mercoledì 30 novembre 2011

pc 30 novembre - il comunicato ufficiale del Partito comunista dell'India maoista per la morte del compagno Kishenji

Dichiarazione letta al funerale del compagno

24 novembre 2011 resterà una data nefasta negli annali della storia del movimento rivoluzionario indiani. La cricca fascista al potere, Sonia-Manmohan-Pranab-Chidambaram-Jairam Ramesh, che aveva rumorosamente strillato che PCI (Maoista) è “la più grande minaccia alla sicurezza interna”, in collusione col primo ministro del West Bengala Mamata Banerjee, hanno ucciso il compagno Mallojula Koteswara Rao dopo averlo catturato vivo con una cospirazione ben pianificata. La stessa cricca che il 1° luglio 2010 aveva ucciso il compagno Azad, portavoce del nostro partito, ha gettato ancora una volta la sua rete per spegnere la sua sete di sangue. Mamata Banerjee, che prima di arrivare al potere aveva versato lacrime di coccodrillo per l'omicidio del compagno Azad, dopo aver assunto la carica, mentre da una parte recitava la commedia del dialogo, dall’altra ha ucciso un altro dei più in alti dirigenti, il compagno Koteswara Rao, mostrando così apertamente la sua faccia antipopolare a fascista. I servizi segreti centrali e gli assassini servizi di intelligence di West Bengala e Andhra Pradesh, in un'operazione congiunta lo hanno inseguito e teso una trappola ben pianificata e poi vigliaccamente ucciso e ora vanno diffondendo la storia dello scontro. Il segretario centrale degli interni, R.K. Singh, mentre ammetteva che non sapevano per certo che fosse morto in uno scontro, allo stesso tempo ha proclamato che questo è un duro colpo per movimento maoista. Ha reso così palese la cospirazione che sta dietro questo omicidio. Il popolo oppresso manderà sicuramente alla tomba le classi dominanti sfruttatrici e loro padroni imperialisti, che sognano ad occhi aperti di poter annientare il partito maoista assassinando i dirigenti del movimento rivoluzionario.

Il Compagno Koteswara Rao, molto popolare nel partito e tra il popolo anche come Prahlad, Ramji, Kishenji e Bimal, era uno dei leader importanti del movimento rivoluzionario indiano. Il guerriero instancabile che non ha mai deposto il fucile mentre combatteva per la liberazione delle masse oppresse negli ultimi 37 anni, da quando mise la sua vita al servizio della sua ideologia. Era nato nel 1954 nella città di Peddapally, distretto di Karimnagar, nord Telangana, Andhra Pradesh. Allevato dal padre Venkataiah, già anziano, che era un combattente per la libertà, e dalla madre Madhuramma, anche lei progressiste, fin dall'infanzia Koteswara Rao assorbì amore per il suo paese e le masse oppresse. Nel 1969, mentre frequentava la scuola superiore nella città di Peddapally, partecipò allo storico movimento per la separazione del Telangana. Durante gli studi universitari al SRR college di Karimnagar, si unì al movimento rivoluzionario ispirato dai gloriosi movimenti di Naxalbari e Srikakulam. Nel 1974 iniziò a lavorare come membro attivo del partito. Durante il periodo buoi dell’emergenza, trascorse qualche tempo in prigione. Dopo la fine dell’emergenza, iniziò a lavorare come organizzatore del partito nel suo distretto natale di Karimnagar. Rispose all’appello della campagna di partito “andare ai villaggi” e viaggiando nei villaggi sviluppò i suoi legami con i contadini. Fu tra quelli che giocarono un ruolo di primo piano nella ripresa nel 1978 del movimento contadino popolare nota come Jagityal Jaitrayatra(Marcia di Vittoria di Jagityal). Nel corso di ciò, fu eletto membro del comitato distrettuale del comitato congiunto del Adilabad-Karimnagar del CPI (ML). Nel 1979, quando il comitato fu diviso in due comitati distrettuali, diventò segretario del comitato distrettuale del Karimnagar. Partecipò alla 12° Conferenza statale del partito in Andhra Pradesh, dove fu eletto al comitato dell’AP e assunse la responsabilità di segretario.

Fino al 1985, come membro della direzione del comitato statale dell’AP, ha svolto un ruolo cruciale nella diffusione del movimento in tutto lo stato e per lo sviluppo del movimento del Nord Telangana, che stava avanzando in prospettiva di zona di guerriglia. Ebbe un ruolo di primo piano nell’espansione del movimento al Dandakaranya (DK) e nel suo sviluppo. Nel 1986 fu trasferito in Dandakaranya e assunse la responsabilità di membro del Comitato della foresta. Guido le squadre guerrigliere e i villaggi nelle aree di Gadchiroli e Bastar del DK. Nel 1993 fu cooptato quale membro nel Comitato Organizzatore Centrale (COC).

Dal 1994 ha lavorato principalmente per diffondere e sviluppare il movimento rivoluzionario nelle parti orientale e settentrionale dell'India, tra cui Bengala Occidentale. In particolare fu straordinario il ruolo che ebbe nel riunire le forze rivoluzionarie del West Bengala, che si erano disperse dopo la sconfitta del movimento Naxalbari e nel rilancio del movimento rivoluzionario. Si fuse profondamente con le masse oppresse del Bengala e le varie sezioni del campo rivoluzionario, con determinazione imparò la lingua Bangla e lasciò un segno indelebile nei cuori del popolo. Lavorò senza soste per realizzare l'unità dei diversi gruppi rivoluzionari e rafforzare del partito.

Nella Conferenza Speciale di tutta l’India dell’allora PCI (ML) (People’s War) tenutasi nel 1995 Il compagno Koteswara Rao fu eletto membro del Comitato Centrale (CC). Nel 1998 si adoperò per ristabilire l'unità tra People’s War e Party Unity. Nel Congresso dell’allora PCI (ML) (PW) del 2001 fu rieletto nel CC e nell’Ufficio Politico. Assunse la responsabilità di segretario del Nord Regional Bureau (NBR), dirigendo i movimenti rivoluzionari negli stati di Bihar, Jharkhand, Bengala Occidentale, Delhi, Haryana e Punjab. Nello stesso periodo svolse un ruolo chiave nei colloqui per l’unità tra gli allora PW e MCCI. Dopo la fusione dei due partiti nel 2004, restò membro del CC e Politburo unificati e lavorando come membro dell’Eastern Regional Bureau (ERB). Concentro il suo lavoro principalmente sul movimento dello stato del Bengala Occidentale, e continuò a essere il portavoce dell’ERB.

Il compagno Koteswara Rao ha avuto un ruolo di primo piano nella gestione delle riviste del partito e nel campo della formazione politica all'interno del partito. Ha partecipato alla realizzazione delle testate Kranti, Errajenda, Jung, Prabhat, Vanguard e altre riviste di partito. Speciale il suo ruolo nel promuovere le varie riviste rivoluzionarie del Bengala Occidentale. Scrisse molti degli articoli teorici e politici di queste riviste. Era membro della sottocomitato per la formazione politica e svolse un ruolo di primo nell’insegnare il marxismo-leninismo-maoismo nelle file del partito. Lungo tutta la storia del partito ha giocato un ruolo memorabile per la crescita del movimento rivoluzionario, la ricchezza dei documenti di partito e lo sviluppo del movimento. Partecipò al Congresso al 9° Congresso Unitario del partito del gennaio 2007, dove fu ancora eletto membro del CC, e assunse ancora preso le responsabilità di membro del Politburo e del’ERB.

Di primo piano fu l’orientamento politico dato dal compagno Koteswara Rao ai e movimenti popolari in Singur e Nandigram, esplosi dal 2007 contro le politiche antipopolari e filo-multinazionali del governo social-fascista del PC marxista del Bengala Occidentale e in particolare alla gloriosa sollevazione e ribellione popolare in Lalgarh contro le atrocità della polizia. Dirigeva il comitato statale le file di tutto il Partito del Bengala Occidentale per guidare questi movimenti e al tempo stesso conduceva anche con intraprendenza la propaganda attraverso i media. Nel 2009, mentre la cricca Chidambaram cercava di confondere le classi medie parlando di negoziati e cessate il fuoco, svolse un lavoro importante per smascherarla. Enorme la mole di lavoro che fece per affermare l'importanza della guerra popolare e portare la politica rivoluzionaria tra le grandi masse. Il cammino di questo grande rivoluzionario, proseguito per quasi quattro decenni si è concluso bruscamente il 24 novembre 2011.

Amato popolo, democratici!

Condannate questo brutale assassinio. È il complotto delle classi dominanti per cancellare la direzione rivoluzionaria e privare il popolo di una guida corretta e della direzione proletaria. È un fatto noto che il movimento maoista è il principale ostacolo per i grandi razziatori e compradores che accumulano milioni nelle banche svizzere svendendo come noccioline per il Jal, la Giugla e e lo Zameen del paese agli squali imperialisti. La brutale offensiva lanciata su più fronti a livello nazionale negli ultimi due anni, chiamata “Operazione Green Hunt”, ha esattamente questo scopo. Questo assassinio a sangue freddo ne è parte. È dovere dei patrioti e di chiunque ami la libertà in questo paese proteggere il movimento rivoluzionario e la sua direzione come la pupilla dei propri occhi. Il che equivale a proteggere il futuro del paese e delle prossime generazioni.

Anche a 57 anni, compagno Koteswara Rao conduceva la dura vita del guerrigliero, come da giovane e riempiva di grande entusiasmo i quadri e le masse ovunque andasse. La sua vita dovrebbe servire in particolare da esempio e ispirazione per le giovani generazioni. Studiava e lavorava per ore, senza riposarsi e viaggiava a grandi distanze. Dormiva pochissimo, conduceva una vita semplice ed era un gran lavoratore. Aveva facilità a rapportarsi con persone di ogni età e provenienti da vari strati sociali, riempiendoli di entusiasmo rivoluzionario. Senza dubbio, il martirio del compagno Koteswara Rao è una grande perdita per il movimento rivoluzionario indiano. Ma il popolo del nostro paese è ancora più grande. Sono il popolo e i movimenti popolari che generano rivoluzionari coraggiosi e appassionati come Koteswara Rao. Gli operai,i contadini e i rivoluzionari che, dal Jagityal alla Giungla Mahal, si sono imbevuti dello lo spirito rivoluzionario di Koteswara Rao e si sono armati dell’energia rivoluzionaria che ha diffuso in tutto il paese porteranno sicuramente Rivoluzione di Nuova Democrazia indiana sulla via della vittoria. Spazzeranno via gli imperialisti e i loro lacchè, i latifondisti e la borghesia compra dora e burocratica e i loro rappresentanti, come Sonia, Manmohan, Chidambaram e Mamata Banerjee.

Il nostro CC fa appello al popolo di questo paese a tenere una settimana di protesta dal 29 novembre al 5 dicembre e a osservare 48 ore di “Bharat Bandh” il 4 e 5 dicembre, per protestare contro il brutale assassinio del compagno Koteswara Rao. Facciamo appello a tenere varie iniziative, come riunioni, comizi, dharnas, indossare coccarde nere, blocchi stradali ecc in protesta contro questo assassinio. Chiediamo che i treni, strade, esercizi commerciali e istituzioni educative restino chiuse e che ogni tipo di scambio commerciale sia bloccato come parte del "Bharat Bandh" il 4-5 dicembre. Sono però esclusi dal Bandh i servizi sanitari.

Abhay, portavoce, PCI(Maoista).

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