domenica 5 giugno 2011

pc 4-5 giugno- marchionne e bombassei, fascismo padronale prende le redini del gioco e mette all'incasso dal suo punto di vista, la crisi berlusconi

Fiat, Marchionne: "Restiamo a Torino
ma l'Italia deve cambiare atteggiamento

VENEZIA
Malgrado le rassicurazioni sulla permanenza a Torino del quartier generale della Fiat, dal manager italo candaese non sono mancate comunque le stoccate all'Italia. "Quanto è avvenuto negli Usa deve essere letto in Italia in modo positivo. Se è possibile farlo là è possibile farlo anche qui. Deve cambiare però l'atteggiamento". "Ieri la gente ringraziava per quello che è stato fatto, invece di insultare", ha aggiunto Marchionne.

Marchionne ha anche annunciato che "la Fiat ha offerto giovedì scorso 125 milioni di dollari al Tesoro canadese per la quota di Chrysler". Si tratta dell'1,7 per cento della quota nella casa automobilistica americana. Il manager ha aggiunto che se sarà raggiunto un accordo con il fondo Veba, Chrysler potrebbe fare a meno di quotarsi in Borsa.

Parlando più in generale delle prospettive di lungo termine, il manager ha sottolineato che "il mercato non è sano, c'è una svolta tecnica, il sistema non poteva reggere. Il tubo degli incentivi s'è svuotato e la domanda è arrivata a livelli naturali: 1,75/1,8 mln di auto. E siamo ritornati ai livelli del 1996". Marchionne ha definito i nuovi dati sulla ripresa delle immatricolazioni a maggio come "un'inversione di tendenza".


Quanto alle recenti polemiche con Confindustria, Sergio Marchionne ha precisato: "Non c'è alcuna ostilità, nonostante alcune battute fatte di recente. Dobbiamo salvaguardare l'industria Fiat e assicurare che il piano industriale, incluse le norme contrattate con la maggioranza dei lavoratori, venga rispettato. Non posso - ha aggiunto - difendere ogni volta le scelte fatte con il consenso della maggioranza dei lavoratori. Non posso accettare che l'appartenenza a Confindustria indebolisca la Fiat. Capisco le ragioni storiche, ma la Fiat viene prima di tutto".
(04 giugno 2011)


ROMA - "Le scelte di Confindustria sono ispirate all'unico criterio di creare le migliori condizioni perchè le aziende possano essere competitive oggi, nell'attuale contesto globale. Per questo nel 2009 abbiamo firmato il Protocollo sui livelli contrattuali al costo di una non facile rottura con la Cgil. Per questo diciamo da tempo che laddove, come nel caso della Fiat, vi sia un contratto aziendale che ha il consenso della maggioranza dei lavoratori, tale contratto deve essere considerato valido per tutti e deve poter sostituire il Ccnl". Così Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria per le Relazioni Industriali.

"Condividiamo pienamente la richiesta di Fiat di avere un sistema in cui i contratti stipulati con una maggioranza dei lavoratori siano pienamente vincolanti per tutte le organizzazioni presenti in azienda. Come noto, siamo anzi pronti a definire un accordo in questo senso con le organizzazioni sindacali che possa essere poi recepito dal legislatore. Sarebbe un passaggio importante nella modernizzazione delle relazioni industriali, cui contiamo di lavorare in piena sintonia con Fiat", aggiunge il vice presidente.

"Alla luce di queste considerazioni, riteniamo che l'appartenenza a Confindustria non indebolisca Fiat, anzi la rafforzi. Non vediamo controindicazioni, nè sul piano delle strategie di fondo nè sotto il profilo strettamente tecnico-giuridico. Al riguardo, facciamo notare che la Fiat, come qualunque altra azienda, può essere associata a Confindustria pur avendo un proprio contratto aziendale sostitutivo rispetto al Contratto collettivo nazionale di lavoro. Non lo impedisce nessuna regola interna al sistema Confindustria. Nè lo può impedire - conclude Bombassei - la legge o la giurisprudenza, dal momento che Confindustria è un'associazione del tutto volontaria".

"Confindustria finalmente getta le maschera: vuole cancellare i contratti nazionali nel nostro paese, e chiede una legge per permettere ad un'azienda di farlo. Vuole insomma un regolamento delle libertà": è questo il commento del segretario generale della Fiom Maurizio Landini alle affermazioni di Bombassei,

"Bombassei sta offrendo a Marchionne una cosa che sa che non vale, e chiede addirittura una legge che ora non esiste. Quindi chiede in sostanza di non rispettare le leggi attuali", spiega Landini aggiungendo che "se Bombassei pensa che ognuno può fare come gli pare, mi sembra che vada contro gli interessi degli associati di Confindustria e anche contro gli interessi del Paese

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