giovedì 30 giugno 2011

pc 30 giugno - egitto .le masse, sopratutto i giovani, riprendono la piazza per rovesciare il regime militare



Scontri e feriti in piazza Tahrir A migliaia tornano a protestare
la folla manifesta di nuovo nel centro del Cairo. La polizia carica con i lacrimogeni. Oltre mille feriti. L'esercito: "Tentativi di destabilizzazione"

IL CAIRO - E' di oltre mille feriti il bilancio degli scontri che da questa notte continuano tra forze di polizia e circa cinquemila manifestanti al Cairo. Questa mattina la tensione è tornata altissima con migliaia di persone che si sono riunite in piazza Tahrir, simbolo della protesta che portò alla caduta del presidente Hosni Mubarak. Alcuni hanno tentato di assaltare il vicino ministero dell'Interno e la polizia è tornata a caricare e lanciare lacrimogeni. Molte strade di accesso alla grande piazza, epicentro della rivolta anti Mubarak, sono chiuse al traffico da improvvisati servizi d'ordine. Le strade sono lastricate di sassi e di pietre e l'aria è densa di gas lacrimogeni. Gli scontri sono scoppiati improvvisamente a quasi due mesi dal 9 aprile, quando morirono due persone.

Secondo Al Jazeera, gli episodi di violenza sono iniziati martedì, quando la polizia ha cercato di impedire "un sit-in organizzato dalle famiglie delle persone uccise durante la rivoluzione. Le forze di sicurezza hanno sparato lacrimogeni per disperdere la folla mentre i manifestanti hanno risposto con il lancio di pietre". Il Movimento 6 Aprile, deluso dalla mancanza di riforme, ha lanciato un appello "a tutti gli egiziani" per un sit-in a oltranza a piazza Tahrir, "fino a quando non ci saranno segnali chiari che le nostre richieste saranno ascoltate".
Le notizie sul motivo degli scontri sono contraddittorie. Un manifestante ha raccontato stamattina di avere partecipato alla rivoluzione, ma di non capire chi siano le persone che stanno dando vita alle manifestazioni di questi giorni. "Nessun partito ha dato il suo sostegno, nessuno si sbilancia, io non capisco chi sono", ha detto Samir, mentre un altro si è avvicinato per ripetere lo slogan ritmato dai manifestanti "fuori fuori" spiegando che nel mirino c'è Hussein Tantawi, il capo del consiglio militare che regge il Paese dalla caduta di Mubarak. Consiglio militare che ha condannato gli scontri.
(29 giugno 2011)

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