domenica 9 gennaio 2011

pc quotidiano 9 gennaio - il pantano afgano

La Russa travestito da Befana porta il carbone in Afghanistan ai generali che gli hanno mentito.

…la svolta afgana tra cecchini e Terminator volanti.



http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/afghan20_matteo_miotto.htm



Finalmente dopo giorni di retorica patriottica, condita di lacrime e onori militari, il castello di bugie lungo quanto il naso di Pinocchio è caduto con l’autopsia del caporalmaggiore Miotto e la verità detta a denti stretti dai vertici militari.

La stasi delle operazioni militari a causa del “ Generale Inverno” che in Afghanistan dura sei mesi avrebbe dovuto determinare quella diminuzione routinaria degli attacchi dei ribelli talebani accora non accenna a vedersi e quotidianamente alpini italiani e marines sono sotto attacco nelle città e nei caposaldi sperduti.

Un vero peccato perchè quella diminuzione tradotta in bei diagrammi colorati da distribuire in estate alla stampa, sarebbe stata contrabbandata come prova della riuscita dell’operazione trasferimento del territorio all’esercito di Karzai , presupposto di quel “tutti a casa “che USA, NATO e Italia in testa non vedono l’ora di attuare al più presto.

Così il pantano afgano è nella fase del raggiungimento del guinnes dei primati: la prima guerra della NATO durata più di dieci anni. La guerra nATO con la logistica più lunga, superando quella del Golfo e la prima guerra non vinta dalla NATO



L’Afghanistan alla svolta tra cecchini e terminator volanti.

Ma tra i guinnes dobbiamo elencare quello che questa è stata la guerra dei paradossi: dove i droni impiegati inizialmente in maniera sperimentale sono man mano divenuti veri e propri Terminator, superando qualsiasi confine di decenza nell’uso, uccidendo talebani, capi clan ma sterminando anche famiglie intere senza che una lacrima uscisse dalle occidentali opinioni pubbliche benpensanti.

Una guerra in cui per giustificare stragi inutili si è passati dal cosiddetto “errore umano” all’utilizzo del termine “ errore di elaborazione ed interpretazione di dati”, quando a morire sotto i missili dei terminator volanti sono finiti civili innocenti afgani o abitanti delle zone tribali pachistane. In tal modo improbabili procesi per crimini contro l’umanità non saranno processati e al massimo si correrà il rischio di rottamare qualche computer o qualche inaffidabile sistema informatico dell’antiterrorismo islamico.



http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/382572/



Capitava così che giorno in cui la salma del caporalmaggiore degli alpini Miotto rientrava in Italia, dal Pentagono giungeva la notizia del prossimo invio in Afghanistan del super drone dai mille occhi che dovrebbe rappresentare la soluzione decisiva per il controllo del territorio afgano ( e non solo) : il Gorgon Stare ( lo sguardo di Gorgone_Medusa).

Si tratta di un robot volante dotato di una decina di telecamere capace di inviare oltre cinquanta filmati diversi ad analisti e soldati pronti a far intervenire altri droni armati di missili contro ribelli operanti anche in uno scenario complesso come quello di una città.

E’ una notizia confortante quella che questa nuova generazione dei controllori e , Giudici e Terminator volanti stia per essere immessa nell’armata aerea dell’esercito imperiale. Una dotazione che arriva nel periodo giusto, quando la FAO lancia l’allarme rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari e di un pericolo scarsità di cibo per grandi parti del Pianeta che potrebbe generare rivolte di massa e gravi contraccolpi politici.

Sapere che lo sguardo di Gorgoni-Medusa sia entrato in sperimentazione sul territori afgano , ma con prerogative di uso sul controllo delle città ci fa tirare un sospiro di sollievo. Molto presto questi “ giudici Gregg” volanti ( vedasi il famoso film con Silvester Stallone) potranno dirigere i piccoli drone poliziotti armati di mezzi di annichilimento della folla e dei capi sovversivi come da anni assicurano le aziende nord-americane del complesso militar-industrialeinteressate a rendere sicuro il futuro del capitalismo globalizzatore del terzo Millennio.



Non sappiamo quando questi scenari diverranno realtà nelle megalopoli del prossimo futuro, dobbiamo accontentarci del fatto che per adesso, come nel caso del combattimento dove è morto l’alpino Miotto per “bonificare” il terreno intorno alla base italiana sotto attacco, siano intervenuti i cacciabombardieri americani che hanno schiacciato come scarafaggi , a detta delle notizie di stampa odierne , almeno quattro puzzolenti straccioni talebani che, nonostante l’impari differenza di mezzi osavano attaccare un caposaldo armato di mitragliatrici, mortai ed ogni ben di Dio.

Lo sguardo della Medusa nella mitologia greca era l’arma invincibile con cui gli dei annichilivano rendendo di pietra gli umani che cercassero di scalare l’Olimpo. Ma nonostante ciò un semidio, Perseo, che voleva esser trattato come un uomo, armato solo della caparbietà e dal coraggio riuscì con uno stragemma, mimetizzandosi come un cecchino, a giungere a portata di tiro del suo pugnale il mostro e, difendendosi gli occhi con uno scudo, decapitò la Gorgone .



Gli antichi greci amavano riempire la loro mitologia di storie paradossali, prendendo in giro gli dei e la loro infinita potenza. Oggi invece una SUPER-RAZZA di ricchi umani spera di sconfiggere l’ansia e la paura della resa dei conti finali con qualche miliardo di affamati e derelitti di troppo , dotandosi di armi che ricordino l’invincibilità degli antichi Dei, quelli che terrorizzarono l’alba dell’Umanità



E’ paradossale scoprire come la guerra afgana continui ad avere una complessità di aspetti che ne stanno facendo di essa un luogo di sorprese continue per gli analisti di cose militari.



La guerra dove i droni sono divenuti veri e propri terminator, ma anche la guerra dove si può morire a causa di armi o congegni vecchi di oltre un secolo, quando erano ancora in circolazioni armi ad avencarica

Sì perché oggi , con le dichiarazioni ufficiali di La Russa e generali al seguito, ad uccidere l’alpino Miotto è stato un proiettile sparato da con una cartuccia progettata e costruita nel 1891 per l’esercito zarista: la 7,62 X54R

Una cartuccia esplosa da una fucile “di precisione” del vecchio arsenale russo , un Dragunov, progettato nel 1963 al tempo della crisi di Cuba.

Una cartuccia e un fucile per cecchini, di un'altra epoca, che ci riporta indietro nel tempo agli orrori della guerra nella exYugoslavia e a Sarajevo che alla fine degli anni 90 divenne la capitale dei cecchini.

Da un lato i serbi che dalle alture dominavano la città, dall’altra i musulmani e croati che misero in piedi delle unità , anche femminili, di controcecchinaggio, ingaggiando battaglie che potremmo paragonare a quelle del film cult del 2001 “Il nemico è alle porte” , ambientato nella Stalingrado assediata dai tedeschi.

E serbi, croati e musulmani fecero largo uso proprio della versione modificata del Dragunov russo , sfornata in migliaia di esemplari per l’esercito di Tito, dalla Zastava, nelle versioni M 76 (Una derivazione del caro, vecchio AK47) e poi lo M91 anch’esso calibrato con l’ottima cartuccia 7,62X54R capace di fare danni mortali a notevole distanza e contemporaneamente capace di mantenersi efficace sino a 600 metri se alla bocca del fucile si applica un silenziatore di tipo tattico.



Armi che però, al confronto di ciò di cui sono dotati gli eserciti NATO e USA schierati in Afghanistan, si possono paragonarealla fionda di Davide contrapposta alla spada e all’armatura e la titanica possanza di Golia.

Basterebbe dare uno sguardo nelle riviste specializzate delle nostre forze armate e scopriremmo come i nostri alpini abbiano un reparto di elite , il 4° reggimento Alpini “Monte Cervino”, specializzato in operazioni di cecchinaggio ed eliminazione di avversari a colpi di fucile di precisione dotato silenziatore.

Scorrendo l’ archivio fotografico delle operazioni condotte nei vari teatri di guerra degli ultimi vent’anni, dal 4 reggimento alpini scopriremmo, nell’armamentario da loro usato comunemente , il fucile Hekher e Koch MP5 SD dotato di silenziatore, e come essi siano dotati di un fucile “antimateriale” come il Barret m 82 e m95 dal calibro 12,7mm capace di fare scoppiare la testa di un talebano come se fosse un melone maturo ad una distanza di qualche migliaio di metri.

Armi modernissime con il doppio di portata e calibro di cui era dotato ‘l’excecchino talebano” autore del “fortunato/sfortunato” tiro contro il militare italiano, ma passato a miglior vita dopo l’operazione di bonifica da parte dell’aereo USA armato di insetticida antiscarafaggi ( napalm e bombe a grappolo). Eppure quel folle insieme ai suoi “compagni di merenda “ è andato ostinatamente all’assalto di quel fortino, capovolgendo il ricordo dei racconti dei nostri nonni che ci parlavano degli assurdi assalti alla baionetta contro le trincee irte di reticolati e mitragliatri degli austriaci nelle cento battaglie dell’Isonzo, esattamente cento anni fa.



Non sappiamo se questa gesta un giorno faranno parte della mitologia di quella razza di umani che dovranno vivere come topi nascosti tra le macerie delle loro megalopoli, mentre nel cielo solcano droni armati di missili e occhi di Medusa , sappiamo solo che ci avviciniamo consumando risorse , distruggendo l’ambiente, producendo cose inutili, affamando e opprimendo miliardi di esseri umani , sempre più ad incubi che da trame di film di fantascienza divengono giorno dopo giorno sempre più reali.



Ma i paradossi non terminano qui : se vorreste scaricarvi un bel manuale in russo sulla tattica, le armi, e l’addestramento per divenire un buon cecchino dotato di Bragunov, basta iscrivervi ad un forum di amanti di simulazione di guerra, la cosiddetta SOFTAIR-MANIA, quelli che vanno in giro per boschi , in mimetica, caschi e sensori, armati di fucili elettrici che sparano pallini in plastica con armi perfettamente identiche a quelle vere. Ebbe il sito che vi consigliamo dove vi insegnato a sparare col Dragunov e divenire un buon cecchino ha un nome emblematico. 6 °cacciatori alpini e frequentato…paradossalmente da giovani di Tiene, il paese da dove proveniva l’alpino Matteo Miotto. Vedasi

http://softairteam6cacciatorialpini.forumup.it/about671-softairteam6cacciatorialpini.html (thiene)



Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

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