sabato 24 dicembre 2011

pc 24 dicembre - CHE SUCCEDERA' DEI DIRITTI SINDACALI NELLE AZIENDE FEDERMECCANICA (da Opuscolo 2 "speciale Fiat)

Riportiamo buona parte della nostra critica all’attacco, stravolgimento dei diritti e normative sindacali contenuto nell’accordo Mirafiori (che si trova integrale nell’opuscolo 2 dello “speciale Fiat). Essa mostra concretamente l’effetto che ha l’applicazione dell’accordo Pomigliano a tutta la Federmeccanica.

“… la parte dell'accordo sui “diritti sindacali”, è quella più coerente col fascismo padronale. Non introduce solo modifiche in peggio, generalmente illegali, ma riscrive materialmente lo Statuto dei Lavoratori nelle parti sulle ‘Libertà e attività sindacali’.
La Fiat anticipa e si sostituisce al governo, scrive e applica già quello ‘Statuto del Lavoro’, voluto da partiti ed esponenti di destra, di centro e di “sinistra”, che sostituisca i diritti dell’impresa ai diritti dei lavoratori…
L’accordo sui “diritti sindacali” (mai titolo fu più falso) nell'art. 1 usa pro domo Fiat, l’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori. Si scrive che possono essere costituite rappresentanze sindacali aziendali “dalle Organizzazioni sindacali dei lavoratori firmatarie del presente accordo”.
Benché questo articolo 19 sia già fortemente limitativo della libertà dei lavoratori di costituire rappresentanze sindacali e finora è stato sempre e solo usato per non riconoscere i cobas, le organizzazioni sindacali di base anche lì dove sono formate e rappresentano la maggioranza dei lavoratori, è falso che l’accordo Fiat si limita ad applicare l’art. 19, sia perché esso prevede la costituzione di associazioni “aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale” (e la Fiom lo è), sia perché per “organizzazioni firmatarie” non si riferisce affatto al singolo accordo ma ai contratti collettivi.
La Fiom ora non potrà essere presente con propri rappresentanti in fabbrica, non potrà indire assemblee in fabbrica, avere diritto all’affissione, ai permessi sindacali, non potrà utilizzare locali interni allo stabilimento per l’attività sindacale, fino al fatto di non poter più richiedere la trattenuta dei contributi sindacali. La Fiom viene messa fuori…
… Coerentemente con questo azzeramento, l’accordo fa fuori anche le RSU, gli operai non hanno più diritto di eleggere loro delegati. Si ritorna di fatto alle vecchie ‘Commissioni interne’ quando le segreterie sindacali nominavano d’ufficio i loro rappresentanti in fabbrica…
Già negli anni le RSU sono state fortemente addomesticate… ma... Marchionne vuole impedire qualsiasi possibilità di essere dei “normali” delegati. La questione Melfi, dei due delegati Fiom avanguardie della lotta rappresentanti effettivi e riconosciuti dagli operai, è stata un campanello di allarme per la Fiat – tanto da licenziarli insieme all’altro operaio. Quali garanzia migliore che azzerare qualsiasi rapporto diretto tra volontà degli operai e rappresentanza sindacale? Quindi via anche le RSU, le segreterie nominino gente “fidata”.
Sui permessi sindacali l'accordo da un lato amplia il loro utilizzo, stabilendo che in aggiunta ai permessi di 8 ore al mese, altri retribuiti saranno definiti con “specifici accordi annuali per ciascuna delle suddette Organizzazioni”, quindi utilizzando tali permessi come premio/ricatto; dall'altro, scrivendo “i titolari di permessi sindacali, retribuiti e non, dovranno registrare su apposito cartellino individuale mensile, controfirmato dal capo responsabile, l'utilizzo dei permessi con indicazione della tipologia, durata, luogo e motivazione di ciascuno”, introduce un inaccettabile e illegale controllo, allo scopo di far diventare i “permessi” non un diritto ma una concessione dell'azienda: “Prima di concedere il permesso la Direzione aziendale – è scritto nell'accordo – verificherà la compatibilità dell'assenza con le ragioni tecniche organizzative e produttive del reparto di appartenenza”; e soprattutto allo scopo di decidere se le motivazioni di richiesta del permesso siano compatibili o meno con gli interessi aziendali. Quindi, sarà la Fiat che alla fine deciderà se un rappresentante potrà per es. andare in un reparto, perchè, cosa deve o non deve dire e fare, ecc…
Tutti gli operai i lavoratori sanno bene l’uso/abuso personale che fanno tanti delegati di tutte le OO.SS. confederali dei permessi sindacali, invece di utilizzarli per fare attività in fabbrica, ma è chiaro che ora con questo accordo Fiat si passa all’uso aziendale dei permessi, e i “dirigenti” dei sindacati padronali forse staranno un po’ di più in fabbrica ma come agenti dell’azienda.
Anche sul diritto di assemblea l’accordo si richiama all’art. 20 dello Statuto dei lavoratori ma lo riscrive quasi totalmente, introducendo soprattutto condizioni restrittive e di controllo: le assemblee potranno essere indette solo per la generalità dei lavoratori – quindi “gruppi di lavoratori”, come invece era previsto dalla legge 300, non hanno diritto a fare assemblee; dovranno essere indette solo “alla fine o all’inizio di ciascun turno di lavoro o collegate alla pausa refezione – così la Fiat si riprende anche la pausa mensa…
Chiaramente anche in tutti gli altri articoli che parlano de diritto di affissione, dei locali delle rappresentanze sindacali aziendali, degli strumenti informatici, del versamento dei contributi sindacali, la premessa è che riguardano solo le “Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente accordo”.

Ora la Fiom giustamente attacca tutto questo come antidemocratico, ma doveva farlo anche prima - si ricordi Landini la poesia di B. Brecht “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari...”.
Perché la negazione della democrazia sindacale avviene ogni volta che si impedisce ai lavoratori di fare attività sindacale, di scegliere e organizzare associazioni sindacali, avviene ogni volta che i diritti sindacali passano dai legittimi titolari, i lavoratori, alle organizzazioni sindacali che via via, come ha fatto anche la Fiom in tutti questi anni e come continua a fare in tante altre fabbriche, non agiscono più come “rappresentanti dei lavoratori”, ma secondo linee, metodi, prassi decisi nelle separate segreterie e sulla testa e contro la volontà dei lavoratori. La Fiom finora si è unita al coro contro il riconoscimento di cobas, di organizzazioni sindacali autorganizzate dai lavoratori, alla Fiat ha fatto, insieme agli altri sindacati confederali, anche una “guerra” contro lo Slai cobas, come in tanti altri posti di lavoro continua a farla. Oggi che viene trattata da Marchionne come i cobas, denuncia l’attacco alla democrazia, ma la democrazia non è a senso unico, ed è prima di tutto diritti dei lavoratori.
Landini ha visto da questa estate come andava avanti da parte di Marchionne l’azzeramento di ogni residua democrazia sindacale; ha visto e non poteva non vedere come via via si è consolidato, rafforzato il progetto di attacco ai minimi diritti operai.. Ha visto Landini tutto questo, ha visto scorrere davanti agli occhi in questi mesi il fascismo padronale e governativo. Ma Landini ha continuato a chiedere a Marchionne e al governo: “democrazia”!... Una manifestazione di impotenza, di ottuso e pervicace riformismo che, come sempre succede, indebolisce la lotta di classe e rafforza la reazione...”.

Nessun commento:

Posta un commento