mercoledì 12 gennaio 2011

pc quotidiano 12 gennaio - Berlusconi dalla Germania al fianco della Fiat e dei padroni



Berlusconi è oggi in Germania, a Berlino, “dove sarà ricevuto presso la Cancelleria tedesca da Angela Merkel. Il faccia a faccia darà via al vertice bilaterale italo-tedesco che prevede anche incontri dei ministri Tremonti, Frattini, Matteoli, Romani e Prestigiacomo con i ministri omologhi tedeschi. Al vertice prenderanno parte anche il presidente degli industriali Emma Marcegaglia, l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni e di Fs Mauro Moretti.” (Rainews24). Come si vede proprio una bella compagnia di giro, in viaggio all’insegna dell’ottimismo berlusconiano.

Almeno così vorrebbe far credere Berlusconi che invece è costretto ad intervenire pesantemente sulla Fiat, provando a dare una mano a Marchionne e ai padroni in generale, questa volta direttamente senza passare per quella faccia di m… di Sacconi o di quella dei suoi amici Bonanni della Cisl e Angeletti della Uil.

Continua, infatti, rainews: “Il presidente del Consiglio torna poi sulla Fiat, 'Riteniamo positivo lo sviluppo che sta prendendo la vicenda con la possibilità di un accordo tra le forze sindacali e l'azienda. Mi auguro che ci sia un esito positivo della vicenda' dice Berlusconi, spiegando che 'la direzione è quella di una maggiore flessibilità nel lavoro' e che in mancanza di un accordo 'le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi'”.

Non è tempo di “fair play”, come si vede. Berlusconi, che fino ad ora era stato piuttosto taciturno sulla questione Fiat, adesso gioca pesante e ci mette la faccia proprio perché anche a lui saranno arrivate le notizie che alla vigilia del referendum sale la tensione tra tutte le parti in gioco e non è poi così scontato come andrà a finire, visto che la Fiat è scesa in campo direttamente con i suoi dirigenti con assemblee in fabbrica per “spiegare” agli operai il contenuto dell’accordo, tradendo un certo nervosismo.

Quella sulla Fiat, quindi, volenti o nolenti, si conferma una partita aperta: tutti scendono in campo e sentenziano sulla vita degli operai: è chiaro che gli operai sono chiamati a loro volta a scendere pesantemente in campo per rispondere per le rime.

Già che c’è Berlusconi anche dalla Germania continua a spararle grosse e a fare il gradasso: dice che “la stabilità del governo non è in pericolo”; insulta i propri (finti) avversari politici, e giura ancora una volta su figli e nipoti che è innocente e quindi del possibile esito del giudizio della Consulta sul “legittimo impedimento” non gliene frega niente; aggiunge il tocco finale con invito all’ottimismo per quanto riguarda l’economia: ''Penso che sia dovere di tutti noi puntare su cose positive e non cedere alla diffusione del pessimismo per incentivare i consumi, gli investimenti. E' importante, in questo momento non diffondere pessimismo'', smentendo così impunemente il ministro che si è portato appresso, Tremonti, che dice che la crisi non è finita, e lo stesso Fini che più “cosciente” di lui sulla crisi in atto lo chiama ad un “patto di salvezza nazionale” ricordandogli dalle pagine di Repubblica di oggi che: “il rischio è che si ampli la frattura con l’opinione pubblica… perché il Paese è fermo e sfiduciato… nel nostro Paese c’è una miscela esplosiva: la giusta flessibilità nel mercato del lavoro si unisce però ad un tasso di precarietà altissimo e a un livello retributivo tra i più bassi in Europa. L’Italia è impoverita. Il ceto medio sta scomparendo. Il 45%della ricchezza delle famiglie è in mano al 10% degli italiani... C’è l’incubo dell’abisso…”.

E per precipitare nell’abisso basta qualche volta la spinta giusta!

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