sabato 24 dicembre 2011

pc 24 dicembre - ACCORDO FEDERMECCANICA: IL FASCISMO PADRONALE TARGATO FIAT AVANZA

Il fascismo padronale targato Fiat, come era ipotizzabile, da ieri si è esteso a tutto il comparto auto, con l’accordo tra Federmeccanica e Fim, Uilm, Ugl, Fismic. Quindi il modello Pomigliano verrà applicato in tutte le aziende della Federmeccanica, che significa anche per questi operai: 18 turni settimanali, aumento delle ore del lavoro straordinario, con gestione unilaterale dell’azienda (anche se questo è irrilevante, visto che anche se fosse previo accordo sindacale, il SI sarebbe scontato), non pagamento dei primi due giorni di malattia, riduzione delle pause, clausole di responsabilità che vogliono dire di fatto divieto del diritto di sciopero, sanzioni per gli operai che si opponessero anche ad un solo punto del contratto; ecc.; a fronte di un misero ‘specchietto delle allodole’ di un piccolo aumento delle maggiorazioni per lo straordinario, che viene ampiamente rimangiato dall’abbassamento del salario visto che l’orario di lavoro aumenta, il carico di lavoro aumenta, la produttività aumenta, quindi lo sfruttamento aumenta, ma il salario resta uguale o si riduce.
Alla ex Fiat di Termini Imerese si può dire che gli operai sono stati due volte gabbati: Marchionne ha chiuso la fabbrica, ma ha lasciato il suo “marchio”, per cui anche la nuova azienda Dr Motor applicherà il ‘contratto Pomigliano’; come tutto l’indotto, la Lamborghini, ecc.
Ma la cosa non finisce qui. Ufficialmente dalla fine del 2012 (alla scadenza del contratto Fiat e di questo accordo Federmeccanica) vi sarà un unico contratto ‘modello pomigliano’ in tutte le fabbriche metal meccaniche; ma è prevedibile che anche il resto del padronato, per ora ancora con le “vecchie, obsolete regole”, non voglia spettare questo termine e, in nome della loro competitività, si affretteranno anche loro con i sindacati di regime a firmare accordi simili.

Marchionne mesi fa aveva fatto lo “strappo” con la Confindustria, rompendo l’unità padronale, ma ora questa unità si ricostruisce rapidamente e inevitabilmente sul fascismo padronale avviato dalla Fiat, e sul via libera del governo - prima Berlusconi ora confermato da Monti - con l’art. 8 su deroghe a contratti e leggi, anche norme costituzionali.
Come ha dichiarato il segretario nazionale della Uilm, Palombella, l’accordo Federmeccanica è propedeutico al ritorno della Fiat in Confindustria – con Marchionne doppio vincitore, e questa volta sarebbe qualche azienda che non fosse d’accordo col modello pomigliano ad andarsene via..
E’ chiaro che l’altro passaggio naturale, al di là degli opportuni retromarcia momentanei della Fornero (visto che è bene far prima ingoiare ai lavoratori la fase 1 della manovra e poi, dopo le feste come ha detto Bersani, passare alla fase 2 più politica e strategica della manovra) è quello di far fuori lo Statuto dei Lavoratori e l’art. 18 in particolare, insieme ad una riforma del mercato del lavoro – fatta da Monti ma scritta dal Pd Ichino – che prevede riduzione del salario, mobilità del rapporto lavorativo = precarizzazione come norma anche se si chiama contratto a tempo indeterminato, possibile eliminazione della tutela della cassintegrazione, ecc.

Quando nella primavera del 2010 era agli inizi nessuno ha chiamato per nome e cognome l’operazione Marchionne. Solo proletari comunista ha indicato il fascismo padronale che si andava affermando e la necessità di contrastarlo sul nascere con le “armi” adeguate.
Ora è più difficile, ma ora più di prima non c’è altra strada: contro questo moderno fascismo non si può invocare e usare le armi della democrazia borghese, occorre una Resistenza di classe con le “armi” della classe operaia.
Questo lo devono capire in primis gli operai più avanzati, combattivi, con una coscienza di classe; non basta lamentarsi, andare in televisione da ‘Santoro’, chiedere che le istituzioni facciano il loro dovere a difesa delle leggi, contratti, ecc., fare ricorsi.
Non ce la si fa in questo modo contro il fascismo padronale che se ne frega e fa carta straccia di leggi, ricorsi, ecc.
Occorre “prendere il bastone e tirare fuori i denti”!

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