mercoledì 11 maggio 2011

pc 11 maggio - Fincantieri Palermo, davanti alla crisi la ristrutturazione dei bacini venga fatta dagli operai stessi

La Fincantieri ha deciso la chiusura del cantiere navale di Ancona dopo 170 anni di attività e questo è l’ultimo colpo in ordine di tempo agli operai che conferma tutto quello che denunciamo da tempo: c’è da parte dell’azienda “guidata” dall’attuale amministratore delegato Bono, una volontà, coperta e mascherata dalla crisi in atto, di ridimensionare, ristrutturare tutta l’attività di costruzione riparazione e trasformazione navale a scapito degli operai, che vengono costantemente da anni sostituiti a più riprese e in diversi modi da operai delle ditte esterne notoriamente meno capaci di difendere i propri diritti sindacali e di sicurezza sul lavoro… un’azienda portata progressivamente all’obsolescenza strutturale, tecnica e tecnologica di cui poi si lamenta l’inefficienza, mentre allo stesso tempo in modo schizofrenico da un lato si vantano, ad ogni varo di una nuova nave, le capacità delle “maestranze” e dall’altro li si denigra dicendo che c’è un alto tasso di assenteismo ecc. ecc.

Nello stabilimento di Castellammare di Stabia tutti gli operai sono in cassa integrazione e di nuove commesse nemmeno a parlarne e vista la situazione a Palermo dove attualmente lavorano circa 500 operai (quasi tutti in cassa integrazione) e circa altrettanti nell’indotto (ma tutti in cassa integrazione), sembra quasi senza senso la notizia che conferma l’impegno della Regione Siciliana che per voce del suo assessore all’industria Venturi dice: “Ritengo… che se i tempi saranno rispettati, entro la fine di settembre potranno cominciare i lavori di ristrutturazione dei bacini sia di Palermo che di Trapani”. E che “La Regione ha più volte dimostrato con i fatti di credere nel progetto di rilancio dei cantieri navali di Palermo, uno dei siti storici della cantieristica navale italiana e impianto strategico per la sua posizione al centro del Mediterraneo. Abbiamo firmato un protocollo con Fincantieri comune e autorità portuale con i quali abbiamo ribadito la nostra volontà di investire sui cantieri navali palermitani e abbiamo messo sul piatto risorse economiche pari a 65 milioni per la ristrutturazione dei bacini. È giusto che anche l’azienda Fincantieri, metta in atto tutte le iniziative per utilizzare la meglio il sito palermitano e i suoi lavoratori, altamente specializzati e la cui qualità produttiva è già riconosciuta e apprezzata.”

Innanzi tutto la Regione arriva tardi a questo impegno, ma soprattutto non fa nulla di concreto per costringere la Fincantieri, ricordiamo che è di proprietà pubblica!, a fare sul serio, ad avere un piano industriale credibile e fattibile, per non parlare dei sindacati confederali che a parte le chiacchiere continuano anche in questo caso a vivacchiare a spese degli operai…

In tutto questo c’è l’assurdità che l’appalto per la ristrutturazione dei bacini che darebbe lavoro agli stessi operai dei cantieri navali per almeno due anni potrebbe essere vinto da un’azienda diversa da Fincantieri!

Una richiesta immediata è quindi quella di chiedere che l’assegnazione dei lavori venga fatta in house come ha fatto l’assessore Venturi per l’elaborazione della progettazione per la ristrutturazione dei bacini.

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