venerdì 7 gennaio 2011

pc quotidiano 8 gennaio - Non è ancora una rivoluzione... le rivolte popolari in Tunisia e Algeria

Scoppiano le proteste dei giovani, le proteste popolari in Tunisia, Algeria… per il pane e i beni di prima necessità

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Tunisia

Non è ancora una rivoluzione. Ma è già molto più che una rivolta: una crisi grave, di quelle che si producono quando la miseria par generata dalla ricchezza.

Tre settimane di moti in piazza con fermento di aspirazioni facinorose, sazi e stanchi di illusioni e baratterie, soprattutto i ragazzi, i giovani, la generazione perduta dei laureati senza lavoro. Così numerosi da costituire una classe sociale (il 72 per cento dei disoccupati ha meno di trent’anni). Hanno da tre settimane il loro martire, Mohamed Bouazizi, 26 anni. La sua famiglia a Sidi Bouzid, un piccolo comune a 260 chilometri da Tunisi, aveva sputato sangue per rispettare la parola d’ordine che incita ad addottorarsi, che esige il pezzo di carta per uscire dal medioevo, essere moderni. Ce l’aveva fatta: adesso la vita doveva scivolare leggera in perenne discesa, ogni sogno era possibile e non più a lottare a petto a petto con la miseria. Perché la Tunisia è diversa. Linda, benestante, liberista, le ragazze in minigonna, le università strapiene, i pensionati francesi che si trasferiscono qui per chiedere al sole la magia di nascondere gli anni.

E invece no, Mohamed, ti sbagli…. (la stampa.it)

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Algeria

La Fao e il suo capo economista Abdolreza Abbassian avevano ragione a lanciare l'allarme sui prezzi alimentari aumentati mediamente del 50% (con l'eccezione del riso) e sui conseguenti rischi di rivolte sociali nei paesi più poveri.


Dopo la profezia sono arrivate, puntuali, le notizie delle proteste in Algeria dove per due notti consecutive, da lunedì, violenti scontri tra polizia e manifestanti sono scoppiati a Bab El Oued, quartiere popolare di Algeri per l'aumento dei generi di prima necessità. Ieri le proteste si sono allargate ad altre città del paese per protestare contro l'impennata dei prezzi di alcuni generi alimentari di largo consumo come olio, zucchero e farina. La memoria è corsa immediatamente alla sanguinosa rivolta del couscous scoppiata proprio in Algeria nel 1988.


Intanto la protesta si è allargata coinvolgendo alcuni comuni della Cabilia, nella zona di Boumerdes e Bejaia, a 50 e 250 chilometri ad est di Algeri.


Secondo quanto riferisce El Watan online, e Aljazeera online centinaia di giovani hanno manifestato a Naciria, Bord Menaiel e Issers e hanno bloccato in diversi punti la strada nazionale.
Stesso scenario nella zona di Bejaia, dove i giovani manifestanti incappucciati hanno bloccato la circolazione e hanno tentato di attaccare gli edifici pubblici.


Intanto, anche ad Algeri resta alta la tensione dopo le violenze della notte scorsa a Bab El Oued. Nuovi scontri sono stati segnalati anche ieri pomeriggio in altri quartieri periferici della città, tra cui El Hamiz e Bordj El Kiffan. La polizia in tenuta antisommossa ha presidiato i quartieri più popolari della capitale.


È l'inizio di quanto accaduto pochi giorni fa in Tunisia con le proteste della baguette che ha causato due morti?


«Difficile fare previsioni – dice Abdolreza Abbassian, capo economista alla Fao – di certo l'aumento dei prezzi dei cereali farà aumentare il costo della bolletta di quei paesi che devono importare gli alimentari».


Intanto scioperi, manifestazioni di piazza e addirittura tentativi di suicidio come estrema protesta sono stati segnalati ieri da fonti sindacali in varie località della Tunisia, in particolare nelle aree dove si è concentrata la protesta degli studenti e dei disoccupati delle ultime settimane. Il Maghreb sembra sull'orlo della rivolta.

Un "arco della crisi alimentare" che parte dall'Africa del Nord e arriva in Asia: in India i prezzi alimentari sono aumentati in un anno del 18%, incremento che, associato a un'impennata dei prezzi dell'energia, fa ipotizzare che la Banca centrale indiana aumenterà i tassi entro la fine del mese…

“Un inizio d’anno davvero indigesto”, dice il sole 24 ore di oggi.

Un anno, il 2011, che i giovani e i proletari di tutto il mondo devono fare andare completamente di traverso ai padroni e ai governi, che non possono certo dirsi sorpresi, dato che davanti alla crisi economica “più pesante di quella del 1929”, hanno deciso di salvare le loro banche, gli inimmaginabili profitti di industriali e speculatori di ogni risma, la loro “economia” a spese delle masse popolari…

pc quotidiano 8 gennaio - Il governo nelle mani della Lega, del Pd, dei finiani?, ovvero dietro la battaglia sul federalismo...

Mentre il presidente della Repubblica Napolitano insiste sulle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la Lega minaccia di far cadere il governo se non passa la legge sul federalismo fiscale e cioè, nella sostanza, il contrario dell’unità d’Italia…

Ma il Presidente fa finta di non capire, è già pronto a firmare, dopo la legge “Gelmini”, anche quella sul federalismo, “tenendo conto che non si perda di vista la solidarietà” e via chiacchierando a vanvera

Sembra che la crisi del governo sia quindi nelle mani della Lega che ha minacciato apertamente che se non dovesse essere approvata entro il 28 gennaio si andrebbe alle elezioni prima possibile e cioè intorno alla fine di marzo; ma la Lega ha rigirato la responsabilità ai deputati dell’opposizione (PD e FLI) che nella Commissione parlamentare che deve dare parere positivo sono determinanti con il loro voto.

Quindi se i deputati della cosiddetta opposizione parlamentare votassero contro in commissione il governo potrebbe cadere…

Ma che dice questa legge? Cosa cambia in generale e per le masse popolari?

In breve, senza entrare qui nel merito dei giochi politici, rimanendo alla sostanza e rinviando ad una analisi più dettagliata:

- attualmente lo Stato ogni anno dà soldi, secondo certi criteri, alle Regioni, alle Province e ai Comuni per le spese per i servizi sociali di competenza locale: sanità, assistenza, trasporti ecc.;

- con la legge sul federalismo lo Stato dovrà dare sempre meno soldi a questi enti locali che si dovranno dare da fare per trovare i soldi per continuare a fornire i servizi sociali, ecc.

- E come possono trovare altri soldi? Tagliando le spese che verranno considerate inutili, e mettendo tasse locali, che si aggiungerebbero a quelle statali, scaricando sulle spalle di chi soldi già non ne ha, il peso di pagarsi anche questi servizi…

A questo punto, in un modo o in un altro, comunque ci sarebbero sempre meno soldi a disposizione per le spese sociali essenziali e le infrastrutture locali.

Questa legge sul federalismo, l’ha voluta fortemente la Lega, ma è stata approvata da quasi tutto il parlamento, dal cosiddetto centrodestra e dal cosiddetto centrosinistra, come ricorda oggi il giornale dei padroni, il sole24ore.

La Lega quindi riuscirebbe alla fine a spostare soldi pubblici dal centro-sud al nord a favore dei suoi finanziatori, le piccole e medie imprese; e siccome ha investito molto in termini di immagine sul federalismo, se questo passa ci guadagna la conferma delle adesioni elettorali al suo partito da parte delle piccole e medie industrie del nord, e potrebbe infine “giustificare” il perché in tutti questi anni un partito che si diceva ribelle a “Roma ladrona” è stato al fianco di Berlusconi, uno che con i soldi dello Stato è diventato miliardario…

mercoledì 5 gennaio 2011

martedì 4 gennaio 2011

pc quotidiano 3 gennaio - la fiom di Torino e l'accordo fiat

Pubblichiamo il testo integrale della critica all'accordo Fiat fatto dalla Fiat di Torino, faremo nei prossimi giorni un esame comparato tra il nostro testo in tre parti, già uscito sul blog e questo.

Mirafiori, 23 dicembre 2010: l’accordo della vergogna.
Il 23 dicembre 2010 è stato firmato da tutte le altre organizzazioni sindacali, tranne la FIOM-CGIL, un accordo che di fatto cancella tutta la storia di relazioni sindacali costruita nel nostro Paese dal dopoguerra ad oggi.
Nell’accordo, oltre ad essere previsti abbassamenti generalizzati dei diritti dei lavoratori, come il taglio delle pause, con gravi conseguenze sulla salute degli stessi, sono previste clausole specifiche di responsabilità individuale del lavoratore, che nel momento in cui passerà alla Joint Venture si troverà da solo davanti all’impresa costretto a sottoscrivere l’accettazione dei contenuti dell’accordo firmato dalle altre organizzazioni sindacali. L’accettazione di quei contenuti avrà l’effetto di limitare la libertà del singolo all’interno dell’azienda, oltreché la possibilità di difendersi con lo sciopero contro, ad esempio, gli alti ritmi di lavoro che la nuova metrica del lavoro Ergo-Uas prevede, in quanto passibile di provvedimento disciplinare individuale.
Così come le sanzioni al sindacato avranno l’effetto di inibire le organizzazioni sindacali all’indizione di scioperi che vadano contro ciò che è stato sottoscritto, anche quando nella concretezza dei fatti bisognerebbe farlo. Basta rifarsi all’esempio precedente sui ritmi di lavoro.
Questo accordo cancella il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che non sarà più applicato alla Joint Venture.
Rappresentanza sindacale: viene cancellata la possibilità ai lavoratori di scegliere da chi farsi rappresentare, da quale organizzazione sindacale e soprattutto da quali donne e uomini all’interno dei luoghi di lavoro. Ciò è assolutamente intollerabile, chi ha proposto questa impostazione e chi l’ha firmata, sono decisamente andati oltre ad ogni limite del buon senso, con un estremismo senza giustificazioni.
Cosa c’entra la produttività aziendale e la competitività dell’impresa con tutto questo? La FIOM-CGIL al tavolo ha avanzato proposte che avrebbero trovato certe risposte all’esigenza di aumentare sia la produttività, che la competitività, non si sono volute prendere in considerazione perché la controparte e le altre organizzazioni sindacali hanno affrontato questa vicenda con mille pregiudiziali e in modo del tutto estremistico guardando più a se stessi, che ai lavoratori.
Quello firmato a Mirafiori da Fiat, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e l’Associazione quadri è un accordo vergognoso. La Fiat impone in fabbrica e nel sistema delle relazioni industriali italiane un modello aziendalista e neocorporativo, cancellando il pluralismo sindacale riducendolo ad un unico sindacato per un’unica compagnia: la Chrysler – Fiat. Si costituisce un contratto unico nazionale per le aziende del settore auto della Fiat alternativo ai contratti nazionali di lavoro, che peggiora le condizioni di lavoro, a partire dall’introduzione del modello Pomigliano anche a Mirafiori.

I CONTENUTI DELL’ACCORDO
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E TAGLIO PAUSE: questa sezione è valida sia per la Carrozzeria che per la Joint Venture. Dal 4 aprile 2011 entrerà in vigore per tutti i lavoratori il metodo Ergo-UAS che per la sua applicazione l’Azienda ha dato disdetta di importanti parti degli accordi ’68 e ’69 (coefficienti di maggiorazione dei tempi per fattore di riposo), dell’accordo’71 (pause, indice di saturazione massima individuale istantanea), dell’accordo ’72 (pause individuali con rimpiazzo), dell’accordo 2007 OCRA sulle pause. Le pause saranno tagliate di 10 minuti passando da 40 a 30 minuti e saranno fruite collettivamente in tre pause da 10 minuti. La mensa è confermata, momentaneamente, in mezzo al turno solo per la Carrozzeria mentre per la Joint Venture negli schemi a 15 e 18 turni “le parti verificheranno le condizioni tecnico organizzative che consentano la collocazione della mezz’ora retribuita per la refezione a fine di ciascun turno di lavoro”. Per lo schema a 12 turni la mensa rimane collocata all’interno del turno.
I 10 minuti saranno monetizzati con un importo di 0,1877 €/ora, riconosciuto solo sulle ore di effettiva prestazione lavorativa e a coloro che avranno i 30 minuti di pausa, l’importo è onnicomprensivo di qualsiasi incidenza compreso il TFR.
Commento: il sistema Ergo-Uas non garantisce, in quanto non è provato, né scientificamente, né fattivamente, il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Con la disdetta degli accordi e in mancanza di soluzioni alternative, ci sarà un sostanziale peggioramento delle condizioni di lavoro poiché le saturazioni individuali aumenteranno, il fattore di riposo diminuirà e il taglio delle pause aumenterà il tempo attivo totale di lavoro. Tutto questo inciderà negativamente sulla salute dei lavoratori aumentando il rischio di contrarre malattie
professionali. Inoltre per la Joint Venture non è garantita la mensa in mezzo al turno, anzi è vero il contrario, poiché nell’accordo è sancito che si verificheranno le condizioni per collocarla comunque alla fine del turno di lavoro.
I 10 minuti monetizzati sono una “forfetizzazione” e saranno esclusivamente erogati sulle ore di effettiva prestazione lavorativa escludendo tutte le ore di inattività lavorativa, compresa la pausa pranzo, e di tutte le assenze la cui copertura retributiva è parificata all’attività lavorativa. L’importo inoltre non avrà alcuna incidenza su nessun istituto legale e/o contrattuale (neanche sul TFR).
ABOLIZIONE VOCI RETRIBUTIVE: sezione valida per la Carrozzeria (ma che si “trascinerà” nella Joint Venture). Verranno abolite le voci paga di posto (0,8366 €/mese lordi), indennità disagio linea (3,06 €/mese lordi), premio mansione (4,29 €/mese lordi), premi speciali (1,7473 €/mese lordi). Tali importi verranno messi sulla voce “superminimo non assorbibile” e saranno riconosciuti solo al personale in forza al 1 aprile 2011 e solo a coloro che in precedenza gli erano già erogati (tutti o in parte).
Commento: anche in questo caso gli importi sono “forfetizzati” e saranno erogati al personale in forza al 1° aprile 2011, in misura intera o proporzionale, a chi venivano già erogati nei 12 mesi precedenti. Se mai ci saranno nuove assunzioni, i neo assunti non ne avranno diritto.
NON RICONOSCIMENTO RETRIBUZIONE INTERA PER MALATTIA: questa normativa, sia per la Carrozzeria che per la Joint Venture, non sarà applicata in caso di ricovero ospedaliero e nelle situazioni di emodialisi, morbo di Cooley, neoplasie, epatite B e C, malattie cardiocircolatorie, TBC, terapie salvavita. Inoltre ci sarà una distinzione tra Carrozzeria e Joint Venture rispetto all’applicazione della “normativa” penalizzante.
Regolamentazione Carrozzeria: dal 1 luglio 2011 se la malattia non sarà inferiore al 6% medio, al terzo evento di mutua, ripetuto nei precedenti 12 mesi e non superiore ai 5 giorni che precedono o seguono le festività o le ferie o il giorno di riposo settimanale, non verrà riconosciuta la retribuzione per il primo giorno di mutua.
Dal 1 gennaio 2012 se la malattia non sarà inferiore al 4% medio, al terzo evento di mutua, ripetuto nei precedenti 12 mesi e non superiore ai 5 giorni che precedono o seguono le festività o le ferie o il giorno di riposo settimanale, non verrà riconosciuta la retribuzione per i primi 2 giorni di mutua.
Per gli anni successivi al 2012 se la malattia non sarà inferiore al 3,5% medio, al terzo evento di mutua, ripetuto nei precedenti 12 mesi e non superiore ai 5 giorni che precedono o seguono le festività o le ferie o il giorno di riposo settimanale, non verrà riconosciuta la retribuzione per i primi 2 giorni di mutua.
Stesso schema vale per gli impiegati.
Regolamentazione Joint Venture: nei primi 6 mesi di avvio della Joint Venture dopo se la malattia non sarà inferiore al 3,5% medio, si attiveranno azioni di “sensibilizzazione” di iniziativa congiunta.
Dopo 12 mesi di avvio della Joint Venture se la malattia non sarà inferiore al 3,5% medio, al terzo evento di mutua, ripetuto nei precedenti 12 mesi e non superiore ai 5giorni che precedono o seguono le festività o le ferie o il giorno di riposo settimanale, non verrà riconosciuta la retribuzione per i primi 2 giorni di mutua.
Stesso schema vale per gli impiegati.
Per entrambe le realtà è prevista una commissione paritetica che avrà il compito di individuare i casi a cui non sarà applicata la trattenuta della “carenza”.
Per i periodi previsti di riduzione del trattamento di malattia a metà retribuzione, l’Azienda integrerà il trattamento di malattia fino all’80% della retribuzione globale netta.
Commento: è stato creato un processo di forte penalizzazione dei lavoratori in caso di malattia non riconoscendo parte del trattamento retributivo previsto dal CCNL per le aziende metalmeccaniche. Inoltre si demanda ad una commissione paritetica compiti impropri e privi di alcun criterio, per stabilire a quali lavoratori applicare la trattenuta e a quali no.
L’integrazione all’80% era già prevista.
GESTIONE PERMESSI RETRIBUITI: valido sia per la Carrozzeria che per la Joint Venture. Saranno individuate modalità per la gestione dei permessi retribuiti di legge e/o di contratto nell’arco della settimana.
Commento: c’è una riserva per stabilire modalità (e quantità) di permessi da riconoscere ai lavoratori, riferiti non solo ai PAR ma anche a tutti gli altri previsti in via generale dalla legge e dal contratto. In questo modo i lavoratori potranno vedersi negare richieste di permesso che prima erano esigibili.
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI: valido solo per la Carrozzeria. Dal 14 febbraio 2011 partirà la Cassa Integrazione Straordinaria. Durante la Cassa Integrazione ci sarà la formazione obbligatoria per i lavoratori che se non parteciperanno saranno soggetti a provvedimenti disciplinari. Non è prevista alcuna integrazione al reddito.
Commento: è quantomeno “dubbia” la legittimità ad obbligare i lavoratori a partecipare ai corsi di formazione prevedendo, in caso di assenza, delle sanzioni disciplinari individuali. Inoltre si esclude a priori la possibilità di contrattare integrazioni al reddito e nulla si dice sulla possibilità di usufruire della refezione per consumare il pasto.
LAVORATORI CON IDONEITA’ SPECIFICHE: valido sia per la Carrozzeria che per la Joint Venture. Viene stabilito che la metodologia Ergo-Uas agevola il giudizio del medico competente sull’idoneità specifica del lavoratore e che la stessa possiede la duplice valenza di prevenire patologie e supportare la corretta gestione del personale con idoneità specifiche.
Commento: la validità del sistema Ergo-Uas di stabilire le idoneità dei lavoratori è tutta da verificare. Resta il fatto che con questa dicitura i lavoratori, che fino ad oggi erano considerati inidonei ad alcune postazioni, potranno essere giudicati idonei.
ORARI ED UTILIZZO DEGLI IMPIANTI: valido per la Joint Venture. Possibilità di utilizzare tre tipi diversi di articolazione degli orari di lavoro:
- Schema classico su 15 turni di 8 ore giornaliere per 5 giorni alla settimana.
- Schema a 18 turni con settimane alternate di 48/32 ore. Il 18° turno al sabato notte anticipato strutturalmente alla domenica notte precedente. Il 18° turno non verrà effettuato e sarà coperto con la retribuzione spettante al lavoratore delle festività cadenti la domenica, del 4 novembre, con i permessi maturati dai lavoratori sul 3° turno e con i PAR individuali sino a concorrenza.
- Uno schema eventuale e sperimentale di 12 turni a scorrimento su 6 giorni, con turni di 10 ore al giorno per 4 giorni alla settimana e due di riposo (oltre alla domenica) con orari del 1° turno dalle ore 6.00 alle ore 16.00 e del 2° dalle ore 20.00 alle ore 6.00. Mensa in mezzo al turno e pause di 40 minuti.
I lavoratori della manutenzione e della centrale vernici faranno i 21 turni. (7giorni su 7).
Il passaggio da uno schema all’altro si effettuerà con una procedura che dovrà esaurirsi in 15 giorni di calendario.
Commento: l’azienda potrà passare da uno schema all’altro con un esame che si concluderà in 15 giorni di calendario dopodichè il tutto diverrà operativo. Il 18° turno (non effettuato) è “pagato” interamente dai lavoratori.
Lo schema a 12 turni per 10 ore la settimana è assolutamente fuori da ogni logicità nonché deleterio per la salute dei lavoratori.
LAVORO STRAORDINARIO PRODUTTIVO/RECUPERI PRODUTTIVI: valido per la Joint Venture. Per far fronte alle esigenze produttive di avviamenti di recuperi o punte di mercato, l’azienda potrà far ricorso a 120 ore di lavoro straordinario obbligatorio procapite, senza preventivo accordo sindacale, nella giornata di riposo oltre la domenica.
Le perdite della produzione potranno essere recuperate collettivamente, a regime ordinario, entro i sei mesi successivi, nelle giornate di sabato negli schemi a 10 e 15 turni, nel 18° turno non lavorato o nei giorni di riposo individuale nello schema a 18 turni.
Commento: sia lo straordinario che i recuperi saranno effettuati nella giornata di riposo (a seconda dei casi, o al sabato o nella giornata di riposo a scorrimento). Lo straordinario obbligatorio viene triplicato portandolo da 40 ore a 120 ore (15 giornate intere nell’arco dell’anno). Le perdite di produzione potranno essere recuperate entro sei mesi e in giornate intere in regime ordinario, anziché entro un mese e nel limite di un ora giornaliera come prevede il CCNL.
BILANCIAMENTI PRODUTTIVI: valido solo per la Joint Venture. Mobilità interna da area ad area nella prima ora del turno in relazione agli eventuali operai mancanti o, nell’arco del turno, per fronteggiare le perdite derivanti da eventuali fermate tecniche e produttive.
Commento: in questo modo salterà il controllo dei bilanciamenti produttivi da parte dei lavoratori.
SISTEMA DI RELAZIONI SINDACALI
L’accordo prevede un paragrafo specifico sui diritti sindacali.
CANCELLAZIONE RSU: non ci saranno più le RSU elette liberamente e democraticamente dai lavoratori, saranno sostituite dalle “vecchie RSA” previste dall’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori, nominate esclusivamente dal sindacato esterno.
Le RSA potranno essere nominate solo dalle organizzazioni firmatarie dell’intesa del 23 dicembre 2010, mentre coloro che non hanno firmato, non potranno nominare nessun rappresentante e i lavoratori saranno impossibilitati ad eleggere propri rappresentanti facenti parte delle organizzazioni non firmatarie (in questo caso la FIOM-CGIL).
Commento: viene totalmente smantellata la rappresentanza sindacale. I lavoratori non potranno più eleggere i propri rappresentanti in modo libero e segreto. Saranno solo le organizzazioni sindacali esterne, firmatarie dell’intesa, che potranno nominare propri rappresentanti, non più istanza dei lavoratori e delle loro condizioni di lavoro, ma esclusivamente di rappresentanza “politica” delle burocrazie sindacali.
ASSEMBLEE: le assemblee potranno essere indette e svolte solo da coloro che hanno firmato l’intesa, viene conseguentemente negato anche il diritto di indire le assemblee di organizzazione, quindi anche l’ora all’anno di assemblea spettante alle organizzazioni sindacali esterne, non potrà essere indetta da coloro che non hanno firmato l’intesa.
Commento: le organizzazioni non firmatarie dell’intesa, anche se confederali, non avranno più il diritto di indire assemblee (nemmeno l’ora di organizzazione), privando i lavoratori di un confronto democratico con organizzazioni sindacali non “accondiscendenti”.
CONTRIBUTI SINDACALI: stesso principio vale per i contributi sindacali ovvero la trattenuta in busta paga del lavoratore della quota tessera. Il diritto di ricevere
direttamente sul conto corrente bancario la quota di trattenuta sindacale lo avranno solo i firmatari dell’accordo.
Commento: si mina alla base dell’indipendenza economica del sindacato e della libertà del lavoratore a decidere a quali organizzazioni dare il contributo economico con la trattenuta in busta paga.
PERMESSI SINDACALI: le ore di permesso saranno riconosciute ai membri interni nominati dalle Organizzazioni Sindacali firmatarie. Il monte ore sarà stabilito di anno in anno senza nessun tipo di criterio e dentro il monte ore ci saranno anche le ore dei direttivi.
Commento: limitazione dell’agibilità sindacale in termini di monte ore. Nessun criterio di conteggio che si effettuerà con una discussione annuale. In questo modo il monte ore potrebbe diminuire di anno in anno.
CLAUSOLE DI RESPONSABILITA’
CLAUSOLA RESPONSABILITA’ SINGOLO LAVORATORE: le parti del presente accordo integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro, sicché la violazione da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari conservativi e non, per mancanze e comporta il venir meno dell’efficacia nei suoi confronti delle altre clausole.
Commento: il singolo lavoratore, nel passaggio alla Joint Venture, dovrà firmare individualmente l’accettazione dell’accordo in ogni sua parte, pertanto se non rispetterà quanto sottoscritto è passibile di provvedimenti disciplinari fino ad arrivare al licenziamento. In questo modo gli scioperi che classicamente i lavoratori fanno, ad esempio, sui ritmi di lavoro, potrebbero essere sanzionati, in quanto vanno contro l’organizzazione del lavoro WCM e dell’Ergo-Uas.
CLAUSOLA RESPONSABILITA’ ORGANIZZAZIONI SINDACALI: il mancato rispetto degli impegni assunti nell’intesa dalle organizzazioni sindacali e dalla rappresentanza sindacale interna, anche a livello di singoli comportamenti, libera l’azienda dagli obblighi derivanti dall’accordo e in materia di trattenute sindacali permessi sindacali retribuiti per i componenti del direttivo e di permessi sindacali aggiuntivi rispetto alla legge.
Commento: potranno essere sanzionati i sindacati che violano l’accordo sottoscritto. Vale l’esempio citato sopra per il singolo lavoratore.

lunedì 3 gennaio 2011

pc quotidiano 3 gennaio - tre frasi per comprendere la base dell'azione di proletari comunisti-PCm italia

per il movimento studentesco dopo il 14 dicembre contro l'opportunismo e il disfattismo

"... fate affidamento sul vostro coraggio ... osate combattere, sfidate le
difficoltà, avanzate, ondata dopo ondata, e il mondo sarà vostro. I mostri
saranno tutti annientati... "
Mao Tsetung


per la nostra linea di massa in generale contro l'opportunismo,l'economicismo,l'elettoralismo

La lotta rivoluzionaria non è per la soluzione della crisi
dell'imperialismo, serve ad acuire la crisi e sviluppare le condizioni
migliori per il superamento del capitalismo che la genera


l'ideologia,la strategia, la politica, l'organizzazione del partito della rivoluzione contro il soggettivismo militarista,il rivoluzionarismo piccolo borghese

"... la guerra rivoluzionaria è la guerra della masse; è possibile condurla
soltanto mobilitando le masse e facendo affidamento su di esse ... "
Mao Tsetung

proletari comunisti - PCm Italia

pc quotidiano 3 gennaio - india - da oggi all'8 gennaio settimana di mobilitazione contro la repressione in India

l Partito Comunista dell'India (Maoista) in un comunicato ha fatto appello a portare avanti una settimana di protesta dal 2 all'8 gennaio contro la sentenza per sedizione  nei confronti dell’attivista per i diritti civili Binayak Sen, del leader maoista Narayan Sanyal e due altri attivisti  a Raipur il 30 dicembre. 
(Presto questo blog spera di tradurre questo appello).


D'altra parte un ufficiale di polizia della Central Reserve Police Force (CRPF), identificato come Tek Chand, è stato ucciso e un ufficiale di polizia identificato come Ramesh Kandhapani è stato gravemente ferito in uno scontro con l'Esercito di liberazione Guerrilero popolare maoista a Hanumantpur nel distreto di Rayagada il 30 dicembre.
Lo scontro è avvenuto quando i maoisti hanno aperto il fuoco contro gli uomini della sicurezza in pattugliamento di routine del mercato settimanale a Hanumantpur, ha detto la polizia. I soldati hanno risposto, ma i maoisti non hanno subito incidenti e sono fuggiti.

pc quotidiano 3 gennaio - ancora dall'india

CPI (M-L) Naxalbari
Comunicato stampa

La condanna del compagno Asit è una sfacciata violazione della giustizia


Un tribunale di Raipur (Chattisgarh) ha condannato il compagno Asit Kumar Sengupta su due accuse di sedizione e lo ha condannato al carcere a tre e otto anni. Questo avviene dopo i tre anni che è già stato costretto a stare in prigione dopo essere stato arrestato con accuse inventate, e gli è stato negato il diritto di cauzione. E’ stato il Presidente della “Lotta dell'India”, un forum a livello nazionale di organizzazioni di massa in lotta, al momento del suo arresto. Il compagno Asit è stato attivo nella pubblicazione e diffusione della letteratura maoista attraverso la Poorvaiya Publication. Era stato responsabile legale della pubblicazione della rivista internazionalista rivoluzionaria “A World To Win” (Un mondo da conquistare). Tutte queste attività erano perfettamente legali, attività registrate. Non una sola di queste pubblicazioni è stata vietata. Tuttavia, la Corte ha dichiarato che egli era coinvolto in attività illegali, nonostante l'inconsistenza delle prove presentate dal Procuratore, compresi i libri pubblicati sequestrato dalla sua casa.

Tale violazione sfacciata della giustizia è la realtà del sistema giuridico in India. Recentemente, alcune fazioni delle classi dominanti sono state costrette a manifestare il loro dissenso pubblicamente attraverso i loro media. Ciò è stato fatto in relazione alla condanna a vita emessa contro il noto attivista dei diritti umani Dr. Binayak Sen da un altro tribunale di Raipur il giorno stesso in cui il compagno Asit è stato condannato. Evidentemente, non è sollecitudine per la giustizia, ma la paura che li spinge, la paura che il loro strombazzare che l'India sia la più grande democrazia del mondo sarà gravemente denunciato apertamente da tale distorto funzionamento dell'apparato giudiziario.

L'arresto e le accuse contro il compagno Asit, e il Dr. Binayak Sen e molte altre figure pubbliche sono state mosse di apertura, i preparativi per l'assalto lanciato da parte dello stato indiano contro le masse rivoluzionarie, la cosiddetta "Operazione Green Hunt. E’ essenziale per le classi dirigenti che ogni protesta pubblica, che tutta la gente che possa essere alzare la voce apertamente contro questa guerra disumana dello stato indiano contro il popolo, siano ridotti al silenzio. Ma nonostante le uccisioni, stupri, arresti, torture, intimidazioni e detenzione di molti, l'opposizione all’Operazione Green Hunt si è solo rafforzata. La polarizzazione di forze a favore del popolo contro i reazionari si è approfondita. La guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell’India (maoista) e la preparazione di altri partiti maoisti per aprire nuovi fronti è in corso. Il popolo trionferà!


Krantipriya
Portavoce
26-12-2010

domenica 2 gennaio 2011

pc quotidiano 2 gennaio - FIAT: LA CAMUSSO PRONTA A FIRMARE L'ACCORDO MIRAFIORI, ma deve risolvere l'"anomalia" Fiom.

Oggi il Corriere della sera intervista la Camusso, segretaria della Cgil, il tema apparente è l'accordo Mirafiori e il referendum ma quello effettivo è l'anomalia Fiom.
La Camusso dichiara di essere pronta a scavalcare la Fiom e a firmare al suo posto l'accordo di Mirafiori:
(in caso di vittoria del referendum) “...si può accettare il risultato per quanto riguarda tutte le materie contrattuali dell'accordo, ma non per quelle che sono appunto indisponibili... la soluzione tecnica si vedrà al momento opportuno...”.
Si tratta di fatto di un pesante 'colpo di mano', con cui la Camusso si pone oggettivamente in tandem con Marchionne: la Fiat mette fuori la Fiom dalla contrattazione aziendale e la Camusso la mette fuori di fatto dalle decisioni sull'accordo.
Ma le richieste – di cui si fa portavoce l'intervistatore del CdS - che sono più che sollecitazioni ma vere e proprie condizioni indicate per conto Fiat/Confindustria, è che la Cgil riprenda nettamente il controllo della Fiom, butti fuori Landini, Cremaschi, e riallinei la linea e l'azione Fiom a quella della Cgil: “Ma perchè, – domanda alla Camusso il giornalista - si chiedono in molti, la Cgil non ha il coraggio di andare fino in fondo con i ribelli della Fiom?... una scissione non farebbe chiarezza, lasciando la Cgil libera dai pesanti condizionamento di Cremaschi e compagni?... nel '98 la Cgil per normalizzare la Fiom, mandò alla sua guida un riformista come Fausto Vigevani”.
Non è che la Camusso non lo vorrebbe fare, ma sa bene che il problema non sono i Landini, i Cremaschi ma i delegati, gli operai iscritti Fiom: “...oggi – risponde la Camusso - il problema non è il gruppo dirigente della Fiom, ma trovare una risposta per non lasciare soli gli iscritti e i delegati del nostro sindacato e i lavoratori che simpatizzano con noi”.
E aggiunge: “...Bisogna sempre usare le parole giuste. Io che sono molto preoccupata della vera schiavitù del lavoro, quella che abbiamo visto a Rosarno, non uso questo termine per la Fiat. Così come se definisco illiberali le norme che tengono fuori dall'azienda la Fiom, non accuso di fascismo Marchionne. La Fiom a volte esagera nell'interpretare sé stessa come avanguardia...”
“...Io propongo una strada diversa da quella che per ora ha scelto la maggioranza della Fiom e mi auguro che alla fine cambino idea”.

Lo scontro nei prossimi giorni è evidente che sarà sul referendum e soprattutto sullo sciopero generale del 28 gennaio.
La Cgil della Camusso non solo chiaramente non è d'accordo con la proclamazione dello sciopero, ma farà di tutto per remare contro, per boicottarlo.
Scontrarsi apertamente e far fallire nei fatti subito questa linea e azione della Cgil, che già ha consegnato gli operai Mirafiori alle forche caudine di Marchionne e sindacati padronali, è ciò che gli operai e le operaie devono fare per non consegnarsi 'mani e piedi' al fascismo padronale e per uno sciopero generale che sia grande, determinato, combattivo.

Gli operaie e le operaie di Mirarfiori hanno già in passato “cacciato” la Camusso dalla Fiat.
Ora è il momento di cacciarla di nuovo!

pc quotidiano 2 gennaio - BUON ANNO DAL MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO




BUON ANNO A NOI E BRUTTO A LORO!

MFPR 31.12.2010

sabato 1 gennaio 2011

pc quotidiano 1 gennaio - buon anno dall'india



in spagnolo in attesa di traduzione

El Partido Comunista de India (Maoísta) pidió en comunicado una semana de protesta del 2 al 8 de enero contra la sentencia activista de derechos civiles Binayak Sen, al líder maoísta Narayan Sanyal y a otros dos activistas por sedición en Raipur el 30 de diciembre. (Pronto este blog espera poder traducir este comunicado).

Por otra parte un policia de la Central de Reserva de Policía (CRPF), identificado como Tek Chand, fue muerto a tiros, y un agente de policía identificado como Ramesh Kandhapani resultó gravemente herido en un enfrentamiento con el maoísta Ejercito Guerrilero de Liberación Popular en Hanumantpur en el distrito de Rayagada el 30 de diciembre. El encuentro tuvo lugar cuando los maoístas abrieron fuego contra los hombres de seguridad en el servicio de vigilancia de rutina en el mercado semanal de Hanumantpur, dijo la policía. Los soldados respondieron, pero los maoístas no sufrieron bajas y huyeron.
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pc quotidiano 1 gennaio - buon anno dalle filippine



in spagnolo in attesa di traduzione

Mensaje para el Año Nuevo 2011




Gregorio "Ka Roger" Rosal
Portavoz Nacional




Partido Comunista de Filipinas




31 de diciembre 2010


Para todas las fuerzas revolucionarias y el pueblo filipino: me gustaría extender mis saludos más ardientes con motivo de la llegada del Año Nuevo. Nos acercamos a 2011 en la faz de la intensificación de la crisis, la pobreza y el sufrimiento. Como hemos visto estos últimos meses bajo el nuevo gobierno de Aquino, no podemos esperar cambios que traigan algún alivio para las masas trabajadoras y el pueblo.



Con el nuevo año, renovemos nuestra decisión de lograr un cambio revolucionario. La revolución es la única luz que estalla en el cielo nublado y da esperanza al pueblo. Vamos a lograr muchas más brillantes victorias revolucionarias que las alcanzadas en los últimos años. En 2011, vamos a alcanzar nuevas victorias y más grandes en todos los ámbitos de la lucha. A pesar de las dificultades y el dolor, debemos dedicar todas nuestras fuerzas y habilidades para el avance y la victoria de la revolución.




Más firmeza, valentía y perseverancia en el año 2011!

pc quotidiano 1 gennaio - buon anno dal Perù



in spagnolo in via di traduzione

Tres policías murieron en una emboscada atribuida a una columna del Ejército Popular de Liberación (EPL) contra una patrulla policial en la selva del sudeste de Perú.

"Una unidad policial fue emboscada y murieron un mayor y dos suboficiales", dijo Becerra a la prensa local al referirse al ataque que se produjo al anochecer del miércoles en el distrito de Kiteni, en el departamento surandino de Cusco.

Según dijo el director policial, la patrulla fue emboscada cuando retornaba a Kiteni tras acudir al cercano sector de Postakiato para brindar garantías a una acción de levantamiento de un cadáver.

Un contingente de 40 policías al mando de un comandante partió en la madrugada de este jueves para realizar las investigaciones y perseguir a los atacantes, dijo Becerra.

Los agentes fallecidos se trasladaban en una camioneta y fueron sorprendidos en una zona boscosa con disparos de armas automáticas y explosivos, dijo a la AFP una fuente de la policía regional de Cusco que pidió el anonimato.

Kiteni es una zona montañosa ubicada en el Valle de los Ríos Ene y Apurímac (VRAE).

En otra acción este miércoles dos efectivos del Ejército resultaron heridos de bala por guerrilleros maoístas del EPL, mientras retiraban banderas rojas con la hoz y el martillo de diversos árboles entre Aucayacu y Pucayacu (Huánuco), de acuerdo con el diario local La República.

pc quotidiano 1 gennaio - L'Aquila, aumenta il lavoro nero

L'Aquila, aumenta il lavoro nero
tra i cantieri della ricostruzione
Il consuntivo della Direzione provinciale del lavoro: ispezionate 711 imprese, delle quali 368 risultano irregolari, circa il 52%. Le violazioni si concentrano nel settore edilizio per i tanti cantieri del dopo sisma

ricostruzione terremoto 2009, lavoro nerol'aquila.Da leggere.+-
zoom .L'AQUILA. Lavoro nero e irregolarità nelle piccole e medie imprese sono in aumento in provincia dell'Aquila, con la metà delle aziende risultate irregolari tra quelle controllate dagli ispettori, specie nel settore edilizio. Un dato negativo, diffuso dalla Direzione provinciale del lavoro, che non è legato soltanto all'alto numero dei cantieri aperti per la ricostruzione dell'Aquila e nei comuni colpiti dal sisma, ma che dipende, in generale, "da una scarsa attenzione per le regole", come spiega il direttore Marialuisa Calavena, nel consuntivo di fine anno sulle attività sfolte dal 1 gennaio al 30 novembre. Un anno, dunque, negativo quello appena trascorso sul fronte del lavoro.

Dagli ispettori sono state ispezionate 711 imprese, delle quali 368 risultano irregolari, circa il 52%. Nell'arco dell'anno solare, la Dpl ha rilevato198 lavoratori in nero, con 275 violazioni prevenzionistiche. Sono state, altresì, disposte 36 sospensioni dell'attività imprenditoriale. Tali controlli hanno evidenziato risultati che confermano irregolarità soprattutto nei cantieri edili.

E' stata, inoltre, attivata dal mese di agosto, per la vigilanza nel settore dell'autotrasporto, una linea operativa temporanea che ha già raggiunto risultati soddisfacenti ed ha eseguito, fino al 29 dicembre, il controllo di 110 veicoli, 130 conducenti e di circa 6.500 giornate accertate, su un totale di 22 aziende ispezionate. Questi controlli hanno determinato l'accertamento di oltre mille violazioni alle norme sui tempi di guida e riposo dei conducenti, sull'orario di lavoro dei lavoratori mobili e lavoro nero, per un totale di circa 350mila euro di sanzioni. Nel 2010 sono stati ispezionati, nell'ambito delle misure di sicurezza, 78 cantieri e 198 imprese e sono stati contestate 210 violazioni penali con sanzioni per 275.800 euro.

pc quotidiano 1 gennaio - "Non toglieteci la dignita""Firma tecnica sul contratto? Sarebbe una resa". voci contradditorie da Pomigliano

Ai cancelli di Pomigliano:
"Non toglieteci la dignita""Firma tecnica sul contratto? Sarebbe una resa".

POMIGLIANO - "Devo combattere ogni giorno con il mutuo, ora vogliono togliermi pure la dignità", dice Maurizio Rea, 43 anni, operaio alla Fiat Auto da quando ne aveva 20, fino a ieri rappresentante rsu della Fiom "eletto dai lavoratori", domani chissà. "Noi siamo quelli che devono chiedere asilo politico", afferma Maurizio e nel tono delle sue parole non c'è ironia, solo amarezza. Il giorno dopo la sigla del nuovo contratto, Pomigliano è sospesa fra la necessità di salvare il lavoro e la difesa dei diritti e dei principi. Ecco perché don Peppino Gambardella, un parroco da sempre in prima fila durante questi due anni di durissima vertenza, avverte il pericolo di una "forte conflittualità sociale. Chiedo alla Fiom di trovare una forma di dialogo per evitare lo scontro. E invito il Capo dello Stato a farsi portavoce del disagio di questi lavoratori". Don Peppino si sente "addolorato" perché, spiega, "non pensavo di poter assistere all'esclusione del sindacato più grande dei metalmeccanici", la Fiom, appunto, che non ha firmato l'accordo. Per ricucire lo strappo, i segretari regionale e cittadino della Cgil, Michele Gravano e Peppe Errico, hanno invitato la federazione a "riflettere sulla possibilità di apporre una firma tecnica".

Nelle intenzioni dei vertici della Cgil, la mossa consentirebbe di "tenere vivo il rapporto con i lavoratori iscritti a Pomigliano, per rimarcare la responsabilità dell'organizzazione, per far vivere dall'interno le ragioni critiche e chiamare la Fiat e gli altri sindacati a una risposta". Ma almeno per il momento l'ipotesi viene bocciata dalla Fiom. "La firma tecnica sarebbe un atto di resa. Ho l'impressione che i due segretari della Cgil non abbiano letto l'accordo per Pomigliano - replica infatti Andrea Amendola, segretario della federazione - ad esempio nella parte in cui chiede il consenso e non solo dell'azienda ma anche delle altre sigle sindacali per l'adesione di altre parti al contratto. Basterebbe una sola opposizione per farci fuori ugualmente".

Il 5 gennaio, nella sede della Cgil in via Torino, è previsto un "attivo" di confronto sulla questione. Lo stabilimento intanto è chiuso, a dicembre ha lavorato solo un turno e mezzo. Ai cancelli, capannelli di operai. "Non si poteva dire di no. Con la fabbrica aperta tutto si può discutere, se chiude è finita. E conosco tante persone che non riescono a pagare il mutuo né a fare la spesa, gente disperata costretta a vendere la macchina per saldare le bollette", racconta Mimmo Vacchiano, trent'anni di lavoro alle spalle, prima in Sevel, poi al "Giambattista Vico" di Pomigliano. Accanto a lui annuisce Raffaele Maiorino, da sette anni in Fiat: "Rispetto tutti, ma secondo me la Fiom sta sbagliando. Sono convinto di aver fatto la cosa giusta" mentre Peppe Silvestro rimarca che, in questa fase, "si è scelto di far prevalere il senso di responsabilità per salvare una realtà del Mezzogiorno".

Don Peppino Gambardella, che ieri ha incontrato nella parrocchia di San Felice alcuni operai, vede nell'operato della Fiat e del suo amministratore Sergio Marchionne "un'azione di forza. È come se avesse voluto dire: "Io ho il capitale, questa è la mia legge. Se ti conviene bene, altrimenti resti fuori. Ma fa male vedere gli operai contrapposti - prosegue il sacerdote - obbligati a scelte non condivise dalla loro coscienza interiore ma dettate da situazioni contingenti. Come prete sto dalla parte dei lavoratori. Farei di tutto per rimetterli insieme. Ma sono stati lasciati soli, hanno bisogno di un sostegno politico. E chi meglio del presidente Giorgio Napolitano può farsi interprete di questo ruolo super partes"?

Ricorda il sindaco di Pomigliano, Lello Russo, eletto con il centrodestra, che "in questa città, su 40 mila abitanti, almeno mille famiglie dipendono dalla Fiat e due anni di cassa integrazione hanno pesato in maniera incredibile. La chiusura dello stabilimento sarebbe stata un dramma. Adesso guardiamo con estremo interesse alla sigla del nuovo contratto e possiamo essere moderatamente ottimisti sulla possibilità di ottenere anche un incremento dei livelli occupazionali". E Crescenzo Auriemma, segretario della Uilm, parla di "sì che era dovuto al territorio. Basta guardare in faccia la gente di Pomigliano per leggere nei loro occhi la disperazione".
Ai cancelli dello stabilimento però resta l'ansia per il futuro. Uno degli argomenti più dibattuti riguarda l'assenteismo.

"Lavoro da vent'anni - argomenta Enzo Laudano - ho vissuto altri momenti difficili. In questo momento a Pomigliano c'è solo Marchionne, non ci sono altre case disposte a investire. E ritengo che l'azienda abbia tutto il diritto di combattere l'assenteismo anomalo, le malattie di tre giorni chieste per non perdere la giornata di sciopero o per vedere le partite di calcio". La pensa diversamente don Peppino Gambardella, che sull'assenteismo chiede di "vedere i dati di cui si parla, perché per mia conoscenza diretta la classe di lavoratori è encomiabile". Stefano Birotti, operaio alla catena di montaggio, rappresentante rsu per la Fiom, dice: "Ci sentiamo abbandonati. Ci tolgono i diritti, con il nuovo accordo il delegato non potrà più svolgere il suo ruolo perché verrebbe sanzionato per qualsiasi cosa. E così anche l'operaio". Luigi, che lavora alla catena di montaggio da 21 anni, è uno di quelli che ha votato sì perché, dice, "era l'ultima spiaggia. Adesso siamo pronti a ricominciare eppure abbiamo paura. Una paura psicologica che non riusciamo a scrollarci di dosso. Tre anni come quelli che abbiamo vissuto noi non si cancellano con una firma".