sarebbe stata la giunta di Cremaschi e Gino Strada e che gli assessori li potesse scegliere chi li ha votati.
Non siamo su “Scherzi a parte”.
De Magistris ha rappresentato una ribellione, moderata dal voto, contro la candidatura governo-camorra-malaffare di Lettieri/Berlusconi, così come contro l'arroganza partitocratica delle giunte precedenti, compartecipi del crollo,degrado della situazione, espressa in maniera eclatante con la questione dei rifiuti.
Certo l'elezione di De Magistris ha animato energie e speranza di una parte delle masse popolari – una parte non tutta; il 50% non ha votato a Napoli, e tra operai, precari, disoccupati questa “speranza” è abbastanza blanda.
Comunque bisognava colpire la “monnezza” di Napoli anche con il voto, una volta che esso si è polarizzato. Ma ora le elezioni sono finite e anche la ricreazione.
I disoccupati, precari Bross sono tornati giustamente alla carica, rivendicando effettivamente il piano di raccolta differenziata porta a porta come occasione per il lavoro, ma anche rivendicando il ripristino di forme di salario garantito che permetta di vivere. Questioni che sono nelle promesse elettorali di De Magistris.
Ma De Magistris subito mostra un'ambiguità di fondo, un piano fondato su una malintesa immagine..ridare una nuova immagine di Napoli in Italia e nel mondo.
Di qui questo lancio della venuta di Obama a Napoli, forse già in ottobre; politica di grandi eventi (coppa america, ecc. ), come se dietro questa immagine non ci fosse la Nato e il ruolo di sede del comando di guerra nel Mediterraneo di questa città, o i grandi affari, grandi speculazioni che i grandi eventi portano sempre con sè; dove forse si riuscirà a restringere il ruolo della camorra ma si arricchiranno altri gruppi famelici, saliti prontamente sul carro del vincitore già nella fase del ballottaggio.
Alcuni della nuova giunta vengono dalle vecchie amministrazioni, altri alimentano poi un altro filone che può caratterizzare questa giunta: magistrati, carabinieri, riproponendo l'illusione alla Saviano per cui con la legge e l'ordine si bonifica la città, dimenticando che questa legge e ordine solo superficialmente smantellano clan, ma nella sostanza lasciano del tutto sul terreno i problemi di lavoro, di reddito, di servizi sociali,di ambiente, di vita, di diritti, che proletari e masse popolari vivono tutti i giorni.
Anzi pensiamo che quando la “politica alternativa” appare soprattutto con la faccia della legge e ordine, aggrava i problemi per i proletari e brucia le speranze di alternativa.
Di qui la necessità assoluta per i comunisti, i proletari di affidare alle lotte, all'autorganizzazione, all'autonomia politica e programmatica la carta decisiva per sfruttare l'opportunità della nuova situazione politica che comunque questa giunta crea.

pc 16 giugno - India: i morti dell'operazione Green Hunt che il governo non vede...

Lista delle uccisioni per mano della polizia nel Dandakaranya (dal 10 agosto 2009)

Nell’Operazione Green Hunt (Caccia verde)

(Aggiornata al 1 giugno 2011. Ancora incompleta dato che non siamo in grado di registrare ogni assassinio che si verifica quasi quotidianamente. Alcune di queste uccisioni non vengono riportate affatto. Alcune persone vengono rapite e le circostanze su di loro non sono state fino ad ora rivelate dalla polizia.)

Quindi, la nostra domanda diretta è perché tutti questi strilli e piagnistei sull’uccisione della polizia, delle forze speciali e paramilitari, che effettivamente sono assassini spietati di innocenti adivasi?

E perché non “piangere” su queste vite perse (l’elenco che segue sotto)?

Bisogna chiedere alla classe dirigente del nostro paese che parla di “democrazia” e “costituzione” ad ogni piè sospinto… chi ha ucciso queste persone e perché?

***

LIST OF POLICE KILLINGS IN DANDAKARANYA (From 10 Aug 2009)

IN OPERATION GREEN HUNT

(Updated on June 1, 2011. Yet, it's incomplete as we are still unable to record every incident of killing taking place almost on a daily basis. Some incidents of killings have completely gone unreported. Some people were abducted and their whereabouts were not revealed till now by police.)

SO, OUR STRAIGHT QUESTION IS WHY THIS HUE AND CRY
OVER KILLINGS OF POLICE, SPO AND PARAMILITARY FORCES,
WHO ACTUALLY ARE THE MERCILESS KILLERS OF INNOCENT ADIVASI PEOPLE?

AND WHY NOT 'NO TEARS' ON THESE LIVES LOST (GIVEN BELOW)?

DO ASK THE RULERS OF OUR COUNTRY WHO RECITE 'DEMOCRACY' AND 'CONSTITUTION' ON EVERY BREATH...
WHO HAD KILLED THESE PEOPLE AND WHY?

POLICE KILLINGS IN DANDAKARANYA (From 10 Aug 2009) IN OPERATION GREEN HUNT

Date

No. of People Killed

Name

Sex/Age

Native Village

Site of killing

Block/ District

How were they killed?

10-Aug-09

6

Oyam Sagar

M/30

Vecham

Between Oukyam and Vecham villages

Bijapur

All were caught and shot dead. Out of them the only girl Somli was our unarmed comrade. Rest were innocent peasants

Emla Pandru

M/25

Choukanpal

Hapka Lingu

M/25

"

Tati Lakmu

M/25

Etepadu

Tati Aitu

M/45

"

Karam Somli

F/16

Timmenar

13-Aug-09

2

Madkam Sannu

M/45

Keshmundi

Bhairamgarh/Bijapur

Killed in fake encounter

Podiyam Somdu

M/30

"

7-Sep-09

1

Kunjam Bhima

M

Duvvalkarka

Duvvalkarka

Dantewada

caught and shot dead

7-Sep-09

1

Madkam Raju

M/20

Timmenar

Bijapur

caught and shot dead

8-Sep-09

4

Sodi Sona

M/55

Gollagudem

Gollagudem

Dantewada

caught and shot dead but encounter not declared

Sodi Bheemal

M/45

Sodi Aite

F/25

Madivi Deval

M/50

13-Sep-09

1

Kavasi Sukram

M/25

Keskuttul

Bijapur

caught and shot dead

17-Sep-09

1

Madivi Deval

M/30

Singanmadugu

Singanmadugu

Dantewada

caught and killed in cold blood and not declared

17-Sep-09

5

Dudi Muye

F/70

Gachampally

Gachanpally

Dantewada

caught and killed in cold blood and not declared

Madivi Adamal

M/45

Madakam Chulal

M/45

Madivi Jogal

M/60

Madivi Gangal

M/70

beaten unto death and not declared

17-Sep-09

5

Paddem Deval

M/25

Gattampadu

Between Nallabelly and Gollapally villages

Dantewada

caught and killed in cold blood

Dudi Pojjal

M/15

Sodi Masal

M/20

Tuniki Sinnal

M/35

Palachelima

Sodi Shanesh

M/43

17-Sep-09

1

Dudi Adamal

M/35

Paidagudem

26-Sep-09

3

Kalmu Gangi

F/50

Poojarikanker

Between Poojarikanker and Gunjur villages

Bijapur

caught separately when they were working in fields and shot dead

M/

Gunjur

M/

"

22-Sep-09

2

Sukhram Koudo

M

Kosronda

Kosronda

Kanker

SPOs killed these persons and thrown away their deadbodies in same village Kosronda. They put a poster to paint it as a Maoist killing

Lachhan Dhurwa

M

1-Oct-09

12

Madivi Bajaru

M/40

Gompad

Gompad

Dantewada

Killed in indiscriminate firing and not declared

Soyam Subba

M/35

Madivi Yenka

M/50

Soyam Subba

M/20

Soyam Jogi

F/18

Kartam Kanni

F/23

Madivi Mutti

F/10

Madivi Deval

M/35

Gopalpuram (AP)

Kartam Mutta

M/40

Chintaguppa

Musaki Deva

M/

Kunadabba

Kunjam Arly

M/17

Velpocha

Musaki Muka

M/32

Nulkatongu

1-Oct-09

1

Muchaki Handa

M/40

Dabba

Dantewada

caught and shot dead

7-Oct-09

1

Madakam Raju

M/20

Timmenar

Kamulur

Bijapur

This student activist was caught and shot dead

13-Oct-09

1

Podiyam Somdu

M/45

Kutul lakka

Kutul lakka

Bijapur

caught and shot dead

17-Oct-09

2

Kovasi Sukram

M/45

Kankagudem

Kankagudem

Bijapur

caught and shot dead

Madkam Sannu

M/45

23-Oct-09

1

Shyambatti @ Batti

F/20

Gattakal

Anjreli

Narayanpur

Caught in Padangal village and taken to Narayanpur. Police tortured and killed in cold blood. Her body thrown away in Anjrelli village and declared as encounter

24-Oct-09

1

Madivi Ungal

M/20

Gundam

Pusubaka

Bijapur

caught and shot dead

24-Oct-09

2

Sodi Gangi

F/40

Pujarikanker

Pujarikanker

Bijapur

raped and killed

24-Oct-09

2

Musaki Kosa

M/25

Gunjur

Gunjur

Bijapur

caught and shot dead

Sodi Unga

M/22

8-Nov-09

1

Gandam Sukram

M/38

Nangalgudem

Dantewada

Killed and declared as road accident

8-Nov-09

2

Dirdo Madka

M/60

Kachlaram

Kachlaram

Bhopalpatnam/Bijapur

indiscriminately fired and killed

Kovasi Suklu

M/65

10-Nov-09

7

Madkam Hunga

M/45

Tettemadugu

Killed at two different places

Konta/Dantewada

caught and shot dead

Madkam Hidma

M/30

"

Dudhi Rajal

M/50

"

Kartam Aital

M/30

Doragudem

Madkam Badral

M/25

Dokpad

Vendo Mangdu

M/27

"

Madivi Jogal

M/35

Palodi

15-Nov-09

1

Mansu Dhurwa

M/14

Markanar

Near Koelibeda

Kanker

7th Class student of Koelibeda High School. Killed in cold blood and declared as an encounter

20-Nov-09

1

Madkam Deva

M/40

Burgum

Kuvakonda/Dantewada

Killed in fake encounter

24-Nov-09

2

Madivi Baman

M/11

Pangodi

Pangodi

Usur/Bijapur

These persons were father and son who were caught and shot dead

Madivi Sadhu

M/11

27-Nov-09

1

Madkam Mangu

M/25

Hiroli

Kuvakonda/Dantewada

"

3-Dec-09

1

Madivi Budhram

M

Korinjed

Kachlaram

Bhopalpatnam/Bijapur

caught and shot dead

11-Dec-09

7

Kunjam Hurra

M/18

Gumiyapal

Sammeli

Kuvakonda/Dantewada

caught when they were asleep and taken away to Kirandul. Next day shot dead at a nearby village

Madivi Joga

M/25

Barse Somdu

M/30

Midiyam Bhuma

M/35

Midiyam Sukka

M/17

Madivi Gutta

M/40

Tati Hidma

M/25

Aranpur

11-Dec-09

1

Sitaram Korram

M/

Toter

Toter

Narayanpur

dragged from his house and tortured and shot dead then declared him as deputy commander of the local squad

15-Dec-09

2

Veko Sombaru

M/30

Kotrapal

Kotrapal

Bhairamgarh/Bijapur

caught and shot dead

Madivi Motli

F/25

21-Dec-09

3

Suklu Mandavi

M

Odsapara

Bijapur

A 150-member killer gang of SPOs and Police came from Bangapal and Kosoli Camps and picked these people from their villages and shot them dead

Lachhu Poyam

M

Karkaveda

Kosa Mandavi

M

30-Dec-09

2

Punem Pandru

M/45

Vechapal

Vechapal

Bijapur

These persons were father and son who were caught and shot dead

Punem Motu

M/20

7-Jan-10

1

Korsa Munna

M/18

Mankeli

Mankeli

Bijapur

Caught and killed

9-Jan-10

4

Madivi Bandi

F/34

Surpangudem

Near Chintalnar

Konta/Dantewada

caught and shot dead

Kalmu Paiki

F/25

Midiyam Gujja

M/18

Ursa Unga

M/20

Durvondarbha

11-Jan-10

3

Hapka Sombaru

M/17

Kotrapal

Kotrapal

Bhairamgarh/Bijapur

Caught and killed

Emla Sukku

M/35

Boggami Raju

M/20

12-Jan-10

1

Madkam Joga

M/22

Kottagudem

Rangaiguda

Konta/Dantewada

caught and shot dead

15-Jan-10

2

Madkam Handa

M/25

Rangaiguda

Podiyam Raju

M/20

Permapara

17-Jan-10

1

Kalmu Chamru

M/35

Kaika

Kaika

Bijapur

Caught and shot dead

20-Jan-10

2

Mahesh Dhurwa

M/25

Kakbaras

Near Antagarh

Kanker

Police arrested these persons in Eekdand village on Jan 20 and killed after torturing them for sevaral days. Their dead bodies were found near a river on Jan 31 and a story concocted that unknown persons were killed.

Karthik Usendi

M/25

Kotul

23-Jan-10

4

Kunjam Motu

M/24

Kutrem

Between Kutrem and Kakadi hills

Kuvakonda/Dantewada

All of these innocent people were caught and killed.

Kunjam Bhima

M/25

Porokakad

Kunjam Hurra

M/20

Sammeli

Kadti Bhima

M/25

26-Jan-10

1

Nadugu Nureti

M/40

Kosronda

Raoghat/Kanker

picked up from his house and put an olive green uniform on him and killed in cold blood and then declared as encounter

29-Jan-10

1

Sudhakar Korram

M/22

Remawand village

Narayanpur

He was an unarmed member of our organization who was killed in indiscriminate firing and declared as encounter death

2-Feb-10

2

Emla Mangu

M/27

Paralnar

Paralnar

Gangalur/Bijapur

Caught and shotdead; Emla Mangu was PLGA member, while Lakshmi was village girl

Badse Lakshmi

F/20

3-Feb-10

7

Rama Kalmami

M/22

Takilod

Takilod

Bijapur

Police and SPOs team attacked village Takilod caught 14 people and selectevely Killed these 7 in most inhuman way

Asharam Emla

M/25

Jayram Emla

M/30

Anantram Veko

M/30

Motu Barsa

M/35

Raju Murami

M/20

Anatram Kalmami

M/2

3-Feb-10

1

Korsa Lakmu

M/40

Regadgatta

Cherpal

Bijapur/Bijapur

Caught and shot dead by joint forces

7-Feb-10

5

Santu Potai

M/25

Matala

Ongnar

Narayanpur

All of these were caught and killed in cold blood

Phoolo Vadde

F/22

Ongnar

Kade Potai

M/20

Addempad

Ramoli Vadde

F/22

Onapad

Dalsai Korram

M/22

Mandoki

9-Feb-10

1

Punem Ungal

M/30

Pottenar

Pottenar

Bhairamgarh/Bijapur

caught and shot dead

12-Feb-10

1

Kumili

F/22

Paiveru

Dumnar

Narayanpur

She was working in a farm run by Janatana Sarkar. SPOs and Informers caught her. They gangraped her and brutally beheaded

17-Feb-10

1

Kursam Pandru

M/20

Gornam

Gornam

Bijapur

caught and killed

2-Apr-10

1

Soma Kadiyami

M/40

Kandadi

Near Kesekodi

Kanker

Taken away from village and shot him dead in cold blood

4-May-10

2

Lalsingh

M/22

Nariya

Rajubeda

Narayanpur

Sourrounded the local youth shot from point-blank

Sukhlal

M/20

Bailapad

16-May-10

2

Vanjami Malla

M/18

Gumiyapal

Gumiyapal

Kirandul/Dantewada

Shot dead and declared as encounter

Kunjami Aitu

M/23

Kutrem

19-May-10

1

Midiyam Bandi

M/27

Etem

Etem

Gadiras/Dantewada

Caught and shot dead

2-Jun-10

1

Sukhda Achla

M

Silparas Mettatola

Vala

Kanker

killed in indiscriminate firing on village youth

3-Jun-10

1

Maddal

M/14

Angmetta

Angmetta

Bijapur

Caught by SPOs while he was alone and stabbed to death

20-Jun-10

2

Deve

F/25

Indravati Area

Kohkametta

Narayanpur

Both were killed in indiscriminate firing by Police while they were cooking food for guerillas in village. Deve was a PLGA fighter, while Shivcharan was an unarmed villager.

Shivcharan

M/23

Muhandi

7-Jul-10

1

Oyam Mangu

M/19

Tarrem

Nakulnar

Kuvakonda/Dantewada

This PLGA fighter was killed in fierce fighting during PLGA raid on notorious Awadhesh Goutam's house

24-Jul-10

1

Jagesh Koudo

M/

Gummer

Gummer

Raoghat/Kanker

no details

4-Aug-10

1

Kunjami Joga

M/23

Kutrem

Kutrem

Kirandul/Dantewada

Koya Commandos etc raided the village and shot dead while he was stepping out of his house.

11-Aug-10

3

Madkam Hidma

M/21

Rangaiguda

Rangaiguda

Konta/Dantewada

Killed in fake encounter by Koya Commandos

Veko Bojja

M/33

Bhima

M/25

17-Aug-10

1

Chaite

M/28

Enhur_NBT

Usebeda

Orchha/Narayanpur

SPOs with the help of some local informers caught this ACM level comrade while she was alone near a camp and killed in cold blood after gangrape.

9-Sep-10

1

Veko Kotlu

M/35

Kotrapal

Kotrapal

Bhairamgarh/Bijapur

Killed in a fake encounter

21-Sep-10

2

Vetti Hadma

M/22

Gommugudem

Usoor

Usoor/Bijapur

Both were killed in a real encouter

Oyam Budral

M/20

8-Oct-10

6

Names unknown

Sawargaon

Sawargaon

Dhanora/Gadchiroli

All of these were innocent villagers and school children, who were killed in indiscriminate mortar shelling by ITBP merceneries belonging to Kohka basecamp in Rajnandgaon district of CG, fired mortar shells who had gone mad after they were ambushed by PLGA in which 3 of their jawans were killed

9-Oct-10

8

Kosa @ Aitu

M/30

WBT

Padkipali

Sankara/Mahasamund

Out of 8 persons killed, only 6 were PLGA guerillas, laid down their lives while fighting with the enemy forces inflicting injuries to two STF personnel, whereas Goutam Patel and a labourer at his house were unarmed and innocent villagers who were dragged out of their house and shot dead in cold blood. Thus, it was partially real encounter.

Anita @ Natasha

F/25

Gattakal/NBT

Arjun @ Chandu

M/24

Pollevaya-IV area

Parvati

F/21

NBT

Rajbati

F/20

NBT

Lachhu

M/19

Usebeda-Maad

Goutam Patel

M/?

Padkipali

One labour

M/?

Padkipali

13-Oct-10

2

Madivi Masa

M/21

Gornam

Gornam

Bijapur

Caught and shot dead and declared as encounter

Sodhi Baman

M/25

15-Oct-10

2

Joga Kowasi @ Nagesh

M/36

Palodi-SBT

Bhilai

Durg

Both were were caught from Bhilai suburban area and shot dead and declared it as encounter

Prameela Mandavi

F/22

Pulunj-NBT

19-Oct-10

2

Kursam Kistaiah

M/24

Kottapally

Kottapally

Madded/Bijapur

Shot dead and declared as encounter and one young woman Kursam sangeeta (24) was arrected

Kursam Nagesh

M/23

21-Oct-10

2

Oyam Mangu

M/25

Burigil

Burigil

Gangalur/Bijapur

Killed when police fired indiscriminately on villagers

Oyam Manku

M/17

22-Oct-10

1

Unknown

M/

Kolar

Kanker

Police claimed this killing, has to be confirmed

25-Oct-10

1

Sannau Nuroti

M/30

Nibra

Madapa forest between Tadoki and Raoghat

Antagarh/Kanker

Caught from his house and next day killed in a fake encounter and declared him a platoon commander

23-Nov-10

9

Emla Phagu

M/21

Silinger

Jegurugonda/Mettaguda Para

Jegurgonda/Dantewada

All were killed in a fake encounter while they were on sentry duty to protect their crops

Korsa Madhu

M/25

Silinger

Korsa Sukkal

M/29

Silinger

Kunjam Suresh

M/29

Timpuram

Atami Bandi

M/26

Durvondarbha

Kadti Subbal

M/21

Durvondarbha

Uike Dula

M/22

Messum

Uike Sannu

M/21

Messum

Oyam Hidma

M/18

Vedire

10-Dec-10

2

Sadimek Laxmaiah

M/30

Gorli

Gorugonda

Bhadrakali/Bijapur

Caught and shot dead

Micha Bhima

M/30

Gorgonda

14-Dec-10

2

Shyam Shankar

M/21

Kandanar

Netanar

Darbha/Bastar

Caught and shot dead

Mahru

M/35

Koleng

14-Jan-11

1

Kalma Mangu

M/25

Badisetty

Singanguda

Sukma/Dantewada

Caught and shot dead by Koya Commando

17-Jan-11

2

Musaki Kosa

M/22

Gurgutta

Gurgutta

Bijapur/Bijapur

Caught and shot dead by STF, SPO and DF

Kuhudam Budru

M/20

20-Jan-11

1

Midiyam Channu

M/16

Gumiyapal

Hirroli

Kuvakonda/Dantewada

Shot dead in weekly bazar while he was trying to escape arrest. Police arrested two persons and indiscriminately fired at Channu.

8-Feb-11

1

Korsa Sannu

M/35

Murunga

Murunga

Bijapur/Bijapur

Caught and shot dead by joint forces

24-Feb-11

2

Munna Oyam

M/23

Dharma

Gondmetta

Bhairamgarh/Bijapur

Both were killed in indiscriminate firing by Police, CRPF and SPOs.

Rayyo

F/18

Bayil

11-Mar-11

1

Madvi Sula

M/28

Morupally

Morupally

Chitalnar/Dantewada

This elderly villager was picking tamarind from the tree when the Judum forces accosted him, accused him of being a Maoist informer and shot him dead in front of his wife and hanged from a tree.

12-Mar-11

2

Punem Lachhu

M/

Pullum

Pullum

Bhairamgarh/Bijapur

400 armed forces raided the village and took away 16 people with them after killing these two.

Kunjami Kamlu

M/

14-Mar-11

2

Badse Bhima

M/29

Pulampad

Timmapur

Chitalnar/Dantewada

Picked up by the CRPF and SPOs from Pulampad village on their way to Timmapuram. After setting the villages on fire, they hacked Bursey Bhima to death with an axe and Mannu Yadav was shot dead and was taken away to Chintalnar to be showed as a Maoist killed in encounter.

Manu Yadav

M/28

29-Mar-11

1

Lakhmu

M

Kesamundi

Kesamundi

Bhairamgarh/Bijapur

Armed forces raided the village and picked up two people and one of those was shot dead

19-Apr-11

1

Rajnu Salam

M/14

Chinari

Chinari

Narayanpur

This unarmed boy was picked up from his village and killed brutally. His deadbody was taken away by his killers claiming that he was an armed Maoist.

TOTAL

195

http://indianvanguard.wordpress.com/2011/06/12/list-of-police-killings-in-dandakaranya-from-10-aug-2009/