domenica 15 maggio 2011

pc 15 maggio - CHI COPRE, E PERCHE', LA VERITA' SULLA MORTE DI MELANIA?

Nonostante indizi sempre più schiaccianti incastrino Salvatore Parolisi, nell'uccisione di Melania, non viene ancora indagato.
Per molto meno, in altri delitti, vi sono stati avvisi di reato o arresti (pensiamo all'omicidio di Sarah Scazzi e all'arresto di Sabrina basato solo sulle testimonianze ultra contraddittorie del padre Michele).
Qui invece, nonostante contraddizioni, bugie ed elementi emersi – dalle intercettazioni telefoniche tra Parolisi e un amico, e tra Parolisi e la soldatessa dopo la morte di Melania; ai non riscontri sulla presenza e percorso di Melania a Colle San Marco; dalle bugie di Parolisi sulla conoscenza del posto del delitto alla questione dei cellulari, al coltello che avrebbe ucciso Melania tipico di chi sta nell'esercito; dai vestiti di Parolisi all'anello di Melania trovato come se fosse stato buttato da lei, alle reazioni di Melania sulle relazioni del marito, ecc. - questo uomo resta in libertà.
Perchè? Quale prevenzione oggettiva e soggettiva, “spontanea” (nel senso di logica spontaneamente inquinata che guida le indagini) o voluta, programmata impedisce di mettere le mani nel buco nero dell'esercito, improntato e pregno comunque di una logica e prassi fascista, maschilista, di relazioni improntate a uno spirito di oppressione/sopraffazione gerarchica che diventa a volte uso/abuso sessuale soprattutto quando vi sono donne (che o si adeguano a questo spirito e ne sono complici, o ne vengono schiacciate dal rambismo machista), ma anche di difesa/omertà di corpo all'interno? E di mettere le mani nella “famiglia”, tutta cresciuta nell'esercito, con un padre, di Melania ex maresciallo dell'Areonautica, un fratello aviere scelto, e quindi chiusa nella condivisione di certi valori e nella difesa “a prescindere” di Parolisi”?

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