martedì 25 ottobre 2011

pc 25 ottobre - Bergamo - Non abbiamo paura!

la paranoia repressiva della borghesia colpisce anche gli indignati bergamaschi ...

comunicato

Sull’onda del clima inquisitorio seguito alla manifestazione di Roma di sabato 15 ottobre, anche a Bergamo stiamo assistendo a perquisizioni e intimidazioni da parte delle forze dell’ordine. Nel prendere la parola su questi ultimi accadimenti vogliamo anche riaffermare la nostra determinazione nel proseguire lungo il percorso di mobilitazione intrapreso negli ultimi mesi.


Era sabato 17 settembre quando, in contemporanea con la chiamata newyorchese di OccupyWallStreet, circa 200 persone si ritrovavano in piazza Vittorio Veneto a Bergamo, dando vita ad una piazza di resistenza. Da allora, la piazza, nel cuore del distretto bancario locale, vive quotidianamente attraverso l’assemblea plenaria e i gruppi tematici che hanno preso forma dal dibattito collettivo. L’idea è semplice: contrastare le politiche di austerity che vorrebbero scaricare sulle nostre spalle il peso di un debito che non ci appartiene.

Sabato abbiamo messo in atto un’azione simbolica nei confronti delle banche, consegnando loro sacchi d’immondizia chiusi con una cravatta e indicando così i principali responsabili del baratro economico in cui il paese sta affondando. L’abbiamo fatto a viso aperto, pubblicamente, secondo la prassi cui abbiamo improntato la nostra azione politica. Nello stesso modo abbiamo agito nelle ultime settimane a bordo degli autobus, invitando le persone ad aderire ad una campagna di ticket crossing, per contrastare con una semplice azione individuale i rincari conseguenti le manovre “lacrime e sangue” del governo.

La piazza di resistenza è un luogo di dibattito e mobilitazione. E’ un luogo aperto di democrazia dal basso. Nessuno ci rappresenta e non vogliamo essere rappresentati e rappresentate da nessuno. Per questo abbiamo deciso di prendere parola in prima persona e riprendere possesso così anche delle nostre vite. Abbiamo deciso di praticare l’insolvenza e costruire i presupposti affinché questa pratica di riappropriazione diventi patrimonio di tutti e tutte. Questa crisi non è nostra, noi non vogliamo più pagare!

Ieri ad aspettarci in piazza c’erano gli agenti della Questura. Hanno detto che dopo la manifestazione di Roma il clima è cambiato, che la tolleranza è finita, che la piazza di resistenza per la legge è un’adunata sediziosa. La risposta della piazza è stata risoluta: le persone si sono sedute e hanno dato vita all’assemblea. Siamo precari e precarie, studenti e studentesse. Abbiamo deciso di non restare più a guardare, di alzare la testa. Il nostro percorso è pubblico e la piazza ne rappresenta la vetrina trasparente. Non abbiamo alcuna intenzione di desistere dai nostri intenti.

Mercoledì all’alba l’abitazione di un giovane precario della piazza è stata perquisita. Una delle tante perquisizioni seguite in tutta Italia alla manifestazione di Roma. La polizia spara nel mucchio: la perquisizione, totalmente arbitraria, ha dato ovviamente esito negativo. Anche ieri, in piazza, gli agenti hanno scattato fotografie dei nostri volti. Ma nelle nostre case non troverete armi ed esplosivo; quello che cercate vive ogni giorno nella piazza di resistenza. Sappiamo cosa spaventa di noi chi ci governa: sono le nostre idee, perché le nostre idee sono contagiose. Per questo, noi non abbiamo paura.

L’Assemblea della Piazza di Resistenza

AN PAGA MIA!!

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