giovedì 3 febbraio 2011

pc quotidiano 3 febbraio - Bergamo... Napolitano con la Lega predona

Napolitano sul federalismo:''Non e' piu' una scelta ma una necessita"

Per portare avanti la riforma del federalismo, e' necessario che le forze politiche si lascino alle spalle ''una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti e prove di forza''. E' questo l'appello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia alle forze politiche da Bergamo, dove oggi partecipa alle celebrazioni promosse nella 'citta' dei Mille' per festeggiare il 150* anniversario dell'Unita' nazionale.

Napolitano ha quindi osservato che negli ultimi anni "c'è stata una decisa accelerazione in senso federalistico: riprendendo l'idea di unità cara al Cattaneo, che si dichiarava contrario 'alla fusione, no all'unità', l'idea secondo cui l'essenziale è 'una pluralità di centri viventi, stretti insieme dall'interesse comune, dalla fede data, dalla coscienza nazionale'. E' lo stesso modo, mi pare, in cui lei - ha concluso il capo dello Stato rivolgendosi al presidente leghista della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano - ha mostrato d'intendere il federalismo".


“Lega Predona e la stangata del federalismo”
Con il decreto di Calderoli c’è una sola certezza: più tasse per tutti
da La Repubblica del 31-01-2011 , Massimo Giannini

Dalla gigantesca cortina fumogena che avvolge il federalismo fiscale, nella versione municipale appena riscritta dal ministro Calderoli, emerge finalmente una luminosa certezza. Pagheremo più tasse.
Secondo la grancassa leghista - amplificata da un governo che dalla Legge di Stabilità del 28 maggio 2010 non ha più varato uno straccio di misura strutturale - la rivoluzione federale avrebbe dovuto cambiare la storia italiana.
Gli enti locali avrebbero lucrato un dividendo politico: rafforzare il rapporto con i cittadini con l’offerta di servizi più legati ai territori. I contribuenti avrebbero ottenuto un vantaggio economico: costi certi per le prestazioni, e meno imposte per tutti. La prima è e resta un’incognita assoluta. La seconda invece non lo è più. Il nuovo testo del decreto, che andrà all’esame della Commissione bicamerale della Camera giovedìi prossimo, prevede infatti una gragnuola di potenziali inasprimenti fiscali. Ai 4.781 comuni (ora sotto la soglia dello 0,4%) viene restituito il potere di aumentare le addizionali Irpef già a partire dal 2011. Non solo. I sindaci potranno introdurre tasse di scopo per finanziare la costruzione di specifiche opere pubbliche. I capoluoghi di provincia e le città d’arte potranno istituire una tassa di soggiorno fino a 5 euro per notte. Se a questo aggiungiamo la nuova cedolare secca sugli affitti (sostitutiva dell’Irpef) e la nuova Imu sulle seconde case (sostitutiva della vecchia Ici), il quadro è completo. Per poter chiudere i bilanci senza dover tagliare all’osso i servizi essenziali (asili per bambini, welfare per gli anziani, trasporti per tutti) i sindaci non avranno altra via che inasprire i tributi. Sono loro stessi a riconoscerlo, nel centrodestra e nel centrosinistra.
Un capolavoro per un Paese che è appena salito sul «podio» della classifica mondiale della pressione fiscale: secondo gli ultimi dati Ocse, tra il 2008 e il 2009 siamo passati dal 43,3 al 43,5%, ed ora siamo terzi dopo Danimarca e Belgio. Se Roma è Ladrona, la Lega è Predona.

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