mercoledì 2 febbraio 2011

pc quotidiano 2 febbraio - prosegue la mobilitazione degli egiziani a Milano

E IN PIENA SINTONIA CON EL CAIRO, ALESSANDRIA D’EGITTO, GLI EGIZIANI
DI MILANO SONO IN STRADA
Scendono ancora una volta instrada per gridare
“Mubarak assassino, Mubarak vattene”. E vorrebbero assediare il
Consolato, ma per oggi non si può. E’ completamente isolato da un
cospicuo numero di poliziotti e carabinieri, e anche la Cub dopo il
corteo del giorno prima si è sfilata, così come Sinistra Critica, e non
ha chiesto il permesso. Ma poco contano i divieti agli occhi degli
immigrati, e allora è un lampo e parte il corteo. Non i quasi 1500 del
giorno prima, ma 500 si con volti già visti e molti nuovi, ma con due
gran belle novità: tanti bambini, famiglie intere con carrozzine al
seguito, e tante donne, principalmente giovanissime. E sono loro,
bambini e ragazze, che tirano più di tutti gli slogan con piglio
deciso. Ma non semplici slogan ma comizi continui, che non perdevano
mai la cadenza del ritmo quasi fosse una danza, una danza di guerra.
Sparsi per il corteo alcuni del Comitato antirazzista e singoli
compagni, nessuna bandiera nessun slogan. Anzi una compagna? appena ha
visto la bandiera di proletari comunisti ha avuto l’ardire di dire
“oggi solo bandiere della Palestina e dell’Egitto” ricevendo la
semplice risposta “e allora c’è anche quella di proletari comunisti”.
Ma la migliore risposta l’hanno data gli egiziani che leggendo lo
striscione hanno preso nelle proprie mani bandiera e striscione
portandolo in testa al corteo, tanto che il pezzo conclusivo della
manifestazione era guidato dal nostro striscione. Ma è stato bello
vedere che la bandiera passava di mano in mano, tanto da essere
sventolata da una bambina sulle spalle del proprio papà. Un solo
momento di tensione quando un ragazzo egiziano ha afferrato la bandiera
dicendo che quella era una manifestazione in cui non ci dovevano stare
altre bandiere se non quella egiziana. La decisa reazione dei compagni
e l’intervento di altri immigrati ha convinto il ragazzo a desistere,
che si è sentito dire “questa bandiera sventola in tutto il mondo” “sei
uno stupido” e, rivolti a noi, ci dicevano “tranquillo falla sventolare
più in alto”. E come era prevedibile il desiderio che serpeggiava era
quello di continuare fino a sfiancarsi, ma anche quella di assediare il
Consolato. Per oggi è finita così ma già le menti sono rivolte verso il
Cairo dove domani milioni di egiziani marceranno verso il Palazzo del
Rais. E dopo esserci ringraziati a vicenda e salutati con ampi sorrisi,
ci si è dati appuntamento per domani. Il popolo si è messo in moto e
sarà difficile fermarlo.
circolo proletari comunisti Milano
01-02-011

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