giovedì 9 giugno 2011

pc 9 giugno - genova 2011 ..comincia per davvero .. appello per una 3 giorni alternativa

E’ TROPPO TARDI PER RESTARE CALMI ….. Verso una 3 giorni alternativa e di lotta per Genova 2011

La tensione nel Paese si alza di giorno in giorno. La lotta che viviamo incarna i disagi sociali presenti e futuri, coinvolge i lavoratori e le masse popolari che non possono più sottostare a una situazione simile. La nostra dignità ed il nostro orgoglio uniti a questa consapevolezza ci muovono a combattere l’intero sistema. La lotta ci porta ad unirci a chiunque non accetta tutto ciò: studenti, operai e disoccupati che prendono parte a una scena ribelle.

Vogliamo combattere stato e padroni senza nasconderci dietro maschere e infami accordi che vediamo mettere in pratica quotidianamente da sindacati e partiti di “sinistra” di turno..

Appoggiamo con complicità tutti gli “atti di violenza” avvenuti diffusamente nelle città italiane durante quest’ultimo periodo di lotta a partire dall’autunno studentesco fino alle recentissime proteste operaie da Genova alla Campania, sempre condannati e criticati da sindacati, partiti, ben pensanti, giornalisti e persino “eroi di carta” che vantano la stima di un’intera nazione come Saviano, che rifiutano, negano l’essenza e combattono un’intera generazione. Li appoggiamo perchè siamo convinti che è nell’azione della lotta rivoluzionaria che dobbiamo incanalare la rabbia. In questo vogliamo coinvolgere studenti, operai e disoccupati, affinchè l’azione raggiunga un senso compiuto, mandi un segnale a chi ancora non capisce, renda consapevole questo Paese di ciò che avvertiamo. Non bastano più e non sono mai servite le sfilate di “bandiere sbiadite” e gli scioperi o i cortei nazionali fatti il fine settimana.

Siamo convinti che il riformismo politico e sindacale in Italia abbia contribuito a creare questa situazione, con accordi e silenzi al soldo del padrone. Non è in loro che ci riconosciamo, non abbiamo rappresentanti politici e non ne vogliamo. Ci rivolgiamo a chi ha capito che non è questo il modo per cambiare qualcosa, non è affidarsi a chi sta in poltrona e vomita dibattiti. Il vero nemico non è una Gelmini o un Marchionne, è l’intero sistema che crea individui simili, prima della Gelmini abbiamo conosciuto la Moratti e Fioroni, il problema è radicato nell’intero sistema politico ed economico. Ci affidiamo alla nostra coscienza, al nostro disagio, non siamo più mossi dalla “gioia di stare insieme in piazza”, ma dalla rabbia che scorre in noi. Possiamo farlo senza le “bandiere” di chi vuole mettere il cappello su un movimento di lotta generazionale nato dieci anni fa, senza partitini e chiacchieroni.

Un esempio dell’espressione di questi sentimenti fu quel 14 dicembre a Roma, che già ci pare così lontano e irripetibile da quanto ci siamo soffermati a ricordarne e celebrarne il risultato, il conflitto creato.

Dopo quella trionfale giornata il movimento studentesco si è frenato e di lì a poco è morto, per l’ennesima volta. NON ABBIAMO VOLUTO fare un passo avanti, alzare ulteriormente la tensione, ampliare il conflitto e continuare un percorso che avrebbe potuto ribaltare le sorti di molte infami strategie repressive che ora, sulla nostra pelle, assaporano il gusto della vittoria, da Firenze a Palermo, da Genova a Bologna passando per Padova. E’ da qui che vogliamo ripartire, dal terribile errore di non voler convocare una assemblea nazionale subito dopo il 14 dicembre, che crediamo avrebbe potuto quantomeno dare degli strumenti al movimento studentesco indebolito dalla fase di riflusso per poter contrastare in maniera più efficace da quella attuale le azioni repressive dello stato. Vogliamo ripartire dalla necessità di confrontarci in momenti collettivi per dare delle risposte in termini di lotte e mobilitazioni unitarie.

Vogliamo tentare di ricostruire un percorso collettivo , che ponga le proprie basi su valori come l’antifascismo, l’autonomia di classe, la lotta alla precarietà e la resistenza ad una repressione che ci colpisce sempre più significativamente fiutando le nostre fragilità e i limiti della nostra determinazione.

Vogliamo comunicare con tutte le realtà che reagiscono a tutto ciò e che lottano quotidianamente, vogliamo proporre a tutti loro un’unione collettiva ed unità d’azione per quanto riguarda l’appuntamento per il decennale del g8 di genova.



E’ PER QUESTI MOTIVI CHE PROPONIAMO AL MOVIMENTO ANTAGONISTA NEL SUO INSIEME, DI ORGANIZZARE IN PRIMA PERSONA DELLE ASSEMBLEE UNITARIE E PREPARATORIE LOCALI DA TENERSI A META’ GIUGNO NELLE SINGOLE REGIONI PER LA COSTRUZIONE DI UNA 3 GIORNI ALTERNATIVA PER L’ANNIVERSARIO DEI DIECI ANNI DAL G8 DI GENOVA.

3 GIORNI ALTERNATIVA CHE PREVEDA MOMENTI ASSEMBLEARI DEI MOVIMENTI STUDENTESCO, CONTRO LA REPRESSIONE, CONTRO LA GUERRA, ANTIFASCISTA, ANTIMPERIALISTA… CHE SIANO DIFFERENTI PER METODO, PROPOSTE E FINALITA’ AI VUOTI SOCIAL FORUM, CHE CULMININO IN UNA MOBILITAZIONE DI PIAZZA COMBATTIVA E CONTRAPPOSTA ALLA SFILATA PROMOSSA DALL’ORGANIZZAZIONE UFFICIALE DI “VERSO GENOVA 2011”.

E’ il prossimo grande appuntamento al quale siamo chiamati. Per noi, un appuntamento che ha tutte le caratteristiche del 19 maggio torinese come del 14 dicembre romano. La nostra speranza è che le imminenti giornate di luglio siano anche l’occasione per rigenerare le basi e rafforzare l’ opposizione collettiva agli attacchi quotidiani che padroni e stato compiono contro i territori e le realtà in lotta a livello nazionale.

Da quei caldi giorni di dieci anni fa un intero movimento e’ mutato notevolmente, una nazione ha imparato a conoscere il sapore amaro di una repressione sempre più determinata e sistematica che si è delineate sempre più chiaramente in stato di polizia, di una crisi economica che ha messo a nudo tutte le incapacità di questo sistema che, lungi dal risolvere i problemi delle masse popolari e dei lavoratori, è causa primaria di sfruttamento, precarietà, guerra e morte. Ripartire dal G8 2001 significa, per noi, riprendere consapevolezza che, come accadde in quel luglio, se mossi dalla rabbia collettiva che non conosce interessi personali o vincoli verso i partiti della “sinistra” ufficiale e di palazzo ma ascolta il cuore e le necessità di rivendicare un ruolo attivo nella nostra esistenza allora possiamo cambiare le cose, scrivere la storia.



Non è tempo per moderazione e calma.

Non è tempo per “comprensione” e dialogo.

Il nostro obiettivo immediato è il conflitto, il nostro compito è sovvertire.



C A O S ANTIFA GENOVA

RED BLOCK PALERMO

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