lunedì 14 febbraio 2011

pc quotidiano 14 febbraio -Napoli continua repressione e pestaggi contro i disoccupati,precari in lotta

un appello da Napoli

DIFENDIAMO LE LIBERTA' DEMOCRATICHE, FERMIAMO GLI ABUSI E LE VIOLENZE DELLA
POLIZIA!

SI FACCIA LUCE SUI 13 PRECARI BROS PESTATI A SANGUE

DURANTE UNA LEGITTIMA AZIONE DI PROTESTA!

Da diversi mesi il movimento dei precari BROS a Napoli lotta per il
ripristino del progetto formativo e la finalizzazione al lavoro stabile. Ma
la giunta regionale campana, il Presidente Caldoro e in particolare l'Assessore
al Lavoro Nappi, blindati nei loro palazzi di potere, si rifiutano di
avviare un serio confronto per la soluzione lavoro.

Il 26 ottobre 2010, dopo una lunga serie di manifestazioni cittadine del
movimento per il lavoro, 13 precari BROS occupano un ufficio del Consiglio
Regionale. La richiesta degli occupanti è quella di avere un incontro con le
autorità regionali. Per tutta risposta il Presidente del Consiglio
regionale, Paolo Romano, dà mandato alla polizia di intervenire con la forza
per sgomberare l'ufficio.

L'azione di sgombero avviene immediatamente. A comandare decine di
poliziotti in assetto antisommossa sono i funzionari della DIGOS della
questura di Napoli, Trocino Pasquale e Licheri Francesco. Da prima vengono
chiamati i pompieri che con una sega tentano lo sfondamento della porta dell'ufficio,
ma a quel punto, per evitare danni alla struttura, i 13 precari BROS
decidono di abbandonare l'occupazione ma trattando con i funzionari della
DIGOS che promettono di non usare la forza.

Ma le cose non andranno in questo modo! Il folto gruppo di celerini con alla
testa i funzionari Trocino e Licheri, anch'essi con indosso caschi e
brandendo i manganelli, gridando "..adesso vi ammazziamo di botte..", si
scaglieranno ferocemente contro i 13 BROS stretti in un angolo e indifesi,
massacrandoli con calci, pugni e manganellate. In pochi minuti il sangue è
dappertutto. I 13 manifestanti mostrano tutti i segni del pestaggio e per
questo alcuni di essi malconci vengono portati via dal retro dell'edificio
sottraendoli alle telecamere della stampa presente in loco. Per eliminare
subito le tracce del pestaggio gli addetti alle pulizie vengono comandati a
togliere il sangue versato dalle ferite inferte ai manifestanti. In
particolare un precario BROS ferito riceverà 8 punti di sutura alla testa.
Una volta in questura e prima di essere condotti al carcere di Poggioreale,
alcuni dei manifestanti vengono obbligati a cambiarsi d'abito perché ancora
intrisi di sangue e minacciati esplicitamente affinché non denunciassero le
botte ricevute. A dicembre scorso uno dei 13 BROS è stato ricoverato in
ospedale per un intervento alla colonna vertebrale perché seriamente
danneggiata proprio a seguito delle percorso subìte.

I funzionari della DIGOS Trocino e Licheri non sono dei normali poliziotti
di uno stato che si definisce rispettoso della democrazia. I loro capi, il
questore Sante Giuffré e il responsabile della DIGOS Filippo Bonfiglio sanno
bene di che pasta sono fatti questi due loro sottoposti e forse proprio per
questo motivo e coerenti alla linea del governo, li hanno lanciati sul campo
di battaglia a reprimere le lotte sociali napoletane. Il questore di Napoli
ha inoltre inaugurato la linea delle misure amministrative repressive contro
i dirigenti e i membri del movimento di lotta per il lavoro qualificandoli
alla stregua di delinquenti abituali. Misure infami, restrittive delle
libertà personali degne di uno stato fascista. Siamo dunque alla
persecuzione politica vera e propria!

Ma altri ancora più in alto sono i mandanti dei massacratori e delle misure
da polizia fascista.

Con il governo Berlusconi e il ministro Maroni, la repressione è sempre più
in ascesa e con essa sono in netto aumento gli abusi delle forze di polizia.
Occorre fermare questa escalation di repressione e violenze dello Stato
contro i movimenti di lotta popolari che difendono i sacrosanti diritti
conquistati e che il governo dei padroni più reazionari vogliono eliminare
ad ogni costo. Con le lotte di Terzigno, dei pastori sardi, degli immigrati,
dei terremotati abruzzesi, degli studenti, dei disoccupati e precari si vede
come la risposta del governo è una soltanto, repressione e terrorismo.

Occorre fermare gli abusi della polizia e difendere le libertà democratiche
sancite con la Carta Costituzionale nata con la vittoria della resistenza
antifascista. E' necessario che i poliziotti autori di pestaggi e assassini
vengano smascherati, isolati e puniti seriamente per i loro abusi.

Chiediamo che sulla vicenda dei 13 precari BROS pestati a sangue il 26
ottobre 2010, venga fatta piena luce!

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