giovedì 15 settembre 2011

pc 15 settembre - le caserme degli sbirri sono fogne e luogo di violenza fascista - una denuncia

"Pestaggi e soprusi nella caserma dei Nocs"Roma,
la Procura indaga sul "nonnismo" tra le teste
di cuoio dopo il racconto di un agente, correlato di registrazioni video e
audio e fotografie. "Mi hanno picchiato per uno sguardo in mensa: la
convalescenza è durata 108 giorni"di FEDERICA ANGELI e MARCO MENSURATI

ROMA - Tra di loro lo chiamano l'"Anestesia". Consiste nel picchiare
talmente tanto la vittima da renderle insensibile "la parte prescelta" e poi
morderla, fino a strappare la carne. Un rito a metà tra l'iniziazione e la
tortura che ha un significato ben preciso: benvenuto nella caserma dei Nocs,
il Nucleo operativo centrale di sicurezza, quello che si occupa delle
operazioni più delicate e importanti, dai sequestri alle catture dei
latitanti.

A raccontare di quel "morso", e di tutte le altre "incredibili forme di
violenza fisica e psicologica che, ogni notte, da anni, precipitano nel
terrore la caserma polifunzionale di Spinaceto", sede dei Nocs, è una voce
dall'interno. Un agente dal curriculum impeccabile che, vittima
dell'ennesimo episodio, ha deciso di reagire e si è rivolto alla procura di
Roma, fornendo registrazioni video e audio, e fotografie. "L'incubo comincia
la sera. Quando "gli esterni" e i civili tornano a casa e dentro restano le
quaranta teste di cuoio, come intrappolate, ostaggio di una decina di
ufficiali fuori controllo che nel tempo hanno imposto con botte e sevizie e
minacce di morte un regime parallelo". Alternativo a quello ufficiale. Ma
tollerato.

Il racconto dell'agente (che qui riportiamo in forma anonima per sua stessa
richiesta) parte proprio da una di quelle foto. Si vede un ragazzo di
schiena, senza pantaloni, tenuto fermo da una decina di mani, e un uomo
nell'atto di mordergli il gluteo destro: "Eccola, l'anestesia. Il ragazzo
nudo è una testa di cuoio arruolata da poco, mentre quello che morde è il
leader: si vanta di essere capace di serrare il morso fino a far toccare gli
incisivi", spiega il poliziotto. "È un sorta di rito di iniziazione: se
dimostri di essere degno del morso, allora entri a far parte del gruppo,
altrimenti sono solo botte, umiliazioni ed emarginazione". Non che una volta
morsi la vita migliori. Le violenze, fisiche e psicologiche, sono comunque
quotidiane, ma almeno non si viene esclusi dal sistema di potere parallelo,
dai servizi, dai turni, insomma dalla vita del Nocs.

"Io sono stato "morso" dopo un paio d'anni. Ma, come gli altri, anche dopo
ho subito di tutto". All'interno della caserma - dice ancora l'uomo - basta
nulla per scatenare scene di violenza inaudita. "L'ultima volta è successo
perché in mensa ho fatto un saluto a quello che si ritiene il leader. Lui si
è avvicinato e spalleggiato dagli altri, ha cominciato a picchiarmi". Un
pestaggio in piena regola - i Rambo dei Nocs sono istruttori di arti
marziali - che ha costretto la vittima a una convalescenza di 108 giorni. "A
quella scena hanno assistito tutti, nella sala. Ma nessuno si è detto
disposto a testimoniare, perché lì regna il terrore". Non è una coincidenza
che negli ultimi anni ci siano stati numerosi episodi di agenti affetti da
depressione e "fuggiti" in pensione a soli 40 anni, oltre al caso, più
clamoroso, del suicidio di Paolo De Carli. L'agente si sparò un colpo al
cuore due anni fa, proprio lì, in caserma.

"La magistratura sta lavorando - dice Gianni Ciotti, segretario provinciale
del sindacato di polizia Silp Cgil - Ci auguriamo che quanto raccontato dal
collega coinvolga solo alcune mele marce, non possiamo pensare né tollerare
che in un reparto d'eccellenza come il Nocs accadano cose del genere".
Stando ad altri racconti, infatti, l'Anestesia non era l'unica forma di
violenza che il gruppo usava per "punire" gli agenti non allineati. Anzi ce
ne erano molte altre, magari meno codificate, ma quasi sempre a sfondo
sessuale, spesso delle vere e proprie molestie, subite in silenzio dalle
vittime.

La denuncia del poliziotto - nell'atto formale si parla esplicitamente di
"aggressioni e torture" - è stata acquisita qualche mese fa dalla procura di
Roma che, dopo una prima fase di studio, ha deciso di approfondire e ha dato
delega alla Digos di fare i primi accertamenti. Alla richiesta di
chiarimenti sullo stato dell'indagine, gli investigatori si trincerano
dietro a un no comment, ma già nei prossimi giorni il pm Elisabetta
Ceniccola, titolare del fascicolo, ascolterà gli agenti sotto accusa. Se si
troverà riscontro di quanto dichiarato dall'agente, il magistrato dovrà
anche capire per quale motivo il Comando del Nocs non è mai intervenuto pur
essendo stato a conoscenza di tutto già a partire dal 2007: "Io queste cose
le ho scritte con appositi atti d'ufficio, protocollati e relazionati. Ma
non ho mai avuto risposta".

Nessun commento:

Posta un commento