giovedì 8 dicembre 2011

pc 8 dicembre - No tav ..Tav, la manifestazione blocca la A32 -Un centinaio di manifestanti preme contro le reti

Tav, la manifestazione blocca la A32
"Staremo qui tutta la notte"Circa duemila persone a Susa, dove la Sitaf ha chiuso l'autostrada per motivi di sicurezza. I manifestanti hanno invaso le corsie e annunciano: "Faremo qui la notte bianca". Altri due cortei partiti Chiomonte e Giaglione con più di mille persone vicino alle reti del cantiere della Torino-Lione. Un centianio di manifestanti incappucciati preme contro le reti


Il movimento No Tav torna in piazza per continuare la protesta nei confronti della tratta ad alta velocità Torino-Lione e per "commemorare" gli scontri di Venaus del dicembre 2005. Lo fa attraverso tre diversi cortei, partiti da Susa, da Chiomonte e da Giaglione. Il primo serpentone sta bloccando l'autostrada A32, mentre gli altri due stanno cercando di accerchiare il cantiere dell'alta velocità.

Il primo ha preso il via da Susa in direzione dell'autostrada e della sede della società che la gestisce, la Sitaf. I manifestanti sono circa un migliaio e ad aprire il corteo è un gruppo di bambini, che ha preparato uno striscione fatto con le impronte delle loro dita e la scritta "La valle è nelle nostre mani".

Tra la folla spuntano alcune bandiere della Fiom-Cgil e di Legambiente e alcuni banchetti vendono gadget, tra cui bottiglie di vino con etichetta "No Tav". Uno striscione sintetizza, in piemontese, il perché della protesta: "Trivele e suldà fora d'le bale". Mentre un elicottero della polizia sorvola la zona, la testa del corteo ha sfilato davanti alla sede della Martina, una delle ditte al lavoro nel cantiere Tav, e all'autoporto di Susa, dove c'è la sede della Sitaf e hanno cominciato a battere contro il guard rail.

Di qui il corteo ha cambiato percorso e si è diretto verso l'autostrada. Questura e Sitaf hanno deciso di chiudere il tratto: "In ragione della presenza di numerosi manifestanti a ridosso della A32 - si legge in una nota - per ineludibili motivi di scurezza, la Sitaf sta avviando le procedure di chiusura dell'arteria di comunicazione". A quel punto i manifestanti hanno invaso entrambe le corsie della Torino-Bardonecchia.

L'autostrada diventa ora luogo di protesta. Saranno qui assemblea, serata e notte bianca previste all'autoporto.
Paola, anarchica dei No Tav: "Siamo qui per dire alla militarizzazione. Siamo sull'autostrada, siamo indignati valsusini e ci accampiamo qui. Sediamoci per terra, mangiamo e montiamo il palco. Rimaniamo qui e aiuteremo gli altri che sono alla Maddalena intorno al non cantiere. A sarà dura e questa volta a sarà anche tanto lunga".
Foto Protesta in autostradaPrima di dare il via alla manifestazione di Susa il leader del movimento, Alberto Perino, ha annunciato: "L'obiettivo è dimostrare che possiamo arrivare alle reti. Non vogliamo scontri". Avvicinarsi al cantiere è infatti l'obiettivo degli altri due cortei, partiti da Giaglione e Chiomonte. Attorno all'area dei lavori la prefettura di Torino ha istituito una "zona rossa".

La manifestazione di Chiomonte ha raggiunto Ramats e i No Tav si sono messi in cammino attraverso i sentieri nei boschi per raggiungere il cantiere passando dalla parte del parco archeologico. A sfilare son 300 persone, tra cui il consigliere regionale 5 Stelle Davide Bono. Il corteo ha dovuto cambiare tragitto, spiazzato dalle forze dell'ordine che hanno chiuso l'area della centrale idroelettrica con blocchi di cemento e reti, impedendo così l'accesso ai sentieri tra i boschi. Così i manifestanti hanno deciso di salire alla frazione di Ramats per poi scendere verso la Baita Clarea e le reti del cantiere, in piena zona rossa. Tra i manifestanti molti giovani, poche famiglie e diversi gruppi vicino ai centri sociali e a Askatasuna.
Il corteo di Giaglione è formato da almeno mille persone e si sta dividendo in due spezzoni. L'idea è di accerchiare il cantiere della Torino-Lione "da sopra e da sotto". Molti dei manifestanti hanno scudi di plastica, per proteggersi dagli idranti. Stanno scendendo verso il torrente Clarea per attraversarlo e tentare di avvicinarsi alle reti del cantiere
II No Tav vogliono far pressione sulle reti del cantiere per ricordare la battaglia di Venaus. "Arrivare qua e' stata una cosa importante, vogliamo fare qualche cosa in più. Faremo pressione al cantiere: tutta questa presenza e' sgradita. Tra una decina di minuti (hanno detto intorno alle 13,40) ci posizieremo tutti attorno al cantiere per provare a premere. La polizia non e' il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo sono le reti. Facciamo un'azione coordinata. Serve da parte di tutti coraggio e determinazione".
La decisione è arrivata pochi minuti dopo: un centinaio di manifestanti incappucciati e con maschere antigas si è diretto verso la recinzione del cantiere facendo pressione contro le reti. La polizia vigila ma sale la tensione e poi usa gli idranti per allontanarli

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