domenica 13 novembre 2011

pc 12-13 novembre: la politica "del riscatto" di Monti con il beneplacito di Napolitano

Mani sulle pensioni di anzianità, reintroduzione di una imposta sulla prima casa, liberalizzazioni, privatizzazioni, dismissioni, tagli alla pubblica amministrazione, un intervento "più delicato" sul mercato del lavoro e l'articolo 18...

A seguire l'articolo di proletari comunisti del'11 novembre

Monti: "ci vuole un'altra politica"… "impopolare"… “un lavoro enorme da fare”!

E ti pareva! Il prossimo capo del governo si è presentato bene! Mentre il suo nome circolava appena, lui preparava già il programma che prevede di "passare da una politica ad un'altra politica" perché, dice, «quando ci sono i problemi è necessario riconoscere la loro esistenza guardando se possibile avanti, anche se è tendenza naturale dell'uomo politico negare la realtà».

E quale è la realtà che negano i politici e nega il signor Monti stesso? La realtà vissuta da milioni di italiani, lavoratori, pensionati, giovani e donne disoccupati, innanzi tutto, e descritta oramai anche in tutte le statistiche ufficiali, e cioè di un impoverimento crescente sia direttamente economico che indirettamente dato che i servizi sociali, la salute, ecc. vengono sempre più negati… La sua stessa frase, quindi, gli si adatta a pennello!

Ma il signor Monti, 68 anni, già commissario europeo prima con delega al Mercato interno e ai servizi finanziari ('94-'99) poi alla Concorrenza ('99-2004), Presidente dell’Università Bocconi, quella dove si “alleva” la “classe dirigente” di questo paese, non si ferma qui: per far passare il nuovo programma, che di nuovo ha solo il grado di approfondimento della "macelleria sociale" deve «convincere tutte le categorie che il futuro sarà migliore se per qualche periodo ci rassegniamo tutti a fare qualche sacrificio» con «formule di governo dell'economia che consentano di mettere tutte le forze politiche a contribuire a sforzi impopolari nel breve periodo».

Scelte impopolari? Ma quando le scelte del governo sono state popolari? Nel senso che hanno apportato qualche beneficio alle masse popolari? E poi questo anziano nuovo candidato dei padroni fa finta di non sapere che tutte le forze politiche (e sindacali), ognuno a proprio modo, hanno già contribuito, eccome, ad attaccare salari, salute e diritti…

''La crescita [dei profitti dei padroni, intende Monti] necessita di riforme strutturali per togliere i privilegi di quasi tutte le categorie sociali" ed è per questo, aggiunge, se non l’avessimo ancora capito, che “Il Paese ha un lavoro enorme da fare.”

Sì, effettivamente ci vuole un'altra politica, il Paese ha un enorme lavoro da fare: organizzare la rivolta proletaria e popolare per spazzare via i privilegi dei padroni e dei loro servi politici una volta e per tutte!

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