mercoledì 13 aprile 2011

pc 13 aprile - alla saras di Moratti si torna a morire per il lavoro !

Uccisi dallo sfruttamento e dal profitto.
Uccisi dalla mancanza di un sindacato di classe e di delegati all'altezza della situazione.
Uccisi dall'inosservanza delle leggi sulla sicurezza e di controlli sulla loro inosservanza.
Uccisi dalla attività di governo e padroni che cancellano sempre di più le leggi per la sicurezza sui posti di lavoro.
Uccisi dalla mancanza di giustizia nei processi e di condanne reali per i padroni, che anzi ora con la prescrizione breve non avranno neanche un processo.
Uccisi dall'incomprensione nelle file operaie e proletarie della necessità di una battaglia generale sistematica, con una organizzazione sistematica di questa battaglia come è quella che propone la rete per la sicurezza sui posti di lavoro.
Uccisi dai sindacati confederali e sindacati di base che non hanno metodi di lotta all'altezza della situazione e chi lotta per la sicurezza viene lasciato solo.
Uccisi dalla incomprensione che si tratta di una battaglia non solo sindacale ma politica, culturale, che raccolga tutte le forze disponibili per una rivoluzione politica e sociale che metta fine al sistema in cui la vita operaia conta sempre meno dei profitti dei padroni.
Ma questa battaglia è comunque destinata ad avanzare e vincere

proletari comunisti
aprile 2011

L'ennesima tragedia alla Saras che ha visto la morte di Pierpaolo Pulvirenti, operaio di una ditta appaltatrice siciliana Starservice, ripropone all'attenzione nazionale non solo la Saras , ma l'insieme del problema delle cisterne assassine che hanno provocato ripetutamente la morte di operai da Molfetta a Mineo in Sicilia, da marghera a la spezia.. dove la mancanza di sicurezza è legata al sistema degli appalti al massimo ribasso e del subappalto, alla questione della precarietà e dei tempi di lavoro.
L'operaio morto assieme ad altri due colleghi stava effettuando lavori di manutenzione di un serbatoio quando, , per cause ancora in corso di accertamento, è stato investito da un getto di idrogeno solforato.
Le sue condizioni sono apparse subito disperate e i medici non sono riusciti a salvargli la vita. Gravi anche le condizioni di Gabriele Serrano, 23 anni, ricoverato all'ospedale Brotzu di Cagliari, anche lui intossicato dal gas.
Non destano, invece, preoccupazione quelle di Luigi Catania, il terzo operaio coinvolto nell'incidente, che si è fratturato una gamba cadendo da una scala nei concitati momenti successivi all'incidente.

Otto ore di sciopero sono state proclamate dai sindacati nella raffineria della Saras di Sarroch (Cagliari) dopo l'incidente che ieri ha causato la morte di un operaio di 25 anni, dipendente di una ditta siciliana impegnata in lavori di manutenzione nello stabilimento della famiglia Moratti.
Le otto ore di sciopero hanno proprio il significato della ribellione di fronte a uno stabilimento che ha dimostrato altre volte, anche sul piano dell'inquinamento, di non avere troppo rispetto per il territorio e per chi vive e lavora lì», , la dinamica dell'incidente di ieri sera, «sovrapponibile a quello di due anni fa, dimostra che nella raffineria più grande del Mediterraneo non c'è attenzione per la sicurezza dei lavoratori».da dichiarazioni dei delegati sindacali.
Nello stabilimento della Saras, il 26 maggio 2009, morirono tre operai, anche loro intossicati, mentre effettuavano i lavori di bonifica di una cisterna. Gigi Solinas, 26 anni, si senti male subito all'interno del serbatoio, mentre Daniele Melis, 30 anni, e Bruno Muntoni, 56 anni, persero
la vita nel tentativo di soccorrere il collega. Dopo una lunga inchiesta della magistratura è attesa la sentenza del processo penale il 16 maggio prossimo.

la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro in occasione della manifestazione a Torino per il 15 aprile processo thyssen affronterà la questione saras e cisterne assassine e annuncerà iniziative in merito.


rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com
13 aprile 2011

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