venerdì 27 maggio 2011

pc 27 maggio - la lotta alla Fincantieri nelle parole di un poeta operaio


Lotteranno fino alla morte
( ai lavoratori in lotta della Fincantieri)
Suicidati. Operai. Padri. Figli. Suicidati. Per loro, altri saranno in lotta. Non preoccupatevi. Dei morti. I vivi e i morti. E il resto non avrà fine. Suicidi. Licenziati da Fincantieri. Anni fa. Poi, oggi, tremila, licenziati. Forse cinquemila. Che importa. A Amministratore Delegato, che importa. Uno più. Mille meno. Che importa. La vostra carne, da macello. La nostra carne. Al manganello. Celere ovunque. Ma io perdo lavoro. Io non rubo. A Celere non importa. Uno più. Mille meno. Sangue. Sul viso. Carne. Da macello. Operai, al patibolo. Ma voi. Verrete al fianco. Fino alla morte. C’è una morte. Anche per Amministratore. Con noi. Sul patibolo. E poi, il politico. Al mio fianco. Una corda. C’è sempre. Sui patiboli della vita. Fine vita. Per noi, che volete chiudere. Non si chiude mai. Sempre si muore. E allora, in ginocchio. Figli di troia. Roma arriverai. Arriveremo. A migliaia. Uno più Uno meno. Sangue. Sul viso. Il tuo. Uno più. Uno meno. Prenderemo auto blu. Le tue scarpe nere. Il tuo funerale. Fino alla morte. Prenderemo il tuo scranno. Fino alla morte. La sera. Torneremo a casa. Quella che paghiamo. Prenderemo la tua. Che ti sei regalato. Fino alla morte. A migliaia di case. Una più. Una meno. Ai compagni, suicidati. Quelli di ieri. Quelli di domani. Dedico un patibolo. In tua compagnia. Uno più. Uno meno. Una guerra. Una più. Una meno. Fino alla morte. Il patibolo, davanti alla croce. Crocifissi. Rideremo. Dei chiodi tra i nervi. Rideremo. Vederti. Penzolante. Amministratore. Delega la morte. Se puoi. Noi siamo occupati. A lottare. Scendiamo. Vedi, dalla croce. Siamo il ferro, dei chiodi. Nervi saltati. Fino alla morte. Per i compagni. Suicidati. Per loro e per altri. Lotteremo. Per un paese diverso. Sarai allora, solo. Sul patibolo. Noi si scende. La corda è tua. Figlio di troia. Non hai capito. Tu, devi morire. Sangue, ancora sangue. Come sempre. Uno più. Uno meno. Nelle strade, a senso unico. Nei palazzi, di potere. Mille più. Mille meno. Fratello d’ Italia. Siam pronti alla morte.
25 maggio 2011
Giuliano Bugani operaio, giornalista, poeta

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