domenica 6 novembre 2011

pc 6 novembre - NOTAV Tour a Palermo - resoconto del circolo di proletari comunisti

Il 4 novembre alla facoltà di Lettere dell'Università di Palermo si è svolta nel pomeriggio l'assemblea dei rappresentanti del NoTav Tour alla quale abbiamo partecipato come circolo di proletari comunisti.

L'assemblea si è svolta in un clima caldo e piacevole in cui i tre rappresentanti No Tav, sin da subito si sono posti nei riguardi dei presenti in modo aperto e disponibile come tra chi "si vuole bene" come hanno detto relativamente al rapporto che via via si sta instaurando tra gli abitanti della Val di Susa e tutte la varie realtà che nelle altre regioni del nostro paese sostengono la lotta No Tav.

Già questo si nota, come è stato detto nell'introduzione di un compagno del CUA, dal fatto che il NoTav Tour man mano che ha preso piede ha avuto un considerevole aumento di richieste di assemblee da parte di tante città per incontrare direttamente un movimento come quello del NoTav che da 22 anni è sul campo dell'opposizione sociale come alternativa reale ad un sistema che dietro l'ennesima mega opera vuole imporre l'ennesima truffa istituzionale. È notizia di questi ultimi giorni che il governo al posto delle reti che circondano Chiomonte vorrebbe far alzare un muro come emblema di quale attenzione sia rivolta dal governo, politici, istituzioni, padroni alla costruzione del Tav e si parla anche di un inasprimento delle pene fino ad un anno di carcere per chi si permette di oltrepassare le reti. Dall'importante esperienza dei 43 giorni della Libera Repubblica della Maddalena fino allo sgombero di fine giugno alla grandiosa manifestazione del 3 luglio fino alla manifestazione del 23 ottobre (taglio delle reti) post 15 ottobre, il movimento NoTav ha sfidato direttamente lo Stato e i suoi apparati in diverse forme, ha attaccato la sovranità dello Stato che lo stesso vuole reimporre con la forza criminalizzando e reprimendo il movimento.

Sono seguiti quindi gli interventi dei tre No Tav di cui riportiamo alcuni stralci:

"Grazie per l'accoglienza e disponibilità alla condivisione del Notav Tour. Le tappe di questo tour si sono moltiplicate e il livello di attenzione è alto, vi è una disponibilità ad unire le forze per individuare gli obbiettivi comuni, un filo rosso che unisce tutte le situazioni di attacco al territorio e alla democrazia, ci sono varie lotte sul territorio italiano che sono contro la volontà del governo di garantire il profitto privato attraverso ingenti spese di denaro pubblico che significano poi tagli alle scuole, agli asili, agli ospedali, ai beni comuni, che significano in questa fase ancora più scaricamento della crisi sulle popolazioni.

"La lotta contro il Tav non è una lotta solo locale ma è una lotta nazionale contro il malgoverno innanzitutto, contro l'attacco all'ambiente, alla salute, contro l'attacco all'acqua pubblica contro la speculazione privata con soldi pubblici… Dobbiamo difendere ciò che ci hanno lasciato i nostri padri e che vogliamo lasciare ai nostri figli. Si tratta di una lotta di valenza nazionale, ma non solo, si tratta anche di una lotta internazionale, europea, se solo guardiamo allo stanziamento dei fondi europei e l'interesse che hanno tanti privati ad attingere a questi fondi…

"Ci sono tante bugie in merito al Tav, intanto vogliamo tranquillizzare gli italiani che non è vero che siamo isolati dall'Europa se non c'è il Tav… Vogliono millantare un accordo sul territorio che non esiste, creano strutture fittizie come l'Osservatorio, nel quale sono rappresentati lo stessi che "democraticamente" dovrebbero prendere decisioni, sempre solo tra di loro, per tutti, mentre ci sono 24 delibere comunali che hanno espresso contrarietà alla costruzione del Tav…

"Noi non siamo solo quelli del NO, ma anche quelli del SI, diciamo sì al miglioramento delle ferrovie che già ci sono, sì ai mezzi che portano i pendolari, sì a più messa in sicurezza, al potenziamento delle ferrovie urbane e interurbane. Parlano di un cantiere che non c'è, la recinzione è attorno ad un terreno che non coincide con il terreno in cui dovrebbe essere fatta la linea del Tav, un terreno presidiato da 2000 poliziotti con 90.000 euro di spese al giorno. Noi lo chiamiamo fortino… Dicono che alziamo un muro di no ma il muro vero alto tre metri adesso lo vuole costruire il governo… Un altro elemento importante è quello sul piano politico delle individuazioni delle priorità, vedi la recentissima strage in Liguria e Toscana con i serissimi rischi idrogeologici, questa sì che è una priorità e un'emergenza.

"Vi è poi una massiccia militarizzazione del territorio della valle: non solo polizia e carabinieri ma anche guardia di finanza (invece di controllare gli evasori) forestali e perfino i cacciatori di Sardegna. Questa è una emergenza nazionale sul piano della democrazia, ridurre tutto a questione di ordine pubblico, ma è anche un elemento di debolezza da parte dello Stato… Noi resistiamo e continuiamo a lottare, non ci fermano, noi siamo di lunga durata…"

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"Non conoscevamo la valle fino a quando non abbiamo deciso di trasferirci lì per abitarci e abbiamo iniziato a conoscere la realtà di quel luogo con tutte le sue problematiche… L'alta velocità avrebbe un senso se si trattasse di unire due città molto popolate collegate da un territorio pianeggiante poco popolato e in pianura, prevede alti costi e una manutenzione complessa. Ma nessuno ha fatto l'analisi costi-benefici. In quasi tutta l'Italia, e nello specifico nella valle, ci sono montagne ovunque è già questo è un problema… L'alta velocità in realtà non serve perché Milano/Roma permette di risparmiare solo pochi tempo con spese ingenti e l'utilizzo di essa di un numero minoritario di utenti che i soldi ce li hanno.

"Nel 2005 la mobilitazione del movimento NoTav è aumentata anche se già durava da anni. E' stata fatta in tutti questi anni una intensa attività di controinformazione nei mercati, nelle piazze, nei quartieri, un ruolo molto attivo in questo ma non solo è quello dei pensionati, sono nati tanti comitati e abbiamo messo in campo numerose manifestazioni…"

E' seguito il terzo intervento sugli effetti pericolosi e nocivi sulla salute degli abitanti della valle causati dall'amianto e dall'uranio di cui sono piene le montagne, documentati peraltro da tutti i medici di base della valle che nei loro studi distribuiscono alla gente volantini di controinformazione, fino ad oggi non esistono seri progetti di prevenzione…

La discussione è quindi proseguita con il commento di un video che a partire dal 2005 mostrava le grosse manifestazioni con un numero sempre più crescente di gente e di tante realtà politiche e sociali che hanno messo in campo via via una vera e propria lotta popolare nella valle che si è animata da un lato di tante iniziative dai presidi costanti, alle assemblee, ai momenti di studio e formazione collettivi, alle cene e feste di autofinanziamento, alle diverse attività autogestite e dall'altro di una forte resistenza e lotta contro la repressione scatenata in diverse forme dallo Stato che in particolare nell'ultima fase ha fatto un salto di qualità contro il movimento.

Alcuni interventi dalla platea hanno puntualizzato le somiglianze, dal nord al sud, in fatto di dissesto idrogeologico ma anche le differenze, una studentessa in particolare ha fatto il quadro della rischiosa situazione che esiste in alcune parti della Sicilia sottolineando l'importanza della necessità della lotta in questo senso prendendo esempio anche dalla lotta dei NoTav; hanno parlato della "esportabilità" del modello notav come esempio di resistenza popolare; della necessità della controinformazione; è stato chiesto se c'è un coordinamento tra i movimenti europei più vicini che si battono contro il Tav…

Noi del circolo di proletari comunisti abbiamo messo in rilievo l' allegria ma nello stesso tempo la rabbia con cui si segue un'iniziativa del genere che è importante perché ci permette di imparare dalle esperienze e condividere. Da tutta l'esposizione risulta che la lotta Notav è un successo oggettivo (dura da 20 anni!) da molti punti di vista, e occorre dire subito che non si tratta di dare la solidarietà scontata… Per noi l'importanza di questo tour è data dal fatto che non è neutrale, porta a schierarsi su un determinato piano di lotta… e la lotta, nella quale il movimento NoTav ha utilizzato diverse forme, in questo senso è proprio il "bene comune" maggiore. Un movimento così forte da fare schierare una parte delle istituzioni contro l'altra, vedi i sindaci della Valle, una lotta caratterizzata costantemente dall'elemento della sfida che oggi accomuna diverse lotte nel nostro paese. In riferimento alla "nuova organizzazione delle forze dell'ordine" di cui hanno parlato i tre compagni NoTav bisogna fare un riferimento a quello che è successo a Roma, durante la manifestazione degli studenti che hanno sfidato il divieto di Alemanno… In questi casi quando Maroni dice ci può scappare il morto, intende dire naturalmente che il morto potrebbero farlo loro visto il tipo di forza che mettono in campo, così come da loro parte sempre la violenza vera. "…Abbiamo sentito da voi e visto che la forza popolare nella Valle è tale che si può permettere di adottare diverse forme di lotta, e che questo coinvolge tutta la valle, dagli anziani ai bambini, per questo noi abbiamo parlato di somiglianze con aspetti di una guerra popolare… non dobbiamo dimenticare tra l'altro che storicamente quella è una delle zone della Resistenza…Per quanto riguarda la distanza abissale tra i politici e il "popolo" questo sistema, l'imperialismo, vede tutti coloro che si ribellano come strana gente chiusa in una enclave che reclama diritti, come indigeni (ma guarda caso è notizia di ieri che anche gli "indigeni" in Amazzonia hanno vinto una grande battaglia per salvaguardare la loro terra)… No ad alzare inutili bandierine falsamente solidali ma è necessario prendere lezioni dalla lotta del movimento NoTav da portare concretamente nelle lotte che facciamo ogni giorno in uno scambio reciproco di esperienza…"

Un lavoratore del circolo che ha partecipato alla manifestazione di Roma del 15 ottobre ha fatto infine riferimento alla forza, anche in fatto di numeri, espressa dalla lotta nella valle e mettendola a paragone alla manifestazione di Roma ha detto che se il corteo si fosse diretto verso i palazzi del potere alla polizia non sarebbe stato affatto facile fermarlo. I rappresentanti Notav hanno detto di essere d'accordo…

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Notav: Rispetto alla repressione è stato mostrato prima un pezzo di video per mostrare il tipo di attacco dello stato: un giovane viene trascinato via a forza dalla polizia e poi bastonato pesantemente; ci sono state perquisizioni, fermi, denunce ma "…siamo molestati ogni giorno, se portiamo una maglietta o qualcosa che ha a che vedere con la NoTav…dal punto di vista legale siamo affiancati da un pool di avvocati che lavorano gratuitamente…Il 23 ottobre il mancato morto ha fatto notizia… tutto ciò ricorda la strategia della tensione degli anni 70… maturità della risposta del movimento dopo Roma dimostrando che la zona non è inviolabile… l'articolo del Manifesto dice che quello che fanno non è legale… facciamo una denuncia e una controinformazione costante… il livello di scontro è stato alzato dallo Stato, noi abbiamo diritto all'autodifesa… facciamo anche denuncie di tipo economico sulle spese militari, la corruzione, i costi della politica ecc. Facciamo sempre dichiarazioni aperte sulle nostri iniziative…

"Io ci vedo una certa correlazione tra come abbiamo sfidato le istituzioni il 23 ottobre in valle e l'atteggiamento degli studenti ieri a Roma…

"Bisogna trovare le forme per unirci in una lotta comune, una denuncia comune e una informazione comune. Con il tour si vuole lanciare uno spirito di coinvolgimento… il 3 luglio 70.000 persone applaudivano anche alle forme di lotta più violente provocate dall'attacco della polizia… questo tour non è un'autocelebrazione ma una ricerca di contatti…"

Un forte e collettivo " A sarà dura!" seguito da applausi ha chiuso l'assemblea.

circolo proletari comunisti Palermo

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Venerdì 04 Novembre 2011

Oltre il muro una Valle che resiste!

Apprendiamo dai quotidiani nazionali LaStampa e Repubblica che LTF (consociata italo francese per la costruzione della tav torino lione) coordinandosi con la prefettura e la questura di Torino starebbe valutando la sostituzione delle reti del fortino tav di Chiomonte con un muro in calcestruzzo alto 3 metri. Inoltre da Roma arriva la notizia che nel famoso ddl sviluppo il governo Berlusconi, per mano del ministro dell’interno Maroni, conferma l’intenzione di dichiarare l’area di cantiere zona di interesse strategico nazionale con le relative aggravanti penali per chi violasse l’area. Arresto immediato quindi e pene da tre mesi a un anno di carcere come aggravante ai reati fino ad ora contestati dai no tav che in questi mesi sono stati arrestati e fermati, esempio più conosciuto quello delle compagne nina e marianna fermate e arrestate poco tempo fa.

Queste due mosse molto mediatiche che preannunciano però conseguenze molto reali arrivano in una fase di stanca in cui i promotori dell’opera di fatto non sanno più che pesci prendere per portare avanti questo disgraziato progetto. Sgomberi con le ruspe, reti, filo spinato, ordinanze prefettizie di sequestro di interi comuni, arresti, denunce, fogli di via, militari non hanno di fatto fermato il movimento no tav e soprattutto non hanno interrotto il lungo percorso di assedio – non mediatico ma reale – che dura ormai da cinque mesi a Chiomonte. Il movimento è in ottima salute e propone settimanalmente iniziative che rendono impossibile l’avvio del cantiere vero e proprio. Quello che oggi si muove in quel recinto infatti è meramente mediatico e ben evidenziato dal report del sito lavallecheresiste.info “Nuovo cinema maddalena”. Siamo quindi al dunque, per far partire i lavori bisogna allargare il cantiere nei terreni contigui alla baita presidio no tav, tutti di proprietà privata, tutti del movimento no tav o di attivisti no tav. Lì è ubicato l’imbocco di questo inutile tunnel geognostico (ricordiamo che in questo tunnel non passerà mai un treno e sorge in un’area in cui due tunnel autostradali e un tunnel di una centrale idroelettrica permetterebbero già di loro natura una perfetta conoscenza del sottosuolo), lì si dovrebbe scavare.

Ecco allora le ultime pensate di governo e polizia, muri e arresto immediato. Siamo arrivati alla frutta come si direbbe in modo molto genuino e semplice, oltre non resta molto da mettere in campo. Un fallimento totale della politica istituzionale, evidente e chiaro per chi ancora non lo avesse capito dopo questi mesi e i chilometri di reti e filo spinato israeliano. Ironia della sorte e neanche troppo la scelta di questo filo spinato, di fabbricazione israeliana, pericoloso e tagliente ma insufficente in val di Susa e in israele, ecco allora sempre da israele la “soluzione”, come a Gaza un bel muro che divida ancora più chiaramente le parti. Un fallimento che da anni il movimento no tav annuncia e cerca di rendere pubblico da un lato denunciando l’inopportunità e l’inutilità di quest’opera, dall’altro mostrando tutta l’ostilità e l’impegno che una valle intera ha messo in campo in anni di lotta bloccando i lavori. Condizioni centrali di questo problema sono l’analisi costi-benefici negata dai governi e invece analizzata dalle comunità locali e la crescita-massificazione continua che questo movimento ha avuto in oltre venti anni di storia, nella sua valle e non. Un muro che divide con evidenza quello che solo un sordo e un cieco ancora non hanno compreso: due parti, due lati, uno di chi vuole la vita e il futuro dei territori, l’altro chi vuole arricchirsi distruggendoli.

La risposta non può essere che una, la resistenza, popolare, continua e diffusa. Il percorso iniziato è giusto e legittimo, la sua prosecuzione essenziale per la vittoria del movimento. Tutta una valle è chiamata ancora una volta a una scelta di coraggio, tutta l’Italia dovrà sostenerla per evitare che un mare di denaro pubblico in un momento di crisi economica così reale e pericolosa venga prosciugato in un’opera inutile e dannosa. Mai come oggi sembra attuale un pensiero del poeta drammaturgo Bertold Brecht “Quando l’ingiustizia diventa legge la resistenza diventa un dovere”.

ORA E SEMPRE NO TAV! Da NoTav.info

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