domenica 27 febbraio 2011

pc quotidiano 26 febbraio - NON SARA' L'IMPERIALISMO USA E IL NEOCOLONIALISMO DEI PADRONI ITALIANI A LIBERARE IL POPOLO LIBICO

DOMENICA 27 FEBBRAIO ORE 15 MOBILITAZIONE A BERGAMO
A SOSTEGNO DELLE RIVOLTE DELLE MASSE LIBICHE E ARABE, LA LORO LOTTA E' LA NOSTRA LOTTA, CONTRO IL REGIME DI MODERNO FASCISMO CHE AVANZA ANCHE IN ITALIA
CONTRO L'INTERVENTO IMPERIALISTA USA-ITALIA, VIA BERLUSCONI E OGNI GOVERNO DEI PADRONI COMPLICI DA SEMPRE DEI DITTATORI CHE OPPRIMONO I POPOLI

Da "IL SOLE 24 ORE" di sabato 26 febbraio 2011

Il sottosegretario USA Burns chiama l'AD di ENI Scaroni: "l`Italia coordini l`Europa"

Dietro le quinte, i tempi della diplomazia internazionale corrono veloci, molto più veloci degli incontriuffìciali.

Nato, Unione Europea e Onu stanno discutendo di embargo e disanzioni perisolare i vertici politici e militari libici, ma dentro e fuori la Libia già si lavora al dopo Gheddafi:

la fine del rais è data per imminente. Ai generali che lo hanno abbandonato preme accreditarsi fin d`ora con governi e aziende straniere come leader affidabili del nuovo corso; ai loro interlocutori interessa costruire subito una buona intesa con i dirigenti della futura Libia. Ma soprattutto, agli Stati Uniti e ai loro alleati europei preme evitare un`altra recessione: il prezzo del petrolio non deve restare ai livelliraggiunti in questi giorni.

E quanto Abdullah Salem elBadri, segretario generale dell`Opec, ha detto ieri parlando per telefono con Paolo Scaroni, amministratore delegato dell`Eni. El-Badri è legato a filo doppio a quanto sta avvenendo a Tripoli: come rappresentante del cartello dei produttori e come cittadino libico. «L`Opec nonpermetterà che ci siaunvuoto nella produzione», ha chiari- to, confermando che l`Arabia Saudita - primo esportatore mondiale - è pronta a intervenire aumentando le forniture. Per le compagnie petrolifere il problemaè adeguare leraffinerie alla diversa qualità di greggio, anche se le indiscrezioni diffuse nei giorni scorsi trai traders ipotizzavano daparte deisauditil`offerta di petrolio di qualità simile, seppure non identica, alle pregiate qualità libiche.

Anche il sottosegretario americano agli Affari politici, William Burns, ieri a Roma, ha contattato Scaroni per telefono, chiedendo a Eni come primo produttore internazionale presente in Libia - ma anche al ministro degliEsteriFranco Frattini -il sostegno dell`Italia nel coordinare una risposta europea. «Italia e Stati Uniti condividono una profonda preoccupazione per la situazione umanitaria in Libia e la necessità diun`immediata cessazione della violenza», è scritto in una nota diffusa dall`ambasciata americana. Mentre l`Eni, che come ha ricordato ieri il responsabile della comunicazione esterna, Gianni Di Giovanni, è in Libia dal 1952, intende difendere questapresenza "storica".

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