mercoledì 25 maggio 2011

pc 25 maggio - In India la democrazia è una farsa, Arundhaty Roy


Continua la denuncia a livello internazionale di Arundhati Roy della condizione di guerra civile interna scatenata dal governo indiano contro il proprio popolo


In questo pezzo del The Wall Street Journal, la scrittrice e intellettuale Arundhati Roy, contiuna la sua difesa dei maoisti indiani e delle popolazioni tribali, mentre critica lo stato indiano, le sue classi dominanti e il capitalismo in generale.


Viviamo in un paese in cui simultaneamente stiamo cercando di fare il discorso raffinato della democrazia mentre stiamo colonizzando noi stessi.”


La scrittrice Arundhaty Roy, vincitrice del premio Man Booker nel 1997 per "Il Dio delle piccole cose", è senza dubbio l’iconoclasta No.1 dell’India. Durante il lancio dei suoi due ultimi libri, "Broken Republic" [Repubblica rotta] e “Walking With the Comrades” [Camminando con i compagni], venerdì sera è intervenuta a difesa della tattica militare dei maoisti in India nella sua migliore verve polemica.


"Quando ti ritrovi con 800 CRPF [Central Reserve Police Force, una forza paramilitare schierata per combattere le insurrezioni interne del paese] che marciano per tre giorni nella foresta, che circondano un villaggio della foresta bruciando e stuprando le donne, che cosa si pensa debbano fare i poveri? Può l’affamato fare lo sciopero della fame? Può un popolo che non ha soldi fare il boicottaggio delle merci? A che tipo di disobbedienza civile stiamo chiedendo loro di aderire?"


Ha fatto un po’ di marcia indietro dicendo: “Ma al tempo stesso ciò che accade nella foresta in termini di resistenza non può uscire al di fuori della foresta".


In "Camminando con i compagni", la signora Roy racconta del periodo da lei trascorso l'anno scorso nella foresta con i ribelli maoisti messi al bando, che sono attivi in ​​ampie parti dell'India centrale e orientale. In "Broken Republic", scrive sul carattere della democrazia indiana. Entrambi i libri sono pubblicati da Penguin India.


In una conversazione con l'economista Amit Bhaduri presso l'anfiteatro dell’India Habitat Center di Nuova Delhi, la signora Roy si è soffermata a lungo su questi temi. "Oggi, è un fatto vero che l’usurpazione delle terre, la colonizzazione delle terre dei poveri è al centro della guerra civile che si dispiega nel nostro paese", ha detto. "Se si guarda la cartina dell'India di oggi, le foreste, le aree adivasi [tribali], le risorse naturali, i maoisti e la guerra civile, sono tutti impilati uno sopra l'altro. Bisogna essere ciechi per non essere in grado di notare il collegamento verticale tra tutti ".


L’anti-capitalismo è stato il tono che ha regnato nella discussione della serata, e la signora Roy ha offerto un'analisi della tattica linguistica del capitalismo.



"Quando si chiama qualcosa bauxite [un minerale grezzo da cui si estrae alluminio], che si trova nelle montagne, parliamo di una risorsa che automaticamente ricade nella lingua del capitalismo estrattivo. Perché per gli adivasi, la bauxite fuori dalla montagna è inutile, la bauxite all'interno della montagna è la fonte di vita, è la fonte della fede, è la fonte di tutto. Si prenda la bauxite dalla montagna, a questo punto per alcune aziende multinazionali vale quattro miliardi di dollari, ma per una cultura che non guarda ad essa come a una risorsa non vale niente", ha detto Roy.



Ha aggiunto: "Anche il linguaggio stesso è in qualche modo una sorta di congiura per farci pensare in un certo modo."

La signora Roy ha detto che i governi statali hanno firmato centinaia di protocolli di intesa con le compagnie minerarie per l'estrazione sulle terre tribali. Ha detto che molti di questi non sono stati rinnovati a causa della "testardaggine e resistenza della battaglia che i più poveri stanno combattendo contro le più ricche multinazionali".


"Ma queste compagnie minerarie storicamente sono abituate a vincere le loro battaglie. Quindi stanno solo aspettando come pigri predatori.... Se non è il Salwa Judum [un gruppo di vigilantes sostenuti dallo stato che combattono i maoisti nello stato centrale di Chhattisgarh], sarà l'esercito," ha detto Roy. "Siamo in questo momento di fronte alla prospettiva di una democrazia militarizzata, se questo non è un ossimoro".


"Non è un problema generale del capitalismo?" Mr. Bhaduri.


"E’ un problema generale," si dice d'accordo Ms. Roy.


Nei suoi oltre 50 minuti di conversazione con il signor Bhaduri, la signora Roy ha anche criticato le classi medie e superiori della società del paese. "Viviamo in un paese dove contemporaneamente stiamo cercando di fare il sofisticato discorso della democrazia, mentre ci stiamo colonizzando". Ha detto che la "lotta secessionista" di maggior successo in India è "la secessione delle classi medie e superiori dallo spazio esterno, da dove guardano in basso e dicono 'quella è la nostra bauxite, che ci fa nelle loro montagne, quella è la nostra acqua, che ci fa nei loro fiumi, quello è il nostro legname, che ci fa nelle loro foreste ".


La signora Roy ha detto che l'India continua ad essere una "farsa di democrazia in cui si hanno tutti i rituali, tutte le istituzioni della democrazia che sembrano funzionare".


"Ci sono tutte queste istituzioni - i tribunali, i media, il parlamento – tutte sono svuotate e al posto di queste ci sono gusci vuoti", ha detto. La signora Roy ha spiegato perché lei vede la democrazia indiana ridotta a un rituale. "Parlo di un uomo o una donna poveri, di un adivasi che vive nella foresta: se venissero da noi a chiederci, indicami una istituzione democratica in questo paese dove posso rivolgermi e dove posso trovare ascolto? "


"Vi posso garantire che non vi è alcuna risposta a questa domanda oggi in India", ha detto Roy. "Non c'è assolutamente alcuna risposta a questa domanda. Essi non possono andare nei tribunali. Se votano, è come votare per questa o quella pubblicità di proprietà della stessa azienda. "


La signora Roy ha detto che si trova dall'altro lato della linea con la "lunghezza d'nda dei movimenti di resistenza".


"Da lì mi giro per porre ai nostri compagni la domanda: 'Riusciremo a lasciare la bauxite nelle montagne'"

"E questa credo sia la vera domanda che tutti noi ci troviamo di fronte", ha detto Roy.

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